VENIR MENO

Venir meno è sinonimo di separarsi dal vivere, di abbandonare per cause sovrastanti, indipendenti la nostra volontà e la propria disponibilità, cioè essere giunti al traguardo di una esistenza, di non avere più forze autosufficienti ed aver esaurito un compito che forse il Signore aveva previsto per noi. Si, il tempo non ci appartiene, più esso scorre più si assottigliano i giorni della nostra presenza in terra, e il prepararsi a incontrare il Signore diventa un pensiero costante. Per il credente la confidanza nel Salvatore, nella sua opera redentrice diviene sempre più efficace e viva, scoprendo nuove consolazioni nella sua Parola, che ritorna in chi crede, direttrice di grazia e di conforto. Anche la preoccupazione per chi resta, non opprime il credente perché il Signore sa vegliare sopra i suoi. E’ indubbio che ci avviamo verso tempi difficili, beati saranno solo quelli che possederanno la speranza dell’incontro con il glorioso Redentore, che in un batter d’occhio trasformerà i corpi umani in esseri spirituali per vivere l’eternità di gloria.

Pensieri positivi

(Ev. Matteo 15:32) Io ho pietà di questa folla ….non voglio rimandarli digiuni affinchè non vengano meno per strada.

Nella moltiplicazione dei pani, raccontata dagli evangelisti,  si possono cogliere molti punti salienti e intriganti per la nostra vita spirituale, originati dalla preziosa contemplazione in Ispirito del volto di Gesù, che induce il cuore a cercare la luce evangelica nella sua Parola e ad esserne avvolti, per scoprire sempre nuove verità,  trovare crescita spirituale ed esprimere riconoscenza a Dio. Il quadro dell’evento proposto ha due estremi (Ev. Matteo 15:29) …  E salito sul monte se ne stava seduto lassù; (Ev. Matteo 15:59) E Gesù dopo aver congedato la folla salì nella barca e andò al paese di Magadan. Domanda: perché Gesù va sul monte per pregare mentre era già in costante comunione con Dio suo Padre? Che bisogno aveva essendo già specchiata ogni sua azione? Risposta: è un esempio per noi, che sebbene godendo della comunione con Dio, dobbiamo appellarci sempre alla sua sovrana Grazia e salvaguardia! Il secondo estremo: la barca ci informa della protezione che Gesù accorda a quelli  sfamati dalla sua persona e dalla sua Parola, rassicurati con un approdo sicuro e un riparo costante nel tragitto.

Non possiamo ragionare sull’evento miracoloso della moltiplicazione dei pani, se non intravediamo le azioni di grazia e di favore, che Gesù compie in sostegno di quegli uomini. Le elenchiamo:

  1. Gesù ha pietà della folla,
  2. La folla dimora già da tre giorni nel disagio, ma è in compagnia con Gesù,
  3. La folla non ha da mangiare, ma Gesù ha già conosciuto la fame nel deserto durante la tentazione quindi comprende l’esigenza corporale degli uomini,
  4. Gesù non vuole licenziare la folla digiuna, un evidente segno d’amore e vuole dimostrarlo,
  5. Gesù è preoccupato della salute fisica della folla e teme per la loro vita conoscendo il problema e la fatica da impiegare per tornare a casa,
  6. Gesù ascolta benevolmente i ragionamenti degli apostoli intorno al pane da comprare e dove risieda tale luogo.

Dunque, il quadro raffigurato così è certamente più preciso; notiamo come l’amore disinteressato di Gesù Cristo sia un amore che travalica il merito di ricevere la guarigione che abbisognavano quelli i quali lo avevano seguito, altresì come il risanamento dei corpi di quei pellegrini sia dipeso solo dalla Sua bontà e dalla potenza incondizionata del Salvatore. Una bella espressione della Grazia divina, la si coglie come un profumo pregnante che sale dalla lettura di queste pagine, così preziose e illustrative. E’ vero, come non sottolineare che le azioni di Gesù si vestono in maniera misericordiosa e pietosa per quelle misere persone, che speravano intensamente nel Signore, ultima risorsa per cambiare prospettiva di vita. La fede sebbene non ancora biblica o salvifica, ci induce in maniera naturale ad andare al Salvatore, sarà l’ascolto della sua Parola e i suoi gesti verso noi a mutare la nostra esistenza (Ev. Giovanni 5:24) Chi ascolta la mia Parola e crede in Colui che mi ha mandato ha vita eterna.

Progetto eterno

Non solo vita fisica ma vita eterna, questo è il grande progetto riservato a chi ascolta e crede alla Parola di Dio. Orbene, come visto, tutto parte dalla pietà di Gesù, specie con quelli che stanno con Lui da tre giorni. Sono tre giorni cruciali, come quelli della Resurrezione. Capire la Resurrezione di Cristo, fuori dalla metafora del fatto straordinario che esso è, vuol dire aver compreso che la morte, regina degli spaventi come suol dirsi, nulla ha potuto sul corpo di Gesù, che la vita è la prerogativa di Cristo, e la salute o il risanamento fisico del corpo,  soprattutto dell’anima umana, è quello a cui il Redentore mira e vuole farci sperimentare. Si, conoscere l’amore del Padre in Cristo che ci soccorre nel nostro stato estremo di morte e di malattia, ci indirizza fra le braccia accoglienti del Salvatore per cambiare la prospettiva di separazione eterna in una convincente comunione con Lui, e in una confidente azione di preghiera per sperimentare l’esaudimento delle nostre richieste conformi alla volontà divina; questo è il disegno. Gesù si preoccupa della salute degli uomini accorsi con fatica a Lui. Non ne scontenta nessuno, non elenca le manchevolezze, gli errori o i peccati commessi da chi gli chiede pietà e risanamento corporale. Gesù opera benevolmente su tutti i malati  e sapendo della carenza di cibo, si dispone a soccorrerli tutti. In natura e nel creato lui riempie di beni tutti gli uomini e i popoli, con doni proficui che a volte vengono negati e non riconosciuti come dipendenti dalle sue mani e dalla sua provvidenza. Non importa: Lui è preoccupato dal venir meno di qualcuno lungo la strada, per questo si dispone a operare con potenza e previdenza.

Una parola sostitutiva

 Digiuno è una parola che Gesù risolve e allontana, per questo è venuto dal cielo perché non fossimo digiuni della sua Grazia: (Ev Giovanni 1:16) Infatti dalla Sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto Grazia su Grazia.  L’evangelista Giovanni soggiunge: (Ev. Giovanni 1:14) E la Parola è diventata carne e ha abitato un tempo fra noi, piena di Grazia e di Verità; e noi abbiamo contemplato la Sua Gloria, Gloria come di Unigenito dal Padre. Ciò che dobbiamo capire è che il nostro Salvatore è un Dio pieno di risorse di Grazia e di Gloria. Questa sua pienezza, al contrario del nostro digiuno o del nostro venir meno lungo la strada, è perché possiamo sperimentare come non solo un miracolo glorioso ed estemporaneo, prezioso ma a termine con la fine della vita come quei pellegrini avranno subito con il passare del tempo, ma Gesù propone un cammino diverso dopo aver gustato il pane di vita spezzato, i pesci  spezzati e la barca della comunione come approdo finale.

Una numerazione emergente

Da questo paragrafo scritturale si evince una numerazione che esprime dei valori:

  1. Tre,
  2. Tanti,
  3. Quattromila,
  4. Sette,
  5. Pochi,
  6. Senza contare.

Tre sono i giorni che ci parlano dell’opera salvifica di Gesù, giorni dove la Grazia di Dio si esprime rialzando Gesù dalla tomba e proclamandolo Salvatore del mondo e Principe di Pace, nel senso di essere ora il Dispensatore di salvezza eterna per chi ha fede in Lui (Atti 2:33) Egli dunque essendo stato esaltato dalla destra  di Dio e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora voi vedete e udite.

 Tanti sono i pani che occorrono per sfamare quel popolo di pellegrini, ma solo un’opera è necessaria per soddisfare la giustizia di Dio, quella compiuta da Gesù sulla croce per continuare a dar vita a tanti:(Ep. Romani 3:24) Ma sono giustificati gratuitamente per la Sua Grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.

Quattromila sono gli affamati, un numero cospicuo, bisognosi di soccorso riferito alla fede e alla vita: (Ep. Romani 3:23) Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma Gesù ha rimediato portando Grazia e Gloria ad ognuno, se l’abbiamo  contemplato e se riempiti dalla sua insostituibile pienezza.  

Sette erano i pani e sette le ceste avanzate, Gesù è giusto e giustificante per chi pone la sua fede in Lui. Sette virtù per salvare i peccatori, sette i doni spirituali dell’abbondanza donati mediante lo Spirito di vita a tutti i credenti: (Ep. Romani 3.26) Affinchè Egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù.

Pochi  sono i pesciolini, cibo che deriva dalla provvidenza e dalla creazione divina, non dalla manualità lavorativa  o ingegno dell’uomo, ma sufficienti ad accompagnare nel sostentamento i pellegrini. Pochi altresì sono gli eletti, indice di una salvezza fallimentare imputabile non certo al Redentore, ma alla insensatezza e al rifiuto di ascolto degli uomini al richiamo evangelico di Cristo Gesù. Respingere l’offerta di perdono e di Grazia di Gesù, equivale a tapparsi le orecchie del cuore e rifiutare di ragionare con la mente di Cristo, per cedere alle lusinghe del mondo e dell’Avversario che induce a rifugiarsi nell’appagamento di avere una religione, purtroppo senza vita. I pesci sono emblematici, navigano nell’acqua e vivono in essa, trovando e consumando il nutrimento necessario per la sopravvivenza. I credenti trovano nel mare della grazia di Gesù, forze e risorse sempre nuove per proseguire con il Salvatore verso il cielo: (Ep. Efesini 3:19) E di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza affinchè siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.

Senza contare: quante sono le grazie predisposte dal Signore per i suoi! Quella espressione non voleva essere riferita alla discriminazione delle donne o dei bambini come nel vecchio regime del culto ebraico e levitico, qui occorre pensare alla preventiva grazia e protezione accordata ai più miseri o indifesi come i fanciulli o le donne, già dimoranti nel cuore di Gesù e tutelati dalla Sua copertura. Senza contare, sono gli innumerevoli peccati commessi dagli uomini ma tutti perdonati da Gesù alla croce: (II Ep. Corinzi 5:21) Colui che non ha conosciuto peccato, Egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinchè noi diventassimo giustizia di Dio in Lui. Senza contare sono gli atti d’amore divini: (Salmo 116:12) Che potrò ricambiare al Signore per tutti i benefici che mi ha fatti? Senza contare: (Ev. Giovanni 17:19) Per loro IO santifico me stesso, affinchè anche essi siano santificati nella Verità.

Ancora altre riflessioni

La ricchezza di questi passi è straordinaria; possiamo brevemente analizzare le azioni connesse al miracolo svolte da Gesù e trarre indicazioni concrete per adorare il Salvatore come Lui insegna, evitando così  confusioni, suggerimenti errati o peggio ancora ascoltare insegnamenti contrari alla Verità:

  1. Gesù conta i pani e i pesci
  2. Gesù ordina alla folla di sedersi
  3. Gesù prende i pani e i pesci
  4. Gesù rende grazie
  5. Gesù spezza i pani e i pesci
  6. Li da ai discepoli e questi alla folla
  7. Tutti mangiarono e furono saziati e sette i cesti avanzati.

Gesù conta i pani e i pesci: dalle cose misere e insignificanti il Redentore trae gloria per ribadire come i concetti divini siano contrari e diversi dal modo di intendere umano, pronto ai grandi numeri, invaghito ai fasti, vittima dell’orgoglio spiccio e appagante. A Dio aggradano tutti, non ha riguardi personali ma accoglie in particolare i poveri, i miseri, gli squalificati, i menomati e quelli dai minimi contorni (Ev. Matteo 21:16) Dalla bocca dei bambini e dei lattanti hai tratto lode. Dunque in fatto di lode, Dio gradisce l’acclamazione dei fanciulli innocenti a dei culti articolati e roboanti, ma privi della guida dello Spirito Santo. In quel caso Gesù lasciò soli quelli della lode orchestrata e se ne andò fuori dalla città. Raffigura un grande ammonimento per i culti odierni dove il rumore di strumenti o i cantici discoteca, hanno preso il sopravvento e il dirigismo umano nell’organizzazione del culto allontana il pari consentimento e la vera spiritualità fraterna.

 Sedersi: questo ordine o invito ha un grande impatto sulla folla, sedersi vuol dire ascoltare rilassati, in maniera più riflessiva senza assillo o spinte o girarsi indietro. Gli sguardi sono rivolti verso Gesù che deve attirare l’interesse di tutti. Lui è il centro, guardare Gesù fonte di vita e dispensatore del pane celeste è di vitale importanza, per vedere dove la Grazia conduce lo spirito umano per rendere il culto a Dio. Sono le sofferenze di Cristo l’argomento più importante su cui ponderare nel culto, altro che un rumoreggiante protagonismo dei riuniti in assemblea che assumono atteggiamenti da sala da ballo o che vogliono stupire gli altri con discorsi inconcludenti.  

Prendere in mano gli elementi necessari per il miracolo vuol dire maneggiare figurativamente l’Evangelo, nutrimento dell’anima ed essenza di vita per chi è seduto ed attende il verbo prosperante. Gesù si fa vedere con il pane e i pesci, con i simboli del sostentamento che c’è, ma non è ancora divenuto cibo che sfama e calma i morsi dello stomaco. Così l’Evangelo che annunziato mantiene la su carica vitale ma per renderlo attivo, occorre crederlo per fede. La porzione presentata è minima, adatta a ricevere i primi elementi dottrinali sulla salvezza per Grazia operata dal Redentore, servono i primi morsi di pane per gustare la bontà elargita dal Dispensatore, occorrono i primi segni del pentimento e del ravvedimento, permesso dalla comprensione della Parola. (Ep. Tito 2:11) Infatti la Grazia di Dio salvifica per tutti gli uomini si è manifestata e ci insegna a rinunziare all’empietà e alle passioni mondane per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo.

Gesù rende grazie; bisogna imparare da questi esempi profondi come ci si comporta presso il trono della Grazia, Gesù potrebbe farne a meno di pregare dopo la nottata sul monte, non si stanca e da un fervido esempio di confidanza nel Padre, visto per il grande valore spirituale e pratico. Spirituale per come sia necessario che i credenti partecipino alla preghiera e al ringraziamento prima di ricevere in dono la salvezza, e poi siano coerenti nell’adorazione, elevando preghiere di lode e suppliche per il cibo che sia condiviso anche con i poveri o gli indigenti. Grande insegnamento e guida illuminante l’atteggiamento del Signore quando prega e sta per dispensare il pane e i pesci.(I Ep. Timoteo 2:8) Io voglio dunque che gli uomini preghino in ogni luogo, alzando mani pure senza ira e senza dispute.

Spezzare il pane e i pesci;  il gesto di Gesù è qualificante per il miracolo in se stesso e per quello che insegna per la condotta del credente. Il pane spezzato è quello che moltiplicato da vita ai pellegrini. Perché Gesù lo spezza? Poteva solo distribuirlo? No lo spezza! Perché il suo corpo in senso figurato è un corpo spezzato come il pane nell’ultima cena. Il corpo del Signore è spezzato nel significato che viene rotto nel suo equilibrio di comunione con il Padre , a causa del peccato che riveste indegnamente quel corpo innocente e puro. Quel corpo o pane spezzato ci ricorda il sangue colato, lo spargimento del sangue lungo il corpo santo, la vita di quel corpo sofferente offerta e gradita dalla giustizia divina; ancora quel pane spezzato ci induce altresì a non tagliare il simbolo della santa cena, ma a spezzarlo per insegnarci al profondo rispetto della lezione, che l’ultima cena riserva a quelli che ubbidiscono. Lo spezzare il pane miracoloso nelle mani di Gesù ricorda che dal miracolo d’amore di Cristo, vero pane disceso dal cielo, si procura predicando l’Evangelo il miracolo della vita eterna in chi crede. Vi è ancor oggi quella continuazione di vita in chi ascolta la Parola di Dio, la gioia spirituale in chi vuole ubbidire ricordando la maniera esatta, senza modifiche di sorta, nel celebrare il culto e la rammemorazione dei simboli nella maniera chiara impartita, la notte del tradimento. Monito per i credenti di riflessione,  di ricordo e di comportamento conforme mai banale. (I Ep. Timoteo 3:15) Come bisogna comportarsi nella casa di Dio.

Dare il pane ai discepoli; il pane miracoloso figura di quello disceso dal cielo, non perde il valore nutritivo anche se passa attraverso altre mani che lo distribuiscono. L’Evangelo della grazia non perde il suo potere in salvezza finchè il Maestro e la Guida, cioè lo Spirito Santo, ravvivava ancora la Parola testimoniata e distribuita dai credenti. Il pane Gesù nutre e fa crescere nei credenti la fame e la sete di Verità, per questo si è invitati: (I Ep. Timoteo 3:16) Senza dubbio grande è il mistero della pietà: Colui che è stato manifestato in carne è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato fra le nazioni, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria. Un riassunto così evidente non poteva essere esposto più chiaramente, esso ritrae vivamente tutta l’opera di Gesù il Salvatore , il Redentore e il Principe di Pace.

Conclusione

Tutti furono saziati; è vero, chi incontra Gesù nella Bibbia è saziato nella vita terrena ed attende di ricevere quella eterna, secondo le sue promesse al riparo nella barca della comunione con Lui. E’ ciò che preghiamo per i nostri cari lettori che seguono sempre queste brevi note senza pretese, ma che speriamo siano consolanti e riflessive. Un abbraccio sincero a tutti.

Ferruccio IEBOLE     

     

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