PENSATE CHE LA SCRITTURA PARLI INVANO?

prima del testo dell’articolo una comunicazione:

 

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Il versetto che da il titolo alla nostra breve nota è tratto da (Ep. Giacomo 4:5-6) Oppure pensate che la Scrittura parli invano quando dice: lo Spirito che egli ha fatto abitare in noi ci brama fino alla gelosia. Anzi Egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura dice: Dio resiste ai superbi e da grazia agli umili. Dunque bisogna trovarsi in questa dimensione di umiltà e di sottomissione, allontanando da noi ogni possibile superbia della vita e affidarsi allo Spirito Santo che Dio fa abitare in noi se crediamo a Gesù come nostro personale Salvatore.

Una gelosia salutare da parte dello Spirito Santo.

Il discorso o il linguaggio impercettibile della Scrittura perché avviene nel cuore dell’uomo, è comunque un discorso che attuerà atteggiamenti successivi ed evidenti, se la Parola di Dio prospererà nel peccatore. Nulla sarà come prima se il messaggio sarà recepito, perché il primo effetto sarà allontanare l’amicizia del mondo, per cercare la purezza di Dio e della sua eccellente volontà. Essere bramati fino alla gelosia ci parla di un sentimento forte di proprietà, ambita dallo Spirito Santo per preservare eventuali tradimenti, così facili da ordire per la nostra fragilità nell’osservare la Parola.

Questa azione vigile dello Spirito ci comunica la considerazione divina della proprietà dei credenti, non banale o superficiale tale da non spendere  in custodia e in protezione, verificabile nella vita spirituale. Dunque nel cammino di umiltà convenevole ai credenti, lo Spirito Santo sorveglia amorevolmente sui riscattati dal sangue di Cristo, per indirizzarli alla genuina testimonianza di fede per allargare la proposta di salvezza a tutti, voluta e perseguita dal Salvatore.

Un messaggio evangelico energico come l’autore.

(Ep. Giacomo 4:8) Avvicinatevi a Dio, ed Egli si avvicinerà a voi. Pulite le vostre mani o peccatori, e purificate i vostri cuori o doppi di animo! Siate afflitti, fate cordoglio e piangete! Sia il vostro riso convertito in lutto, e la vostra allegria in tristezza. Umiliatevi davanti al Signore ed Egli vi innalzerà. Prima la Parola affermava che lo Spirito abita in noi; è vero, però questi sentimenti di cordoglio e di amarezza devono raggiungere quelli in cui Lui non abita ancora.

Se vogliamo avvicinarci a Dio dobbiamo entrare nel pensiero divino che propone una analisi spietata di ciò che è il peccato, di quello che dovrebbe essere il nostro rincrescimento e il nostro rammarico nel vivere lontano da Lui. Eppure se vi è il desiderio di avvicinamento a Dio, Lui dopo aver raccolto la nostra umiliazione è pronto a innalzare le anime che si affidano a Gesù Cristo. (Ep. Giacomo 4:7 ) Sottomettetevi dunque a Dio, ma resistete al Diavolo ed egli fuggirà da voi. Ancora, quella bramosia dello Spirito è vitale per far arretrare e fuggire l’Avversario dalla predicazione della fede e dal cuore di chi ascolta il Vangelo.

Una volgare dissimulazione che non porta da nessuna parte.

(Ep. Giacomo 3:14-15-16) Ma se avete nel vostro cuore amara gelosia e spirito di contesa, non vi vantate e non mentite contro alla Verità. Questa non è la saggezza che scende dall’alto, ma è terrena, animale e diabolica. Infatti dove c’è invidia e contesa, c’è disordine e ogni cattiva azione. L’analisi di questo passo scritturale è illuminante sul carattere degli increduli, che rifiutano di umiliarsi ed accostarsi a Dio. Vogliono dimostrare una saggezza umana, forse una religiosità gentile e garbata ma priva di vita vera, appagante per il religioso; nonostante le apparenze la Parola classifica questa saggezza con termini molto forti ed estremamente sprezzanti.

 E’ vero dove prospera l’invidia e la contesa c’è disordine morale e azioni poco raccomandabili, ma la Bibbia valuta quella saggezza con le espressioni come terrena, cioè che finisce incenerita e senza consistenza, animale nel senso di condizione obbrobriosa e indegna a confronto con la santità e la perfezione di Dio, diabolica per la sintesi mortale proposta e presentata come supplente della vita eterna, però con l’annullamento dell’azione di convalida e di sigillo dello Spirito Santo, cioè la sua evidente negazione. Giacomo a questo riguardo sviscera la trafila di chi si ammanta di saggezza umana e resiste all’azione benefica del Vangelo, che propone la vita eterna in Cristo Gesù unico Redentore.

 (Ep. Giacomo 1:14-15) Invece ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attira e lo seduce. Poi la concupiscenza  quando ha concepito, partorisce il peccato, quando è compiuto, produce la morte. Che chiarezza questa affermazione; non v’è scampo, imbellettato e riverniciato rimane sempre peccato, nonostante si cambi anche il nome come semplice errore, sbaglio veniale, inesattezza, svarione o strafalcione. Il risultato è sempre  lo stesso, produce la morte.

Ricordiamo: non si può mentire contro la Verità. Prendere atto del piano di Dio è perciò indispensabile perché ogni dono perfetto deriva gratuitamente da Dio, che ha mandato il Signore Gesù a compiere la redenzione in favore dei peccatori. Tutto ciò è un dono: ( Ep. Romani 6:23)  Il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.

Un compito speciale affidato alla Parola della riconciliazione con Dio. 

(Ep. Giacomo 5:19-20) Fratelli miei se qualcuno di voi si svia dalla Verità e uno lo riconduce indietro, costui sappia che  chi avrà riportato indietro un peccatore dall’errore della sua via, salverà l’anima del peccatore dalla morte e coprirà una gran quantità di peccati. Come accennato in questo passo, sviarsi dalla Verità è possibile, basta poco, perché l’Avversario è potente; lasciarsi andare su cose che appaiono innocue è facile, quando poi ce ne accorgiamo o interviene la Parola con il suo richiamo, ebbene occorre ritornare indietro, meglio se sorretti da qualche fratello maturo.

Sviarsi dalla Verità vuol dire ripetere l’esperienza della concupiscenza, che partorisce il peccato, e la mente di Cristo acquisita si oscura momentaneamente, finche la Parola di Verità non torni a brillare e illuminare con la sua esortazione.

Perseverare nella dottrina di Cristo con costanza.

(Ep. Giacomo 1:4) La costanza compia pienamente l’opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti. Dunque tre esortazioni:

  1. Perfetti: (Ep. Colossesi 4:12 Perché siate saldi (o perfetti) come uomini completamente disposti a far la volontà di Dio.
  2. Completi: ( I Ep. Giovanni 4:12) Dio rimane in noi e il suo amore diventa perfetto ( o completo) in noi.
  3. Di nulla mancanti: (I Ep Corinzi 1:6-7-8) essendo stata confermata tra di voi la testimonianza di Cristo, in modo che non mancate di alcun dono, mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo, Egli vi renderà saldi sino alla fine perché siate irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo.

Conclusione.

Quale sicurezza sulla vita eterna viene confermata dall’autorità della Parola di Dio; è vero, la Scrittura non parla invano e a sproposito, ma induce la nostra mente e la nostra intelligenza a prendere visione della carità di Dio con costanza. A volte ci domandiamo, siamo stati chiari con voi lettori nell’esprimere i concetti biblici? Come reagite a questi scritti? Vorremmo saperlo con sincerità per far sempre meglio. Terminando, vogliamo pensare ogni bene per voi cari lettori perché sentiate stimoli e richiami verso il Salvatore Gesù. Cordiali saluti a tutti.

Ferruccio Iebole. 

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