Alcuni, per non sbagliare, scelgono sempre lo stesso mare, la stessa spiaggia, mai sperimentando qualcosa di diverso. Da un lato, perché si sono sempre trovati bene lì dove sono andati, dall’altro per timore che una scelta diversa possa poi deluderli. Ovviamente, se si sceglie di non cambiare, non si saprà mai come effettivamente sarebbe andata da un’altra parte… Del resto, anche la saggezza popolare dei proverbi non dice forse “chi lascia la vecchia via per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova”?
Ecco allora che può capitare di trovarci davanti a due opzioni, magari agli occhi nostri entrambe valide, e ritrovarci a fare come l’asino di Buridano che, in mezzo a un mucchio di fieno e un barile d’acqua da un lato e la stessa cosa dall’altro, entrambi alla stessa distanza, rimase immobile nell’incertezza, non facendo nessuna scelta per paura di sbagliare, e finì per morire di fame.
Se ci pensiamo bene la vita è fatta di scelte continue, dalle cose più semplici e banali a quelle che possono dare una svolta determinante alla nostra vita, in un senso o nell’altro.
Fare delle scelte comporta spesso una ricerca. Per poter essere sicuri di fare la scelta giusta, abbiamo bisogno di capire, di valutare. Ecco perché molti rinunciano. Per pigrizia (magari convincendosi che c’è sempre tempo per farlo un’altra volta), disinteresse, forse per disillusione. Ma c’è un problema di fondo: scegliere di non scegliere, è di fatto già una scelta.
Dal punto di vista spirituale, la questione diventa però vitale. Non è infatti prevista la non scelta, l’astensionismo. Eppure, nessun altro può scegliere per noi, decidere per noi. Anche il procrastinare è estremamente rischioso. Nemmeno la delusione o la confusione causata dalla babele religiosa o pseudo-religiosa che ci circonda, ci esime dal dover fare una scelta.
Anche al tempo di Giosuè c’erano tante ‘fedi’, tante religioni. Tra le varie alternative, Giosuè non ha dubbi: E se vi sembra sbagliato servire il SIGNORE, scegliete oggi chi volete servire: o gli dèi che i vostri padri servirono di là dal fiume o gli dèi degli Amorei, nel paese dei quali abitate; quanto a me e alla casa mia, serviremo il SIGNORE». (Giosuè 24:15). In quel caso il popolo decise infine di seguire il Signore, l’unico vero Dio (Giosuè 24:16-24).
Ancora, secoli dopo, è il profeta Elia a sfidare il popolo ad una scelta: Allora Elia si avvicinò a tutto il popolo e disse: «Fino a quando zoppicherete dai due lati? Se il SIGNORE è Dio, seguitelo; se invece lo è Baal, seguite lui». Il popolo non gli rispose nulla. (1 Re 18:21).
In questo caso la risposta del popolo fu il silenzio, la non scelta. A loro stava bene stare un po’ con il vero Dio e un po’ con i falsi dèi. Ma una decisione andava presa, come il Signore da sempre invita a fare: Io prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, affinché tu viva, tu e la tua discendenza (Deuteronomio 30:19).
E noi, quale scelta facciamo, quale scelta abbiamo fatto? Se abbiamo scelto il Signore, colui che ha provveduto il dono della vita per noi, allora da quel momento in poi non avremo più dubbi, non rimarremo più nel vecchio status quo della non scelta o nel saltellare da una parte all’altra cercando qualcosa che ci soddisfi. No, allora saremo sicuri che la scelta di Dio è quella giusta perché, come risposero i discepoli a Gesù: Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna! (Giovanni 6:68).
Quest’anno, al mare o in montagna, scegli Gesù.
Tratto dal blog “La Nuova Nascita”
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