PIANO PERSONALE DI RIPRESA E RESILIENZA (prima parte)

 Mentre il governo è in fase di piena attuazione del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza), che ci auguriamo possa dare una svolta a certe criticità del paese (anche se, da italiani, temiamo sempre che qualcosa vada male quando ci sono tanti soldi in ballo…), molti stanno vivendo una situazione che avrebbe bisogno di una ripresa e della messa in atto di una resilienza personale.
 

Si parla di resilienza in vari ambiti, prima di tutto in ingegneria meccanica, dove è «la capacità di un materiale di resistere a forze dinamiche, ovvero a urti, fino a rottura, assorbendo energia con deformazioni elastiche e plastiche». Ma è soprattutto in psicologia che il termine viene usato, per indicare «la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità… Sono persone resilienti quelle che, immerse in circostanze avverse, riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e persino a raggiungere mete importanti». Da qui l’uso che se na fa in contesti diversi, come quelli del PNRR.

 

Dio, da sempre, vuole offrire all’uomo la capacità di resistere e affrontare in modo resiliente le difficoltà della vita. Per farlo però l’uomo non deve saltare le tappe, ma deve seguire il suo piano, passo dopo passo. Prenderemo spunto dalla lettera agli Efesini, per capire di più di questo progetto divino per noi.

La nostra ripresa parte da un’azione che Dio stesso ha messo in atto in Gesù: Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù (Efesini 2:4-6).

Per tutti quelli che la accettano, la grazia di Dio, cioè il dono gratuito della sua salvezza, diventa elemento vivificante, che ci fa uscire da uno stato di morte spirituale, dandoci vita. È solo questa grazia che ci dà la forza necessaria per ripartire (2 Timoteo 2:1). Una forza che parte dal cuore (Giacomo 5:8), “affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell’uomo interiore” (Efesini 3:16).

Non è un aiuto economico, per quanto utile e importante, che ci fornisce i mezzi per riprenderci e resistere a tutte le sfide che la vita e l’attuale situazione ci costringe ad affrontare. Il governo in questi giorni sta anche cercando di finanziare con 50 milioni di euro quello che viene definito bonus psicologico (diviso in bonus d’avviamento e successivo bonus di sostegno), per far fronte all’impressionante aumento del disagio interiore di milioni di persone. L’obiettivo è di dare dei soldi per permettere a chi non ha i mezzi economici per farlo “di stendersi su un lettino raccontando a un professionista le proprie angosce”.

Per far ripartire, riprendere e riavviare i sofferenti, il governo, grazie alla forza data dal finanziamento ricevuto dalla UE, punta quindi anche a farli sedere su quel lettino, affidandosi a qualcuno che li sappia ascoltare. Ebbene, abbiamo letto in Efesini 2:6 che il Signore “ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù”, cioè spiritualmente già presenti dove lui è fisicamente, per la potenza e la forza di Dio Padre: “Questa potente efficacia della sua forza egli l’ha mostrata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nei luoghi celesti, al di sopra di ogni principato, autorità, potenza, signoria e di ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello futuro” (Efesini 1:20-21).

Anche Dio quindi vuole, con ben altri mezzi e forza, farci in primo luogo sedere. Non subito quindi correre e resistere, ma innanzitutto riposarci, fortificarci in colui che invita ognuno che si sente affaticato e oppresso ad andare a lui per avere quel riposo (Matteo 11:28).

Si parte solo da lì. Si riparte solo da lì. Ci si riprende solo in lui e solo in lui si resiste e si va avanti, perché come disse lo stesso Gesù “senza di me non potete fare nulla” (Giovanni 15:5). Non mancheranno lotte e difficoltà lungo il cammino, ma un conto è farlo da soli, anche se con qualche soldo in più in tasca e con un lettino su cui stendersi, e un conto, come abbiamo letto, essendo seduti a fianco di chi è “al di sopra di ogni altro nome”.

Dio potrà senz’altro usare anche gli uomini per aiutarci in questo percorso, ma prima di tutto “fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza” (Efesini 6:10).

Forza, iniziamo la ripresa e impariamo come sviluppare la resilienza che Dio vuole offrirci, ma partiamo (o ripartiamo) stando seduti con lui (continua).

Tratto dal blog “La nuova nascita”

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