traduzioni protestanti e cattoliche del XX e XXI secolo

LE TRADUZIONI PROTESTANTI E CATTOLICHE DEL XX SECOLO RIVEDUTE SUI TESTI ORIGINALI

In campo protestante, la versione del Diodati, che era stata revisionata quanto alla lingua in Inghilterra nell’880, fu riveduta da un comitato presieduto dal valdese Giovanni Luzzi tenendo conto delle nuove conoscenze acquisite con la scoperta di manoscritti del Nuovo Testamento più antichi i quelli noti all’epoca del Diodati. Questa versione, stampata nel 1934 dalla Società Biblica Britannica e Forestiera, è nota come “Riveduta”.

Nel 1969 venne poi nuovamente ristampata con l’aggiunta dei riferimenti e delle note a piè pagina (edizione detta “del Centenario”).

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sopra edizione della “Bibbia Riveduta” stampata dalla SBBF

sotto sempre “la Riveduta” stampata da La Casa della Bibbia, a partire dagli anni ’50

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Nel 1994 la Società Biblica di Ginevra , dopo vent’anni di lavoro, dà alle stampe la “Nuova Riveduta”, preceduta dalla stampa del Nuovo Testamento nel 1992.  Nella prefezione viene specificato che “essa si colloca nella linea di traduzione del testo tradotto da Giovanni Diodati nel 1607 a Ginevra, ma allo stesso tempo se ne distingue sia per l’aggiornamento linguistico, sia per la revisione fatta sulla base dei manoscritti greci ed ebraici più antichi e prestigiosi, che non  erano disponibili settant’anni fa e ancor meno all’epoca del Diodati stesso”.

Nel 1997 la quarta edizione viene munita di note e paralleli, ed accoglie inoltre alcuni aggiornamenti basati sulle scoperte archeologiche e sul contributo dei rotoli di Qumran.

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sopra e sotto la “Nuova Riveduta”

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Per completare il quadro delle attuali traduzioni in italiano anche in campo evangelico, ricordiamo ancora che nel 1991 l’editrice La Buona Novella di Brindisi stampa la “Nuova Diodati“. E’ la versione Diodati riveduta soltanto nella lingua, per avvicinarla a quella oggi parlata. Essa risente ovviamente del presupposto di partenza. E’ detto infatti nella prefazione: “Per il Nuovo Testamento il testo critico usato è il Textus Receptus, quello sostanzialmente seguito dal Dr. Giovanni Diodati e in seguito pure dai traduttori della King James Version, la versione della Bibbia che ha avuto maggior uso e diffusione nel mondo inglese”.

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In campo cattolico, tolta la versione del Sales fatta sulla Volgata, diverse traduzioni vengono fatte dagli originali; ricordiamo  Giuseppe Ricciotti, fra cui le Lettere di Paolo (1949)  e gli Atti degli Apostoli (1952) e successivamente la Bibbia completa; quella di Eusebio Tintori. Dal 1943 al 1958, a cura del Pontificio Istituto Biblico, esce una nuova edizione della Bibbia curata da A. Vaccari. Nel 1958, stampata dalle Paoline, appare un’altra traduzione, sempre dai testi originali, curata da vari studiosi, tra cui Fulvio Nardoni. A questa sono seguite la traduzione curata da S. Garofalo e altri eminenti studiosi, pubblicata nel 1960; quella di E. Galbiati, A. Penna, P. Rossano nel 1963; quella di B. Mariani nel 1964. (della versione C.E.I. del 1971, seguita al  Concilio Vaticano II, parleremo più avanti).

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Sacra Bibbia tradotta da Marco Sales, edizione del 1938

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39Sacra Bibbia tradotta da Eusebio Tintori, edizione del 1942

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Sacra Bibbia tradotta dai testi originali, a cura del Pontificio Istituto Biblico di Roma

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Sacra Bibbia del 1962  a cura di Robaldo, Catoldi, Pasquero, Mulone, Nardoni; illustrata da G. B. Conti

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Sacra Bibbia, traduzione di Salvatore Garofalo, anno 1964

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Sacra Bibbia, traduzione di Fulvio Nardoni, anno 1971

 

LA BIBBIA TRADOTTA “IN TUTTE LE LINGUE DEL MONDO”

Spesso non ci rendiamo conto di quante lingue si parlino nel mondo, e di quanto sia diventata numerosa la popolazione di questo pianeta. Abbiamo ormai superato i 6 miliardi, che è indubbiamente una cifra enorme. Un criterio per la diffusione della Bibbia potrebbe essere quello statistico, cioè si potrebbe tendere a tradurla correttamente nelle lingue più diffuse sulla terra. A questo riguardo, teniamo presente che un essere umano su quattro parla cinese, quindi, solo con la Bibbia tradotta in cinese saremmo in condizione di raggiungere il 25% della popolazione. Ma non è questo il ragionamento che fanno Missioni come la Wycliffe, che si prefiggono di portare per lo meno il Nuovo Testamento a tutti gli uomini indistintamente.

Ora occorre tenere presente che – secondo gli addetti ai lavori – nel mondo si parlano circa 5500 lingue e dialetti. Di recente, secondo dati ufficiali, la traduzione della Bibbia (o porzioni di essa) ha raggiunto il traguardo di 2415 lingue (dato aggiornato a dicembre 2013 fonte: AITB). E’ indubbiamente un bel risultato, ma il lavoro che resta da fare è ancora enorme, e sempre più difficile.  Vi si trovano impegnati migliaia di esperti – spesso volontari – che devono affrontare difficoltà di vario genere, spesso di carattere politico e religioso.

I curatori della Mostra della Bibbia nel corso degli anni hanno potuto entrare in possesso di decine di copie di Bibbie e Nuovi Testamenti tradotti nelle più svariate lingue, con le più “strane” scritture.”“clicca qui”

LA BIBBIA DOPO IL CONCILIO VATICANO II

Fino al 1965 (Concilio Vaticano II) era formalmente proibito ai cattolici (e a tutti i cittadini) di leggere la Bibbia nella propria lingua, salvo permessi speciali. Talvolta succedeva che il potere civile assecondasse la proibizione della Chiesa addirittura con arresti e condanne per lesa religione dello Stato. Abbiamo già riferito di quel gruppo che fu arrestato a Firenze in casa di Fedele Betti nel 1851. Un’altra vicenda ebbe addirittura risonanza internazionale è quella dei coniugi Madiai, arrestati nel 1852 per lo stesso “reato” (lettura del Vangelo in italiano), e condannati ai lavori forzati.

Ma in campo cattolico, con il passare del tempo, questo clima di persecuzione si attenuò progressivamente, fino a giungere alla solenne dichiarazione del Concilio del 1965, durante il pontificato di Giovanni xxiii. Ne riportiamo il testo:

E’ necessario che i fedeli abbiano largo accesso alla Sacra Scrittura. Poichè la Parola di Dio deve essere a disposizione di tutti in ogni tempo, la Chiesa cura che si facciano traduzioni appropriate e corrette nelle varie lingue, a preferenza dai testi originali. Se queste saranno fatte in collaborazione coi “fratelli separati” (cioè i Protestanti, N.d.r.), potranno essere usate da tutti i cristiani.

Venne così stampata nel 1968 (Mondadori, Verona), la “Bibbia Concordata”, tradotta dai testi originali con introduzioni e note a cura della Società Biblica Italiana. Il suo significato fu quello di aver riunito, per la prima volta, gli esegeti cattolici e protestanti (e anche quelli ebraici per l’A.T.), per tradurre e commentare i libri contenuti nella Bibbia.

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Seguendo le citazioni del Concilio Vaticano II, nel 1971 la Conferenza episcopale Italiana produce la Versione C.E.I., (foto sotto) partendo finalmente dai testi originali e non più dalla Vulgata. Questa è oggi la versione usata dalla Chiesa Cattolica per gli usi liturgici (editio princeps), e si trova in vendita a basso costo dappertutto, perfino nei supermercati.

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Nel 1985 esce poi la Traduzione Interconfessionale in lingua corrente (nota come TILC), (foto sotto) prodotta in collaborazione tra la cattolica Elledici (LDC) e l’Alleanza Biblica Universale (ABU).

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Nel 1986 le Dehoniane di Bologna stampano in italiano – utilizzando la versione CEI – la famosa Bibbia di Gerusalemme (BJ), (foto sotto) che era uscita nell’edizione francese fin dal 1974. Nota in tutto il mondo attraverso molteplici versioni, questa Bibbia commentata è opera dei migliori esegeti cattolici francesi, che hanno preparato introduzioni, commenti, titoli esplicativi e referenze marginali ai passi paralleli.

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Nel 2008 viene fatta una nuova versione CEI (vedi foto sotto)

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A maggior chiarimento, qui sotto sono riportati due diagrammi che descrivono le derivazioni e gli apporti di cui si sono avvalse le varie versioni italiane, sia per l’Antico che per il Nuovo Testamento.

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 [le foto pubblicate sono di esemplari presenti alla Mostra]