IL FUOCO ADDOSSO

Ci sono foto che diventano simboli, emblemi di un preciso momento storico o di un’epoca. Sono scatti spesso fatti casualmente, attimi colti nel posto “giusto” e nel momento “giusto” che, spesso più di mille parole, ci raccontano in maniera indelebile quanto accaduto. In questi ultimi anni ne abbiamo viste qualcuna, come quelle del piccolo Alan, trovato morto sulla spiaggia dopo che la sua barca, in fuga dalla guerra in Siria, naufragò; o quella delle fila di mezzi militari che trasportano le bare fuori da una Bergamo devastata dal Covid; o quella, recentissima, dei cadaveri ai lati delle strade di Bucha, in Ucraina.

50 anni fa c’era un’altra guerra in atto che attirava l’attenzione del mondo. Era la guerra del Vietnam. Come tutte le guerre portò morte e distruzioni, sia fisiche che morali, sia tra i vinti che tra i vincitori.

La foto, scattata l’8 giugno 1972, che ritrae una ragazzina pochi istanti dopo che una bomba al napalm le ha bruciato vestiti e carne, diventò l’immagine che più di ogni altra seppe spiegare gli orrori di quella guerra. Quella bambina è sopravvissuta, si chiama Kim Puch Pan Thi, e oggi ha 59 anni. Ha raccontato la sua storia in un libro, Il fuoco addosso, disponibile anche in italiano. Il suo è un racconto di un completo riscatto, nonostante necessiti ancora cure continue per gli effetti del napalm. Ma più delle ferite nel corpo, sono stati i traumi psicologici e spirituali quelli più difficili da superare. Kim ce l’ha fatta, ma non senza aiuto. Kim ha dato un senso personale a tutta quella sofferenza, perché ha incontrato qualcuno sulla sua strada che l’ha liberata dal dolore e dall’odio per coloro che le avevano fatto questo: La mia fede in Gesù Cristo è ciò che mi ha permesso di perdonare coloro che mi avevano offeso, non importa quanto gravi fossero questi torti… Il perdono mi ha resa libera dall’odio. Ho ancora molte cicatrici sul mio corpo e un forte dolore quasi tutti i giorni, ma il mio cuore è purificato. Il napalm è molto potente, ma la fede, il perdono e l’amore sono molto più potenti. Non avremmo affatto la guerra se tutti potessero imparare a vivere con vero amore, speranza e perdono. Se quella bambina nella foto può farlo, chiediti: lo puoi tu?

Ci sono fiamme che possono bruciare le case o i nostri corpi, ma ci sono fiamme che possono incendiare le nostre anime. Il Signore può proteggerci anche dalle prime, ma sarà particolarmente dalle seconde che vuole salvarci, come ha fatto con quella bambina vietnamita.

Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio! Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te; quando attraverserai i fiumi, essi non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà, perché io sono il SIGNORE, il tuo Dio, il Santo d’Israele, il tuo Salvatore (Isaia 43:1-3).

 
 
 
 Tratto dal blog “La nuova nascita”
 

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