L’INSEGNAMENTO ELEMENTARE INTORNO A GESU’

prima del testo dell’articolo una comunicazione:

 

Per chi lo desidera è disponibile il vol. 3 che raccoglie i nuovi articoli di Ferruccio Iebole. Il volume e la spedizione sono gratuiti e disponibile per tutti coloro che ne faranno richiesta qui, su fb, su info@lamostradellabibbia.com o 3334371113 (Corrado)

Sono disponibili ancora alcune copie del vol. 1  e vol. 2 (anch’esse gratis)

 foto vol.3

L’autore della lettera agli Ebrei vuole condurre i suoi lettori per una lezione elementare ma altamente specifica se recepita per la fede, adatta a chi è ancora simpatizzante oppure credente, perché si soffermi nella contemplazione di Gesù, sottolineandone alcuni aspetti spirituali grandiosi e eccelsi della Sua Persona e dell’Opera Sua. Possiamo affermare che ogni volta in cui ci accingiamo a meditare la Parola, un tesoro viene slegato dal cielo per raggiungerci e per arricchirci nella conoscenza del Salvatore. Il passo dice: (Ep. Ebrei 6:1-2) L’insegnamento elementare intorno a Cristo, tendiamo a quello superiore e non stiamo a porre il fondamento del ravvedimento dalle opere morte e della fede in Dio, della dottrina dei battesimi, dell’imposizione delle mani, della resurrezione dei morti e del giudizio eterno. Sembra a prima vista che le dottrine elencate siano sorpassate o abbiano perso valore. Al contrario sono i punti fondamentali che si superano quando l’Evangelo rinnova la nostra mente e il nostro cuore per accedere a nuove e proficue comprensioni.  

Una luce necessaria.

Il primo risultato conseguito quando un peccatore è raggiunto dall’Evangelo, è la luce ottenuta  che mette a nudo lo stato di perdizione e di peccato insito in noi e avvia il nostro cuore nella via del ravvedimento, facendo brillare prepotentemente l’amore di Dio nei nostri confronti. L’accettazione di questa Grazia e di questa rivelazione inducono le anime a confidare nel perdono offerto gratuitamente da Gesù come Salvatore e a porre fede nella riconciliazione che Lui opera con il Padre e lo Spirito Santo. La fede ,se nasce dalla predicazione della parola, si trova allocata nella persona del Redentore, e produce il percorso per accedere alla nuova vita predisposta per il nuovo credente, che vorrà certamente manifestare pubblicamente la nuova nascita con l’ubbidienza del battesimo per immersione.

 Il credente in verità è già stato battezzato d’acqua e di Spirito (Ev. Giovanni 3:5) quando crede, perché già condotto alla fede dallo Spirito Santo ed è invitato a cercare la comunione con altri credenti per far parte di una assemblea locale per crescere spiritualmente, per godere dei doni di dottorato o di edificazione proposti da altri fratelli e per rendere testimonianza dell’Evangelo. Il gesto di condividere le mani di altri è specificatamente emblematico, descrive bene se il battesimo è stato solo un bagno e che nonostante mani di società, non vi sarà progresso se non vi è stata vera conversione. Se invece il battesimo sarà operato con vera fede, la comunione con Dio e i fratelli prospererà, portando frutti gloriosi per Cristo. Le ultime due dottrine riguardano la resurrezione dei morti intesa come l’unione dei credenti in Gesù, i quali se trapassati o viventi nel giorno del ritorno del Signore dal cielo saranno risorti con Cristo (II Ep. Tessalonicesi 4:13a 18).

Riassunto per un ulteriore salto appropriato nella comprensione.

E vero, l’esercizio in lettura e la disamina della Parola servono per crescere in conoscenza e per distinguere quegli aspetti ancora chiusi od oscuri, che letture affrettate o superficiali impediscono di rilevare e far emergere con chiarezza. Dunque, dopo la conversione, prima di procedere ancora, è bene raggiungere a gradi  la conoscenza che non gonfi se mal compresa; piuttosto occorre cercare una comunione intima con il Maestro come faceva Maria ai piedi del Signore. Il nettare da sorbire in questa unione sta appunto nella meditazione della Parola, alimento insostituibile per crescere e per compiacere in gioia ineffabile per l’anima. Riassumiamo perciò queste dottrine elementari:

  1. Il fondamento del ravvedimento,
  2. La fede in Dio,
  3. La dottrina del battesimo,
  4. L’imposizione delle mani cioè l’atto simbolico di comunione con lo Spirito Santo e l’Assemblea locale dopo il battesimo,
  5. La resurrezione dei morti,
  6. Il giudizio eterno.

Orbene è interessante notare come lo scrittore dell’epistola elenchi con precisione le fasi della salvezza personale del peccatore ravveduto, e voglia offrire ora un balzo per formargli uno sguardo più profondo sul significato dell’opera di Gesù e sulle Sue prerogative, quale Redentore e Re dei Re per renderlo più consapevole nella fede, nel comportamento e nella conoscenza di Colui che si è dato volontariamente per noi. Quindi dopo l’insegnamento elementare,  bisogna tendere verso l’Alto dove risiede la Potenza e la Sapienza (Ep. Giacomo 3:17)La saggezza che viene dall’Alto è anzitutto  pura, poi pacifica, mite, conciliante, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale, senza ipocrisia. Bel programma! C’è un pericolo, se non si tende al Signore e  ci appoggiamo a surrogati così piacevoli per il nostro essere, illudendoci di essere nel giusto e conseguire progressi regressivi che paiono invece portarci avanti, traguarderanno con una cocente delusione per la finta saggezza venuta alla meta.  

Non permettiamo alla luce evangelica di raffreddarsi, opacizzarsi o addirittura spegnersi, facciamo brillare l’amore di Dio nel nostro cuore. Il tempo lontano da Lui inganna e rende tiepidi. Invece la fede collocata nel Redentore  porterà benefici nella conoscenza e ubbidienza senza orgoglio di sorta e con mansuetudine.

Capire per ricevere benedizioni da parte di Dio.

(Ep. Ebrei 6:6) Produce erbe utili a quelli che la coltivano, riceve benedizioni da Dio. L’esempio è calzante chi prosegue nella fede è circondato da benedizioni celesti, potrà avventurarsi sempre più sotto la Guida dello Spirito Santo e scoprire gli alti valori di Gesù Cristo, rivelati nel proseguo dell’epistola, quando affronterà tutti gli argomenti più corposi intorno a Gesù Sacerdote, Agnello e Giudice. I primi versetti dell’epistola sono significativi, annunziano: ( Ep Ebrei 1:2) Alla fine di questi giorni (Dio) ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che Egli ha costituito erede di tutte le cose mediante il Quale ha pure creato l’universo. Ecco il Signore non si stanca di parlare dal cielo, invocando e proponendo il Figlio come Redentore ai peccatori, indicandolo come Colui che si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi.

Dobbiamo riverenza, ammirazione e adorazione al Salvatore Gesù, forse non ne comprendiamo la portata, per la distorsione sulla sua persona prodotta dalla cultura ufficiale e dalle religioni, che per secoli lo hanno nascosto con sotterfugi ben architettati. Solo lo Spirito Santo negli anni bui dell’oscurantismo poteva, attraverso la testimonianza di uomini illuminati, recare refrigerio a chi cercava Dio. Più tardi l’invenzione della stampa della Bibbia spazzerà via la superficialità liberando schiere immense di salvati, così ancora oggi con mezzi tecnologici variegati, si può diffondere capillarmente la Parola di Dio, recando gioia e salvezza alle anime. La fede dunque come dice: (Ep. Ebrei 11:1) Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono. Per quelli che vivono nella fiducia della Parola sanno che le promesse divine non verranno mai meno, e si realizzeranno tutte senza tentennamenti nella mano di Gesù Cristo.

Conclusione.  

Ci auguriamo che i nostri cari lettori dopo aver ricevuto gli elementi basilari dell’Evangelo, possano salire e tendere al piano superiore per incontrare non solo le meraviglie della salvezza in Cristo, ma i suoi splendori prodigiosi. Preghiamo per la diffusione della fede.

Ferruccio Iebole.  

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