NON HAI GRADITO NE’ OLOCAUSTI,NE’ SACRIFICI PER IL PECCATO.

prima del testo dell’articolo una comunicazione:

 

Per chi lo desidera è disponibile il vol. 3 che raccoglie i nuovi articoli di Ferruccio Iebole. Il volume e la spedizione sono gratuiti e disponibile per tutti coloro che ne faranno richiesta qui, su fb, su info@lamostradellabibbia.com o 3334371113 (Corrado)

Sono disponibili ancora alcune copie del vol. 1  e vol. 2 (anch’esse gratis)

foto vol.3

 

Nell’Epistola agli Ebrei (capitolo 10:8 ) viene accennato come Dio non abbia gradito da nessun uomo qualsiasi tipo di riparazione per l’offesa del peccato prodotta da Adamo, in quanto creatura tarata dalla rovina, dalla separazione e indicato dal giudizio di morte inappellabile pronunciato da Dio stesso. Chi pecca morrà era la sentenza, ed essendo stata pronunciata dall’Altissimo quella doveva essere eseguita perché la sua giustizia non venisse meno. Ma l’Altissimo è altresì Grazia, materia sconosciuta agli uomini che ignorano cosa significhi e quali implicazioni comporta, non solo nella storia degli uomini, nel nostro tempo finito, ma con uno sguardo  rivolto all’eternità. Dunque è nell’eternità che Dio Padre e Dio il Figlio hanno risolto in Grazia la questione del peccato, prima che esso succedesse, prima che avvenisse la disubbidienza di Adamo.

 Il Figlio si propose per annullare il peccato, la morte e sconfiggere il Tentatore, ispiratore del peccato, Avversario di Dio e dell’uomo.Dunque avanti la fondazione del  mondo la Parola cioè Gesù mise la propria vita, se così si può dire, a disposizione per compiere l’opera di redenzione e di riscatto per tutti i peccatori. Il tempo o meglio i secoli hanno nascosto questo progetto fino all’apparizione del Figlio nel mondo  nelle vesti di Re d’Israele, respinto dal popolo eletto, ma accolto per la fede da chi Lo riconosce come personale Salvatore. Così si riassume  il fatto della venuta nel mondo del Redentore, che ha portato con la sua presenza i valori della Grazia e l’Amore del Padre, deponendo la sua vita alla croce per assolvere al comando e alla sentenza che chi pecca morrà. La sua morte alla croce, al Calvario, sostitutiva del peccatore, ci comunica che, se accettata per la fede in Lui, abbiamo la possibilità in Grazia di essere riconciliati con Dio e di essere reintrodotti nella comunione con il Padre in virtù del sacrificio benefico e assolutorio di Gesù.

Perciò è solo sulla base di questo olocausto e sacrificio che si può ottenere, pentendosi e convertendosi a Cristo, il perdono dei peccati. Questo perdono come è ben comprensibile, diviene un atto non indifferente; chi lo  riceve, riceve una nuova vita ben specificata dalle parole di (Ep. Galati 2:20) non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me.Nessuna espressione paolina esprime meglio di questa sintesi, ciò che avviene quando un peccatore si ravvede e crede nell’opera del Signore Gesù. La vita di Gesù viene trasmessa al peccatore rinnovato, che si è presentato a Dio carico dei suoi peccati, (Ep. Romani6:13)  presentate voi stessi come di morti fatti viventi e le vostre membra come strumenti di giustizia a Dio, perciò viene liberato in Grazia perché Dio guarda allo spargimento del sangue innocente di suo Figlio e applica la sua misericordia e pietà, rimirando con soddisfazione l’offerta del corpo e del sangue di Gesù. Si, solo sul fondamento del sacrificio di Gesù si accede al perdono di tutti i peccati, alla vita eterna e all’eredità celeste.

Un tentativo di manipolazione.

Non v’è dubbio che sul perdono dei peccati, aldilà del crederlo possibile o rifiutarlo individualmente, alcune categorie di religiosi cerchino di soppiatto di accreditarsi come individui addetti ad aiutare alcuni sprovveduti, che rinunciano ad approfondire la materia della Grazia,  si accontentano di  una infarinatura, per pigrizia o poca stima del sacrificio del Signore. A costoro basta una parvenza di religiosità per continuare a vivere  a modo loro, nell’imperfezione, disattendendo il consiglio di accedere alla Grazia personalmente. Preferiscono addentrarsi in quella che l’Evangelo definisce la Via larga, dove le distrazioni del mondo, l’orgoglio e il passivo procedere appagano menti impenitenti e irretite dal Maligno, che induce a una costante ribellione nei confronti di Dio, destinata ad affievolirsi, la quale alla fine non viene quasi più percepita come un deleterio contrasto ma modus vivendi purtroppo nell’errore mortale. Orbene questi manipolatori del perdono propongono di perdonare i loro stessi simili, poter  senza provare l’avvenuta assoluzione  e senza il ristabilimento della comunione con Dio, ma affermando che tutto è a posto e tutto è perfetto in virtù della loro autorità in campo religioso. Questo atteggiamento mendace non assolve ne chi lo pratica, ne chi lo riceve ma lascia evidentemente senza perdono e Grazia gli individui in questione.

Conferme definitive.

(  I Ep. Corinzi 1:30) Ed è grazie a Lui che voi siete in Cristo Gesù, che è stato fatto per noi sapienza, giustizia,santificazione e redenzione. E’ vero, occorre sapienza per capire l’opera di Gesù, una sapienza che trae linfa dalla Parola di Dio e si accerta nell’autorità di essa, che comunica Verità e ristoro. Inoltre apre  gli orizzonti della giustizia divina per la comprensione immediata di quanto Gesù ha fatto in favore dei peccatori. La sua rivelazione è incentrata al bene e al perdono perchè tutti possano accedere a questa Grazia gratuita e appagante. (Ep. Ebrei 9:26) E’ stato manifestato per annullare il peccato con il suo sacrificio.Un verdetto così chiaro si stenta a commentarlo, annullare vuol dire che non esiste più, che è stato  coperto e manlevato.

Ancora un concetto sul sacrificio del Signore Gesù, ((Ep. Ebrei 10:12) Gesù dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati e per sempre, si è seduto alla destra di Dio. Dunque un sacrificio perfetto dal valore eterno cioè per sempre, che non si usura o perde efficacia ma dura eternamente, procura santificazione a chi lo riceve e redenzione senza ombre. La santificazione prodotta dal sacrificio della croce occorre per manifestare la propria presenza nel cielo, è la guida sicura  per resistere nella presenza di Dio e non essere annientati. Perciò dal sacrificio cruento della croce viene emanata una redenzione che traspira perfezione e pace per l’eternità, ma altresì  dispone il credente per compiere il suo nuovo compito che la redenzione conferisce, cioè il titolo di sacerdoti che hanno libertà di accostarsi a Dio, tramite Gesù il sommo sacerdote per adorare l’Agnello e Colui che vive per sempre.

 (Ep. Ebrei 10:19 a 23) Avendo dunque,fratelli, libertà  di entrare nel luogo santissimo per mezzo del sangue di Gesù per quella via nuova e vivente che Egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne e avendo noi un grande sacerdote sopra la casa di Dio,avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede avendo i cuori aspersi di quell’aspersione che li purifica da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. Manteniamo ferma la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è Colui che ha fatto le promesse.

Orbene quel sangue innocente del Signore Gesù che ha bagnato la croce può perfettamente inaugurare perennemente la via dell’accesso al cielo, al trono della Grazia, dove i peccatori perdonati trovano comprensione e ristoro. Ancora possono offrire la loro adorazione per le mani del Grande e Sommo Sacerdote, possono avvicinarsi alla Maestà divina con certezza di fede usufruendo dell’opera dello Spirito Santo, che induce i credenti a specchiarsi nell’aspersione purificatrice e nella consapevolezza di essere accettati da Dio perchè riscattati da Gesù.

La luce dello Spirito Santo.

E’ la confessione del nome del Salvatore come nostro Garante che riempie di gioia il cuore del credente, che divenendo sacerdote può offrire preghiere di lode e di adorazione a Dio nella certezza dell’esaudimento. Siamo invitati  per lo Spirito Santo, come Abele, a offrire a Dio sacrifici eccellenti cioè le nostre labbra che magnificano l’opera della redenzione e si avvalgono, reggendosi in vittoria, del trionfo definitivo del Signore Gesù sul peccato e la morte. Noi auspichiamo che come dice ancora (Ep. Ebrei 10:39) Ora, noi non siamo di quelli che si tirano indietro a loro perdizione, ma di quelli che hanno fede per ottenere la vita.

Lascia una risposta

Your email address will not be published / Required fields are marked *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>