DIO PRODUCE IN VOI IL VOLERE E L’AGIRE

prima del testo dell’articolo una comunicazione:

 

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E’ veramente interessante come Paolo spieghi l’agire di Dio nei confronti di ognuno di noi in benevolenza e grazia e di come Egli sia preoccupato di far crescere il volere, cioè la determinazione accompagnata dall’agire per arrivare alla fede e rafforzarla mediante la Sua Parola cioè la Bibbia.(Ep. Filippesi 2: 13)” Infatti è Dio che produce in voi il volere e l’agire secondo la sua benevolenza”. E’ evidente che la predicazione della salvezza in Cristo sia stata oggetto di riflessione dei Filippesi, e che questi si adoperassero per realizzare la fede nella loro vita.

 (Ep. Filippesi 2:12) “Adoperatevi al compimento della vostra salvezza con timore e tremore.” Il progetto era accertato e reso palese dalla predicazione pubblica effettuata da Paolo, ribadita ancora da questa decisiva lettera, scritta per spiegare con intensità e chiarezza la figura di Gesù, la Sua origine e la Sua opera di salvezza da elargire a tutti i peccatori. Ma ancora voleva sottolineare come il beneplacido di Dio, potesse influenzare positivamente e far da amplificatore per la comprensione del Vangelo. Non si tratta solo di sapienza biblica ma di esortazione accompagnata da forza divina per traguardare la salvezza per fede in Gesù. Dio in particolar modo si adopera ancor oggi perché il buon seme del Vangelo affondi in un terreno da Lui preparato, cresca in potenza e non gracilmente.

Dio produce in noi.

(Ev. Giovanni 6:44) “Nessuno può venire a Me se non lo attira il Padre che mi ha mandato”. Secondo  una cattiva interpretazione di questo passo, quando si isola un versetto dal quadro generale, parrebbe che il Padre riservi la sorte dei peccatori ad una sua prerogativa di salvare alcuni e perdere altri. Paolo spiegherà abbondantemente: (Ep. Romani 5:18) “la giustificazione di vita si è estesa a tutti gli uomini” e (Ep. Romani 11:32)”Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disubbidienza per far misericordia a tutti,” ecco come Dio ha usato misericordia a tutti, ricevendoli in Grazia per amore di Gesù. Però il Signore si riserva di attirare mediante il suo Spirito e usare ancora la benevolenza per trarre i peccatori a Se, in vista di fortificarli e indirizzarli per conseguire la salvezza eterna.

Ecco spiegata l’azione particolare e benigna cui Dio si impegna per favorire i peccatori che ascoltano il Vangelo. Dio conosce  i peccatori i quali sono circondati da alti pregiudizi religiosi verso la Verità, tutta una trafila di riti idolatrici che alzano barriere per impedire di vedere la luce evangelica, e l’opera dell’Avversario la quale ostacola la predisposizione di un’anima a intendere la Parola di Dio. Dunque Dio dispone il suo amorevole fascino per influenzare volontà e l’agire all’interno del cuore del peccatore, facendogli brillare la luce e l’accoglienza in Cristo.

Un passo avanti.

Questa azione di Dio è ben spiegata dall’atteggiamento di Zaccheo: (Ev. Luca 19:3) “Cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura. Allora per vederlo corse in avanti e salì sopra un sicomoro perchè Egli doveva passare per quella via.” Orbene gli ostacoli erano rappresentati dalla folla e dalla loro altezza; come sovente succede ancor oggi, la derisione di molti per chi legge e ascolta il Vangelo, l’influenza negativa su chi si appresta a voler fare la volontà di Dio, sono tutti elementi dissuasori per recepire e vedere la persona di Gesù.

 Ecco attuarsi però il consiglio divino: un passo avanti per vedere Gesù, che deve parlargli personalmente. L’idea a Zaccheo è venuta per grazia del Signore, che sa ispirare con saggezza la risoluzione di qualsiasi problema. Dunque è in questo senso l’aiuto fornito dal Signore che sorveglia discretamente il seme sparso, lasciando però ad ognuno la responsabilità di accettare il messaggio di Grazia alla nostra personale decisione.

In mezzo a una generazione storta e perversa.

(Ep. Filippesi 2:15-16) “Perché siate irreprensibili e integri ,figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo tenendo alta la Parola della vita in modo che nel giorno di Cristo io possa vantarmi di non aver corso invano ne invano faticato.” Quelle utilizzate da Paolo, sono parole molto forti e circostanziate, sono espressioni che derivano da una contemplazione attenta e da una proposta autorevole per un percorso che glorifichi Dio. La generazione dove si muovono i figli di Dio è perversa e storta per l’inascoltato messaggio di pace, proveniente dal cielo e dalla testimonianza dei credenti. Essi sono quelli che nonostante la loro fragilità tengono alta la potenza della Parola di Dio, che sfocia in vita eterna per chi crede.

Questa azione è equiparata ad astri che risplendono squarciando il buio delle tenebre religiose, della tradizione idolatrica e nella loro luce indicano la via del Vangelo. In questo compito lucente di astri del firmamento, cioè di testimoni di Gesù, si realizza quel volere e quell’agire iniziati all’origine della fede, i quali proseguiranno fino al giorno di Cristo che si manifesterà quale Salvatore di tutti i credenti, cioè quelli a cui è stata applicata la Grazia e la giustizia di Gesù per mezzo della fede.

Risplendere e servire.

(Ep. Efesini 6:6-7) “Non servendo per essere visti come per piacere agli uomini, ma come servi di Cristo. Fate la volontà di Dio di buon animo servendo con benevolenza come se serviste il Signore e non gli uomini.” E’ notevole che la benevolenza di Dio impiegata  nel volere e nell’agire,  sia richiesta ai credenti nel servizio, in special misura nel servizio di testimoni delle Verità evangeliche e della Parola. Il perimetro del servizio non può risedere o essere limitato “Nell’essere visti”, ciò equivarrebbe a orgoglio personale immerso e mischiato nella testimonianza; un grande errore che sarà spazzato via per la materia maneggiata troppo santa.

Invece siamo esortati: (Ep. Efesini 5:14) “Risvegliati o tu che dormi e risorgi dai morti e Cristo ti inonderà di luce.” Il voler e l’agire in un morto, risorgere e risvegliarsi, abbandonando il sonno è qualcosa di inconcepibile, pare un paradosso. Possono avvenire questa cose in un morto? La risposta è si! Per grazia è si!

Come precedentemente detto ciò che Dio fa con benevolenza, si realizza anche di fronte a delle improbabilità misurate con un metro umano. La voce di vita di Dio impone una azione splendente come la resurrezione dai morti, per quelli che ascoltano con interesse l’Evangelo. Per  divenire astri  splendenti, comunicatori della Grazia divina, occorre risorgere e liberarsi dai vincoli mortali delle religioni umane, dalla fiducia che gli addetti religiosi reclamano per tenere imbrigliati gli uomini nell’errore, svegliarsi per intraprendere una via nuova con Gesù, via di luce nella conoscenza del Salvatore. Paolo ancora  raccomandava (Ep. Efesini 5:17)” Perciò non agite con leggerezza, ma cercate di ben capire quale sia la volontà del Signore.” 

Il Signore agisca con la Sua luce e il Suo Spirito.

Anche in questo passo tornano i due termini incontrati all’inizio di queste note. Agire con fermezza una volta entrati in contatto con la Verità  e capire nell’ascolto dell’intimo del nostro cuore, la dimensione della volontà di Dio. Come detto, Lui attira e sorveglia nella luce, a noi apprezzare la sua cura e la sua guida.

 Questa esperienza è quella che desideriamo per i nostri cari lettori  a contatto con la Parola di Dio. Avendo terminato, vi salutiamo con stima e nel nome del Signore. A ritrovarci Dio volendo la prossima settimana, buona lettura e riflessione a tutti.

Ferruccio Iebole

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