LE TENEBRE STANNO PASSANDO E GIA’ RISPLENDE LA VERA LUCE

Nell’Epistola di Giovanni vi sono parole e concetti ripetuti proprio per imprimerli nella mente di chi legge e medita con lo scopo di convincere che la Parola la si ascolta nel cuore per contenerla.

Il versetto del titolo soprastante si trova in I Giov. 2:8. E’ una bella affermazione quella che la Scrittura ci propone e pensare che da duemila anni questa lotta tra le tenebre e la vera Luce (Gesù) si combatte con l’avvincente vittoria della Luce. Si, perché ogni giorno un sostanzioso numero di persone nel mondo percorre la via della Luce, lasciandosi alle spalle le tenebre dell’ignoranza spiritale, della superstizione e del peccato, per rinascere a nuova vita, comunicata gratuitamente dal Salvatore. L’apostolo Giovanni per scrivere questa epistola, oltre all’ispirazione divina ha avuto molto tempo per riflettere sul personaggio che lo aveva chiamato al ministerio e che nella sua giovinezza,  aveva potuto sentire materialmente i battiti del cuore di Gesù, quando aveva il suo capo reclino sul Salvatore.

Caratteristiche di Dio: Luce e Amore

Allora, perchè non esordire con la chiara affermazione sulla luce e identificarla con l’affermazione di I Giov. 1:5 “Dio è luce”, per poi soggiungere in I Giov.4:8 “Dio è amore”. Amore e Luce sono i due elementi per identificare Dio, sono altresì gli strumenti della rivelazione divina. Il fatto di poter contare su Amore e Luce per molte persone appare inconcepibile, risultano scettici per l’interessamento di Dio nei loro confronti, sovente liquidano attenzione divina nella loro vita con un semplice “se ci fosse un Dio….”. Invece le tenebre passano, si fa avanti prorompente la vera Luce, sconvolgente, diradatrice dell’oscurità, visibile per la fede. La fede biblica è diversa dalla religione: la fede è certa perché riceve risposte concrete da parte della Luce, proprio nel cammino di ogni giorno. Non parliamo dei miracoli raccontati nella Bibbia, di persone ad esempio cieche che incontrando Gesù riacquistano la vista, ma di individui avvicinati dalla Luce della Parola che, soffermandosi su di essa, scoprono di essere amati e illuminati da Gesù. Il verso di un canto poetico cristiano recita: Fin troppo l’opera  del Signor ti nascose il nemico. E’ in questo senso che l’avversario,  gli eventi e le preoccupazioni della vita giornaliera, distolgono l’attenzione verso le cose che non scadono. Per l’eternità occorrono parole eterne, basi inalterabili, confidanza sicura. La Bibbia ci assicura che (Ev. Giovanni 5:24)Chi ascolta la mia Parola e crede a Colui che mi ha mandato ha vita eterna, non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita”. Un risultato concreto è promesso in questo verso da Gesù: chi ascolta e crede, ovvero chi si affida incondizionatamente al valore divino di queste affermazioni ed è disposto, sulla propria pelle ad effettuare la cura dell’Amore e della Luce viene radicalmente mutato in una nuova creatura.

E’ per sottolineare questo concetto che Giovanni apre la sua epistola (I Giov.1:1-3) usando i verbi: “Abbiamo udito, abbiamo visto, abbiamo contemplato, abbiamo toccato e rendiamo testimonianza della Parola della Vita”. Verbi reali e rassicuranti di gesti concreti. Non andiamo dietro ai dettami di una religione, di riti o di fantasie, prendiamo in parola ciò che l’apostolo Giovanni testimonia con autorevolezza “vi annunziamo la Vita eterna che era presso il Padre… e la Comunione con il Padre e con il  Figlio suo, Gesù Cristo” (I Giov. 1:3). Senza fraintendimenti, la Luce porta alla vita eterna e l’Amore alla comunione con Dio. Ecco perché Pietro nella sua  I epistola 1:3 dichiara: “La sua misericordia  ci ha fatti rinascere a una speranza viva” e I Piet. 2:23 “Rigenerati da seme incorruttibile cioè mediante la parola vivente e permanente di Dio”. Come accennato alcune parole importanti per il significato e perché descrivono bene l’azione del Padre, del Figlio Cristo Gesù e dello Spirito Santo in favore dell’uomo, sono registrate nello scritto giovanneo. Le parole sono: amore, sacrificio, vita, testimonianza, conoscenza, giustizia, unzione, manifestazione, comunione e purificazione.

Vediamole:

1-Amore. Giovanni dichiara che la fonte è Dio, il quale  (I Giov. 4:12)” ama  in maniera perfetta” e in I Giov. 4:10 “ha amato noi”. Raggiunti da questo sentimento divino si può affermare con  I Giov. 4:16 “Noi abbiamo conosciuto l’amore che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto”. Quindi, non occorre solo saperlo mentalmente o conoscerlo emotivamente, ma crederlo per la fede, conoscerlo per appropriarsene e per possederlo.  I Giov. 4:7 dice:  “L’amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio”. Perciò non si può amare Dio senza essere nati di nuovo e avere rapporti con Lui senza la mediazione di Gesù Cristo.

2-Sacrificio: l’idea del  sacrificio è in stretta relazione con la venuta del Figlio e noi stessi, in quanto agli occhi di Dio siamo morti nei nostri peccati. Sopra è detto che chi ama è nato da Dio, ebbene per ottenere questa vita bisogna risuscitare, avere una nuova vita o essere riscattati dai peccati che conducono alla morte. Ora l’unico modo per ottenere nuova vita è un sacrificio propiziatorio che plachi il giudizio incombente e liberi dalla morte. Infatti Giovanni spiega in questo modo: “Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinchè per mezzo di Lui vivessimo” (I Giov. 4:9). Lo scopo enunciato della venuta di Gesù è che i peccatori del mondo vivano. Ancora, in secondo luogo dice, I Giov.4:10, “Egli ha amato noi e ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo per essere il sacrificio propiziatorio”, ripetuto anche in  I Giov. 2:2 “Egli (Gesù) è il sacrificio propiziatorio”. Due aspetti saltano agli occhi:  unigenito che vuol dire unico amato e non generato, cioè Dio ci invia il simbolo vivente del suo amore che è vita,  e l’altro, è il sacrificio propiziatorio ovvero l’olocausto perfetto che redime e comunica la vita. Per questo Gesù è dichiarato (Ev. Giov. 1:29)”Ecco l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. Giovanni concluderà dicendo: “Il Padre ha mandato il Figlio per essere il Salvatore del mondo” (I Giov. 4:14).

3-Vita: secondo quanto dice l’apostolo in I Giov. 3:16 “Egli (Gesù) ha dato la sua vita per noi”. Domandiamoci: l’ha data per me?  Posso rispondere  Si? Se Cristo è il mio Salvatore, il Si è certezza di vita eterna. I Giov. 3:14 “Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita”. Questa, ripeto, è la certezza e possiamo aggiungere con fiducia: I Giov. 5:20 “Egli (Gesù) è il Vero Dio e la vita eterna”. E questa vita eterna è definita in  I Giov:5:11 “Dio ci ha dato vita eterna e questa vita è nel Figlio suo”. Evidentemente, non bisogna essere degli eminenti studiosi di testi sacri per capire che qualsiasi uditore può far sue le verità della Bibbia, ascoltando solamente ma con spirito di ringraziamento. Ultima citazione:  I Giov. 1:2 “vi annunziamo la vita eterna che era presso il Padre”. Vedi anche Ev. Giov. 1:1: “La Parola era presso Dio e la Parola era Dio”. Non dubitiamo; Gesù dona a chiunque la vita eterna perché Lui è stato morto (sacrificio) e  anche risuscitato (vita). Possiamo  finire con  I Giov. 5:12 “Chi ha il Figlio ha la vita, chi non ha il Figlio di Dio non ha la vita”. Come ben specificato non si tratta di religioni, ma di vita; nel mondo vi sono milioni di persone con questa vita per esperienza diretta con Gesù, altre hanno affascinanti e rassicuranti riti e cerimonie  ma senza vita.

4-Testimonianza: perché è importante la testimonianza. Intanto bisogna imparare ad ascoltare. In mezzo ad un mondo di messaggi, bersagliati da molte voci, ascoltare confidenzialmente la voce d’amore di Dio non è impresa semplice, ma richiede di dargli fiducia e avvalorare la sua Parola come viva, creatrice, come l’unica per esempio che ha creato la luce e il mondo. In questo senso possiamo dire: “La testimonianza di Dio è maggiore” (I Giov. 5:9). Il termine maggiore ci spiega che la testimonianza di Dio non è diversa da una testimonianza umana, è solamente maggiore perché più elevata e senza possibilità di errore, come qualche volta accade, magari involontariamente nel mondo umano. Quindi la testimonianza  divina oltre a essere maggiore per posizione è quella che accompagna il suo Figlio, in I Giov. 5:9 è scritto: “ la testimonianza di Dio è quella che Egli ha reso al Figlio suo”. In altre parole siamo certi che l’approvazione del Padre alla trasfigurazione sul monte è stato un fatto reale.  Poi soggiunge I Giov. 5:11 “E la testimonianza è questa, Dio ci ha dato la vita eterna”. Che bella notizia reca l’Evangelo e ancora in I Giov. 5:10 “Chi crede nel Figlio di Dio ha questa testimonianza”. Allora è proprio un fatto di ascolto dell’eterna Parola, resa viva nel nostro cuore per l’intervento dello Spirito Santo. A questo punto, dopo aver avuto un quadro esauriente sull’amore di Dio, sul sacrificio del Figlio, sulla vita indissolubile ed eterna conseguita da Gesù, sulla testimonianza di Dio e del suo Spirito intorno alla natura del Figlio, se abbiamo capito, necessita una cosa pubblica. I Giov. 2:23 “Chi riconosce pubblicamente il Figlio ha anche il Padre”. Ancora I Giov. 4:15 “Chi riconosce pubblicamente che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in Lui ed egli in Dio”. C’è da rimanere senza parole, ma questo è quanto testimonia l’apostolo per quelli che comunque devono testimoniare Dio in loro, cioè la Sua presenza attraverso lo Spirito Santo, come ben dice I Corinzi 3:16 “Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?”.  Ultimo aggancio in I Giov.4:2  “Ogni spirito il quale riconosce pubblicamente che Gesù Cristo è venuto nella carne è da Dio”. Perciò per terminare il pensiero bisogna non solo confessare Gesù come Salvatore personale nel nostro intimo, ma necessita proclamarlo pubblicamente con la bocca e con il battesimo.

5-Conoscenza: non è un fatto per sapere che muove l’intelligenza,  ma è la certezza di possedere. I Giov. 2:5 “Da questo conosciamo che siamo in Lui” e I Giov. 4:7 “chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio”. Chi ama la Parola, la conosce, se ne ciba giornalmente, ama anche Dio e Lo conosce. In altre parole, il credente nato di nuovo, propugna  (I Giov. 3:19) “Conosciamo che siamo nella Verità”. Quale gioia sapere che siamo circondati dalla verità inoppugnabile e che questa certezza è ribadita dall’autorità della Bibbia e dallo Spirito Santo.  I Giov.3:24: “Da questo conosciamo che Egli rimane in noi, dallo Spirito che ci ha dato”. Per terminare è scritto in I Giov. 5:20Ci ha dato intelligenza per conoscere Colui che è il Vero”. Quale prezioso dono di rivelazione spirituale ci fa la Bibbia, del nostro Dio e del Figlio, dotandoci di intelligenza per capire la Verità, non secondo elaborazioni umane o mediazioni di supposti maestri in teologia. A questo riguardo II Pietro 1:3 dice: “La sua divina potenza ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di Colui che ci ha chiamati con la propria Gloria e Virtù”. Alleluia!

6-Giustizia: Il nostro Salvatore non solo è Vero, è Figlio di Dio, Dio stesso, è anche nei nostri confronti  “Fedele e Giusto, se confessiamo i nostri peccati” (I Giov. 1:9); e ancora è un “Avvocato Presso il Padre Gesù Cristo il  Giusto” (I Giov.2:1). E per finire I Giov. 2 :29: “sapete che Egli è Giusto”. Il garante del nostro perdono in cielo e della nostra giustizia per rimanere indenni dal giudizio divino, si chiama come visto Fedele e Giusto, e il prezzo pagato per noi è stato il suo corpo e il suo sangue sulla croce, accompagnato dal disprezzo e dalle sofferenze inflitte.

7-Unzione: Oltre l’intelligenza spirituale per comprendere la Scrittura, il Signore ci dota altresì di unzione dello Spirito Santo. I Giov. 2:20 “Avete ricevuto l’unzione dal Santo”. Un altro passo molto significativo è I Giov. 2:27 “l’unzione che avete ricevuta da Lui rimane in voi e non avete bisogno dell’insegnamento di nessuno, ma… è l’unzione che vi insegna”. Forniti di tale dono non abbiamo paura di inciampare nella Parola, anche perché si può ben dire, che assieme alla unzione dello Spirito nel credente, Egli assicura la sua dimora come assicurato in I Giov. 3.24 “Conosciamo che Egli rimane in noi dallo Spirito che ci ha dato”.

8-Manifestazione: il vocabolo in questione ci parla di ciò che è già successo nella prima venuta di Cristo Gesù sulla terra, l’apostolo definisce sinteticamente l’apparizione del Salvatore con le sembianze umane (I Giov. 3:5) “ Egli è stato manifestato per togliere i peccati; e in Lui non c’è il peccato”. Soggiunge ancora, I Giov. 3:8 “per questo è stato manifestato il Figlio di Dio per distruggere le opere del diavolo”. I concetti sono cristallini, Gesù appare nel mondo per distruggere il potere dell’avversario e liberare con la vittoria della croce le anime incatenate dal maligno. Ora proprio partendo da queste certezze cioè dalla prima manifestazione del Figlio, l’apostolo conferma ciò che Gesù aveva detto (Ev.Giov.14:3) “Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò affinchè dove son Io siate anche voi”. Quindi, ecco la speranza della seconda venuta o del ritorno di Gesù dal cielo, che trae forza da ciò che già è accaduto: I Giov. 3.2 “Sappiamo che quando Egli sarà manifestato saremo simili a Lui perché Lo vedremo come Egli è”.

9-Comunione: il ripristino del dialogo intenso con Dio è il risultato della grazia e del sacrificio di Gesù; Giovanni definisce la ritrovata sintonia definendo in I Giov. 1:3 “E la comunione  è con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo”. Per mantenere la comunione l’apostolo suggerisce in I Giov. 1:7 “Se camminiamo nella Luce, come Egli è nella luce, abbiamo comunione l’un l’altro e il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato”. La forza della comunione trae alimento da ciò che oggi Gesù è nel cielo: Avvocato, Garante dei suoi, alla destra di Dio, Fedele e Giusto,  pronto a perdonare le cadute, benedicente verso gli uomini. Lui solo nella sua prima apparizione è venuto con tre elementi determinanti per la salvezza degli uomini: I Giov. 5:6 “Egli è venuto  con acqua e sangue ed è lo Spirito (Santo) che ne rende testimonianza e lo Spirito è la Verità”. Perciò con questi tre simboli identificabili nella Parola, nel sacrificio e nello Spirito Santo, ecco tracciata l’opera perfetta di Cristo Gesù, la luce che illumina l’anima assetata di comunione con il Padre e di vita eterna.

10-Purificazione: Come precedentemente detto, il sangue del sacrificio di Gesù è un detergente assoluto adatto a smacchiare e togliere qualsiasi alone di peccato dalla vita e dall’anima degli uomini. Questa purificazione avviene all’atto della conversione a Dio; chi crede nel nome e nell’opera redentrice del Salvatore, è salvato per il suo tempo di vita in questo mondo e per l’eternità. I Giov. 2:12: “I vostri peccati sono perdonati in virtù del suo Nome”. Con questa garanzia, l’unica che assolve, il valore della purificazione prosegue il suo corso garantendo continuamente immunità, sulla base del sacrificio offerto dal Fedele e Giusto. Nell’Epistola agli  Ebrei 9:12 è scritto: “ Così ci ha acquistato una redenzione eterna”. L’apostolo Giovanni a proposito di questa speranza consiglia e dichiara in I Giov. 3:3: ” Chiunque ha questa speranza in Lui si purifica come Egli è puro”. In conclusione queste parole, tratte dall’epistola di Giovanni, ci ragguagliano sul percorso di Luce che il Signore ci chiama a considerare con favore, per raggiungere l’eternità con Lui.

Ferruccio IEBOLE

 

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