COMMENTO A ROMANI 8:34

 CHI LI CONDANNERA’?

La domanda che l’apostolo Paolo si pone in (Ep. Romani 8:34) Chi li condannerà? Gesù Cristo è Colui che è morto e ancor più è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi; chiarisce come l’intercessione per i peccatori è la via, passo dopo passo da seguire, per giungere alla convinzione di trovarsi immersi nella Grazia più splendente, da cui rimanere attoniti e meravigliati di tanta Sapienza e Giustizia.

Redimere: una parola complessa spiegata dall’amore di Cristo

Il piano della Redenzione è spiegato in maniera semplice, accessibile a tutti per la elementare illustrazione e comprensione dell’evento del Calvario. Occorre solo disposizione all’ascolto, magari nel silenzio assoluto per percepire la voce dello Spirito Santo, che ci apre la Sacra Scrittura intorno all’atto della croce, il quale mai sarà abbastanza analizzato per la nostra insufficienza, per capire ciò che Gesù ha compiuto in nostro favore. Dunque il primo quesito proposto da Paolo è chi li condannerà?

Orbene, viene sottolineato un giudizio cui tutti gli uomini saranno sottoposti, che molti in terra hanno cercato di eludere affidandosi ai molti mezzi messi a disposizione dalle religioni. In fin dei conti per chi non si occupa del proprio spirito e della vita futura, l’importante è evitare il giudizio di cui magari si nega l’esistenza, ma del quale si ha un degno timore. Il giudizio per attenuarlo è presentato dai religiosi come qualcosa di rimediabile, nel senso che affidandoci ai giusti mediatori tutto si aggiusta come succede in terra. Questo è uno splendido terreno per incontrare l’idolatria così cara alla carne, affidarsi a religioni che promettono l’impossibile, riti per sfuggire a questa sentenza, godere falsamente di intermediari che vantano accessi privilegiati in cielo. Tutte menzogne e abbagli ingannevoli! Ricordiamo (Ep. Galati 6:7-8) Non vi ingannate non ci si può beffare di Dio, perché quello che l’uomo avrà seminato quello pure mieterà. Perché chi semina per la sua carne, mieterà corruzione dalla carne, ma chi semina per lo Spirito mieterà dallo Spirito vita eterna. Beffarsi di Dio è una parola tremenda, da non prendere con superficialità.

Gesù è il giusto giudice

Il giusto giudizio di Gesù si sviluppa in diverse direttrici, ne elenchiamo   alcune:

  1. Esalta la posizione di Gesù come unico giudice e il suo ufficio a cui è asceso per meriti incommensurabili. Solo Lui ha ottenuto questa posizione di prestigio e di gloria per aver adempiuto la volontà del Padre.
  2. Manifesta la sua imparzialità nell’ascoltare i fatti e nell’emettere una giusta sentenza, dove nessun sotterfugio o manipolazione ha avuto luogo, ma dimostra che tutto è avvenuto nella trasparenza e chiarezza.
  3. Promuove certezza perchè il giudizio e relativa sentenza sono basati su fatti accertati, inoppugnabili, quindi insindacabili perché senza errori.
  4. Introduce a valutare nella luce del Vangelo, nel sentiero della fede e della giustizia come le credenziali del giudice siano allo stesso tempo “Colui che è morto e Colui che è risuscitato,” aprendo una grande riflessione, che solo l’umiltà e la rivelazione divina potranno istruirci.
  5. Morto perché? Perché i giustificati dalla sua offerta erano impossibilitati a redimersi da soli, essendo senza forza e nemici della Verità!
  6. Ancora: il giudizio ci introduce alla riflessione di come la morte, l’ultimo avversario che ha potere nella vita terrena, non abbia trattenuto nei legami mortiferi avvolgendola la persona dell’espiazione e del sacrificio cioè Gesù.
  7. Il giudizio conferma ancora che tutta la vicenda del Calvario non è una favoletta la quale suscita al massimo la commiserazione degli uomini pii, ma irrompe con una carica esplosiva tale da far prendere posizione favorevole o contraria, senza possibilità di astenersi. Posti di fronte a Gesù o si è con Lui o contro, si usufruisce del suo perdono o di un allontanamento perpetuo dalla sua presenza. Posti in piedi per spettatori distratti non ve ne sono.

Prove eloquenti

La scrittura di Romani citata, ci indica quattro condizioni di Gesù che è bene evidenziare; la prima comunica che il Salvatore del mondo in quanto Agnello di Dio è morto per annullare la forza e la potenza del peccato trionfando su di esso, togliendo l’arma dalle mani dell’Avversario, del Diavolo, dando vita a chi crede per la fede. In secondo luogo è risuscitato, vantando un accesso al cielo per riprendere possesso di una posizione gloriosa precedente al passaggio doloroso sulla terra. Nella resurrezione ecco la terza fase in quanto Gesù è alla destra di Dio come simbolo di garanzia sulla sua indistruttibile gloria e sull’ autorità indiscussa su tutto il creato. In ultimo, intercede per i suoi, durante il cammino dei credenti. Vogliamo avvalerci di questo aiuto e intercessione affidandoci a lui per compiere la sua volontà e per la sua gloria, ripercorrendo la via spirituale già inaugurata dal Cristo quando ascende al cielo, e vi resterà a difendere i credenti dagli attacchi maligni del Diavolo. Ad alcuni le parole Satana, Avversario, Diavolo, Oppositore della Verità, sembrano termini desueti, privi di valore moderno, ma per i credenti nel Signore specificano un’azione costante di contrasto alla Verità, voluta e posta in essere dal Maligno. Ecco perché è necessaria la scrupolosa sorveglianza del Redentore sui suoi; i quali sono assicurati nel traguardo finale con la gioia celeste. Bene, noi ci auguriamo che nessuno rifiuti il Signore seguendo le sue indicazioni e disposizioni, rifugiandosi nel suo amore immenso.

Ferruccio Iebole

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