VOGLIO MISERICORDIA E NON SACRIFICIO
prima del testo dell’articolo una comunicazione:
Sono le parole che Gesù proferisce ai farisei durante un incontro, dove Lui e i suoi discepoli venivano accusati ingiustamente, secondo la logica della misericordia che il Redentore predicava per far pensare non solo alla legge, ma alla Grazia che era recata appunto da Gesù, virtù sconosciuta da persone ligie alla superficialità e non al contenuto profondo della Parola. Indubbiamente è difficile anche per noi addentrarci nella Grazia divina privi di conoscenza della Parola di Dio e poco perspicaci nelle cose evangeliche proposte dalla Bibbia. Eppure in quel proclama di poche parole che esprimeva un grande concetto, tutti erano spiazzati perché per la mente umana era preferibile misurarsi con il sacrificio che con la misericordia. Il sacrificio personale lo si vede, si può vantarlo e il risultato è evidente, la misericordia divina sembra evanescente e insicura nei suoi risultati perché si misura con la fede, e gli amanti dei sacrifici non la distinguono.
Purtroppo come dice Gesù: (Matteo 12:7) “Non avreste condannato degli innocenti”; il giudizio tocca gli innocenti con sentenze inappellabili, come nel caso della condanna di Gesù e dei suoi discepoli per le spighe raccolte e mangiate. L’insegnamento del Salvatore era conforme che vale di più un vita viva che una morta.
Cosa vuol dire sacrificio
L’idea di sacrificio è collegata al merito: mi sacrifico e in cambio avrò un ritorno in bene; è il concetto di scambio tra due pari che si permutano favori a seconda della convenienza, oppure tra il maggiore e il minore che si ingrazia il superiore per ottenere privilegi. Questa pratica ha trovato terreno fertile nell’idolatria, non nella rivelazione di Dio che è Grazia infinita. L’idolatria perciò propone sacrifici impossibili per incolpare i fedeli di non attenersi alle regole e di non aver raggiunto il traguardo; questo atteggiamento genera sudditanza verso quelli che sono gli addetti alla verifica dei sottoposti
Questi atteggiamenti e queste pratiche creano corruzione e sfruttamento delle persone, che si sentono in colpa per l’insufficienza della condotta e per l’impossibilità di ricevere l’encomio dai sorveglianti, che esprimono sempre perplessità e critiche. Questo fa nascere nei fedeli sottoposti uno scoraggiamento per non aver raggiunto gli obiettivi o produce dopo alcune prove, un rifiuto totale di queste pratiche. Ecco perché nel mondo vi sono innumerevoli scettici in fatto di religione. Sono i delusi degli esercizi e dei maestri sacrificatori, in cui vedono parzialità, favoritismi fuori luogo e ingiustizie varie quando osservano contegni poco ortodossi e a volte licenziosi.
Dio è severo contro l’idolatria e contro quelli che la praticano, (Proverbi 15:8) “Il sacrificio degli empi è in abominio al Signore”; (Apocalisse 21:8) “Ma per i codardi, gli increduli, gli abominevoli, gli omicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo che è la morte seconda”. Dunque non v’è spazio benevolo per chi si ostina a percorrere la via dell’idolatria anche inconsapevole o scusabile per l’uomo che afferma schermendosi “ mi hanno insegnato così”; un giudizio rigido e rigoroso è già stato emanato. Perciò occorre prendere in considerazione ciò che dice Paolo ad Atene: (Atti 17:30) “Dio dunque, passando sopra i tempi dell’ignoranza, ora comanda agli uomini che tutti si ravvedano”. Com’è prezioso questo consiglio, Dio decreta la fine dell’ignoranza con la venuta del suo Figlio Gesù in terra e propone il ravvedimento per tutti i peccatori.
I sacrifici che Dio gradisce
Bisogna specificare proprio perché i tempi dell’oscurantismo sono finiti, come il Signore nei tempi antichi prediligeva sacrifici di lode e non solo di pratiche (Salmo 54:6) “Con cuore generoso ti offrirò sacrifici, celebrerò il tuo nome, o Signore, perché sei buono”. Ancora, (Salmo 116:17) “Io t’offrirò un sacrificio di lode e invocherò il nome del Signore”. È notevole come i salmisti avessero compreso già allora ciò che Dio gradiva; ma ora nello splendore della Grazia, Dio afferma: (Ebrei 10:18) “Ora, dove c’è perdono di queste cose, non c’è più bisogno di offerta per il peccato”.
Perché giunge solenne tale dizione, che non occorrono più sacrifici per il peccato? Per il fatto che Gesù, venuto per fare la volontà del Padre, può dire (Ebrei 10:10) “In virtù di questa volontà noi siamo stati santificati, mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre”. Allora prende apertamente posizione quello che la Scrittura dice a riguardo del sacrificio di Gesù, che offre se stesso a Dio perché Lui possa concedere Grazia a tutti, riannodando le relazioni con il Padre perdute nella disubbidienza di Adamo: (1 Corinzi 15:22) “Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati”.
Nuovamente la via del cielo è aperta: (Ebrei 10:19-20) “Avendo dunque libertà di entrare nel luogo santissimo, per mezzo del sangue di Gesù, per quella via nuova e vivente che Egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne”. Orbene è chiara la volontà di Dio, non occorrono altri sacrifici, le religioni che li richiedono sono per i loro scopi esclusivamente umani, non per il Signore; sacrifici per la salvezza o per la redenzione non sono assolutamente richiesti da Dio. Il verso citato sopra dichiara lucidamente la libera entrata per tutti nel luogo santissimo, perché il luogo è spalancato mediante l’offerta del sangue di Gesù fatta alla croce, via inaugurata per i peccatori ravveduti e convertiti a Dio.
Com’è prezioso sapere che potendo usufruire della Grazia in Cristo, non abbiamo bisogno di compiere privazioni, rinunce corporali, sacrifici difficili da conseguire, perché Gesù è il Mediatore unico per accedere alla Grazia, che Lui ci reca immeritatamente e ci fregia delle sue perfezioni.
L’offerta di Gesù fatta una volta per sempre
Capire il valore di questo fatto è di primaria importanza per il credente, cioè sapere con l’autorità della Parola di Dio, che per sempre è stato eseguito dal Redentore un sacrificio irripetibile, nemmeno in simbiosi o per astrazione. L’unicità dell’atto sacrificale di Gesù non ripetibile, è confermato da: (Ebrei 9:26-28) “Ma ora, una volta sola, alla fine dei secoli, è stato manifestato per annullare il peccato con il suo sacrificio …. Così anche Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a coloro che lo aspettano per la loro salvezza”.
Orbene, è evidente scorrendo la Parola di Dio come questa unicità e peculiarità del sacrificio di Gesù, abbia ottenuto la salvezza dei peccatori. Alcuni amanti dei sacrifici degli altri sottoposti, a questo punto insorgono dicendo: La salvezza però occorre meritarsela; introducendo di fatto e di nuovo il sistema dei sacrifici meritori. Falso e pericoloso credere a queste menzogne. Tutta la Bibbia parla di salvezza di Cristo Gesù offerta gratuitamente solamente per fede. Mastodontico e clamoroso è quello che Dio dichiara: dove c’è il perdono dei peccati non esistono altre offerte che possano cancellarlo. Paolo a questo riguardo scriverà: (Romani 6:23) “Perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore”.
Dunque bisogna fuggire da chi con sotterfugi e pressioni cerca di costringere i peccatori a rimanere nel limbo dell’incertezza e del dubbio. La Parola è chiara; chi crede in quel sacrificio del Salvatore è salvo per l’eternità. Ancora: (1 Pietro 2:5) “Anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo”. È vero i credenti in Cristo sono diventati tramite le perfezioni di Gesù delle pietre viventi, una casa e un sacerdozio; domanda: potrebbero essere imperfette queste pietre riscattate dal sangue perfetto e purissimo del Signore? No certamente, perché nulla d’impuro o d’imperfetto può raggiungere il cielo, perciò è chiaro che chi crede diviene parte di quel sacerdozio, il quale offre a Dio sacrifici di lode graditi e perfetti.
Noi preghiamo per i nostri lettori, i quali recepiscano che non occorrono sacrifici per accedere al cielo presso Dio, perché il Salvatore garantisce l’accesso per tutti i ravveduti e fidenti in Lui.
Ferruccio Iebole
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