UNA NARRAZIONE DEI FATTI

La narrazione dei fatti riguardanti il Signore Gesù tali da riprodurre la curiosità dei testimoni, la cultura storica dei lettori o il vero scopo di assurgere a Parola di Dio per i credenti, trova menzione nell’incipit dell’Evangelo di Luca, resoconto affidabile per vari motivi che vorrei spiegare senza presunzione.

(Ev. Luca 1:1-4) Poiché molti hanno intrapreso a ordinare una narrazione dei fatti che hanno avuto compimento in mezzo a noi, come ce li hanno tramandati quelli che da principio ne furono testimoni oculari e che divennero ministri della Parola, è parso bene anche a me, dopo essermi accuratamente informato di ogni cosa dall’origine, di scrivertene per ordine, illustre Teofilo, perché tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate.

Una ricerca vera e pregnante

Il racconto evangelico architettato da Luca il medico, inviato a Teofilo al pari dell’altra opera, cioè il libro degli Atti Apostolici, traevano veridicità sia dagli episodi documentati, sia dai testimoni presenti e ancora in vita, tali da poter confutare tesi o vicende se raccontate falsamente o impropriamente. L’onestà intellettuale di Luca era fuori discussione, non avrebbe ardito di descrivere il falso perché di professione medico, quindi abituato all’indagine reale e alla diagnosi precisa. I suoi concetti erano lapalissiani o per meglio dire cristallini come la Parola di Dio, classificata (Ev Giovanni 4:10) come acqua di Vita, quella donata da Gesù.In effetti, erano quattro i concetti espressi da Luca intorno all’opera descrittiva dei fatti accaduti:

  1. Accuratamente informato dall’origine.
  2. Cose tramandate da testimoni oculari.
  3. Dette da ministri della Parola.
  4. Perché sia riconosciuta la certezza delle cose insegnate.

Luca in origine ricavava le informazioni dall’indagine eseguita con cura e scrupolo, andando a cercare fonti di prima mano, quindi una ricerca non per sentito dire dove il mito si mescolava con la realtà, ma con interrogazioni, ricercando l’esattezza delle narrazioni. Subentrava poi la correttezza e l’attenzione nelle cose da riferire con coscienza, tenendo presente l’accertamento e non il pressapochismo. Ma in questo non facile lavoro, bisognava tener presente la guida indiscussa dello Spirito Santo, il vero maestro e timoniere per produrre un racconto veritiero, dove l’ispirazione fosse visibile, tangibile, riscontrabile, e non fosse il solito pamphlet come quelli che circolavano per l’immaginazione creativa degli scrittori di quel tempo. Il trattato di Luca doveva avere un respiro sincero e se era Parola di Dio, doveva produrre la vera rivelazione di Gesù il Salvatore; in altre parole doveva essere un libro usufruibile dello Spirito rinnovatore, capace di sovvertire le varie storie fasulle circolate. Occorreva perciò un Evangelo, una buona notizia che interpretasse ciò che l’apostolo Giovanni avrebbe scritto in seguito: (Ev. Giovanni21: 25 )  Or vi sono ancora molte altre cose che Gesù ha fatte, se si scrivessero a una a una, penso che il mondo stesso non potrebbe contenere i libri che se ne scriverebbero. Ma in un cuore si!

L’azione e la presenza dello Spirito Santo

Perciò Luca fruitore dell’ ispirazione spirituale, assieme ad altri coinvolti assieme a lui;la versione G. Diodati aggiunge il plurale: (Delle quali siamo stati appieno accertati,) ci rivela un lavoro concertato con altri discepoli tutti intenti a verificare la verità delle cose accadute. Per coerenza nell’esposizione, Luca spendeva alcune pagine sulla vicenda della nascita di Gesù, fornendo una vera quantità di notizie circa la sua venuta nel mondo in conformità con la volontà divina e il corpo preparato dal Padre, per adempiere la Sua Volontà, come scritto in (Ep. Galati 4:4) Ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio nato da donna, nato sotto la Legge. Una particolare attenzione rivolta alla genealogia di Gesù, che tendeva a sottolineare l’aspetto regale del Salvatore, cioè come discendente del re Davide, il quale si sarebbe evidenziato più avanti. Le fasi prima della nascita, della famiglia, dei parenti poi, e dell’adolescenza,erano seguite con puntiglio e riferite con gran quantità di dettagli, fino a (Ev.Luca 3:52) E Gesù cresceva in sapienza,in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini.  Altra peculiarità era l’accreditamento che Luca compiva proponendo l’inizio del ministerio di Gesù come Cristo, cioè Unto e Messia.

Al battesimo registrava la voce di Dio che affermava: (Ev.Luca 3:22) Tu sei il mio diletto Figlio, in te mi sono compiaciuto, e Giovanni Battista poteva assicurare (Ev.Luca 3:16) Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Un capitolo a parte rivestiva la presenza dello Spirito Santo che presente al concepimento e alla nascita del Messia, avvalorava del continuo con la sua persona, l’opera del Signore Gesù fin dalla tentazione nel deserto,(Ev Luca 4:1) Gesù pieno di Spirito Santo ritornò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto: e (Ev. Luca4:14) Gesù nella potenza dello Spirito se ne tornò in Galilea. Sopratutto era emblematica la lettura del libro del profeta Isaia (Ev.Luca 4.18) Lo Spirito del Signore è sopra di me; perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri. Bisognava ancora segnalare come Gesù con un’azione ricca di significati, all’inizio del suo rivelarsi come Salvatore, svolgeva un gesto denso e dimostrativo ( Ev.Luca 4:30) ma Egli (Gesù) passando in mezzo a loro, se ne andò. Per ricevere Gesù, occorre  invitarlo spontaneamente nella propria vita,  Lui prosegue sfilandosi e allontanandosi, se ritenuto un visitatore indesiderato e inopportuno.

Una seconda sottolineatura

La seconda sottolineatura per Luca e i suoi aiuti,sono la raccolta di episodi riguardanti Gesù  con dei testimoni oculari. Questo metodo è molto importante per la realtà delle cose. Lo sguardo penetrante per cogliere le situazioni, le sfumature che chiariscono i particolari e danno luce sui gesti del Salvatore divengono vitali; altresì i collegamenti quando Gesù cita le Parole dell’Antico Patto, ripetendo le antiche Scritture, oppure riferendo i comportamenti di antichi profeti o personaggi biblici che erano propedeutici alle tesi espresse. Ma prima di tutto ricercando i testimoni oculari che dovevano confermare le cose viste, i miracoli, le guarigioni, ecc. Perciò oltre agli apostoli, ai familiari, ai miracolati, anche gli avversari potevano testimoniare se si manifestavano coerenti con quello visto; altri forse pervasi dallo scetticismo o dalla diffidenza, affermavano non credendogli (Ev.Luca 7:16-17) Un grande profeta è sorto tra di noi, e Dio ha visitato il suo popolo, nonostante avesse appena risuscitato un bambino.

Mettendo da parte le impressioni evanescenti, Gesù sollecitava dei testimoni ai suoi atti: al lebbroso diceva(Ev. Luca 5.14) Mostrati al sacerdote, il paralitico guarito andava a casa sua per rendere edotti i suoi familiari della guarigione. Simone il fariseo aveva visto i gesti della donna peccatrice ungere i piedi di Gesù. La madre di Gesù e i suoi fratelli (Ev. 8:19) Vennero a trovarlo ma non potevano avvicinarlo a motivo della folla. Ora tralasciando le migliaia di persone sfamate, o tutti i guariti, alcuni testimoni oculari erano stati partecipi di eventi straordinari come affermerà l’apostolo Pietro nella sua lettera:( Ep II Pietro 1:16) Infatti vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signore Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro favole abilmente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della Sua maestà.

Testimoni della passione

Oltre a questo evento della trasfigurazione così eccezionale, necessita seguire il cammino doloroso dal Getzemani al Golgota per enumerare i vari testimoni oculari della morte e poi della resurrezione di Gesù. In (Ev. Luca 22:54)Dopo averlo arrestato lo portarono via e lo condussero nella casa del sommo sacerdote; (V.66) Anziani del popolo, capi dei sacerdoti e gli scribi lo condussero nel sinedrio. Erode, Pilato, Barabba, i due ladroni, il centurione, tutti testimoni oculari e partecipi della passione o crocefissione venivano elencati nella ricerca storica. Per non tacere di Giovanni l’amato, della madre e delle varie Marie negli eventi del seppellimento come Giuseppe da Arimatea. Tutte le testimonianze dei protagonisti o dei diretti eredi, erano raccolte con la consapevolezza che sarebbero diventate qualcosa in più che semplici memorie:( Ep. I Tessalonicesi 2:13 ) La Parola di Dio opera efficacemente in voi che credete.( Ep. Ebrei 4:12-13) La Parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio e penetrante fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dalle midolla essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore. Perciò coscienti di usare un’arma a doppio taglio, riversa contro altri  e per se stessi, se giudicati falsi redattori, Luca raccontava gli ultimi istanti di vita di Gesù, privilegiando il suo ministerio della Parola con l’episodio di Emmaus, colmo di insegnamenti e di gesti concreti per i futuri ministri della Parola.

Un terzo aspetto

Un aspetto importante per l’evangelista Luca dopo i testimoni oculari, era esaltare l’insegnamento di Gesù dotato di rivelazione, la predicazione argomentata e con gesti coerenti e riconoscibili da tutti i presenti. I segni, come accennato nella vita di Gesù, risultavano pieni d’istruzione per edificare spiritualmente chi ascoltava. La sua dottrina consisteva in un magistero potente e pieno di Spirito Santo, con punti di riflessione come la sua missione: (Ev. Luca 9:22) Bisogna che il Figlio  dell’uomo soffra molte cose e sia respinto dagli anziani, dai capi dei sacerdoti, dagli scribi, sia ucciso e risusciti il terzo giorno. Un insegnamento notevole erano le parabole: quelle del Seminatore o del Buon Seme, quella del Buon Pastore, del Samaritano e del Sermone sul monte. I gesti: la già citata trasfigurazione, le varie resurrezioni non ultima la sua, la crocifissione e il suo promesso ritorno erano resi fatti enfatici. Poi, importantissimo arrivava il segno della Pasqua, il quale Lui riassumeva in se stesso nel suo passaggio in mezzo ai suoi, che Luca relazionava con profondità immensa, sondando i vincoli spirituali presenti in quella sera, ossia cronicizzava le ore del convivio dell’ultima cena.(Ev. Luca 22:15) Ho vivamente desiderato di mangiare questa Pasqua con voi, prima di soffrire. (Ep. I Corinzi5:7) Poiché anche la nostra Pasqua cioè Cristo è stata immolata. Nel sondare e descrivere i sentimenti di Gesù, quel giorno nella riunione dell’ultima cena, appariva evidente una ispirazione e una sensibilità particolare. Giustamente Pietro poteva scrivere: (Ep. II Pietro 1:21) Ma  degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo. Ecco svelata la formazione della Bibbia,uomini sospinti non sotto dettatura, ma partecipi di una comunione viva e persistente per scrivere i racconti biblici, non di getto o superficialmente, ma con una costante attenzione a utilizzare concetti e parole veramente ispirate. Le capacita dei redattori non erano mortificate, ma indirizzate nella giusta dimensione, affinchè la Scrittura fosse redatta con il sigillo di Verità e la chiesa potesse in seguito confessare l’ispirazione del testo ricevuto.

La natura della Parola

 Se le Sacre Scritture fossero servite a far nascere di nuovo l’individuo in senso biblico, queste dovevano essere comunicatrici di vita (Ev. Giovanni 3:5) Nati d’acqua e di Spirito, necessitava perciò una Parola vivente, con i crismi di autenticità ( Ep: I Corinzi1:17) non con sapienza di parola, (Ep. II Corinzi 2:13)  E noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, ed (Ep. I Pietro 1:23 ) perché siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, cioè mediante la Parola vivente e permanente di Dio. Ecco sciorinato perché il lavoro certosino di Luca e dei suoi compagni,è ancora affidabile e riscontrabile nella vita di milioni di suoi lettori, divenuti credenti in seguito alla meditazione del testo proposto. Se ministri cioè servitori della incancellabile Parola, nel corso dei secoli si sono aggiunti e sono prosperati, accadeva perché i testi grondavano di verità, provvedevano giustizia celeste per grazia e luce spirituale. Le pagine conclusive dell’Evangelo di Luca costituivano una miniera insostituibile, per le ragioni di osservazione lungimirante dei gesti e delle indicazioni di Gesù. Luca aveva elencato molti personaggi dell’Antico Testamento, subentrati in relazioni  o implicazioni nei discorsi del Salvatore,ad esempio: Abramo, Isacco, Giacobbe,Lot, Mosè, Elia, Davide, Salomone, Giona, Isaia ecc. e aveva colto i riferimenti per attualizzarli nell’interpretazione e nell’insegnamento. Ma Luca nel racconto di Emmaus si superava quando rimarcava il valore che Gesù donava alla Parola: (Ev. Luca 24:27) E cominciando da Mosè e da tutti i profeti,spiegò in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano) e ancora ( V.44)Queste sono le cose che Io vi dicevo quand’ero ancora con voi, che si dovevano compiere tutte le cose scritte di Me, nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi. Luca utilizzando i termini: Legge, Profeti e Salmi comprendeva tutte le Sacre Lettere donando legittimazione di Parola di Dio, come essa è ancora oggi. Inoltre descriveva l’azione di Gesù sopra i due discepoli, gesto ripetuto e valido ancor oggi, cioè quello:(Ev.Luca 24:45-47) Allora aprì la mente per capire le Scritture e disse loro: Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno e che nel Suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti. Bisogna ribadire quanta lucidità e sintesi del messaggio evangelico, traspare da queste eloquenti affermazioni; come il gesto di aprire la mente per capire le Scritture sia l’opera odierna di Gesù per istituire i suoi ministri, propagatori fedeli del verbo evangelico. Gesù nel suo mandato predicava ( Ev.Luca 5:3)Insegnando alla folla, (Ev. Luca 4:22) Si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla Sua bocca, (Ev.Luca 6:18) Erano venuti per udirlo e per essere guariti; ebbene questo atteggiamento continua ancor oggi, lo ripeto, a prosperare e a costituire discepoli di Cristo le persone ravvedute dalla vita mondana. Gesù nella sua ultima migrazione aveva toccato diversi luoghi, il giardino del monte degli Ulivi, il Sinedrio, i palazzi di Erode e di Pilato, ora Emmaus, poi Betania. Quest’ultimo rimane sempre il luogo dell’appuntamento con il Cristo risorto, il terreno dell’ascensione, il posto dell’invito celestiale a salire più in alto, dove le cose vecchie sono passate e a essere ammaliati dalla straordinaria visione di Gesù,  come personale Salvatore per grazia e per fede, avendo ascoltato con cura la sua Parola vivente.

La quarta considerazione di Luca.

Contribuire per una certezza dell’insegnamento, consisteva nell’ultimo scopo dell’Evangelo del discepolo; Luca non taceva o sminuiva l’unzione dello Spirito su Gesù e lo rimarcava: (Ev. Luca 4:32) Ed essi si stupivano del suo insegnamento perché parlava con autorità. Ecco, l’autorità dimostrava un vincolo influente ai tempi del Signore, molto diverso dall’autorevolezza umana, che mistificando i termini cerca di accreditarsi fra gli uomini. L’autorità di Cristo era indicata nella sua origine, avvalorata dalle Scritture antiche e moderne, cioè dalla Bibbia che sebbene abbia subito attacchi poderosi non è scomparsa. Oggi subisce un assalto subdolo nelle traduzioni sempre più annacquate, e l’emarginazione da quelli che dovrebbero essere i principali protettori delle Sacre Scritture. L’autorità dell’uomo vuole superare i Testi Sacri, molti fautori e seguaci spuntano all’orizzonte della confusione religiosa mondiale, concordi nell’eliminare la Parola divenuta, vecchia, non attuale e ritenuta ingombrante per realizzare l’unione di tutte le religioni. Movimenti sbiaditi che perseguono altro della fede evangelica, sono la moda odierna  che cercano con i loro “Bataclan” rumorosi o canori di irretire gli sprovveduti o i superficiali religiosi, affascinati dalla folla e dalla spocchiosa improvvisazione culturale biblica. Per buona presenza e assistenza dello Spirito Santo, il testo di Luca concorre a tener vivo l’insegnamento del Salvatore sulla salvezza e sul Suo ritorno per rapire la Sua Chiesa. Quelle istruzioni ricordate da Luca in (Atti 1: 2) Fino al giorno che fu elevato in cielo, dopo aver dato mediante lo Spirito Santo delle istruzioni agli apostoli che aveva scelti, sono il patrimonio vivo e permanente per accedere con la fede al perdono dei peccati.

Ferruccio Iebole

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