UNA CASA DIVISA CONTRO SE STESSA NON POTRA’  REGGERE

 Gesù conoscendo i loro pensieri disse loro: ogni regno diviso contro se stesso va in rovina; e ogni città o casa divisa contro se stessa non potrà reggere. (Ev. Matteo 12:25)

La guarigione del bisognoso

L’episodio della guarigione di un individuo indemoniato, cieco e muto, propone l’occasione a Gesù di esporre alcune riflessioni su vari argomenti, a cominciare dai pensieri nascosti nel cuore, dal potere di alcuni uomini di scacciare demoni, dalle cause di divisioni nelle famiglie, dall’aiuto provvisto per l’azione dello Spirito Santo e per lo schierarsi dalla parte del Signore. Dunque una varietà di argomentazioni inerenti la condotta degli uomini e l’autorità di Cristo il Signore nella vita comune degli individui. La definizione dell’uomo presentato e incontrato da Gesù viene spiegata con tre aggettivi esplicativi della situazione del poveraccio: indemoniato, cieco e muto, quindi una circostanza disperata e senza una soluzione. Orbene, Gesù dall’alto della sua misericordia guarisce l’uomo in modo definitivo per dimostrare la sua autorità sulle malattie e per riconsegnare la vita umana al guarito, non certo in modo approssimativo o incompleto, ma integro e riabilitato. La Scrittura precisa e commenta: (v. 22) Lo guarì in modo che il muto parlava e vedeva.

Dunque, fuori dall’influenza e dal possesso diabolico; anche il ritorno della favella e della vista, non solo fisica ma pure  spirituale, contribuiscono a rendere la vita del guarito più positiva e recuperata alla normalità, con lo scopo di essere un testimone consapevolmente miracolato dalla Grazia divina. Perciò, un credente schierato con Gesù non disperde il messaggio di pace e di guarigione del Salvatore, è costantemente impegnato con lo Spirito di Dio a registrarne l’aiuto e la guida nella rinnovata vita, perciò nel servizio fecondo per il Redentore. E’ vero anche per noi, seppur non indemoniati magari solo un po’maniaci, se non ciechi fisicamente, però offuscati nella comprensione dell’Evangelo, se non muti, incapaci però di cogliere tutte le occasioni che si presentano per parlare della grazia e della salvezza divina in Cristo Gesù, realizziamo la nostra inadeguatezza e i nostri limiti nel servizio cristiano.

Pensieri nascosti

 Gesù legge nel cuore delle persone che incontra, indipendentemente sia una folla o un singolo, conosce ogni cosa e ascolta le opinioni che si hanno e si danno su di Lui. Incrociarlo personalmente è il fatto più bello ed efficace per la nostra fede. Quando parliamo di incontrare Gesù sembra di essere dei visionari stravaganti e dei religiosi assetati di fantasie. No! Siamo persone che si beano di imbattersi in Gesù nel luogo idoneo dove Lui risiede e dove insegna, cioè nelle pagine dell’Evangelo, per far crescere la nostra fede nella certezza della Verità da acquisire. Come in una lettera di un fidanzato lontano, assimiliamo le sue parole d’amore rivelate nella Bibbia, la sua autorevole Parola che consola e induce il nostro cuore a lodarlo e adorarlo. Lui è sempre pronto a rivelarsi a coloro che lo cercano e a quelli che vogliono relazionarsi con Lui, per ricevere la vita eterna che solo Lui può dispensare gratuitamente.

Anche i suoi consigli pratici rivestono una buona dose di buon senso per migliorare le nostre relazioni con i nostri simili. Siamo invitati (Ep. Efesini 4:23) A essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente, per non seguire le vecchie passioni ingannatrici e corruttive del tempo passato, prima che la Parola aprisse nuovi orizzonti di comprensione del Vangelo. Gesù in questi passi parla di Satana, di demoni scacciati con l’aiuto dello Spirito di Dio. Dunque cose reali e non fatti fantasiosi. Gli uomini cercano di negare queste influenze ostili, eppure le azioni divisive nelle case si contano a migliaia; l’attacco all’amore reciproco e fedele è oggetto di aggressione e di lusinghe diaboliche per far naufragare i rapporti familiari consolidati. Perciò ecco Gesù avvisare che la divisione genera rovina e rottura, e Lui è pronto a quantificare il buon esempio e a sollecitare la sua emulazione perché la casa regga e non crolli. 

Un esempio pertinente

(Ev. Luca 22:26-27) Ma per voi non dev’essere così; anzi il più grande tra di voi sia come il più piccolo e chi governa (regge) come colui che serve…Ma Io sono in mezzo a voi come colui che serve. Dunque per durare, occorre ereditare e imparare  uno spirito di servizio verso l’altro, come Gesù compie in concreto, cercando non la sua Gloria ma attenendosi alla volontà del Padre e sacrificando la sua vita come prezzo di riscatto della nostra. L’atto sublime ed esplicativo del servizio eseguito in pura sottomissione e umiltà di Gesù, lo vediamo in: (Ev. Giovanni 13:4-5) Si alzò da tavola, depose le sue vesti e, preso un asciugatoio se lo cinse, poi mise dell’acqua in una bacinella e cominciò a lavare i piedi ai discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio del quale era cinto. Un esempio formidabile per la fede; essere lavati nei piedi vuol dire aver già ricevuto il rinnovamento nella mente; Gesù dice (Ev. Giovanni 13:!0) Chi è lavato tutto non ha bisogno che di aver lavati i piedi; è purificato tutto quanto; e voi siete purificati. I piedi puliti e lavati da Lui annunziano e comunicano un rapporto integro con il Salvatore incontrato nella Bibbia, solo il nostro cammino impolverato dal mondo necessita di una lavatura e di una purificazione.

Oggigiorno in molte case si annida la divisione che deriva dall’incomprensione; sono opinioni diverse che prendono corpo, progetti contrastanti tra coniugi, mire e desideri differenti nei gusti e negli obbiettivi. L’irrigidimento sulle posizioni raffreddano i rapporti, fino ad arrivare al gelo, l’indifferenza, gli scontri verbali e il fastidio della presenza fisica dell’altro. Lo spirito di servizio e di sopportazione evapora e nessuno è disposto al passo indietro. Gesù il Maestro e il Signore consiglia: (Ev. Giovanni 13:17) Se sapete queste cose, siete beati se le fate. Orbene, allontanare le sollecitazioni carnali a infrangere una promessa di fedeltà fatta in passato, nonostante tutte le cose momentanee avverse, risulterà sempre migliore che attuare una rottura definitiva. Il Maestro si ripromette di sorvegliare l’andamento della casa, se si è disponibili e percorrere la via della beatitudine, che consiste nel farsi lavare continuamente da Lui i nostri poveri piedi. E’ solamente  questa cura che impedirà la rovina e la rottura, perché se si è investiti dalla responsabilità di essere suoi testimoni nel mondo e si vuole rendere testimonianza vera, tutte le difficoltà, che nessuno vuol nascondere, saranno sopportate con mansuetudine, guardando l’esempio proposto dal Salvatore. Via difficile, faticosa, da percorrere con il costante aiuto della preghiera, della Parola e dello Spirito.

L’aiuto dello Spirito di Dio

Nell’episodio proposto si pone la domanda in cosa consiste l’aiuto dello Spirito? Facile rispondere; lo Spirito di Dio ci comunica che il suo Regno è giunto fino a noi. Il regno non è quello che sarà riservato a Israele in quanto popolo riconvertito al Messia Gesù Cristo, quando questi tornerà per regnare con la Chiesa suo corpo; no il regno proposto è quello della Grazia, che raggiunge ogni individuo nato nel mondo, in forme a noi anche nascoste, ma evidenziate dall’appello del Vangelo cui lo Spirito Santo si prende cura di spandere come un vento, come parola vivente e potente, preposta a convertire le anime per Gesù. Dunque, è Lui che lega l’avversario: (Ev. Matteo 12:29) Come può uno entrare nella casa dell’uomo forte e rubargli la sua roba, se prima non  lega l’uomo forte?

 Durante la predicazione dell’Evangelo, cioè mentre viene spiegata l’opera di Gesù sulla croce, l’uomo forte o l’avversario, è impedito d’ intervenire negativamente sulla mente degli individui che ascoltano; in questo consiste l’azione pacifica dello Spirito cioè creare una barriera di pace protettiva attorno a chi ode il messaggio di vita e rinnovamento. Se la spiegazione evangelica avviene nelle tenebre più cupe, la luce prodotta dalla Parola di Dio sarà moltiplicata in splendore e in comprensione proprio dallo Spirito, che rivelerà le cose nascoste di Dio al peccatore bisognoso di perdono. Il cammino configura l’accedere alla Grazia e alla libertà, (Ep. Romani 8:21) per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio, è ancora un auspicio a portata di fede, basta credere col cuore al Signore Gesù. (Ep. Romani 8:26) lo Spirito viene in aiuto della nostra debolezza perché non sappiamo pregare come si conviene. Possiamo dunque contare su un aiuto rasserenante e presente per raggiungere il traguardo della fede. L’evangelista Giovanni scrive nella sua lettera: (I  Ep. Giovanni 4:13) Da questo conosciamo che rimaniamo in Lui ed Egli in noi: dal fatto che ci ha dato del Suo Spirito.

IO scaccio i demoni

A volte gli uomini sfoggiano una sicurezza che non gli appartiene o confidano in una propria azione che dovrebbe diventare a tutti i costi volontà di Dio, ad esempio alcuni pensano di poter scacciare a loro piacimento i demoni con l’aiuto dello Spirito di Dio. La pratica è già di per se complessa, se subentra l’arroganza umana è già finita. Forse questa pratica sbandierata da facili guaritori, che promettono inesistenti successi i quali tardano ad arrivare e concludersi, invece di rassegnarsi a miglior mansuetudine, affossano la fede dei semplici, incolpandoli di non credere a sufficienza nei miracoli. Dunque, essendo la materia molto delicata, conviene non maneggiarla troppo superficialmente ma prendere le dovute precauzioni per non incontrare notevoli insuccessi e delusioni, per la troppa fede nei guaritori. Indubbia è l’azione del Signore che lega, saccheggia e sconfigge l’avversario e risana solo Lui le malattie. Perciò meno mani umane si adoperano su parti di corpi di uomini o di donne meglio è; più efficace è la preghiera dei giusti invocata e rivolta con fede. Un esempio pertinente è quello raccontato in: (Ev. Matteo 26: 33) Quand’anche Tu fossi per tutti un’occasione di caduta, non lo sarai mai per me.

Le condizioni per essere forti e potenti nel pronunciare tale frase vi erano tutte, favorevole era la comunione con Cristo appena terminata, le promesse celesti di Gesù  erano state udite e credute e denotavano una meraviglia, il perdono dei peccati veniva  ribadito, tutto concorreva per il bene e il quadro stupendo di quella cena era considerevole per dei cuori ben disposti. Perciò gonfiarsi o reputarsi superiori alla media non faceva una grinza. La via della fede è però diversa dalla militanza umana o dal credere filosofico, non si può impegnare un destino o il tempo che non ci appartiene.< Non lo sarai mai per me> è un’affermazione troppo imprudente, come quella: (Ev. Matteo 26:35) Quand’anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò e lo stesso dissero i discepoli. Dunque, un conto sono i desideri un conto è la realtà; non basta desiderare cose buone e giuste perché queste avvengano, forse vi sono percorsi dolorosi che devono verificarsi a nostra insaputa. Quindi non vantiamo impegni impossibili, ma cerchiamo la faccia e la volontà del Signore, magari nelle cose semplici che non gonfino l’orgoglio umano, per non ritrovarci delusi e sconfortati. L’esempio di Pietro ci serva da ammonimento nel ricercare cose impossibili per le nostre misere forze, per valutare consapevolmente i nostri limiti. 

Una promessa considerevole

Se il pericolo della divisione si confina nella rottura e nella rovina, la promessa di Gesù è quella di essere impegnati con Lui nel raccogliere anime che non siano contro di Lui e che anelino a una nuova comunione, la quale sfoggerà il fulcro nel cielo; (Ev. Matteo 26:29) Vi dico che da ora in poi non berrò più di questo frutto della vigna, fino al giorno che lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre. E’ vero, un nuovo evento si prospetta per quelli che credono in Cristo: (Ev Luca 22:28-29-30) Voi siete quelli che avete perseverato nelle mie prove e Io dispongo che vi sia dato un regno, come il Padre mio ha disposto che fosse dato a Me, affinché mangiate e beviate alla mia tavola nel mio regno, e sediate su troni per giudicare le dodici tribù d’Israele. L’appuntamento per un banchetto celeste, fatto di presenza del Salvatore e di simboli nuovi, in una atmosfera di pace e amore, è quello che propone il Signore Gesù (Ep. Tito 2:13) Aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore Cristo Gesù.

Conclusione

Colui che è ora in mezzo a noi per servire, c’invita a prendere posto nel suo regno; quanto alla posizione alla sua tavola siamo certi che i posti saranno distribuiti con assoluta imparzialità, così  i troni avranno dei possessori adeguati per gloria e per servizio corrisposto in terra. Non sarà una folla anonima radunata senza senso, le anime festanti saranno consapevoli della benedetta posizione assunta e consci dell’evento, perché il corpo risorto ricoperto dal manto di giustizia sarà sufficiente a comprendere la grandezza potente di cosa significherà la realizzazione del detto: (Ep. Colossesi 1:27) Cristo in noi speranza di Gloria. Orbene, il nostro desiderio è che i nostri cari lettori, che in questi giorni sono notevolmente aumentati, grazie alla Mostra della Bibbia, siano tutti presenti al grande raduno celeste, le credenziali per accedervi sono solo la fede e il perdono in Gesù.

Ferruccio IEBOLE

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