SI AVVICINARONO A LUI PER METTERLO ALLA PROVA

Questo episodio nella vita di Gesù, dove alcuni farisei si avvicinano al Divino Maestro per assumere un atteggiamento indagatore alquanto discutibile, cioè di metterlo alla prova su un argomento sempre attuale nella storia degli uomini, motiva una riflessione anche per noi, che leggiamo l’evento a distanza di secoli.

Il racconto sopraindicato si trova nel Vangelo di (Marco10:2); quale fosse lo scopo di tale desiderio dei farisei, risulta abbastanza poco chiaro ma inquietante: forse speravano di prendere in fallo Gesù, o erano affascinati dal fatto di possedere una buona logica per il contrasto dialettico, oppure volevano dimostrare una competenza superiore al Maestro. Ancora, di poter sbaragliare i pensieri del Salvatore durante una disputa o una disquisizione sulla Legge. I motivi intellettuali o di presunta conoscenza contro l’Autore e l’Interprete della Legge, (da Lui promulgata), che la momentanea limitazione della Sua gloria sotto le vesti dell’umanità risultava offuscata e non completamente deducibile, induceva quegli interlocutori a tentarlo subdolamente. Una possibilità da esplorare e da percorrere, poi si vedrà.

 Più volte, Gesù aveva però ripetuto < Ma Io vi dico> frapponendo una cesura autorevole, tendente a ribadire una sapienza proveniente <da Alto>attestante un pensiero eterno, umanamente impensabile, basato su altri concetti sfuggevoli per menti limitate come quelli espressi in (Ev. Marco 10:27) Agli uomini è impossibile, ma non a Dio, perché ogni cosa è possibile, oppure (Ev. Marco 3:28) Ai figli degli uomini saranno perdonati tutti i peccati e qualunque bestemmia avranno proferita. Difronte a simili temi e affermazioni sul perdono divino e sulle limitate possibilità umane di comprensione, così lontane da quelle concepite da Dio, v’è da rimanere storditi, ammutoliti e senza parole. E’ vero la grandezza divina ci sommerge, ci annienta, ci ridimensiona e ci rassomiglia a esseri inutili, fragili e delimitati, tuttavia oggetti di Grazia da parte del Salvatore.

L’argomento del matrimonio e del ripudio

Occorre dire che sul tema scelto per provare Gesù e tentarlo, cioè l’argomento del matrimonio, del ripudio o del divorzio, l’elaborato ci lascia perplessi per l’arroganza umana dimostrata, con la quale si vuole discutere con il Salvatore su un  trattato i cui contorni non corrispondono al pensiero profondo di Dio, perché non si conosce il Suo amore e la Sua grazia.  Solo Gesù media il pensiero di Dio, e solo Lui rivela con la Sua disponibilità a introdurre con le Sue frasi di vita, la bontà e la misericordia nelle relazioni fra coniugi. Una di queste frasi amorevoli è riportata in (Ev. Marco 9:50) Abbiate del sale in voi stessi e state in pace gli uni con gli altri. Grande insegnamento e consiglio per rapporti coniugali e con altri, per non innescare conflitti o dispute. L’interrogatorio del Maestro buono ( Ev. Marco 10:17) prodigo di consigli per tutti, avviene come detto, con la domanda (Ev. Marco 10:2) E’ lecito a un marito mandar via la moglie? Bisogna sottolineare come Gesù risponde proponendo due concetti diversi:

  1. Al principio della creazione,
  2. Cosa vi ha comandato Mosè.

Queste due distinzioni dovrebbero già essere sufficienti per interrogarsi quali sono le differenze sulla materia. Il fatto che i farisei non replichino, potrebbe significare che questa distinzione sia stata efficace nella mente degli astanti e capita. Infatti, comprendere il ragionamento di Gesù, voleva evidenziare come il progetto di Dio nella creazione del matrimonio aveva lo scopo conclusivo di creare <una sola carne>, pensiero misterioso per due corpi e due anime.(Ev. Marco 10:7) Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una sola carne. Cosa vorrà dire una sola carne ? Eppure questo era il progetto primitivo pensato da Dio, mentre quello di Mosè si articolava con tre verbi: comanda, permette e scrive una norma. Una differenza notevole la prima; essa esprime una volontà divina, la seconda una norma umana. Dunque la sola carne e il lasciare i genitori, quando in realtà vi erano nel mondo solo i due progenitori, introduceva il pensiero divino della famiglia e nel suo armonioso sviluppo, nella discendenza e nel riempire la terra di popolazione.

Sette concetti

Gesù per spiegare cosa sia il matrimonio elenca 7 concetti degni di rilevazione:

  1. (Ev Marco 10:6) Ma al principio della creazione; il matrimonio è un atto creativo di Dio, un disegno il cui architetto è il Signore che unisce i due coniugi in un progetto, che recepiscono coscientemente la volontà indiscussa e divina. Il matrimonio non è un arbitrio possibile della volontà umana, che unisce le persone in base a fattori di pura estetica, o una compravendita di corpi, o atti riparatrici di soprusi precedenti attuati dalla prepotenza umana, ma come dice la Scrittura quello che Dio ha unito prevale su tutto. Lo scopo come visto è una sola carne e conseguentemente la famiglia.
  2. (Ev Marco 10:6) Dio li fece maschio e femmina; non vi è una scelta delegata agli uomini secondo i loro gusti o inclinazioni, le mode o le alternative affettuose; Dio unisce secondo i suoi concetti che sono uomo e donna. Non vi è un’altra opzione nel matrimonio fuori di questa, anche se gli uomini seguendo inclinazioni malsane e vantando diritti inesistenti, cerchino di equiparare altre unioni di pari sesso al matrimonio.
  3. (Ev. Marco 10:7) Lascerà padre e madre; il matrimonio immaginato da Dio cresce e si affranca dalla lontananza dei genitori, la nuova famiglia crescerà e si formerà nella responsabilità dei giovani coniugi senza l’apporto a volte opprimente dei genitori. Sono i figli che devono comunque aver rispetto e onorare i propri familiari, specie se anziani o indigenti.
  4. (Ev. Marco 10:7) I due saranno una sola carne; come accennato il progetto è questo, l’unione dei due corpi che assumono il valore di una carne, così è visto da Dio. Occorre confessare la nostra insufficienza a capire le implicazioni di una sola carne, ma questo è ciò che dice la Bibbia e a noi è sufficiente. Se Dio ha unito per questo scopo, dando la sua benedizione, solo lo sfaldamento dell’adulterio romperà questa unione. Questo non vuol dire che non si possa anche in questo caso attuare il perdono, perché proprio sull’adulterio Gesù avrà altri insegnamenti pieni di Grazia da proporre agli uomini.(Spero sarà la prossima riflessione)
  5. (Ev. Marco 10:9) L’uomo dunque non separi quel che Dio ha unito; se Dio ha unito, l’uomo non si arrischi a separare e non si arroghi questo diritto, che non gli compete e non è nelle sue disponibilità, cioè dirigere la vita di un’altra persona, rompendo la volontà divina manifestata a suo tempo e ponendosi in contrasto con Dio. Nessuna difficoltà è sufficiente a sconvolgere un matrimonio voluto da Dio; sarà l’ubbidienza al Signore la fonte per superare ogni intoppo e la testimonianza dei coniugi ad avvalorare la genuinità del progetto divino. La separazione mina la Verità dell’Evangelo, rispecchia negativamente il pensiero divino come insufficiente.
  6. (Ev. Marco 10:4) Mosè permise di scrivere un atto di ripudio e di mandarla via; non c’è dubbio che la scritta è una pratica di uomini, sottolineata dal dire di Gesù, che attribuisce a Mosè la responsabilità della scritta, così cara a chi non unito dal Signore nel matrimonio, si sente anche libero di ripudiare la moglie o la moglie di allontanare il proprio marito. Gesù a questo riguardo afferma: ( Marco 7:13) Annullando così la Parola di Dio con la tradizione che voi vi siete tramandata; ancora (Ev. Matteo 19:9) Fu per la durezza dei vostri cuori che Mosè… dunque chi ha disconosciuto la volontà di Dio nel proprio progetto matrimoniale, ha realizzato la durezza nel cuore e l’annullamento della Parola di Dio, classificandola parola d’uomo che se ne può fare volentieri a meno.
  7. (Ev. Matteo 19:9) Ma Io vi dico che chiunque manda via sua moglie, quando non sia per motivo di fornicazione, e ne sposa un’altra, commette adulterio.

Come accennato le parole di Gesù sono esplicite: riguardano tutte quelle persone che si sono chiamate fuori dal progetto di Dio, che vuole unire i due coniugi credenti i quali ambiscono realizzare la presenza di Dio nella loro casa. Chi rifiuta la volontà divina nel matrimonio è simile a ciò che racconta (Genesi 4:16) Caino si allontanò dalla presenza del Signore. Prima di tutto vi è l’allontanamento da Dio; il Signore non è ritenuto necessario per organizzare e per lo svolgimento del matrimonio, lo si può tranquillamente mettere da parte. Lui non unirà i due coniugi perché l’allontanamento dalla sua presenza è indispensabile per attuare altro, che magari scopiazzi l’idea divina dell’unione, ma sia  priva della sua benedizione. (Genesi 4:17) Poi Caino conobbe sua moglie; emblematico. Dio non unisce Caino e sua moglie; nel terreno della lontananza Caino inaugura una nuova via, senza la presenza del Padre Celeste, conosce sua moglie senza divenire una sola carne agli occhi di Dio; forse potrà liberamente conoscere anche altre mogli e fondare non solo una famiglia, ma addirittura una città. Nella città si evolveranno le arti, l’artigianato e i modi di vita diversi, come appunto la Bibbia racconta la civiltà umana, fino ad arrivare a Sodoma e Gomorra. Così l’esempio di Caino, che allontanandosi dal Signore diventa capostipite di quelli che conoscono la propria moglie, negando i vincoli matrimoniali immaginati e voluti da Dio, ma attraverso altre convenzioni e leggi. Perciò non v’è da stupirsi della degenerazione odierna in cui ognuno si sente libero di predisporre la propria vita sulle basi delle proprie convinzioni e ambizioni. La lontananza offusca la presenza; da distante le cose sembrano con altre forme, con altre realtà ottiche. Lontani dalla Parola di Dio subentra una licenza e come nel caso in questione, una scritta di ripudio che cerca di ricomporre legalmente una frattura, la quale dichiara incomprensioni trascorse, mancanza di amore e di rispetto, tradimenti e sofferenze perpetrate nel tempo.

 

Ancora una segnalazione di Gesù sul matrimonio

Queste brevi note sul pensiero del Salvatore ci portano ancora a considerare un altro episodio, in cui Gesù  definisce il matrimonio in voga al suo tempo, prendendo spunto dal tempo antico: (Ev. Matteo 24:38) Infatti, come nei giorni prima del diluvio si mangiava e si beveva, si prendeva moglie e si andava a marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e la gente non si accorse di nulla, finché venne il diluvio che portò via tutti quanti. La sottolineatura di Gesù è sul fatto di far risaltare come la realtà di quel tempo, andare a marito o prendere moglie, fosse indice della chiara lontananza dal disegno divino. Le azioni per istituire un matrimonio erano scadute ad atti usuali, magari senza amore provato o senza, per esempio, le esclamazioni di meraviglia di Adamo quando vedeva per la prima volta Eva. (Genesi 2:22) formò una donna e la condusse all’uomo. Da notare è Dio che presentava Eva e la conduceva con solennità allo sposo. Invece, ai tempi di Noè tutto rientrava nella logica di un evento senza sussulti in cui Dio non è presente, ma che assumeva per gli uomini disinteressati alla volontà divina un certo legame legale, comportamenti coerenti con il pensiero del giorno e condotta secondo le tenebre della società civile di allora. La conclusione comunque era tragica, travolti da un giudizio inappellabile. Perciò occorre ridare dignità al matrimonio secondo i dettami della Parola di Dio, che vuole dei matrimoni felici e duraturi nel completamento dei desideri dei coniugi nel compiere la volontà divina.

 

L’importanza della volontà divina

(Genesi 3:5) I vostri occhi si apriranno e sarete come Dio. L’inganno era stato immaginato dall’Avversario e dura ancora oggi; si pensa di avere occhi sufficientemente aperti per vedere ogni cosa e di essere dei plenipotenziari. Invece, lontani dal Signore, vi sono fallimenti e incertezze nel futuro; ad esempio basta una semplice malattia nel corpo per ridimensionare l’attività di ognuno, nonostante i nostri progetti. Piuttosto abbiamo bisogno che la Bibbia ci apra gli occhi per scorgere il giubilo di come Adamo distinse sua moglie, vedendo la creativa volontà di Dio attuarsi nella Grazia. L’adulterio è, come detto, la causa preminente di separazione tra i coniugi; Gesù non è insensibile a questo tema e ci consiglia magnificamente perché non ci imbattiamo come vittime di errori:(Ev. Marco 12:24) Gesù disse loro: non errate voi proprio perché non conoscete le Scritture ne la potenza di Dio? Perciò è bene conoscere le Scritture e la potenza di esse. Esaltare l’insegnamento delle Scritture previene molti dolori, e apre il cuore alla Verità e al discernimento spirituale.

 

Oggigiorno l’adulterio è magnificato in ogni componente culturale, nei films, nei romanzi, nelle canzoni ecc. la proposta è che si può esercitarlo liberamente per la propria libertà e per il proprio appagamento fisico e morale. La ricetta biblica è molto diversa; i credenti sono avvisati di avere un comportamento sobrio nei rapporti, per dimostrare che la volontà divina nel matrimonio coinvolge il contegno e la condotta dei coniugi.(I Ep. Tessalonicesi 4:3-5) Perché questa è la volontà di Dio, che vi santifichiate, che vi asteniate dalla fornicazione, che ciascuno di voi sappia possedere il proprio corpo in santità e onore, senza abbandonarsi a passioni disordinate come fanno i pagani che non conoscono Dio.

 

 Ancora, il Signore Gesù durante la sua presenza in terra, affermerà che il confine dell’adulterio è molto sottile (Ev. Matteo 5: 27-28) Voi avete udito che fu detto: non commettere adulterio! Ma Io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. E’ vero, se usiamo la legge, molti censori e giudici integerrimi, che accusano gli altri, potrebbero essere tacciati degli stessi atti, nascosti nell’intimo, affogati nel rincrescimento ma vividi nel ricordo personale. Gesù va oltre e ben risponderà alla donna adultera colta in flagranza: (Ev. Giovanni 8:11) E Gesù le disse: neppure Io ti condanno; va e non peccare più.

 

Capire la Grazia di Gesù Cristo

Come precedentemente citato (Ev. Marco 3:28), Gesù ha il potere di perdonare tutti i peccati e le bestemmie, avendo caricato sul suo corpo innocente e santo tutto il male e le disubbidienze degli uomini. Quando pensiamo a questo amore divino, immenso e smisurato, comprendiamo come diverso sia il perdono umano da quello divino. Come nel matrimonio cristiano, l’uomo non separi quello che Dio ha unito, così nella salvezza nessuno può separarci dall’amore di Cristo; (Ep. Romani 8:35) Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Non è il peccato perché confessato, e perché (Ep. Romani 8:1) Non c’è nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù, mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte. Dunque, poiché nessuno può intromettersi nel rapporto di grazia e di fede tra il peccatore e il Salvatore Gesù, confidiamo continuamente nella protezione dello Spirito Santo, che intercede per noi con sospiri ineffabili  e nel ristoro prodotto dalla Parola di Dio.

 

Conclusione

Il matrimonio celeste sarà un atto  conclusivo per la chiesa (Apocalisse 21:9 ) che incontrerà il glorioso Salvatore per essere nell’eternità con Lui, dove la Sua presenza pregnante sarà magnificata dalla lode e dall’eterna adorazione dei riscattati.

Ferruccio IEBOLE

 

 

 

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