SENZA

(Ep. Efesini 2:12 Ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele ed estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo.

La parola “senza” ci esprime inequivocabilmente qualcosa della quale manchiamo, o che siamo carenti, forse non è disponibile nelle nostre risorse o facoltà; eppure possiamo vivere agiatamente o spensieratamente nel mondo, senza porci ulteriori interrogativi o problemi, viste già le tante attenzioni le quali la vita terrena ci richiede. In fondo però, qualcosa ci turba, dipende dal tempo trascorso, dalle mire intellettive raggiunte, dai risultati economici o lavorativi toccati i quali non appagano il nostro essere. Poi, ad un certo punto della vita irrompe la Bibbia, il primo libro stampato, il quale ci incuriosisce per la sua dimensione, ci interroga se lo leggiamo e ci fa riflettere se l’ascoltiamo. L’incontro con questa Parola sembra sempre pura coincidenza dell’accavallarsi di circostanze, le più disparate, che si assommano e ci raggiungono per caso. L’ascolto o la lettura sconvolgono sempre: ci fanno assumere una decisione forse inconsapevole o sottovalutata, magari presto dimenticata. La Parola però non demorde, fino a una nostra presa di posizione chiara, con una adesione o un netto rifiuto di sottostare all’interrogativo proposto. Per questo motivo Paolo scrivendo agli Efesini diceva: (Ep. Efesini 1:16) Il Padre della gloria vi dia uno Spirito di sapienza e di rivelazione perché possiate conoscerlo pienamente. Dunque nulla è perduto, nulla è definitivo o impossibile, una speranza esiste e Dio è pronto a intervenire efficacemente in favore dell’uomo dispiegando pietà, amore e luce.

Senza Dio

Orbene, occorre rendersi conto attentamente che siamo senza Dio o come dice Paolo, senza il Padre della gloria. La definizione rivela che Dio ha attitudini di Padre, è anche possessore di una gloria per noi irraggiungibile, la quale annienta e brucia qualsiasi creatura che fosse per caso in sua presenza o a contatto con Lui, la quale non sia salvaguardata e colmata da una Grazia particolarmente vivificante. L’epistola agli Ebrei ci parla con dichiarazioni molto motivate e dure al riguardo: (Ep. Ebrei 10:31) E’ terribile cadere nelle mani del Dio vivente e (Ep. Ebrei 12:29) Perché il nostro Dio è anche un fuoco consumante. Come conciliare la dizione di Padre e di fuoco distruttivo? Come detto, con la Grazia manifestata da Gesù il suo Amato Figlio. Prima di affrontare l’argomento Gesù, bisogna analizzare il perché siamo definiti senza speranza. Questo verdetto è definitivo oppure vi è possibilità di un qualsiasi riscatto?

Senza speranza e senza vita

(Ep. Efesini 2:5) Eravamo morti nei peccati. Una sentenza così drastica nessuno se lo aspettava; essere dichiarati dalla giustizia divina e dalla Bibbia in questo modo ci rattrista, perché induce il nostro cuore a prendere visione del pensiero divino che sentenzia come noi siamo visti dal Dio vivente e vero: cioè morti per conclamata ingiustizia. Se fossimo giusti accederemmo e vivremmo nella gloria divina senza problemi, affronteremmo il giudizio in posizione di vivi e non lo temeremmo; invece siamo dichiarati morti da quello Spirito evocato precedentemente, che ci accerta in sapienza e in rivelazione. (I Ep. Giovanni 3:8) Colui che persiste nel commettere il peccato proviene dal Diavolo, perché il Diavolo pecca fin da principio. E’ vero nella nostra vita, se la analizziamo con la dovuta sincerità, non possiamo che concludere: siamo dei  peccatori e degli ingiusti. (I Ep. Giovanni 3:10) Chiunque non pratica la giustizia non è da Dio, quindi non siamo da Dio, siamo morti, privi di vita e in attesa di giudizio perché ingiusti come dice la Bibbia. Situazione giustamente disperata cioè senza speranza come ben detto. Però, qui interviene il Padre non il fuoco consumante: con amore Dio ci fa conoscere che vi è la possibilità di essere conteggiati nel numero degli eletti (Ep. Efesini 1:4) In Lui (Cristo) vi ha eletti prima della creazione del mondo. Esiste dunque un nuovo elenco, misterioso per secoli nascosto e ora rivelato secondo una volontà superiore.

Quale preziosa notizia sapere di un disegno vivo, precedente alla nostra apparizione sulla terra, definito da Paolo per rivelazione, disegno benevolo: (Ep. Efesini 1:9) Facendoci conoscere il mistero della Sua volontà secondo il disegno benevolo che aveva prestabilito dentro di se. Che gioia apprendere di una volontà elettiva mantenuta segreta nel cuore di Dio, riposta fino alla nostra nascita nel mondo, conservata fino a che il nostro nome fosse iscritto nel registro dell’umanità. Un favorevole approccio alla nostra persona è dunque riservato individualmente, proprio a me diremmo, sono visto da Dio e chiamato a entrare nel numero degli eletti benchè morto e ingiusto. La disperazione viene tramutata in una possibilità di elezione per il cielo. Come fare, cosa aspettarsi, quale percorso compiere? Bisogna domandarsi: tutto vero o un grossolano abbaglio? Come si tramuta allora lo sconforto e l’angoscia in speranza?

Senza Cristo

Se la fotografia fin qui redatta è vera, cioè siamo morti, senza speranza, senza Dio, come ne verremo fuori? Realizzando la potenza di Colui che chiama le cose che non sono come fossero, perciò occorre la fede. Si, è vero la fede è una gran cosa, ma in chi deporla e con quale tipo di fede? Molti che dicono di aver fede alla prova dei fatti sono stati sfiduciati, la loro fede è evaporata difronte a cose insormontabili, proposte da religiosi che si dicono voluti e istituiti da Dio. Bene, occorre far fede a Dio e alla Bibbia. Gesù un giorno disse: (Ev. Giovanni 5:25) In verità, in verità vi dico: l’ora viene, anzi è già venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l’avranno udita, vivranno. Dunque tutto non è perso: se i morti sentono la voce di Cristo v’è ancora speranza. Udire la voce di Gesù, intenderla e crederla cambia la prospettiva, il disegno benevolo prende forma, assicura certezze insperate. (Ev. Giovanni 5:24) In verità, in verità vi dico: Chi ascolta la mia Parola e crede a Colui che mi ha mandato ha vita eterna e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. Allora tutto è più chiaro: facendo fede nelle parole di Gesù acquisisco una certezza sicura, non banale o dipendente dai miei umori o dai religiosi, no, una fede nella Parola di Dio che opera efficacemente nella mia vita di morto, di ingiusto, portando un messaggio vivente e di perdono dei peccati.

 Si inaugura, ascoltando la voce di Cristo, un rinnovamento sfociante in una nuova vita, non più soggetta al giudizio già decretato di condanna per ingiustizia; Gesù mi dice: chi crede in Me ha vita eterna. Ecco cosa credere, come impiegare la fede derivante dalla voce di Gesù Cristo! Chi ascolta la voce di Gesù rivelata dallo Spirito Santo perché di questo si tratta, passa dalla condizione di morto alla condizione di vivente, esente dal giudizio. Su che base sarò dichiarato giusto, possessore della vita eterna e incolume al vaglio del giudizio? Sulla base della Grazia in Cristo Gesù. (Ep. Efesini 2:8) Infatti è per Grazia che siete salvati, mediante la fede e ciò non viene da voi è il dono di Dio. Meraviglioso! Dunque, per la  Grazia recata dal cielo in Gesù, credendo per la fede, sono salvato, redento, riscattato dalla morte e dal giudizio, tutto per un dono immeritato da me, ma ugualmente elargitomi gratuitamente da Dio in Cristo. Allora questo è il succo dell’Evangelo, la buona notizia di Gesù; Lui mi redime, mi salva e mi dona vita eterna per raggiungerlo nella gloria celeste, quella gloria che prima era inaccessibile per me perché morto e ingiusto. E’ proprio Grazia, cioè un dono immeritato! Che straordinario piano di salvezza è questo proposto da Dio!

Tutto pare inverosimile

Sarà davvero così semplice e facile come spiegato fin qui? Poniamoci la domanda: senza opere aggiuntive? Possibile che Gesù si accontenti solamente della fede? Si! Per Grazia e per fede si passa dalla morte alla vita. (Ep. Efesini 2:9) Non è in virtù di  opere, affinchè nessuno si vanti. Orbene, le opere buone da aggiungere all’opera di Gesù sono inutili, perché operate da degli ingiusti che non possono nulla, tantomeno mischiare opere di morte a quella di Luce e di Vita compiuta da Gesù sulla croce. Non sono possibili aggiunte inique, fatte da uomini pii ma ingiusti che pretendono in modo arrogante di aggiungere le loro opere buone al sacrificio sublime, perfetto, accettato da Dio e dichiarato da Dio Padre compimento sufficiente di salvezza per chi crede. Il sacrificio di Gesù è perfetto perchè Egli ha offerto il suo corpo e il suo sangue come prezzo di riscatto per le anime morte degli uomini. (I Ep. Timoteo 2:6) Che ha dato Se Stesso come prezzo di riscatto per tutti. La Scrittura ci ricorda che (Ep. Ebrei 9:12) senza spargimento di sangue non v’è perdono. Dunque Gesù ha pagato il prezzo di sangue per ottenere il perdono per tutti; per Grazia lo accredita a chi ha fede in Lui, il quale  immediatamente viene passato dalla morte alla vita, come assicurato precedentemente. La riprova è la pace sparsa nel cuore di chi crede, la presenza dello Spirito Santo e la consapevolezza di essere senza condanna, per la conferma autorevole della Parola vivente di Cristo. (Ep. Efesini 2:13) Ma ora in Cristo Gesù, voi che eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo. Lui infatti è la nostra pace. (Ep. Romani 5:1) Giustificati dunque per fede abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore. Orbene il messaggio recato dalla pace nel nostro cuore, assicura la nostra anima che gli apparteniamo per l’eternità.

Senza condanna

(Ep. Romani 8:1-2) Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù, mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte. Sono indubbiamente parole chiare e preziose per chi crede nell’opera di Gesù come proprio personale Salvatore, parole che ravvivano la fede e spargono pace nel cuore. Prima eravamo senza speranza ,ora (Ep. Efesini 1:18) Egli illumini gli occhi del vostro cuore affinchè sappiate a quale speranza vi ha chiamati; qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi è riservata tra i santi. Il Signore si fa autore, per chi ha fede in Lui, di un’opera meravigliosa che solo la fede può recepire: guardare con gli occhi del cuore. Umanamente una cosa impossibile, ma per lo spirito rinnovato dalla Parola di Dio si intravede la certezza che le promesse divine si realizzeranno sicuramente. La sua voce ormai conosciuta per la pace, ci comunica della sua eredità celeste come una  cosa reale e un’appartenenza certa al Salvatore Eterno.

 La sua immensa potenza inclusa nella nostra fede ci indirizza a confidare nella sua mano. (Ep. Ebrei 11:6) Or senza la fede è impossibile piacergli poiché chi si accosta a Dio deve credere che Egli è e che ricompensa tutti quelli che lo cercano. Si, sapere e riconoscere l’amore divino manifestato in Gesù Cristo il Redentore  è sinonimo di vita eterna da realizzare per la fede, mediante l’opera salvifica della croce. Purtroppo su molte persone pesa l’ignoranza delle Sacre Lettere, il Vangelo è un messaggio sconosciuto, parlare di Bibbia è tabù, vige la superstizione e la tradizione di opere morte per conquistare la salvezza. Paolo invece invitava i suoi lettori in Efesini 6:13-20 a cingere tutta l’armatura cristiana, sottolineando (Ep. Efesini 6:16-17) Prendendo oltre a tutto ciò lo scudo della fede… prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito che è la Parola di Dio. Ecco perché ci è caro presentare il messaggio evangelico, fuori dalle elaborazioni umane ma favorendo la pura lettura incondizionata della Parola di Dio, che supplisce da sola per la nostra comprensione e certezza di essere coinvolti nella Verità. La fede è uno scudo contro l’errore subdolo proposto dalle religioni umane, il pensiero della salvezza come un elmo occupa la testa, la mente, la coscienza e la Parola di Dio è alimento come il pane di vita che nutre l’anima.(Ep. Romani 15:13) Or il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e di ogni pace nella fede, affinchè abbondiate nella speranza per la potenza dello Spirito. Gioia e pace nella fede e nella potenza dello Spirito, un programma stupendo immaginato da Dio per chi crede nel Figlio.

Conclusione

(Ep. Efesini 6:24) La Grazia sia con tutti quelli che amano il nostro Signore Gesù Cristo con amore inalterabile. Non vi può essere migliore auspicio di questo, che racchiude il sentimento profondo di quelli che raggiunti da questo inspiegabile amore, sono incamminati per la fede a giungere alla meta celeste, rassicurati sul percorso ogni giorno dalla costante guida dello Spirito Santo e dalla consolazione della Parola di Dio cioè la Bibbia. Lo auguriamo anche ai nostri cari lettori che salutiamo con sincerità, i quali ci seguono con crescente interesse per le semplici meditazioni proposte.

Ferruccio IEBOLE

 

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