SENSI MONOTEISTI

Dio il Padre è la stessa persona per tutti quelli che lo invocano con quel nome?

Molte religioni monoteiste si rifanno a un Dio unico, declinato secondo delle ricette di conoscenza particolari, e in base ad alcune credenze sviluppate secondo tradizioni speciali ed esclusive. Capita perciò che alcuni dicono di adorare Dio e che questa entità, sia comune a molte confessioni, ma che ognuna ha riti, prassi religiose, edifici per adorare diversi per forme architettoniche, arredi disuguali, clero difforme;  anche i fedeli si diversificano per intensità nel culto, per modi di vestirsi e per differenti comportamenti. In questa galassia di idee e condotte, è facile per gli uomini accordarsi confusamente, per restare nelle proprie convinzioni e creare una falsa unità sull’identità di Dio; per continuare a fare ciò che si vuole o si ritiene più consono ai dettati religiosi accettati e predicati. Sovente la comunicazione di fittizia unità e intendimenti, serve per amalgamare unilateralmente le definizioni, tutte inconsistenti e sfocate su Dio. Guai, comunque se qualcuno dissente o mette in dubbio le affermazioni concordate tra religioni, passerà per disfattista, poco avveduto e fuori del tempo moderno.

Definire Dio per capirne la persona.

Bisogna invece mettersi d’accordo per evitare sotterfugi o malintesi. Alcuni si rifanno a storie antiche come Abramo, Mosè, qualche remoto profeta, per far risalire a dialoghi avvenuti tra questi personaggi e Dio, per meglio identificarlo con episodi datati. Anche sui libri dove sono raccolte le sue azioni o i suoi detti, vi sono abissali differenze e contenuti contradittori fra dettati, fra racconti o leggi. Perciò occorre avere una certa e sicura definizione della Sua persona, e sapere se è un Dio che parla e in che maniera. Che vi siano differenze notevoli tra quello che il Signore, si vorrebbe fosse e quello il quale in realtà è, resta evidente per l’attento lettore dei libri sacri, o il ricercatore della sua parola. Infatti nessuno crede nella carenza di parola di Dio, in un suo mutismo, di un suo disinteresse e assenza dalla scena del mondo, relegato in una specie di suo isolato riserbo. Ora non voglio perdermi nell’inseguire le varie definizioni di Dio, i suoi molteplici nomi, le azioni cui gli vengono attribuite per rivelare la sua presenza nella storia degli uomini; penso piuttosto a quello che si può sapere di Lui attraverso l’unico libro da Lui ispirato e reso comprensibile, per mezzo del Suo Spirito, cioè la Bibbia (II Ep. Timoteo 3:16) Ogni scrittura è ispirata da Dio. Basandomi su questo testo scritto, ho la certezza che Dio parla e si rivela, non come lo percepisco con le mie limitate forze, ma nell’essenza che Lui vuole rivelarmi. Come posso essere certo che le mie  conclusioni siano veritiere, fondate nella Verità e non degli affrettati abbagli o illusioni senza senso? Intanto sottolineo e posso affermare che il suo vocabolario per capire il suo linguaggio, è la Bibbia, la Parola di Dio. Qui salgono le prime obbiezioni: chi l’ha scritta, quanti errori contiene, sei sicuro che sia la sua Parola, è piena di contraddizioni, ecc. ecc.? I detrattori della Bibbia non sono gli atei, gli avversari, gli scettici, sovente sono proprio quelli che dovrebbero difenderla e crederla o che perlomeno fanno mostra conoscerla e prestarle fede. Non c’è dubbio che la mente umana sia perversa e ottusa. Orbene, a questo punto bisogna porre le basi del ragionamento che deve prescindere dalle citazioni della eterna Parola.

Un ritratto complesso.

Quale figura utilizzare per spiegare Dio? (Genesi 1:2) Dio disse sia la luce. Questo è quello che abbiamo bisogno di ricevere: la Sua Luce, ovvero esercitare la fede nella sua rivelazione che viene dispensata a quelli che lo cercano (Ep. Ebrei 11:6) Or senza la fede è impossibile piacergli, poiché chi si accosta a Dio deve credere che Egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano. Sulla base di questo fondamento posso iniziare a guardare Dio con fiducia e sviluppare la Sua conoscenza. La ricerca continua, per capire (con difficoltà per dei limitati come me o noi) in quanto Dio esista sul serio, leggo: (Deuteronomio 4:35) Tu sei fatto testimone di queste cose affinchè Tu riconosca che il Signore è Dio, e che oltre a Lui non ve n’è nessun altro. Meraviglioso, essere fatti testimoni attraverso il possesso della Verità. Dio afferma per me, e per tutti i lettori della sua Parola, che Lui è Dio, ricompensa chi lo cerca, facendolo suo testimone del fatto che accanto a Lui non vi è nessun altro dio; d’altronde come potrebbe esservene altri in quella potente e abbagliante luce? Sarebbero annientati, vaporizzati e distrutti. Sulla autorità divina e sulla voce bisogna precisare: (Deuteronomio 4:33)  Ci fu mai un popolo che abbia udito la voce di Dio che parlava dal fuoco come l’hai udita TU e che sia rimasto vivo? E’ una grandiosa verità udire la voce di Dio e posta nel cuore di chi lo ricerca. L’eco della Parola divina si sente in base a questa promessa. Dio vuole un rapporto personale con tutti gli uomini, nessuno escluso, e li dota di intelligenza spirituale per ricevere i suoi sentimenti d’amore e di verità. Se secondo quello scritto, Lui parla dal fuoco, vuol dire che emette una voce calorosa, adatta a ricevere attenzione e ad essere recepita non nella confusione dei riti, ma nella calma e nel silenzio del nostro cuore e nella nostra coscienza. (Gioele 2:28) Dopo questo avverrà che io spargerò del mio Spirito su ogni persona. Un chiaro addio a tutti i sistemi religiosi è programmato se Lui sparge il Suo Spirito, perché vuol dire che Dio stabilisce un rapporto personale con tutti, nessuno escluso. Allora occorre sapere quando il Suo Spirito agisce e viene sparso.

Dio e il Mediatore fra Lui e gli uomini perché ricevano lo Spirito.

Dio ha immaginato un piano di redenzione per gli uomini, perché per vivere con Lui dopo la morte terrena, gli uomini hanno bisogno di una nuova vita risorta, eterna e indistruttibile, altresì ricevere un nuovo corpo spirituale, adatto all’immensità del tempo e della grandiosa Sua presenza. Ecco perciò il suo piano: non solo un rapporto interfaccia con Lui, basato sulla fede, ma avvicinati per la ricezione del Suo Spirito, promesso con enfasi e preparato avanti la creazione del mondo (Ep. Efesini 1:4) In Lui (Cristo) ci ha eletti prima della creazione del mondo perchè fossimo santi e irreprensibili dinanzi a Lui. Questo è quello cui Dio vuole che noi sappiamo di Lui mediante Gesù. Evidentemente se esiste una comunione diretta tra Dio e l’uomo per  mezzo solo di Gesù, tutti gli apparati religiosi così cari e appaganti agli occhi sensuali, con le manifestazioni partecipative di folla, sfoggio di arte e di ricchezza consumate in affollate processioni, raduni spirituali oceanici all’ombra di costruzioni imponenti tali da impressionare per forme e opulenza, sono sicuramente tutte cose superflue e inconsistenti. Dio che è Spirito (Ev. Giovanni 4:24) Dio è spirito; non abita in costruzioni immaginate per la gloria dell’uomo o di chi professa di avere un rapporto diretto con Dio; sono solo edifici ben diversi per lignaggio e sfarzo da quelli dei comuni mortali (Atti 17:24) Il Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mani d’uomo. Precisata questa fondamentale differenza torniamo al quesito proposto; quand’è che sparge il Suo Spirito?

Un’apparizione propedeutica alla discesa dello Spirito di Dio.

L’apostolo Paolo propone una riflessione su Dio e afferma: (Ep. Efesini 1:5-6) Avendoci predestinati nel Suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della Sua volontà a lode della gloria della Sua Grazia, che ci ha concessa nel Suo amato Figlio. L’analisi paolina è semplice: Dio secondo un suo insindacabile progetto decide di adottare degli uomini regalando loro la figliolanza celeste. Ancora Dio per mostrare la Grazia, qualità immeritata ma proveniente esclusivamente dal Suo amore, indirizza i nuovi figli a essere per la lode e per la gloria del vero e unigenito Figlio, cioè Gesù Cristo. Il Figlio possiede vita divina eterna essendo Dio, promulga la realizzazione del disegno benevolo di Dio Padre a favore di chi sarà adottato per la fede, rivelerà una nuova visione di Dio caratterizzato appunto dalla Grazia, spargendo lo Spirito Santo. Gesù sarà ancora oggetto di adorazione come Figlio Redentore oltre a Dio, rivelato e visto da ora innanzi Uno con il Padre. Il tempo per questa manifestazione epocale del Figlio, (dalla sua nascita si cambierà il conteggio dei giorni, modificando il calendario), trae origine fin dall’eternità: (Ep Ebrei 10:5-7) Ma mi hai preparato un corpo…Allora ho detto: Ecco Io vengo per fare o Dio la tua volontà; (Ep. Galati 4: 4) ma quando giunse la pienezza dei tempi Dio mandò il Suo Figlio; (Ev. Matteo 1:18) si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Dunque, perché lo Spirito Santo promesso scenda e il disegno benevolo si realizzi, bisogna che il Figlio venga sulla terra e porti a termine la programmata adozione degli uomini con il suo sacrificio: (Ep. Efesini 1:7- 8) In Lui (Gesù Cristo)  abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati, secondo le ricchezze della sua Grazia che Egli ha riversata abbondantemente su di noi, dandoci ogni sorta di sapienza e d’intelligenza. E’ vero il Cristo nasce umanamente per la potenza dello Spirito e dopo aver compiuto l’opera di grazia e di redenzione a favore dei peccatori, sarà in grado di far scendere e spargere lo Spirito di Dio. Questa è l’opera di grazia promossa ed effettuata dal Signore Gesù Cristo per il bene degli uomini peccatori, ora non più orfani di Gesù ma istruiti dal Consolatore.

Una discesa efficace per la natura dei credenti.

Come accennato, con Gesù Cristo i peccatori ottengono redenzione, perdono dei peccati, sapienza e intelligenza. Domanda: ma precedentemente questa discesa, gli uomini erano privi di sapienza e intelligenza? Non v’è dubbio alcuno che anche queste virtù dopo allora, si siano sviluppate sotto varie forme, ma la cosa evidenziabile è che nuove possibilità per capire Dio e la sua volontà si siano incrementate e potenziate in modo favorevole per i credenti. La discesa dello Spirito avviene nel tempo preciso, nel giorno di Pentecoste (Atti 2:2-4) Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia… tutti furono riempiti di Spirito Santo. L’evento raccontato accerta questa discesa che produce effetti benefici e liberatori per gli adoratori di Dio, che ora dopo l’ascensione di Gesù Cristo possono usufruire della guida dello Spirito durante il culto. Si, adorare Dio senza aver ricevuto o essere stati avvolti dal suo Spirito, è un vano e illusorio atteggiamento, vuol solamente dire che non si conosce Dio il Padre, ne Dio il Figlio, ne tantomeno la sua volontà. Gesù disse: (Ev. Giovanni 7:39) disse questo dello Spirito che dovevano ricevere quelli che avrebbero creduto in lui, lo Spirito infatti non era ancora stato dato perché Gesù non era ancora glorificato. Ancora Gesù afferma: (Ev. Giovanni 8:36) Se dunque il Figlio vi farà liberi sarete veramente liberi; corroborato dalle parole di (II Ep. Corinzi 3:17) ora il Signore è lo Spirito e dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà. (Ep. Galati 5:1) Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi. In questo clima propizio di libertà voluto e realizzato da Gesù, sono esplicative le frasi di (Ep. Galati 4:4-7)  Dio mandò suo Figlio, nato di donna, nato sotto la legge, affinchè noi ricevessimo l’adozione. E perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida Abba Padre. Così tu non sei più servo, ma figlio, e se sei figlio sei anche erede per Grazia di Dio. Allora c’è la risposta sicura: se credo in Dio devo sentire prepotente questa voce in me che grida Abba Padre. Se non la sento vuol dire che non credo nel Dio rivelato da Gesù Cristo; forse credo in un’altra cosa che mi richiede prescrizioni pie,  opere buone e mi prescrive sacrifici immani,  ma non usufruisco della libertà dello Spirito Santo. La testimonianza sicura per decidere se adoro Dio  è resa chiara da (I Ep. Giovanni 5:11-12) Dio ci ha dato la vita eterna e questa vita è nel Figlio suo. Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita. Sulla base di questa affermazione del congruo possesso del Figlio, crollano molte idee di conoscere Dio, perché la categorica attestazione di possedere la vita del Figlio non corrisponde a un ipotetico Dio, padre di religioni monoteiste alquanto confuse nei fini e nella rivelazione.

Chi adorare e come.

Se abbiamo accesso al cielo mediante lo Spirito Santo e mediante l’offerta del sangue di Gesù Cristo, che ci procurano libertà di  contemplare spiritualmente Dio nostro Padre, che ci accoglie come figli celesti, non abbiamo bisogno di altri intermediari. Il sommo sacerdote Gesù è sufficiente a presentare per noi il culto che abbiamo inteso come farlo, ancora dalla Parola di Dio, cioè la Bibbia. Essa ci istruisce sul culto che dobbiamo rendere al Signore con un cuore rinnovato dalla presenza del suo Spirito, che come detto, ci fa gridare Abba Padre. Il culto a Dio deve prescindere dal riconoscere le sofferenze di Gesù sulla terra e il sacrificio della croce, ricordare la sua gloria occorsa per ottenere la redenzione dell’umanità, l’amore del Padre manifestato dal Figlio, le promesse di Cristo Gesù fatte per l’eternità. Questi ed altri molteplici argomenti sono quelli che spingono il credente ad adorare questo Dio conosciuto, che parla e agisce in favore dei peccatori. E’ vero  grazie alla libertà, all’intelligenza  e alla sapienza procurata e dispensata attraverso i doni dallo Spirito Santo, ora si è in grado di svolgere un culto nella Verità , confortati e guidati anche dalla Parola di Dio, resa viva e determinante nell’accostarsi a Dio in Ispirito e verità (Ev. Giovanni 4:24) i veri adoratori adoreranno il Padre in Spirito e Verità.  Nella Bibbia è attestato: (Ep. Romani 12:1-2) Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinchè conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona e perfetta volontà. Non vi sono più titubanze: per rendere un culto gradito a Dio occorre il rinnovamento della mente, esercitato nella sua conoscenza personale e l’esperienza della sua volontà, che viene sottolineata non come approssimativa, dipendente da umori umani, farraginosa perciò delegata a interpretazioni di addetti, ma da vincoli di perfezione biblica esposti nella Scrittura..

Adorare  con  discernimento.

Adorare Dio secondo quanto esposto, non implica i nostri sensi; pericoloso risulta suggestionare e condizionare attraverso strumenti esterni e non secondo la libertà provveduta dallo Spirito Santo. Recentemente ho visto una riunione evangelistica dove tutto era programmato: la partecipazione dei fedeli, l’esaltazione prodotta da fasci di luce colorate a intermittenza che colpivano i partecipanti e per emulazione assumevano sulle ali musicali strane posizioni con ondeggiamenti sensuali del corpo. Poi vi erano i componenti del coro, vestiti tutti uguali che infondevano sicurezza e ordine, tutto il programma era ben visibile proiettato su schermi, quindi senza sbavature per accreditare una regia superiore; testimonianze struggenti e esaltative pronte a incitare un miracolo che non arriva mai, musica rumorosa o soffusa con strumentazione coinvolgente. La predicazione evangelica era praticata con protagonisti un uomo e una donna di elegante e di gradevole aspetto, secondo il collaudato metodo televisivo della conduzione e dell’acclamazione. Poi si ascoltavano dei battimani e delle fragorose presenze di individui usciti dall’anonimato per sproloquiare. L’unico risultato assicurato era il denso e gradito  divertimento della folla, commentato appunto con un: “anche questa sera sarà un successo”, detto dal predicatore entusiasta e pronto ad arringare la folla con frasi fatte come:“ Dio questa sera è qui con noi”. L’unico escluso in quel consesso pareva forse il meno importante di tutti; emarginato perché scartato nella programmazione dello spettacolo: lo Spirito Santo.

Conclusione.

(Ep. Romani 12:16) Abbiate tra di voi un medesimo sentimento. Non aspirate alle cose alte, ma lasciatevi attrarre dalle umili. Non vi stimate saggi da voi stessi.

( Ep. Romani 11:33) Oh profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio. Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie.

(Ep. Romani 12:11) Quanto allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore.

Ferruccio IEBOLE

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