SE DUNQUE IL FIGLIO VI FARA’ LIBERI

Questa affermazione dell’Evangelo di Giovanni (Ev. Giovanni 8:36) Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi, ci introduce nel cuore dei capitoli 7 e 8 da dove trarremo alcuni pensieri di consolazione come solo la Sacra Scrittura sa conferire al cuore di chi ricerca la libertà vera e l’amore sincero del Figlio di Dio.
Come accennato i capitoli 7 e 8 di Giovanni nascondono un nesso molto preciso, che Gesù vuole far conoscere ai suoi ascoltatori di quel tempo e agli odierni uditori di cose spirituali, cose che confortano nella fede e nella conoscenza. Il ragionamento di Gesù interrogava i Giudei sulla loro identità, il Maestro stesso la metteva in dubbio, proponendo una vera appartenenza a un popolo celeste, non terrestre, indicando come i capostipiti e i patriarchi degli Ebrei, che erano tenuti giustamente in massima considerazione, in realtà fossero stati molto diversi da loro, nel rapporto di dipendenza e di figliolanza con Dio. Ora era il tempo della pienezza, della rivelazione, della realtà dei tempi dei profeti, dei tempi della Grazia materia che solo Gesù poteva dimostrare in opere e in predicazione.
Un quadro preciso
Nei due capitoli presi come testo abbiamo una serie di episodi che a prima vista sembrano scollegati tra loro, che propongono una serie di situazioni un po’ scombinate e confuse se non capite. Possiamo pensare che tutto sia successo per caso oppure i fotogrammi susseguenti uno dopo l’altro, non facciano parte di un disegno divino con logica da Alto? Ebbene si, tutto si lega per fornire un quadro preciso, dove il Figlio di Dio possa porre domande sensate e pretendere posizioni giuste nei suoi confronti da parte degli ascoltatori e il suo intervento manuale o esplicativo possa essere condiviso o respinto. Ecco il quadro di argomenti che emergono dalla Scritture dei due capitoli:
1. Fiumi d’acqua viva
2. I Soldati
3. La Legge
4. L’adultera
5. La Luce
6. La libertà
7. Il padre Abramo

1) L’argomento dei fiumi d’acqua viva è un esempio per indirizzare la mente dei Giudei a considerare il privilegio di ascoltare il Maestro, che rivelava l’urgenza di ricevere lo Spirito Santo, quale generatore nuovo di una identità spirituale, che sostituisse la stirpe terrena; come in Gesù la vita era stata determinata dall’opera dello Spirito Santo, anche i nuovi cittadini del cielo dovevano sperimentare una nuova nascita spirituale, cioè una vita diversa da quella conosciuta attraverso la carne umana. Tale vita nasceva dall’ascolto dell’Evangelo, ovvero dalle parole creative di Cristo introiettate nel cuore delle persone per formare la fede in Lui come Redentore. Il rinnovamento sperato consisteva nell’udire e credere in Gesù, che avrebbe proposto una vita assomigliante a dei fiumi impetuosi che dissetano e riempiono di gioia, di libertà e di fertilità per l’azione indicata. La figura dei fiumi dovevano accendere nella mente degli astanti la voluttuosità delle acque che scorrono in benedizione di un terreno preposto a ricevere la potenza sommergente della Parola di Dio. Era un giorno di festa quando Gesù pronunziava queste frasi, è ancora oggi un giorno di festa quando qualcuno si converte e nasce di nuovo. (Ev. Giovanni 7:38) Chi crede in Me come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno, dunque il credere in Gesù, chiama direttamente la Scrittura con la sua autorità, promettendo una continuazione vitale nella testimonianza del messaggio cristiano, tale da coinvolgere positivamente quelli raggiunti.

2) I soldati avvaloravano con la loro testimonianza (Ev. Giovanni 7:46) Nessuno parlò come quest’uomo, un ascolto di una parola superiore, autorevole come quella di un profeta o di Cristo, proveniente da Uno che secondo i capi farisei e i sacerdoti era da arrestare. Invece per i soldati, pur non essendo dei conoscitori delle Scritture o implicati in dispute religiose, Lui poteva liberamente parlare. Col tempo si sarebbe potuto dirimere la questione se Gesù era un discendente di Davide, era il Cristo o era un impostore. Già, e gli altri di che discendenza erano? Una cosa certa era come in tutte le diatribe religiose si formavano i partiti, chi propendeva per l’arresto, chi difendeva la libera circolazione del Maestro. Il pericolo secondo i religiosi era la seduzione che Gesù poteva esercitare sugli ascoltatori. Si tratta di una benefica influenza quella progettata da Gesù per far arrivare le persone a essere cittadini del Regno dei cieli.

3) La Legge era l’orgoglio del Popolo ebraico, che aveva conservato al suo interno con alterne vicende il mantenimento dei testi scritti, la Bibbia ebraica, cioè la Parola di Dio rivelata a Israele. Ora, era giunto il tempo della pienezza, sul mondo si era affacciato il Cristo, Colui che avrebbe adempiuto la Legge e avrebbe rivelato un nuovo modo di intenderla e con la sua predicazione fatto dei cittadini celesti. Intorno a Gesù vi erano tutte le parole profetiche che avvaloravano la sua identità e la sua autorità. Per riconoscerlo occorreva sapere le promesse, conoscere le Scritture, credere subito alle sue parole di Verità. Per chi credeva di essere già discendente di Abramo era difficile ammettere la superiorità di Gesù Cristo, come Messia inviato dal Padre. Solo un convincimento spirituale operato dallo Spirito Santo e dalla potenza delle Sue parole e opere, potevano far nascere la fede vera. L’orgogliosa affermazione <chi non conosce la legge è maledetto> apriva uno scenario diverso; proprio loro che sentenziavano contro altri non conoscevano la Legge e gli scopi. Veramente era la loro una conoscenza superficiale, senza scorgere il fine della legge e perché era stata data. Come scriveva Paolo: (Ep. Galati 3:24) Così la Legge è stata data come un precettore per condurci a Cristo, affinchè noi fossimo giustificati per fede. Ma evidentemente era materia sconosciuta per quei farisei e sacerdoti.

4) L’adultera colta in flagranza era la dimostrazione dell’impotenza della Legge. Gesù difronte a questo fatto svolgeva il suo compito di Salvatore, di Redentore, evidenziando come la Grazia fosse superiore alla sentenza di morte voluta dalla Legge. Nessuno aveva potuto condannare la donna infedele, eppure nessuno poteva negare il tradimento; c’era stato e scoperto. Il Signore Gesù nell’episodio citato ribadisce quello che lucidamente Paolo scriverà: (Ep. Galati 3:13) Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: Maledetto chiunque è appeso al legno). Dunque solo Gesù poteva assolvere la donna traditrice, perché tra poco sarebbe stato inchiodato sulla croce per espiare anche quel peccato. Il perdono all’adultera lo concedeva subito in virtù della Grazia, e della fede riconoscente riposta in Lui dalla peccatrice perdonata, consapevole della vita salvata dalla mano del Maestro. Nell’evento si materializzavano le parole (Ep. Galati 2:16) Sappiamo che l’uomo non è giustificato per le opere della Legge, ma soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù, e abbiamo anche noi creduto in Cristo Gesù per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della Legge, perché dalle opere della Legge nessuno sarà giustificato.

5) Una luce luminosa e potente aveva illuminato l’episodio dell’adultera con l’assoluzione; un evidente contrappunto e un perdono insperato annullava un preciso comandamento della Legge e dimostrava l’impotenza degli uomini pronti a imbracciare il randello della Legge per uccidere, difronte al mansueto Gesù. Una lezione inaspettata della Grazia di Gesù. Il fascio di luce prodotto non doveva essere disperso, ma doveva continuare a illuminare la figura di Gesù che dirà: (Ev. Giovanni 8:12) Io sono la luce del mondo, chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita. Il tesoro di queste parole dette proprio nella sala del tesoro del tempio, ci avvalorano nella solennità del pronunciamento. Gesù srotola una sapienza luminosa superiore e la propone al mondo, chiamando Dio suo Padre a testimoniare della Verità e della Grazia, per far prosperare mediante l’adozione e la fede, un nuovo popolo di Figli di Dio, adatti a ereditare il Regno dei Cieli. Il punto da decidere subito era di seguirlo immediatamente, in un cammino che si svilupperà nella luce e non nelle tenebre, e la vita stessa, rinnovata e introdotta dalla luce, sarà la riprova di camminare nella fede, avendo capito il traguardo, cioè il cielo. Meta preclusa per chi non crede: (Ev. Giovanni 8:24) Perciò vi ho detto che morirete nei vostri peccati; perché non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati.

6) La libertà era un altro argomento toccato dal Signore Gesù Cristo e spiegato in vista di compiere un bilancio e un esame per definire la discendenza reale dei farisei. Gesù dichiarava che (Ev. Giovanni 8:32)la Verità vi farà liberi, dunque la libertà proveniva non da uno stato giuridico ma dalla Verità; essa era quella che faceva liberi e per non incorrere in altri sbagli o errori chiariva (Ev. Giovanni 8:36) Se dunque il Figlio vi farà liberi sarete veramente liberi, orbene il Figlio vantava una libertà superiore a tutte quelle conosciute dagli uomini, manifestata appunto dalla esaltante e confortante liberazione dell’adultera. A proposito di Verità (Ev. Giovanni 8: 45-46) A me perché dico la Verità voi non credete. Chi di voi mi convince di peccato? Se dico la Verità perché non mi credete? Era una discussione dura. Dove la luce della Verità produceva la libertà per confrontarsi dove la discendenza poteva trarre il bilancio, cioè stirpe di liberi immersi nella Verità, oppure schiavi oppressi delle tenebre. A questo proposito: (Ep. Galati 5:1) Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi, state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù.

7) La disputa sulla discendenza volgeva al termine, chi voleva stando nei pressi del divino Maestro, aveva ricevuto tutti gli strumenti per esaminare la propria posizione, riguardo il messaggio del Regno dei cieli e verificare l’appartenenza non di stirpe ma di fede alla generazione del patriarca Abramo. Gesù proponeva la verifica sulle opere: (Ev. Giovanni 8:39-40-41) Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo, ma ora cercate di uccidere Me, perché vi ho detto la Verità che ho udita da Dio: Abramo non fece così. Voi fate le opere del padre vostro. E il padre loro, dato che avevano nel cuore pensieri omicidi era sicuramente l’Avversario, il Diavolo: (Ev. Giovanni 8:44) Voi siete figli del Diavolo, che è vostro padre e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non si è attenuto alla verità, perché non c’è verità in lui. Quando dice il falso parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna.

Con questo raffronto Gesù puntualizzava cosa voleva dire, schierarsi per la Verità o rimanere impantanati nell’errore e nelle tenebre spirituali. Occorre dire che la diatriba non è terminata neppure oggi; vi sono quelli che ascoltano la Verità e quelli che la respingono sdegnosamente. Gesù consigliava: (Ev. Giovanni 8: 47) Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate; perché non siete da Dio. L’apostolo Paolo riprendendo i concetti scriveva così dell’opera di Cristo (Ep. Galati 3:14) affinchè la benedizione di Abramo venisse sui pagani in Cristo Gesù, e ricevessimo per mezzo della fede lo Spirito promesso. Ancora: (Ep. Galati 3:7 Riconoscete dunque che quanti hanno fede sono figli d’Abramo. Orbene non vi sono dubbi, i Figli del Regno dei Cieli sono quelli che ascoltando la Verità dell’Evangelo, ricevono la vita eterna, la benedizione di Abramo inclusa nelle Parole di Verità e il sigillo dello Spirito Santo. Nel cuore di tali credenti si annidano sentimenti di riconoscenza e gratitudine per il Salvatore che ha elargito il dono della Grazia e fatto crescere la fede in Lui. (Ep. Galati 4:26) Perché siete tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesù.

Non uccidere
Non uccidere lo diceva il comandamento, ma gli ascoltatori di Gesù in quei frangenti di proposta e manifestazione di Verità, lo ignoravano e lo racchiudevano nascosto nei loro cuori immaginando un delitto; non per nulla veniva accennato nella Scrittura a dei desideri mortali per sopprimere per sempre il Redentore, classificato un disturbatore di riti consolidati da secoli. Eppure come ben raccontato, le sue parole erano spirito e vita, avvalorate da azioni di bontà e da ragionamenti logici e scritturali. Purtroppo anche le figure proposte come i fiumi d’acqua viva non avevano suscitato consenso e approvazione. La via della fede è sempre ardua; arrendersi all’amore di Cristo, difficile. Nel nostro intimo ci pare che se ascoltiamo l’Evangelo esso ci tolga qualcosa di estremamente vitale e irrinunciabile. E’ vero, la lotta tra i desideri del cuore come nel caso accennato, erano contrari a Cristo, era la vita della carne, dell’orgoglio umano che non voleva sottomettersi a quella via spirituale. Gesù parla di Grazia, di perdono, di aiuto e assistenza nel cammino, come nella vita di Abramo che lasciò il suo parentado e la sua città, confidando solo in Dio, che si era rivelato. Gesù ci chiede di confidare in Lui e nella Sua Parola. Nessuno è mai stato deluso, nonostante le sofferenze e le difficoltà della vita terrena. (Ep. Romani 8:22-23) Sappiamo infatti che fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio, non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi aspettando l’adozione, la redenzione del nostro corpo.

Conclusione
E’ bello pensare che i nostri lettori in questi mesi abbiano potuto pensare alle cose celesti, confortati dall’autorità della Bibbia, in questi tempi siete notevolmente cresciuti e questo rallegra il nostro cuore. Vista la fragilità del nostro essere ci appropriamo di una promessa della Parola: (Ep. Romani 8:11) E se lo Spirito di Colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, Colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà i vostri corpi mortali per mezzo del Suo Spirito che abita in voi. Amen

Ferruccio IEBOLE

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