SCIOGLIETELO E LASCIATELO ANDARE

( Ev. Giovanni 11:44) Il morto uscì con i piedi e le mani avvolti in fasce e il viso coperto da un sudario. Gesù disse loro: scioglietelo e lasciatelo andare.

(Ev. Giovanni 20:6-7) Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro, e vide le fasce per terra e il sudario che era stato sul capo di Gesù, non per terra con le fasce ma piegato in un luogo a parte.

L’apostolo Giovanni come testimone e potremmo dire come cronista veritiero, ci descrive le due resurrezioni di Gesù e di Lazzaro,  per poterle mettere a confronto e trarre alcune conclusioni che dovrebbero rafforzare la nostra fede nella Parola di Dio.

Le differenze tra le due resurrezioni

  • La pietra: (Ev. Giovanni 11:38) Togliete la pietra; occorreva l’intervento umano, quella di Gesù sebbene sigillata era già stata rotolata dalle potenze angeliche celesti.
  • Il corpo: (Ev. Giovanni 11:39) Signore egli puzza già perché siamo al quarto giorno. Il corpo del Signore Gesù ci viene descritto così in Atti 2:27: E non permetterai che il tuo Santo subisca la decomposizione.
  • La Gloria di Dio: nel caso di Lazzaro le persone si selezionano in chi crede e chi è scettico. (Ev. Giovanni 11:40) Gesù le disse: non ti ho detto che se credi vedrai la gloria di Dio? Nel caso di Gesù la gloria provoca un terremoto e rende i soldati di guardia come morti (Ev. Matteo 28:2-4). Il creato partecipa a questa resurrezione, come le anime tenute in prigione, che saranno liberate dal Redentore.
  • Per risorgere occorre un Liberatore e la sua voce: (Ev Giovanni 11:43) Lazzaro vieni fuori; per Gesù vale (Ev. Giovanni 10:18) Nessuno me la toglie, ma IO la depongo da me; ho il potere di deporla e di riprenderla. Questo ordine ho ricevuto dal Padre mio.
  • Il morto Lazzaro ha bisogno di essere sciolto dalle fasce: (Ev. Giovanni 11:44) il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti e il viso coperto da un sudario. Gesù disse scioglietelo e lasciatelo andare. Gesù invece si libera delle fasce che rimangono a terra come scrollate di dosso in segno di potenza, mentre piega il sudario per far capire di un seguito riposto e attuato con la resurrezione, in vista di una glorificazione di quel capo, non più coperto dal sudario, ma coronato di gloria eccelsa quando sarà nuovamente rivisto in quell’ultimo giorno.

Una riflessione particolare

Il raffronto di questi passi sono importantissimi: ci viene riferito che le fasce e il sudario erano riposti sul corpo del morto, prima della deposizione nel lenzuolo per il trasporto alla grotta funeraria. Quindi è plausibile che le donne che andarono al Golgota (Ev. Marco 15:40) Vi erano pure delle donne che guardavano da lontano, avessero con se già le fasce mortuarie per avvolgere il corpo del Signore. Il lenzuolo fu comperato da Giuseppe d’Arimatea e il corpo di Gesù ne fu avvolto per il trasporto, dopo quella prima opera di pietà composta dalle donne. Questa ricostruzione è plausibile, perché si capisce da quando furono messe le fasce attorno al corpo del Salvatore, infatti gli Evangeli chiariscono (Ev. Giovanni 19:39-40) Nicodemo che in precedenza era andato da Gesù di notte, venne anch’egli portando una misura di mirra e d’aloe di circa cento libbre. Essi dunque presero il corpo di Gesù e lo avvolsero in fasce con gli aromi secondo il modo di seppellire in uso presso i Giudei.  Confrontando con la resurrezione di Lazzaro comprendiamo lo stesso rituale intorno ai corpi dei defunti con le fasce, quindi è impossibile che la Sindone torinese rifletta l’immagine del Salvatore morto.

 Ognuno sceglie gli oggetti per il proprio culto che più gli aggradano, v’è da dire che se vogliamo essere coerenti con la resurrezione gloriosa del Signore, non possiamo soffermarci a reperti archeologici, che parlano di oggetti tralasciati in modo arruffato a terra senza nessun valore da Gesù. Non è una critica serrata  a chi pratica  certi riti, ma abbiamo il dovere di interrogarci tutti in rapporto con Gesù; dove ci troviamo? Lui dal luogo dove aveva incontrato Marta non si era mosso, non era andato incontro al sepolcro e al morto. (Ev. Giovanni 11:30) Or Gesù non era ancora entrato nel villaggio, ma era sempre nel luogo dove Marta lo aveva incontrato. Il luogo è ancora quello delle esplosive parole: (Ev. Giovanni 11:25) IO sono la resurrezione e la vita; chi crede in Me anche se muore vivrà e chiunque vive e crede in Me non morirà mai. Credi tu Questo? Dunque questo è il luogo della fede e non del miracolo, che non produce nulla, se non la giusta ammirazione del Figlio. Lui però interroga il cuore di ognuno ancor oggi  e domanda di credere in Lui, aldilà del fatto miracoloso.  Vuole che la fede sia deposta in Lui come Resurrezione e Vita, tralasciando altre pratiche di  minor senso non avvalorate dalla Parola.

  • Lazzaro ha impiegato quattro giorni per risorgere, Gesù tre, giorni conteggiati dagli uomini; ma i credenti, mi pare, dovrebbero essere più attirati da quello che il Salvatore compie nei tre giorni in cielo e presso il Padre, per essere informati sul valore della morte e resurrezione di Gesù. Il Redentore aveva posto una domanda a Maria: (Ev. Giovanni 11:40) Non ti ho detto che se credi vedrai la Gloria di Dio? Bene sembra più auspicabile credere a Gesù e pensare alla gloria celeste, che arroccarsi a visioni di lenzuoli, senza nessuna certezza che siano veramente appartenuti a Giuseppe d’Arimatea e poi a Gesù
  • Scioglietelo e lasciatelo andare: mi pare un ottimo invito a lasciarsi addietro i legami delle fasce aromatiche, simili alle credenze errate, che impediscono il cammino virtuoso verso la Verità e la Vita in Cristo Gesù. Deve risplendere nella nostra vita il desiderio di aggrapparsi alle parole di Gesù, alla sua voce liberatrice e rispondere in tutta sincerità a quelle due domande che il Redentore pone sul cuore di chiunque; credi che chi vive e crede in Gesù non morirà mai? Credi in conseguenza di questo, che vedrai la gloria di Dio? In base alla tua risposta di fede, il tuo destino eterno sarà programmato per la gloria o per la separazione dal Signore.

Gesù nel cielo dopo la morte

(Ep. Ebrei 9:24) Infatti Cristo non è entrato in un luogo santissimo fatto da mano d’uomo figura del vero, ma nel cielo stesso per comparire ora alla presenza di Dio per noi. Il fatto che Gesù sia comparito nella presenza di Dio per perorare la nostra causa, ci parla di un sacrificio liberatorio come quello dell’agnello in Egitto; all’ombra di quel sangue sullo stipite della porta la morte passava oltre. Così è per Gesù vero agnello e non un simbolo, che ha offerto il prezzo di riscatto di tutte quelle anime, che abbandonato riti e credenze sorpassate e senza approdo, si appoggiano per fede al sangue del Cristo, offerto mediante lo Spirito Santo. Purtroppo sul sacrificio perfetto in croce del Redentore, c’è molto scetticismo da parte di chi pensa ancora di potersi salvare da solo, essendo ancora immerso in una incredulità nei confronti di Gesù come autore di salvezza. E’ la stessa cosa verificatasi nell’episodio di Lazzaro, messi difronte alle due domande di Gesù, c’era chi rispondeva positivamente e chi rifiutava, apprezzando di più le pratiche della religione, degli apparati sacerdotali e farisaici.

Per i nostri amici che ci seguono in queste note, noi auspichiamo che sappiano scegliere la voce di Cristo e ascoltino nel loro cuore quel detto: Scioglietelo e lasciatelo andare. L’approdo sarà una comunione vivente con il Redentore, come dice il (Salmo 23:2) Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli. Nel risentirci presto a Dio volendo, passiamo a salutarvi con sincera amicizia.

Ferruccio Iebole

Lascia una risposta

Your email address will not be published / Required fields are marked *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>