PERCHE’ TUO FIGLIO O TUO NIPOTE NON FREQUENTA L’ASSEMBLEA?

La frequenza al culto e alla vita della chiesa locale si rivela sempre più difficile per la grande influenza mondana espressa in varie forme, (tutte dissuasive dalla fede), che si respirano in questi tempi difficili, che potrebbero rivelarsi davvero gli ultimi della Grazia Divina.

Di solito i regolamenti così cari agli uomini cercano di dettare norme di comportamento e restringere la naturale tendenza di frequentare un luogo senza dover troppo giustificare la propria presenza. Chi sei e cosa fai diventa necessario saperlo per il regolamento. La Bibbia invece parla di libertà dello Spirito e di responsabilità personale (Ep. II Corinzi 3:17) Dove c’è lo Spirito del Signore, lì c’è libertà. Quando a metà ottocento i primi credenti scoprirono leggendo la Parola, questa verità della libertà, la stessa era vissuta con pienezza e convinzione, perché fingere era molto pericoloso di essere sbugiardati e risultare inadeguati alla libertà di Cristo. La franchezza era una virtù da dimostrare costantemente, in ogni frangente della vita (Ep. Ebrei 3:6) E la sua casa siamo noi se manteniamo ferma fino alla fine la nostra franchezza e la speranza di cui ci vantiamo; e tutti, se avevi una famiglia, erano sottoposti alla medesima persecuzione o intolleranza. Sovente la dolcezza e la pazienza erano gli strumenti per non alienarsi il minimo consenso degli altri, per continuare a usufruire dell’amicizia delle altre persone, ad esempio dei vicini di casa o colleghi di lavoro; certo era faticoso.

Essere Evangelico era sinonimo di sguardi di sufficienza da parte di alcuni, di sorrisi di compatimento, e in certi casi di prese di distanze in nome di una religiosità vissuta senza conoscenza, di vere e proprie difficoltà, persecuzioni e ostacoli a trovare per esempio casa, occupazione e lavoro. Ma se eri credente, nasceva in te la grande forza di proclamare la fede, l’Evangelo come liberazione mai provata prima, poter dimostrare gli inganni di una religione morta e utilizzare la Bibbia, libro allora proibito, per spiegare la Verità contenuta in essa (Ep. II Corinzi 4:5) Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù quale Signore. Insomma testimoniare dell’Evangelo era una grande fonte di felicità. Non  occorre consultare molti testi di storia per affermare che essere minoranza religiosa in un paese come il nostro, il quale non ha conosciuto una vera rivoluzione, al massimo qualche ribellione, non sia propenso a suddividere nettamente la verità dalle menzogne, la fede dalla superstizione, i riti pagani dal vero culto a Dio. Questo atteggiamento ad aggiustare le cose in barba ai principi basilari adoperando sotterfugi, resta un vizio che ci trasciniamo dietro da sempre come società civile. La naturale propensione a mentire  è una peculiarità tollerata in tutti i campi nel nostro popolo, che difficilmente si adatta alla parola data e a mantenere le promesse. Nel terreno spirituale però le cose sono differenti: maneggiare la Verità è diverso da osteggiarla, divagare dalla Verità e non affermarla è diverso da amarla, immergersi nella Verità è molto differente dall’avere un’infarinatura di cose giuste o religiose.

Chiamarsi credenti evangelici.

Nel corso del tempo, subentrano inevitabilmente l’amarezza della vita per i più anziani e la distrazione o la superficialità per i più giovani. Dunque ci pare che alla base di tutto, prima che soggiungano come detto, amarezza e superficialità, se esiste un grande desiderio di dichiararsi Credenti Evangelici con la C. e la E. maiuscola, questo dovrebbe spingerci a considerare con riverenza il grande privilegio, che Dio ci concede durante la nostra esistenza, di poter avere dimestichezza con le Sacre Lettere (Ep. II Timoteo 3:15) E che fin da bambino hai avuto conoscenza delle Sacre Scritture le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede. Di solito vi sono momenti nella vita in cui particolarmente questi pensieri toccano: sono i momenti dei funerali, quando il lutto bussa prepotentemente vicino a noi. A questi tristi incontri le persone comunicano ciò che sono; indipendentemente dal voler giudicare a tutti i costi le loro posizioni. Alle sepolture ognuno rivela senza infingimenti il grado di fede raggiunto, non  ci si può nascondere nell’apparenza o mischiarsi nella massa anonima, che fa dell’indifferenza un modo di comportamento.

 Mentre si è  avvolti forse dai consueti discorsi di circostanza, ecco passare davanti persone che hai amato in gioventù, magari alla scuola domenicale o in una età più sbarazzina che prometteva interessi spirituali intensi, oppure persone canute che l’aver ascoltato innumerevoli predicazioni evangeliche non ha prodotto nulla nella loro esistenza. Vite desertiche: provi una tristezza indescrivibile che ti prende come un groppo alla gola. Se poi devi partecipare a certi funerali dove la religione di Izebel la fa da padrone, in mezzo a finte benedizioni di cadaveri o false assicurazioni di paradiso per defunti, vedi scorrere vicino persone a te care, dove nei loro occhi leggi il fallimento dell’ascolto della Parola di Dio. Occhi tristi, spaesati, sguardi che ti confessano indifferenza verso le testimonianze udite nel remoto, e l’ineluttabilità contro un tempo andato. Com’era piacevole quel tempo alla scuola del Signore, quei cantici cantati con il convincimento dei testi poetici e l’ entusiasmo di voci stridule di fanciulli, ma sincere. Tutto sembra passato; i soliti discorsi di dolori corporali incombenti o presenti, la senilità che avanza, quelli che sono già scomparsi, sembrano la giusta appendice di questo malinconico incontro. Anche i saluti sembrano più di circostanza che dettati dall’affetto sincero quasi svanito e annebbiato.

Dov’è finita la franchezza?

Già, ma della franchezza che ne è stato, dei richiami alla vita e alla fede cosa è successo? La Bibbia dice: (Ep. Ebrei 10:35) Non abbandonate la vostra franchezza che ha una grande ricompensa. Può l’indifferenza e il soffocamento della voce della coscienza rimanere in silenzio per sempre, oppure può svilupparsi ancora l’opportunità di nascere (Ev. Giovanni 3:5) D’acqua e di Spirito per riportare la vittoria su un animo spento? E che dire del poter ancora alzare la grande bandiera dell’Evangelo, sbandierarla con vera fede ed energico vigore al vento dello Spirito Santo per  poter ribadire ad alta voce: (Ep. Colossesi 1:27) Cristo in voi speranza di Gloria. Non v’è dubbio che certi portamenti sono propedeutici al fallimento spirituale; uno di questi è quando si assume l’atteggiamento di essere solo un ascoltatore della Parola. Vado nell’assemblea, al radunamento senza una mia Bibbia personale, tanto nel locale una la trovo; in conseguenza non prenderò appunti ne spunti, passivamente ascolterò un discorso ben congegnato al momento, ma poi tutto svanirà in mezzo a tante altre notizie e pensieri (Ep. Giacomo 1:25) Un ascoltatore smemorato. Il fatto di interessarmi con lena e dedizione alla lettura della Bibbia, magari per poter incoraggiare o citare qualche passo di consolazione o esortazione, se non viene realizzato, vi sarà l’incipiente desertificazione, la disaffezione e la sordità. Poi progressivamente la vita con le sue esigenze distruggerà la scala dei valori, quelli spirituali scemeranno di importanza, ci sarà sempre qualcosa di più urgente da fare che ascoltare l’Evangelo. Quando si varca poi la soglia una volta, tutto risulterà più facile; sarà sempre il Signore e la sua comunione a rimetterci perennemente in ogni situazione. L’assemblea, il culto, l’amore fraterno saranno sempre oggetto di rinvio e proroga per un’altra volta, per un tempo più favorevole che purtroppo non arriverà mai. Cosa pensare altresì di tanti giovani che imboccata la via della convivenza matrimoniale, poi transitano da una relazione all’altra in un oceano di pettegolezzi e chiacchiericci che rasentano le diffamazioni una volta finita la storia d’amore? Quale moralità di costumi possiamo presentare alla società se purtroppo i figli e i nipoti praticano queste incongruenze? Certo se giriamo lo sguardo viene voglia di chiudere gli occhi. Siamo comunque fiduciosi che il Signore (Ep. II Pietro 2:9) sa trarre i pii dalla tentazione.   

Quale partecipazione?

In questi ultimi tempi la frequenza al culto o alle riunioni hanno avuto un riguardo speciale, molti hanno espresso consigli e ricette perché figli e nipoti non abbandonino distrattamente e conseguentemente si avventurino in scelte di vita irreversibili o temporanee senza sbocco. Proprio la dottrina, quella da sempre insegnata con fedeltà ha incominciato a essere offesa, screpolata e a adattarsi a esigenze umane. Nel cambiare i concetti gli uomini sono maestri, rimodellare su altre basi sembra conveniente, aggiustare e essere più malleabili a certe esigenze appare saggio e accomodante.  Forse bisogna essere chiari e dire che, non saranno i nostri desideri o i progetti per i nostri più intimi, a mutare le scelte individuali dei nostri cari. Chiaramente non saranno nemmeno certe ricette copiate dal mondo o dal proliferare di gruppi paraevangelici che fanno dell’entusiasmo passeggero e dell’emozione il loro credo, o di attese miracolistiche ad arginare l’uscita di persone fragili e ancora insufficienti a capire in profondità la Bibbia.

 Si, perché per fretta di conoscenza di certe parti della Parola non si ha più tempo di attendere le spiegazioni da parte dello Spirito Santo, cioè rivelazioni che non potranno più affievolirsi o scomparire, quando sono comunicate dal divino maestro, che proietta Verità nel Volto di Gesù (Ep. II Corinzi 4:6) La luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo. Oggi si ha premura di assoggettare la nostra mente ad esperienze varie, senza avere acquisito la mente di Cristo; per questo tanti fallimenti. Gli uomini insegnano dottrine bibliche, organizzano corsi, invitano a sperimentare pratiche particolari di preghiera, preparano menti a ricevere interventi soprannaturali, propongono attivismi vari come se si vivesse a qualche centimetro sopra la terra e il suo suolo. Quando poi la realtà s’infrange, ecco apparire la disperazione, lo scetticismo e il disinteresse. Prima di essere sorpresi dal pessimismo bisogna dire che nel campo della fede, si fa un percorso con il Signore, sarà un cammino corto, lungo? Non si sa! Quello certo è che Lui non ci lascerà, ne ci abbandonerà (Ep. Ebrei 13:5) Io non ti lascerò e non ti abbandonerò. Ciò che rimane sicuro e fermo è che non saranno le nostre innovazioni dottrinali o di comportamento tali da introdurre partecipazioni con più facili approcci, o a arginare le presenze delle persone nel radunamento dei santi. Non ci confondiamo: solo dove c’è il Signore presente si avvera la viva comunione.

Conclusione.

 Occorre riflettere ponderatamente sul rimanente che non piega le ginocchia a Baal (Ep. Romani 11:4) Mi sono riservato settemila uomini che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal, preservati dalla grazia del Salvatore. Allora i molti che oggi incontriamo e che con disagio, conoscendo la nostra fede, ci comunicano un’approvazione solidale al modo di condurci nel mondo, cioè testimoniando di Gesù il Salvatore, vorremmo dispensarli dal consenso nei nostri confronti e vederli immersi piuttosto nell’amore di Cristo che non confonde (Ep. Romani 5:5) Ora la speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato. Certe esperienze ci portano a pregare per le persone e perché la franchezza della Parola non affoghi nell’indifferenza spirituale, o peggio ancora, che un’emozione così frequente durante la nostra vita sia scambiata per fede. La fede deriva inconfutabilmente dall’ascolto della Parola di Dio, (Ep. Efesini 1:13)  In Lui voi pure dopo aver ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza e avendo creduto in lui avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo.  La Parola incorporata nella dispensazione di Grazia, che Dio concede a chi apre il cuore e la mente opererà  nel peccatore per essere rinnovato con una natura divina donata gratuitamente da Dio.  

Ferruccio IEBOLE

Lascia una risposta

Your email address will not be published / Required fields are marked *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>