OTTENERE LA VITA

(Ep. Ebrei 10:39) Ora noi non siamo di quelli che si tirano indietro a loro perdizione, ma di quelli che hanno fede per ottenere la vita. Queste precise parole sono il sunto di ciò che crediamo e per ciò ci impegniamo, pensando ai nostri cari lettori che non conosciamo ma ci seguono, (ci piacerebbe conoscerli di persona per rallegrarci con loro e speriamo ciò possa avvenire nel futuro), ma soprattutto auspichiamo per chi legge, possa trarre convinzioni basate sulla Parola di Dio, citata per ottenere la vita eterna in Gesù Cristo.

Illuminati una volta

Dobbiamo dire che la Grazia di Dio ci raggiunge nei tempi particolari e più adatti per noi, come i ricevitori della lettera agli Ebrei; infatti è scritto (Ep. Ebrei 10:32) Ma ricordatevi di quei primi giorni, in cui dopo essere stati illuminati, voi avete dovuto sostenere una lotta lunga e dolorosa. L’esperienza di queste persone credenti è la stessa di chi si sottopone all’azione dello Spirito Santo, che annunzia Gesù come Salvatore. Indubbiamente la persecuzione, la derisione o l’avversità scatenata dall’Avversario sono le armi costanti che utilizza per dissuadere i peccatori a ravvedersi e ad andare a Cristo per ottenere la vita.

Ogni mezzo è buono e idoneo pur di ostacolare e sconsigliare l’offerta gratuita della vita eterna. Quando la luce dell’Evangelo si avvera nella vita degli uomini, le tenebre cercano di contrastarla pesantemente, frapponendo ogni sorta di intoppo nella mente e nella coscienza della persona. L’importante è denigrare la Parola di Dio, disseminando, come nella parabola della zizzania, dubbi e pensieri contrari alla luce splendente della Bibbia. Per questo l’Avversario utilizza anche le religioni, così dette cristiane, immettendo pensieri contrari alle Scritture, pur di sminuire l’opera di Gesù e il suo valore redentivo. Infatti una grande nebbia sugli effetti della salvezza ottenuta da Gesù, sono gli argomenti satanici più efficaci per insinuare la non completezza della redenzione, compiuta sulla croce dal Signore Gesù Cristo. Introdurre perciò dubbi sulla Verità è l’argomento specifico per distogliere gli occhi della fede dal volto amoroso del Salvatore. Gesù un giorno ha detto: (Ev. Matteo 11:28) Venite a Me voi tutti che siete affaticati e oppressi e Io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da Me perché Io son mansueto e umile di cuore e voi troverete riposo alle anime vostre poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero. Un invito così semplice, pieno di speranza e di  fiducia ci avvince splendidamente e con la forza dell’illuminazione evangelica. Un passo verso il Signore è significativo per la fede e per istituire una comunione efficace con il Redentore.

 Uno degli intoppi   

  C’è confusione sulla santificazione, sul come  essa avviene o è avvenuta,  su come il Salvatore l’ha predisposta per il cuore del peccatore. Leggendo questi passi del capitolo 10 dell’epistola agli Ebrei, scopriamo quattro cose importanti che elenchiamo: la volontà, il corpo, il sangue e la perfezione.

  1. (v. 10) In virtù di questa volontà noi siamo santificati,
  2. (v. 10) Santificati mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre,
  3. (v. 29) il sangue del patto con il quale è stato santificato,
  4. (v. 14) Con un’unica offerta Egli ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati.

Dunque la santificazione avviene per una volontà del Signore Gesù, una volontà talmente superiore all’uomo stesso, perché concepita avanti la fondazione del mondo; quindi fuori della disponibilità e dell’influenza dell’uomo, tanto più peccatore. Perciò la santificazione è materia resa  non utilizzabile e irraggiungibile dall’uomo <morto nei falli e nei peccati>. Ancora Gesù utilizza questa sua virtù per stabilire attraverso questa volontà, una nuova via che sostituisce quella promulgata nell’antico patto, stipulato con il popolo Ebraico per allargarlo a tutta l’umanità. Orbene con la venuta fisica del Salvatore nel mondo, si materializza la sostituzione, proponendo una via che trae origine gloriosa dal cielo, perciò dalle perfezioni celesti e divine. Si questa volontà rende accettabili gli uomini nella presenza di Dio, a condizione che la fede in Cristo sia resa evidente come una scelta e una confidanza.

In secondo luogo nella santificazione oltre alla volontà di Cristo, subentra con potenza il suo corpo; il corpo irreprensibile del Signore è l’unico sacrificio che procura santificazione, un corpo innocente, puro, offerto come un profumo soave al Padre, cioè espressione di sottomissione, di ubbidienza  e di umiliazione, anche nella prova più dura affrontata da Gesù sulla croce, che sopporta non solo l’investitura del peccato, cioè una contraddizione su Se stesso, ma l’abbandono del Padre e l‘interruzione nella comunione divina. Altresì terzo elemento, il sangue di Gesù, espressione solenne di un’offerta perfetta e pura che produce santificazione, perché sangue innocente offerto con il concorso dello Spirito Santo. Questo sangue oltre a generare la santificazione è la calligrafia che scrive e attesta la nuova discendenza celeste, il mezzo costante per purificare dai peccati e ottenere il perdono per ristabilire la comunione con Dio, ancora la via recente e vivente per accedere nella libertà a Dio con l’adorazione e la lode del nostro spirito e della nostra bocca.

Ultima sottolineatura della virtù del Signore è la perfezione della santificazione, che non è soggetta né all’usura, né alle imperfezioni degli uomini, né dalla fedeltà dei peccatori perdonati. La santificazione è perfetta perché Cristo è perfetto e quando compie un’opera essa è perfetta, e se Gesù salva lo compie con una salvezza perfetta, senza il concorso dell’uomo e indipendentemente dalle religioni e dagli addetti, che si propongono come intermediari o interpreti della santificazione. Si la garanzia della salvezza dipende da Lui perché è fedele.

Una salvezza eterna

Si diceva dell’intoppo il quale secondo alcuni la salvezza si può perdere, e che la santificazione di Cristo non garantisce immunità fino al giudizio finale. Come già espresso altre volte non giudichiamo chi la pensa in maniera diversa da noi, ma vogliamo sottolineare che l’espressione: (Ep. Ebrei 10:26) Se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della Verità, non rimane più alcun sacrifico per i peccati; non riguarda il peccato compiuto durante la nostra vita quaggiù, ma il rifiuto di accondiscendere all’opera perfetta di Gesù; cioè rifiutare la testimonianza dello Spirito Santo su Gesù, che diviene peccato contro lo Spirito e quindi non più perdonabile.  

Chi non comprende questo passo in questa maniera, vivrà una costante angoscia di non adempiere con le proprie forze la volontà divina, ne tanto meno di essere purificato dal sangue di Gesù, l’unico rimedio per essere reintrodotti nella comunione. Sono due, i piani della salvezza offerti dalla Grazia; il primo: il corpo e il  sangue santificante per ottenere la vita, il secondo: la confessione dei nostri peccati dopo la salvezza, per essere assolti con il sangue del Redentore che cancella ogni nostra imperfezione.  Vorrei dire che il manto di giustizia offerto da Gesù, una volta indossato è per sempre e indistruttibile, le macchie procurate durante il percorso nel mondo, sono lavate e imbiancate da quel sangue che rende più bianchi che la neve.Il sangue di Gesù rianima il corpo donando la vita, le macchie della malattia rispuntate sono cancellate ancora e sempre da quel sangue innocente.

Capire l’aspersione

L’offerta del corpo e del sangue del Signore Gesù come è detto anche dallo Spirito Santo ha un valore eterno; Dio stesso ribadisce: (Ep. Ebrei 10:17) Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità. Ora se il Padre fa una simile affermazione vuol semplicemente dire che non si ricorda dei peccati, che li ha allontanati dal corpo e dall’anima del peccatore, quindi perdona totalmente. Ancora afferma: (Ep. Ebrei 10:18) Non c’è più bisogno di offerta per il peccato.  Forse, come uomini, siamo abituati a non credere alla Verità, e ci pare strano un simile e perentorio verdetto; cioè  che la giustizia di Dio sia stata già soddisfatta per l’eternità con il solo sacrificio di Cristo.

In questo velo di incredulità si insinuano appunto i religiosi, che pongono dubbi e sollecitano l’orgoglio umano dal diffidare delle parole di Dio e della Grazia divina, per incanalare i tiepidi della fede in riti e artifizi inconcludenti di finta santità. A questo proposito la Bibbia ci ricorda:  (Ep, Ebrei 10: 23) perché fedele è Colui che ha fatto le promesse. Dunque un’aspersione  perfetta che reca una purificazione perfetta della coscienza del credente e allontana la titubanza di essere in balia di una santificazione a tempo e insicura. Orbene, come sollecitato dalla Scrittura (Ep. Ebrei 10:29):

  1. Non calpestiamo il Figlio di Dio,
  2. Non consideriamo profano il sangue,
  3. Non disprezziamo lo Spirito della grazia 
  4. Ma ricordiamoci di quei primi giorni in cui siete stati illuminati.

Bisogna utilizzare la franchezza  per testimoniare la Grazia, la lotta è dura per l’incredulità e per la tradizione umana che attanagliano la mente degli uomini; ma la Bibbia ribadisce: (Ep. Ebrei 10:37) Ancora un brevissimo tempo e Colui che deve venire, verrà e non tarderà. Il ritorno del Signore pare differenziato nel tempo, sono cica duemila anni che deve ritornare; tempo lungo per uomini che mediamente vivono pochi anni in terra, ma tempo brevissimo confrontato con l’eternità. Tempo brevissimo precisa la Bibbia, ma tempo proficuo per chi si affida alle promesse e alla fedeltà di Dio e alla Sua Parola.

Mantenere ferma la confessione

In questo tempo (Ep. Ebrei 10:23-24) Manteniamo ferma la confessione della nostra speranza, senza vacillare perché fedele è Colui che ha fatto le promesse. Facciamo attenzione gli uni agli altri per stimolarci all’amore e alle buone opere. I credenti non stanno con le mani in mano ma sono invitati a lavorare per il cielo con la preghiera, con le opere buone preparate da Dio, e rendere testimonianza dell’opera salvifica della croce di Cristo. La sua fedeltà deve essere posta a fondamento perché Lui è il Primo e l’Ultimo, il Primo che confesserà il nome dei credenti al Padre l’Ultimo che porrà fine alla vicenda della fede. Come citato nel passo manteniamo ferma la confessione dei nostri peccati e nella speranza nel suo Nome. La luce della Bibbia accompagni tutti noi e voi cari lettori che seguite questa rubrica. A presto!

Ferruccio IEBOLE

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