NON VI MERAVIGLIATE DI QUESTO

Il Signore Gesù sta facendo un’affermazione stupefacente mentre consiglia di non essere particolarmente sorpresi o meravigliati di ciò che dice, perché se s’intendono i suoi ragionamenti, tutto avrà una lineare conclusione e i suoi uditori, se sinceri e vogliosi di comprendere, approderanno a un traguardo di Verità e di Conoscenza finora preclusa, se affidata alla sola intelligenza umana; ma gli ascoltatori utilizzando la fede saranno introdotti a ragionamenti fondati sull’uso nuovo dell’autorevole  Parola di Dio e della sua rivelazione.

Il passo citato si trova nell’Evangelo  di  Giovanni (5:28): Non vi meravigliate di questo, perché l’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori. Questo fatto straordinario è già di per se stesso fuori del comune per quello che rivela, ma lo è ancor di più per quello che precede tale affermazione, cioè (Ev. Giovanni 5:27) E gli ha dato autorità di giudicare perché è il Figlio dell’uomo. Dunque ci troviamo difronte a concetti molto elevati, corroborati da altri espressi in questo capitolo, che cercheremo di analizzare con le poche capacità delle quali disponiamo, ma che vogliamo partecipare a voi cari e diletti lettori. Gesù è reduce da un grandioso miracolo che ha per titolo finale e conclusivo una testimonianza: (Ev. Giovanni 5:15) Colui che l’aveva guarito era Gesù!

E’ vero una testimonianza simile appare un’affermazione ferma, convinta e sincera. Colui che da trentotto anni giaceva paralitico in terra, disprezzato dai suoi simili perché ritenuto colpevole lui o i suoi avi di chissà quali peccati, con l’indigenza evidenziata dai suoi miseri cenci e manifestata dal suo meschino giaciglio, si erge a sentenziare con certezza che Gesù era il suo guaritore. Non meravigliamoci: ancor oggi vi sono milioni di persone che affermano: (Ev. Giovanni 5:7) Signore io non ho nessuno; vengono salvati per grazia e per il semplice riconoscimento dell’impossibilità a redimersi e a salvarsi da soli. Gesù opera istantaneamente quando un’anima sincera va a Lui per chiedere perdono e aiuto, fidandosi della Sua misericordia e Grazia.

 Questo era il quadro in cui Gesù aveva operato il miracolo, e per contro, invece di ricevere consenso per la benefica azione, aveva raccolto disapprovazione e odio, che conduceva alcune persone religiose a cercare di ucciderlo.

Sette punti che caratterizzano  la persona di Gesù e la Sua missione

  1. (Ev. Giovanni 5:17) Anch’io opero.
  2. (Ev. Giovanni 5:18) Chiamava Dio suo Padre facendosi uguale a Dio.
  3. (Ev. Giovanni 5:19-20) Il Figlio non può da se stesso far cosa alcuna se non la vede fare al Padre… e Gli mostrerà opere maggiori di queste.
  4. (Ev. Giovanni 5:21-26) Il Figlio vivifica chi vuole… Al Figlio di avere vita in se Stesso.
  5. (Ev. Giovanni 5:22-27-30) Ha affidato tutto il giudizio al Figlio…Gli ha dato autorità di giudicare perché è Figlio dell’uomo…e il mio giudizio è giusto.
  6. (Ev. Giovanni 5:23-30) Tutti onorino il Figlio come onorano il Padre…Perché cerco la volontà di Colui che mi ha mandato.
  7. (Ev. Giovanni 5:25-28) I morti udranno la voce del Figlio di Dio…Quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori.

Non v’è dubbio alcuno che difronte a questo manifesto così denso e articolato, i nostri cuori si inginocchino davanti al Signore in adorazione, perché un ritratto simile se non l’avesse rivelato, per noi sarebbe inarrivabile e irraggiungibile per mezzo del nostro fragile pensiero. Dunque, se comprendiamo queste parole, abbiamo invece ben motivo di meravigliarci perché la comunicazione di concetti eterni ci hanno raggiunto e le promesse di Gesù Cristo sono a nostra disposizione per crederle.

La sua opera

La guarigione del paralitico se intesa per la fede, poteva risultare un potente indirizzo per andare verso Gesù il Salvatore, per capirne la sua opera di finale resurrezione per il cielo, elargita gratuitamente agli uomini in una ristabilita comunione con Dio, divenuto nostro Padre per l’adozione ricevuta in Cristo. L’opera di redenzione che Gesù proponeva, doveva essere intesa attraverso il ristoro di un corpo menomato, senza speranza di ristabilimento, se non per mezzo di un intervento meraviglioso e straordinario, non fattibile con le forze umane, ma con un intervento divino fuori della logica e della potenza di questo creato, cioè divino. Perciò Gesù propone attraverso il miracolo di cogliere il momento favorevole della sua Grazia, verso il malato e verso gli spettatori dell’evento. Assistervi era un privilegio per riflettere, essere astanti e coinvolti nella meraviglia, doveva predisporre l’anima  verso il cielo e il Redentore. Gesù rialzava un corpo malato, così come avrebbe rialzato alla resurrezione, nel suo giorno, tutti i credenti in Lui, artefice e garante della nuova vita da svolgere vivendo nel cielo. La guarigione del corpo, seppur non morto, era un esempio della resurrezione; la meraviglia sarebbe stata la stessa dell’evento celestiale futuro, l’emozione umana sarebbe stata condivisa nel medesimo modo con quella celeste dell’innalzamento del Salvatore nell’immenso eterno. Occorreva perciò, prima di tutto, capire l’opera redentrice di Gesù Cristo, sceso dal cielo in favore degli uomini.

La sua Parola

La sua Parola utilizzata nel miracolo, assomigliava senza dubbi a un comando imperioso. Quella rivolta agli uomini invece, piena di Grazia e di Speranza: (Ev. Giovanni 5:24) Chi ascolta la mia Parola  e crede in Colui che mi ha mandato, ha vita eterna e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. E’ vero una intensità uguale non si era mai verificata; chi poteva assicurare che la sua Parola fosse fonte di vita eterna? Nessuno! Il dilemma posto davanti a quelle persone, come ancora oggigiorno, pone il quesito di credere alla Parola, alla sua Parola, non a quelle degli uomini religiosi, speculatori irriguardosi di quella Parola. Dunque il confronto era e rimane per quale riguardo diamo alla sua Parola; quale importanza per la nostra vita occupa la Parola: per il paralitico la Parola di Cristo <Alzati e cammina> era stata determinante, lo sarà anche per noi? La sua Parola è creativa, contiene in se stessa germi di vita eterna, possiede progettualità che si estende fin nell’eternità, è talmente dirompente da ribaltare un giudizio di morte in uno di vita, e di far mutare il destino umano in una nuova prospettiva come quella celeste. La sua Parola ha una perfetta identificazione con la Parola della Bibbia, data al popolo d’Israele: (Ev. Giovanni 5:39-40) Esse son quelle che rendono testimonianza di Me. Poi occorre  ancora un altro passo <eppure non volete venire a me per avere la vita> Il secondo passo della fede  è perciò andare a Cristo nella  confidanza della sua pietà e misericordia.

La sua Voce

Il progetto di salvezza per il genere umano voluto da Gesù Cristo, quello per cui il Salvatore è disceso da cielo, consiste nel redimere i peccatori perduti nei loro peccati e incapaci di ottenere una salvezza eterna. Gesù invece, l’ha ottenuta al prezzo di offrire il suo corpo innocente e il suo sangue puro sulla croce, ed ora la vuole elargire a coloro che credono nel suo nome e in questa opera.  Il mezzo che Gesù adopera è la sua voce. Una voce autorevole dimostrata in tante occasioni durante il suo soggiorno in terra, registrata in tanti eventi e raccontati dagli Evangeli. La sua voce è una voce che chiama le cose che non sono come se fossero, è una voce talmente potente da risvegliare i morti che dormono nelle tombe e conferire vita, risuscitare i corpi che non esistono più, perché polvere o dissolti in varie forme e rivestirli spiritualmente con sensibilità tipiche di corpi umani. Lui in tutte le cose detiene il primato e sussistono per la sua Grazia (Ep. Colossesi 1:17) Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in Lui. Altresì la sua voce converte e indirizza alla Speranza e alla Grazia divina, per ritrovare i credenti all’appuntamento celeste e glorioso.

 La sua Vita

Per avere la sua vita occorre andare a Lui; non è sufficiente sapere che la sua Parola è eterna, che la sua suadente voce ci parla di amore, di protezione, di comunione, di vita nuova; bisogna andare a Lui effettivamente e ricevere dalle sue sante mani la vita eterna. Come? Nell’abbandono della fede in Lui; ovvero non resistere alla voce invitante, ma avviarci speditamente verso le sue promesse rinnovate nella Bibbia, perché diventino un nostro patrimonio; la sua voce che ripete le sue parole scritte devono diventare nel nostro cuore una proprietà personale, e che queste parole diano realmente la vita. L’azione creatrice dello Spirito Santo trasforma “l’andare a Cristo e la voce di Gesù” in vita eterna mediante la fede, tutelante lo scopo della redenzione celeste e la certezza della salvezza con il sigillo dello Spirito.

La sua Testimonianza

La testimonianza di Gesù è superiore a tutte quelle recate dagli angeli, prodotte dai profeti, (Ev. Giovanni 5:36) Ma Io ho una testimonianza maggiore di quella di Giovanni, perché Dio stesso testimonia sul Figlio: (Ev. Giovanni 5. 37) il Padre che mi ha mandato, Egli stesso ha reso testimonianza di Me. Dunque, la dichiarazione sull’identità di Figlio di Dio è avvalorata dalla voce, dal volto e dalla Parola  di Dio (Ev. Giovanni 5:37) come già detto. La testimonianza bisogna raccoglierla, sentirsi privilegiati da questa comunicazione e poter accoglierla come un dono immeritato, poi avvertire efficacemente di essere stati raggiunti dalla Verità e captare la grande gioia di conoscere il Salvatore nella Verità dell’Evangelo.

La sua Luce

La sua luce sfolgorante è quella che Lui mette a disposizione dei peccatori, avendo inviato dal cielo il suo Spirito Santo. Ciò che sembra incomprensibile o carico di oscurità intorno alla sua Persona e alle sue opere, diventano splendenti dall’illuminazione operata dallo Spirito Santo. Gli uomini religiosi utilizzando molte scuse inesistenti, hanno sempre dissuaso tutti alla lettura del Vangelo, affermando l’ignoranza del popolo a comprendere la Bibbia, libro difficile per degli impreparati ignoranti di cose spirituali. Falso! Gesù ribalta il concetto, prende a prestito la parziale luce di Giovanni Batista (Ev. Giovanni 5:35) Egli era una luce ardente e splendente e voi avete voluto per breve tempo godere della sua luce, per ribadire che la Sua luce produce i medesimi effetti incanalati nella Verità. Luce ardente e splendente se si riconosce di essere nelle tenebre, dei paralizzati dal peccato e di non aver nessuno; allora si realizza Gesù che dice: (Ev. Giovanni 8:12)   Io sono la luce del mondo, chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita. Si, grazie Signore Gesù per queste tue consolanti parole e affermazioni, da sperimentare con la tua compagnia reale e presenza fattiva. Le tue parole sono luce di Verità (Ev. Giovanni 8:32) Conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi.

La sua Gloria

Il cammino proposto dalla fede in Cristo è un percorso fatto di reale comunione con il Redentore, godendo di luce e di amore. Il traguardo è la gloria divina, Gesù diceva (Ev. Giovanni 5:41) Io non prendo gloria dagli uomini. Strano non augurarsi rispetto, devozione, acclamazione e gloria dagli uomini. Molti vivono per questo: essere ammirati da oceaniche folle acclamanti, obiettivo da rincorrere con ogni mezzo; non per Gesù che aggiunge (Ev. Giovanni 5: 44) Come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri? Dunque  per credere in Cristo occorre non avere pensieri di gloria da spendere o da sperare, ma bisogna credere solo alle parole di Gesù (Ev. Giovanni 5:47) ma se non credete ai suoi scritti come crederete alle mie parole?. Ancor una volta gli Scritti del vecchio Patto equivalgono alle Parole di Gesù, esse confermano l’intento primario per cui sono state donate: (Ev. Giovanni 5:34) ma dico questo affinchè voi siate salvati. E’ vero, salvati per la gloria, per vedere la gloria di Gesù Cristo, innalzato nel cielo e proclamato Salvatore del mondo, Re venuto con un suo regno, una sua gloria derivante dall’aver compiuto l’opera di redenzione in conformità alla volontà del Padre, Vincitore acclamato dal corpo della sua Chiesa.  Che festa quel giorno!

Tutte queste prerogative del Signore Gesù e in conseguenza le sue azioni ci rivelano il suo immenso amore; alcune persone presenti al miracolo del paralitico  soggiungevano (Ev. Giovanni 5:12) chi è l’uomo che ti ha detto? Gesù era quello (V.6) <Che dice vuoi Guarire?> e seppure (V.13) < Non sapeva chi fosse> Lui è ancora quello che si fa trovare e ti trova nel Tempio (V.14).E’ certo, Gesù non si trova in un tempio costruito da mani umane o da ingegno artistico, ma lo si incontra nel tempio della sua Parola, nella Bibbia, dove si può ascoltare la sua Voce, il suo Volto e la sua Parola. Ricordiamo che la sua Parola, come dice il salmista è una lampada sul nostro sentiero, che simile alla testimonianza di Giovanni Battista era Ardente e Splendente, come quella di Gesù quando incontrava i due discepoli di Emmaus e gli apriva la mente e gli scaldava il cuore. Un’esperienza intima da ripetere con gioia ancor oggi, per tutti i nostri cari lettori.

Conclusione

 Ci meraviglieremo oppure no? Gesù aveva detto: (Ev. Giovanni 5.20) Opere maggiori di queste affinchè ne restiate meravigliati; poi soggiungeva (Ev. Giovanni 5:28) Non vi meravigliate di questo perchè … quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori. Qual è la giusta dizione o progetto, meravigliarci oppure no? Risposta: nell’ambito dell’amore del Padre  per il Figlio  e della sua operatività, siamo certamente meravigliati perché come giustamente detto, siamo insufficienti a capire la gloria del Dio solo (Ev. Giovanni 5:44) e dei rapporti che intercorrono tra il Padre e il Figlio. Non possiamo certamente attribuire la nostra gloria umana e paragonarla a quella divina perché usiamo la stessa parola, ma certamente l’intensità e la qualità sono completamente diverse per forma e sostanza. La gloria celeste è altra cosa di quella umana.

Dunque ci meravigliamo per la Grazia di Dio manifestata in Cristo; se abbiamo compreso quella e la salvezza di Gesù, gioiamo di una felicità immensa per la sua misericordia. Non ci meravigliamo più per la resurrezione di quelli delle tombe, perché pur sapendo di un evento straordinario, con contorni inusuali come ascoltare una voce, che si ode solo con orecchie inserite in un corpo vivo,  comprendiamo la grande potenza di Cristo, avendola già verificata nella nostra vita, quando ci ha chiamato al ravvedimento e alla conversione personale. Quindi il ripetere della voce di Gesù e udirla, sarà la conferma di una voce conosciuta e non ignota od oscura per tutti i credenti nati di nuovo. (Ev. Giovanni 6:40) Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in Lui, abbia vita eterna; e IO lo risusciterò nell’ultimo giorno.

Ferruccio IEBOLE

 

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