NON AVEVANO CAPITO LA SCRITTURA

Capire la Scrittura è un grande tema, è come introdursi in un labirinto; se non si è condotti per mano da chi conosce il percorso a menadito e perciò persona di cui ci  si possa affidare completamente è un guaio uscirne. Chi è alla ricerca della Verità può confidare totalmente nella guida dello Spirito Santo che aprirà con pazienza la realtà delle Sacre Scritture perché si apprezzi l’opera della croce e capire i risvolti dell’accesso al cielo di Gesù Cristo, quale Salvatore degli uomini peccatori. Sovente qualcuno irruento, privo di voglia d’ ascoltare si stanca in fretta senza dare la possibilità alla Parola di Dio di svilupparsi in benedizione e così tutto finisce.

Un esempio banale; per fare il vino occorrono tempi di fermentazione, un processo non affrettato e che richiede giusti periodi. Così è per la comprensione della Bibbia, l’esempio riportato in questi passi che analizzeremo, ci esprime che i discepoli dopo ben tre anni di accompagnamento di Gesù il Maestro, di ascolto delle sue parole avevano difficoltà a decifrare le Scritture Sacre e a ricordarsi di quelle dette dal Redentore. Ora questo inghippo è tolto dalla mente di chi ricerca la Verità, per l’azione dello Spirito Santo che presiede ogni predicazione e ogni ragionamento sulla Parola. L’accesso alla Verità è libero e indirizzato dal Consolatore che rende facile l’intuizione del Vangelo, ed è propedeutico alla nascita della fede nella Parola di Dio e in Gesù. (Ev. Giovanni 20:9) perché non avevano ancora capito la Scrittura secondo la quale Egli doveva risuscitare dai morti.

Hanno tolto il Signore dal sepolcro

(Ev. Giovanni 20:2) Allora corse verso Simon Pietro e l’altro discepolo che Gesù amava e disse loro: Hanno tolto il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’abbiano messo. Indubbiamente era una sorpresa, alquanto inaspettata, perché a  chi avrebbe interessato un cadavere? Si, forse quelle pie donne che avevano sempre nutrito ammirazione e provveduto servizi vari per il Salvatore, potevano essere attratte da quel corpo che era stato deposto frettolosamente nella tomba, senza gli aromi e i lavaggi consueti, il problema poi, era il grande masso che ostruiva l’ingresso che sbarrava pesantemente l’accesso al sepolcro. Inaspettatamente la pietra enorme e pesante era spostata, l’acceso alla tomba libero, per cui quando Pietro accorso con Giovanni e Maria Maddalena entrarono nel loculo assisterono alla scena dove i resti di indumenti, cioè le fasce appartenuti al Redentore erano lasciati a terra. Il sudario era piegato a parte e lontano dalle fasce.

 Basterebbe questa descrizione del Vangelo per smentire il venerato lenzuolo di Torino, infatti se il corpo del Salvatore era avvolto da più fasce e il sudario aveva fasciato il volto, non poteva riprodursi e vedersi un corpo tutto intero, con effige  anche del viso. Comunque lasciamo alla venerazione chi crede a questi reperti storici,  che non aggiungono nulla alla vera fede, perché non è con immagini o statue che la fede aumenta. È vero, se il corpo del Signore è stato tolto dalla visione degli uomini perché riprodurlo ancora, perché cercarlo ancora a tutti i costi come propongono certe religioni? Se è risorto occorre mettersi in sintonia con l’evento, non andare a cercare indumenti o cose materiali appartenute al Redentore. La sua eredità più sicura sta senza dubbio nella sua Parola, che da ora in avanti sarà più comprensibile per tutti i ricercatori di comunione con Dio.

Era giunto per primo al sepolcro e vide e credette

Giovanni nel suo ardore giovanile era arrivato per primo al sepolcro, ma la sua prudenza gli aveva impedito di precipitarsi dentro il loculo. Aveva avuto più tempo di riflettere su ciò che vedeva. La sua descrizione è puntuale e precisa senza sapere che essa smonterà nel tempo certe insinuazioni  e certe false reliquie. Giovanni vede il sepolcro vuoto, le fasce, il sudario piegato, cosa volevano comunicare questi elementi? Quando il Vangelo ci conferma che Giovanni credette cosa vuol dire? Che credette come quei Giudei? (Ev. Giovanni 12:10)  e credevano in Gesù e poi (Ev. Giovanni 12:37, 42-43) Sebbene avesse fatto tanti segni miracolosi in loro presenza non credevano in Lui …ciò nonostante molti anche tra i capi credettero in lui ma a causa dei farisei, non lo confessavano per non essere espulsi dalla sinagoga perchè preferirono la gloria degli uomini alla gloria di Dio. Giovanni come credeva?

 Dunque, non v’è dubbio che Giovanni aveva un altro modo di credere, quei segni miracolosi non creavano in lui una fede su reperti terreni, ma proiettavano la luce su chi era veramente il Figlio dell’uomo che doveva essere innalzato: (Ev. Giovanni 12: 34-35-36) Tu dici che il Figlio dell’uomo dev’essere innalzato? Chi è questo Figlio dell’uomo? Gesù dunque disse loro: la Luce è ancora per poco tempo tra di voi, camminate mentre avete la luce affinché non vi sorprendano le tenebre, chi cammina nelle tenebre non sa dove va. Mentre avete la Luce credete nella Luce, affinché diveniate figli di luce. Orbene Giovanni ha avuto tempo per ricordarsi (Ev. Giovanni 12:16) ma quando Gesù fu glorificato allora si ricordarono che queste cose erano state scritte di Lui e che essi gliele avevano fatte. Ancora Giovanni oltre a ricordare sotto nuova luce, è il caso di confermarlo, si abbandona alla vera luce, a Gesù glorificato che quei reperti confermano, ma che le sue parole di essere la vera Luce polverizzano e creano un peso di Verità sulla sua ascesa al cielo per presentare il sacrificio al Padre.(Ev. Giovanni 12:32) E IO  quando sarò innalzato dalla terra attirerò tutti a Me!  Si, i veri credenti sono attirati da Colui che si proclama Luce e Salvezza del mondo in cielo e non da incerti reperti archeologici.

Chi crede in Me, chi vede Me

 Questi due verbi sono quelli che ci racconta il sepolcro di Gesù, attorniati dalle Parole che la Luce fa brillare nelle tenebre. La Parola è chiara: chi è indaffarato ancora oggi  in oggetti che ricordano segni miracolosi e si sofferma su essi non è entrato nella sfera del credere e del vedere con gli occhi della fede. Il passo successivo è ben descritto in (Ev. Giovanni 12:44-45) Ma Gesù ad alta voce esclamò: Chi crede in ME crede non in Me, ma in Colui che mi ha mandato, e chi vede ME, vede Colui che Mi ha mandato.  Dunque per Giovanni e per il lettori attenti del Vangelo il fulcro è avere la visione del Cristo elevato e risorto, che attira in alto lo sguardo dei credenti.

 Le cose della terra sono passate, anche se in qualità dell’appartenenza potrebbero rivestire un certo valore, ma quando esse diventano idolatria, allora è bene seguire il fascio di luce che squarcia le tenebre dell’ignoranza, della superstizione e proietta in chiaro il Cristo seduto alla destra di Dio che intercede per noi. Abbiamo perciò bisogno di guardare con interesse i racconti della Bibbia per accrescere la fede nella Parola. (Ev. Giovanni 12:48)  Chi Mi respinge e non riceve le mie parole, ha chi lo giudica, la Parola che ho annunciata è quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno.

Li amò sino alla fine

Il tredicesimo capitolo del Vangelo di Giovanni inizia così: Or prima della festa di Pasqua, Gesù sapendo che era venuta per Lui l’ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Vorremmo chiedere con amicizia e con discrezione ai nostri cari lettori se per loro è giunta l’ora: di credere come Giovanni l’apostolo o come le religioni umane indirizzano. Noi  per capire la Scrittura ci avvaliamo della guida dello Spirito Santo e dell’amore di Gesù. Per questo ci piace sempre citare una verità avvalorata dall’autorità della Parola per non entrare in confusione, ne indurre altri nel dubbio. Quello che appare chiaro è che non induciamo in errore i nostri cari amici, avendo rispetto della libertà di ognuno, se possiamo consigliare con l’ausilio della Parola  di Dio siamo felici e soddisfatti. Il consenso che ci date ci appaga delle riflessioni proposte. Un caro saluto a tutti

Ferruccio Iebole

 

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