LO GUARDÒ BENE IN VISO

L’episodio dove è tratto il verso citato è quello dell’arresto del Signore Gesù e del rinnegamento dell’Apostolo  Pietro di conoscere Gesù. (Ev. Marco 14:67) E veduto Pietro che si scaldava, lo guardò bene in viso e disse: anche tu eri con Gesù il Nazareno. Ma egli negò dicendo: Non so, ne capisco quello che tu dici. Lo sguardo intrigante della serva del sommo sacerdote era una garanzia per la veridicità del riconoscimento; il posto di lavoro era propedeutico a quella attività di sotterfugio, di maldicenza continua, di spionaggio per chi frequentava quegli stabili. Perciò sul riconoscimento di Pietro nessun dubbio; l’occhio abituato a vedere nell’oscurità, nell’occulto  e a origliare, non poteva sbagliare. Poi quel guardare bene in viso era eloquente sulla certezza conseguita.

Essere guardati con attenzione

I tratti linei del viso di Pietro erano riconosciuti, in seguito anche la sua parlata lo confermerà come personaggio che aveva seguito Gesù, senza nessun dubbio e senza alcun tentennamento per quelli che lo accusavano; essi asserivano di averlo visto con Gesù. Notevole era l’avvicinamento effettuato dalla serva, voleva essere certa del riconoscimento avvenuto nel cortile dove la luce era quella sprigionata dal fuoco, perciò ambigua per la luminosità delle fiamme che potevano essere alte o basse. In questa vicenda di Pietro è necessario immedesimarsi in lui, perché noi siamo come lui, fragili e disobbedienti anche se pensiamo di essere resistenti nelle prove e nella fede. Invece siamo vincolati per debolezza e con molte difficoltà a ritrarci o a resistere alla tentazione; anche al leone ruggente che va attorno per vedere chi può dilaniare.

Sovente al fuoco amoroso dello Spirito preferiamo quello quasi involontario del cortile in compagnia di ambigui personaggi, che popolano il recinto i quali  sembrano  individui per bene. È vero, la notte era fredda, l’amore di Gesù era svanito con la sua figura presa in ostaggio e con una  morte ancora incerta che appariva all’orizzonte. Sarà vera la sua fine o la sua potenza produrrà qualcosa che capovolgerà la situazione? Anche le parole recenti di Gesù in quel buio avevano perso mordente, erano difficili da ricordare; come quando vorresti pregare e ti prende un sonno spirituale, una stanchezza, dove non sei più lucido e fai fatica a raccapezzarti. Già, chi si ricordava quante volte Gesù parlava del suo imminente sacrificio, ora forse c’era l’avvio, ma tutto era così irreale e sfumato da non crederlo o da allontanarlo. Essere comunque guardati nel viso vuol dire essere analizzati per bene e dichiarati tali con una sentenza esatta, che non apre a inesattezze o a scappatoie.

Un esempio raggiante

(Esodo 34:29- 35)  Poi Mosè scese dal monte Sinai, Egli aveva in mano le due tavole della testimonianza quando scese dal monte. Mosè non sapeva che la pelle del suo viso era diventata tutta raggiante mentre egli parlava con il Signore… I figli d’Israele guardando la faccia di Mosè vedevano la sua pelle tutta raggiante. Mosè si rimetteva il velo sulla faccia finché non entrava a parlare con il Signore. Chi parla con il Signore dopo aver creduto nel suo Figlio diviene raggiante per la vita raggiunta. Si, il dialogo con Dio o la preghiera verso il Padre  porta il credente a gioire di una Gloria inappagabile e sontuosa. Come Mosè raggiante per il contatto con Dio, lo stesso avviene con  il credente che raggiunge degli apici eccelsi di comunione guidati dallo Spirito Santo, quando siamo avvicinati per adorare il Signore (I Ep. Pietro 1:8) Voi esultate di una gioia ineffabile  e gloriosa. È vero, inspiegabile a parole ma appagante e pregnante nel cuore.

Mosè si toglieva il velo per parlare a Dio e per ricevere ciò che gli era comandato, i credenti sono ancora più privilegiati: (II Ep. Corinzi 3:17-18) Ora il Signore è lo Spirito e dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà. E noi tutti a viso scoperto contemplando come uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria secondo l’azione del Signore che è lo Spirito. Dunque chi adora il Signore con cognizione di causa perché nato di nuovo, può ricevere secondo l’azione dello Spirito Santo, la guida per essere trasformato e messo nella condizione di recepire gloria su gloria da depositare ai piedi di Gesù, come atto di supremo omaggio e di adorazione.

La luce del Vangelo  e la luce della conoscenza della gloria di Dio splende nel viso di Gesù

Orbene, non solo vi è questa possibile visione a viso scoperto come in una specchio, che allora non era nitido come quelli di oggi; tuttavia  seppur sfocata o appannata abbiamo visione della libertà in Cristo, sorretta dallo Spirito Santo che trasforma il nostro cuore in un percorso di gloria in gloria, per adorare Gesù e il Padre.  Ancora: (II Ep. Corinzi 4:4-6) La luce del Vangelo della gloria di Cristo che è l’immagine di Dio… Dio che disse: Splenda la luce tra le tenebre, è quello che risplende nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo. Dunque la luce raggiante del Vangelo illumina gli uomini perché vedano la gloria di Dio; non solo, questa luce è riflessa nell’immagine di Dio che  viene diffusa ed espansa dalla persona di Gesù. Ancora la luce della conoscenza  della gloria di Dio ben visibile nel volto di Gesù, si riverbera nel nostro cuore di adoratori, che per Grazia vedono con gli occhi della fede, la gloria del Salvatore assiso alla destra del trono. Perciò (v. 18) Abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono… ma  quelle che non si vedono sono eterne.

 Qualcuno potrebbe storcere il naso e restare perplesso difronte a queste affermazioni della Bibbia, così precise e importanti da sperimentare per la fede; bene possiamo però fare una precisazione: (II Ep. Corinzi 4:7) Ma noi abbiamo questo tesoro  in vasi di terra, affinché questa grande potenza sia attribuita a Dio e non a noi. Si, se abbiamo per grazia questa esperienza per lo Spirito di adorare con questa visione della gloria di Dio, sappiamo che è potenza divina; quello che nessuno però può toglierci è la liberta di Cristo per accostarci con fiducia a Dio. Conosciamo precisamente i nostri limiti, ma se Dio ci fornisce conoscenza di Gloria e questa durante l’adorazione ci trasforma riempiendo di gioia celeste il nostro cuore, noi lo loderemo ancora più intensamente e compiutamente, assicurati dalla eterna Parola di Dio. Dobbiamo ancora ricordare ciò che abbiamo scritto è avvalorato dal racconto dell’Evangelo: (Ev. Giovanni 20:22) Detto questo soffiò su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo. Dunque se abbiamo ricevuto lo Spirito della Verità è indubbio che Lui ci guiderà nell’adorazione vera a Dio per mezzo di Gesù nella luce del Vangelo.

Ultima riflessione

Una storia raccapricciante è ancora quella di Izebel, cito con la traduzione G. Diodati: ( II Re 9:30-33-35) Poi Iehu venne in Izreel ed Izebel avendolo inteso si lisciò il viso e si adornò il capo e stava a riguardare per la finestra …gettatela a basso ed essi la gettarono a basso e sprizzò del suo sangue contro al muro e contro ai cavalli… essi andarono per sotterrarla ma non vi trovarono altro che il teschio, e i piedi e le palme delle mani. Il giudizio spaventoso aveva raggiunto Izebel, nonostante il suo tentativo di lisciarsi il viso e aggiustarsi i capelli per sembrare più attraente e apprezzabile. La sua mesta e terribile fine, divorata dai cani, lasciava parti del corpo che esprimevano un cammino e un lavoro contro al Signore e stare alla finestra non impediva la morte.

 È un avviso a chi lisciandosi la faccia e abbellendo il capo non si occupa dell’eternità, il tempo della bellezza e della frivolezza fugge precipitosamente, occorre vedere quella luce  del Vangelo che brilla e  vuole trasportarci dalle tenebre alla luce. Vederci bene in viso è l’azione della Parola di Dio, che ci invita ad andare con fiducia  a Cristo per ricevere perdono e riconciliazione, guardandolo con interesse e non come colui che nasconde la faccia (Isaia 53:3) davanti al quale ciascuno nasconde la faccia.   È ciò che speriamo con fervido auspicio per tutti i nostri lettori i quali  ci seguono settimanalmente, che possano divenire raggianti per l’incontro con Gesù. Un caro saluto a tutti.

Ferruccio Iebole

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