L’ABOMINAZIONE DELLA DESOLAZIONE

Gesù durante il suo ministerio sulla terra comunica parole nuove e concetti nuovi collegati a profezie, che si realizzeranno fra breve, altre diluite nel tempo detto della fine. Eventi sorprendenti promuovono una conoscenza dei tempi e provocano uno stato di veglia per i credenti in attesa del ritorno di Cristo Gesù.

Non v’è dubbio alcuno che il Signore Gesù quando voleva comunicare qualcosa di importante per i discepoli, scegliesse accuratamente anche il luogo dove  esprimersi. Più volte il luogo era un monte e nell’Evangelo di Marco (13:3) la scelta ricadeva sul monte degli Ulivi, un sito molto appartato che rendeva bene il confronto tra il creato e la  natura, con lo sfondo del tempio e di Gerusalemme. L’analisi era evidente, da una parte vi era la creazione manuale del Creatore ovvero di Gesù (Ep. Ebrei 1:10) Tu Signore nel principio hai fondato la terra e i cieli sono opera delle tue mani e dall’altra la costruzione in pietre del tempio, destinata secondo la profezia di Gesù ad essere diroccato, cioè un’opera che diverrà inutile per un certo periodo di tempo. Questo disfacimento verificatosi secondo le parole del Signore con l’imperatore Tito, preludono ad una nuova ricostruzione del tempio che avverrà nel periodo denominato (Ev. Marco 13:8) queste cose saranno un principio di dolori. o tempo dell’apostasia Evidentemente pur essendo trascorsi molti secoli, il ricordo del maestoso edificio non ha smesso di far sognare alcuni uomini pii, nostalgici dei fasti della costruzione e pronti ad essere ingannati. Si, perché si tratta di persone preste a credere alle favole e a non valutare attentamente le parole di Gesù l’Agnello Salvatore.

 Quando leggiamo la Parola di Dio, cioè la Bibbia, e specialmente il Nuovo Testamento dobbiamo saper discernere quando Gesù profetizzava per la Chiesa cioè l’assemblea dei salvati, quando parlava alle nazioni o a Israele, o insegnava per l’erudizione di tutti gli uomini. I consigli morali ed evangelici valgono per tutti anche ora, ma quelle profezie erano indirizzate in maniera precisa per certe categorie di ascoltatori. Chiaramente in questo capitolo di Marco preminenti vi sono parti dirette agli Ebrei in quanto tali, ma contenenti principi assimilabili anche al tempo o alla dispensazione della grazia vigente per la Chiesa. Occorre immaginare la scena descritta da Marco: Gesù era seduto, in disparte con quattro discepoli che l’attorniavano, desiderosi di conoscere il futuro. Questa scena sarà simile a quella di (Apocalisse 4:6), cambiano è vero gli attori ma il messaggio è sempre lo stesso: Santo, Santo, Santo è il Signore, il Dio onnipotente che era, che è e che viene.

Una profezia per Israele

Gesù apre la bocca incominciando il discorso con degli  ammonimenti:

  1. Guardate che nessuno vi inganni
  2. Molti verranno nel mio nome
  3. Dicendo Sono io ne inganneranno molti
  4. Udrete rumori di guerre ma non sarà la fine
  5. Insorgerà nazione contro nazione, regno contro regno
  6. Vi saranno terremoti in vari luoghi
  7. Vi saranno carestie

Il quadro prospettato non era edificante e Gesù soggiungeva ancora, come visto al versetto 8, saranno un principio di dolori. La cosa preoccupante oltre ai cataclismi, o i problemi alimentari, che sempre ciclicamente sono presenti nel mondo, dal punto di vista spirituale vi sono cose nuove. Il Suo Nome diviene proprietà di altri, che vorrebbero parlare in nome suo, senza però la Sua Autorità. Gesù sintetizzava il messaggio degli ingannatori: diranno sono io; mentre Gesù, Colui che era venuto e verrà nuovamente, potrà dire Sono Io, l’equivalente al nome di Dio. Infatti quando dirà Io Sono nell’episodio dell’arresto, i soldati caddero a terra come morti e sarà la sua mano a rialzarli. Oppure dirà (Ev. Giovanni 8:58) Prima che Abramo fosse nato, Io Sono affermando così la sua inoppugnabile origine divina. Perciò risulta evidente che una pletora di ingannatori, opportunamente mascherati, riccamente suffragati e accreditati, nei secoli  cercheranno di spendere quel nome per approfittare  della buona fede di molti, che indifferenti e noncuranti alla verità, crederanno con solerzia alle menzogne. Questo succederà perché questi individui superficiali non saranno affascinati dagli ammonimenti di Gesù e della Sua Parola, ma saranno contenti di avere una religione qualsiasi e addormentare la coscienza e il cuore. L’appagamento spirituale per queste persone risiede in una formalità, in un apparire non diversi dalla massa, tutti abbracciati dall’inganno non dall’azione dello Spirito Santo promesso nel versetto 11.

Durante questo principio di dolori altri elementi saranno resi evidenti, lo dice Gesù stesso:

  1. Scoppieranno delle persecuzioni che condurranno alla morte, anche programmati fra parenti
  2. Il Vangelo sarà predicato ad ogni creatura
  3. Molti saranno odiati a causa del Mio Nome.

E’ veramente strano come il Nome di Gesù sarebbe stato causa di inganno o causa di odio mentre è l’unico nome per cui si può essere salvati. Effettivamente se questo nome non viene riferito al Figlio Eterno di Dio e confessato con fede, esso potrà essere causa di guai e giudizi per gli increduli. Il periodo sarà caratterizzato anche dalla diffusione dell’Evangelo, predicato e sparso dall’invenzione della stampa o ancora dai moderni mezzi tecnologici. Perciò riflettendo sulle parole appena dette, possiamo affermare che il tempio di Gerusalemme è stato abbattuto; molti si sono appropriati del nome di Cristo Gesù ingannando intere nazioni, gli Ebrei hanno conosciuto la Shoà, in un prossimo futuro si vedrà quella che la Parola definisce l’abominazione (Ev. Marco 13:14) Quando poi vedrete l’abominazione della desolazione posta là dove non deve stare,( chi legge faccia attenzione) allora quelli che saranno nella Giudea fuggano ai monti.

La Bibbia G. Diodati traduce con un altro verso: Ora, quando avrete veduta l’abbominazion della desolazione detta dal profeta Daniele, posta dove non si conviene, (chi legge pongavi mente), allora coloro che saranno nella Giudea fuggansene ai monti. Personalmente pur utilizzando la Bibbia Nuova Riveduta devo confessare che in molte parti sono perplesso per la traduzione e questa è una delle tante. Il nome del profeta Daniele è cassato ingiustamente. Invece l’abominazione della desolazione fa riferimento alla precisa profezia di (Daniele 9:27) L’invasore stabilirà un patto con molti per una settimana, in mezzo alla settimana farà cessare sacrificio e offerta, sulle ali delle abominazioni verrà un devastatore commetterà le cose più abominevoli finché la completa distruzione che è decretata non piombi sul devastatore. Prima di commentare questo passo bisogna dire che per ben tre volte il profeta Daniele è chiamato come uomo molto amato; se conosciamo la sua storia è un termine ben appropriato. I versetti citati di uomo molto amato sono nel (9:23) e (10: 11-19). Questa profezia di Daniele riguarda la comprensione della venuta di Gesù il Messia e proietta luce per cosa vorrà dire la futura abominazione della desolazione.  Si può ancora affermare che la profezia di (Daniele 12:3-4) I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento e quelli che avranno insegnato a molti la giustizia risplenderanno come le stelle in eterno. Tu Daniele tieni nascoste queste parole e sigilla il libro fino al tempo della fine. Molti lo studieranno con cura e la conoscenza aumenterà , sono incoraggiamenti opportuni per addentrarsi nell’analisi biblica per non essere sorpresi dagli eventi ma per mantenere un giusto equilibrio nelle cose spirituali.

Una inaspettata tribolazione che inizia con l’apostasia e continua con l’abominazione della desolazione.

Ora Gesù sul monte  inizia a svelare  che questi tempi assumono anche un’altra definizione: (Ev. Marco 13:19) Perché quelli saranno giorni di tale tribolazione che non ce n’è stata una eguale dal principio del mondo che Dio ha creato, fino ad ora, ne mai più vi sarà. Poi prosegue: (Ev. Marco 13:20-21-22) Se il Signore non avesse abbreviato quei giorni nessuno scamperebbe, ma a causa dei suoi eletti egli ha abbreviato quei giorni. Allora se qualcuno vi dice: il Cristo eccolo qui, eccolo là, non lo credete. Perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e prodigi per sedurre, se fosse possibile anche gli eletti. Leggendo questi passi con questi termini è indubbio che nasce una voglia di sapere la vera interpretazione proposta da Gesù. Domanda: era necessario per i quattro discepoli conoscere queste cose? Poteva Gesù svelare qualcosa della profezia di Daniele? Si! Prima di tutto Gesù sa della Sua imminente dipartita cioè in tempi rapidi, quindi avvisa i quattro più rappresentativi apostoli che in breve, arriveranno in sua assenza gli ingannatori, ma non quelli della Tribolazione  o della Abominazione della desolazione perché quella avverrà in futuro. Perciò per capire questi tempi occorre andare alle scritture di Apocalisse e di II Tessalonicesi, che vedremo in seguito. Sorprende che alcuni si approprino dell’identità del Messia e si facciano passare per Lui, sbandierando una presenza miracolosa suffragata da segni potenti ma con chiara apparenza ingannatrice.

 Adesso Gesù fornisce altri tre elementi distintivi ai quattro discepoli per riconoscere i tempi dell’incipiente Tribolazione quando essa arriverà:

  1. Allora si vedrà il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole con grande potenza e gloria.
  2. Ora imparate dal fico quando i rami si fanno teneri e mettono le foglie.
  3. Il cielo e la terra passeranno ma le mie parole non passeranno.

Queste tre  affermazioni proiettano nella mente le idee che il Figlio sarà tolto dalla terra, ma ritornerà in modo glorioso. Un nuovo fico cioè Israele dovrà rinascere con una testimonianza progressiva nella maturazione, non per nulla viene detto di un tempo estivo, caldo, cioè un’attrattiva importante per chi lo analizza perché fa intravvedere dei frutti; ovviamente  una raccolta abbondante di frutti, prodotti da una linfa nascosta, invisibile, ma visibile con l’immaginazione e l’osservazione contemplativa. Infine, il fatto che le parole divine sussisteranno anche alla fine del nostro mondo e manifesteranno la Verità di Dio, l’attuazione delle profezie pronunciate, le promesse conferite a Israele come nazione, la distruzione dei programmi dell’Avversario.

Tornando a questi tre fatti così esplicativi, bisogna dire che Gesù ritornerà come hanno testimoniato gli angeli in (Atti 1:11)…Questo Gesù che vi è stato tolto ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo. Quindi è certo il ritorno del Figlio, prima per rapire l’insieme dei credenti cioè la Chiesa che formeranno la Sposa di Cristo; in una seconda fase Gesù ritornerà per porre fine alla Grande Tribolazione in favore degli Ebrei. Il fico ovvero Israele ritornato dopo duemila anni di pellegrinaggio nel mondo, nel 1948 è approdato come nazione in Palestina secondo quello detto in (Ezechiele 37:5-6), sta mettendo i suoi rami e le sue foglie in attesa dei frutti. Ora lo stato di Israele dovrà ricostruire il proprio tempio dove adesso vi è la moschea dalla cupola dorata di Oman in Gerusalemme. Questa ricostruzione sarà favorita dal capo politico dell’Europa cioè l’Anticristo, la Bestia, l’Uomo del peccato, il Figlio della perdizione, l’Avversario, perché appena ristabilito il sacrificio e l’offerta nel tempio ricostruito, lui rompendo il patto con Israele, quello suggellato con le parole (I Ep. Tessalonicesi 5:3) Pace e sicurezza, lo perseguiterà e si farà adorare come Dio a Gerusalemme, rivestendo la famosa corona del triregno di romana memoria con cui  il falso profeta lo incoronerà.

Verso un giudizio inappellabile

Le parole di Paolo sono eloquenti ( II EP. Tessalonicesi 2:3-4) Nessuno vi inganni in alcun modo, poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto, fino al punto di porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e proclamandosi Dio. Detto quadro ha i crismi della abominazione più elevata, perché solleva la creatura infernale a divinità nella realtà di desolazione, cioè senza risorse  vive e veritiere per distinguere con la vera fede, la consistenza di ciò che sta succedendo. Questa visione è avvalorata ancora dalle parole dell’Apocalisse che ci descrivono in maniera suggestiva, chiara e precisa ciò che accadrà nel tempo dell’apostasia appena classificata con questo giusto nome. Il Testo Sacro afferma che tutti gli abitanti della terra irretiti in una religione unica mondiale con parvenze cristiane e di verità, a cui sarà difficile distogliersi per certe costrizioni del vivere, saranno pronti e contenti di adorare la Bestia ingannevole, perché hanno una caratteristica peculiare questi fedeli; (Apocalisse 13:8) non sono scritti nel libro della vita dell’Agnello che è stato immolato. Chiariamo che non sono scritti  nel libro della vita per demerito proprio, non per volere di Dio, perché non hanno creduto e dato spazio all’amore di Dio perché esercitasse la sua misericordia e la sua salvezza in grazia.

L’adorazione nel tempio come sarà, viene espressa e spiegata in (Apocalisse 13:4) e adorarono il Dragone perché aveva dato il potere alla bestia e adorarono la bestia dicendo: Chi è simile alla bestia? e chi può combattere contro di lei? Con queste domande interlocutorie e stratificate nel mondo di allora, giungerà la sovrana risposta del Salvatore Gesù che indosserà i panni del giustiziere e in (Apocalisse 19:20) Ma la bestia fu presa e con lei fu preso il falso profeta che aveva fatto prodigi davanti a lei, con i quali aveva sedotto quelli che avevano preso il marchio della bestia e quelli che adoravano la sua immagine. Tutti e due furono gettati vivi nello stagno ardente di fuoco e zolfo. La conclusione della vicenda è deludente per certi ricchi trafficanti, spogliati di averi corrotti e precipitati nella disperazione con gli averi andati in fumo, simbolo di fiducia mal riposta in una potenza posticcia che svanisce in un istante come chi garantiva prosperità.  E’ conclusione trionfale per Cristo Gesù che annienta il male e gli emissari malefici e usurpatori di un titolo non spettante a dei nemici. Rientrando ancora sul monte, Lui il Redentore, avvertiva per due volte (EV. Marco 13: 33-37)  di vegliare, di essere sobri e presenti, per discernere i tempi del ritorno di Gesù. E’ per questo motivo che Paolo in ( EP. I Corinzi 11:26) dice: Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete questo calice, voi annunciate la morte del Signore finché Egli venga. Si, alla tavola del Signore oltre a riconoscerlo come nostro personale Salvatore, come Colui che ha saldato il nostro debito, lo attendiamo per vederlo trionfante e potente apparire sulle nuvole e aprirci il tempo dell’eternità. Vegliando e testimoniando della verità in Cristo Gesù, nostro sommo sacerdote, garante della salvezza per grazia e per fede, al culto domenicale secondo la sua Parola, annunziamo la sua morte di Agnello senza macchia, rammentando la croce e il suo sacrificio espiatorio compiuto in favore di chi crede. 

Ferruccio IEBOLE

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