LA TRADUZIONE DELLA BIBBIA CHE POSSIEDO E’ AFFIDABILE O IMPERFETTA?

Molte volte alcuni si domandano: ma la Bibbia è vera? La traduzione che leggo è affidabile? Oppure certi termini sono tradotti per favorire alcune idee di dottrine immaginate da gruppi religiosi, che finanziano la diffusione del tomo? Poi, siamo noi semplici lettori della Bibbia in grado di dare un consiglio adeguato in supporto alla Verità, oppure la Bibbia possiede in se stessa una forza spirituale riformatrice?

La Verità della Bibbia

Sulla veridicità della Bibbia non vi sono dubbi, essa stessa conferma l’autenticità con le sue parole profetiche, realizzate alla lettera non solo nella storia del Signore Gesù, ma sulle profezie realizzate nei due millenni dopo Cristo, infine, nella storia del popolo d’Israele e delle premonizioni che avvisano l’umanità del vicino ritorno di Gesù per rapire la Sua Chiesa e delle imminenti tribolazioni che si riveleranno come giudizio di Dio sul mondo e sugli uomini, dopo questo glorioso evento. Non bisogna dimenticare come lo Spirito di Dio e di Gesù, cioè lo Spirito Santo di Verità avvalori nel cuore di chi crede, la sua opera di accertamento e di consolazione nella Verità della Parola di Dio. Quindi un’azione discreta, soffusa e personale che indirizza il cuore umano e la mente a comprendere che, leggendo la Bibbia con fede, ci addentriamo sempre più nella rivelazione della Verità e della Vita. (Apocalisse 1:2-3) Egli ha attestato come Parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, tutto ciò che ha visto. Beato chi legge e beati quelli che ascoltano le parole di questa profezia e fanno tesoro delle cose che vi sono scritte, perché il tempo è vicino! Dunque il Signore conferma la beatitudine, quindi la benedizione e la guida per quelli che leggono e fanno tesoro nel cuore delle parole profetiche della Bibbia.

Sorge allora una domanda: perché se la Verità rivelata è unica, vi sono molte differenze tra i credenti? La realtà dipende da chi ascolta, dal suo grado di ubbidienza alla rivelazione e dal suo efficace cammino con Dio. Occorre dire con chiarezza, che un conto è la rivelazione dell’Evangelo per acquisire in dono la vita eterna o la salvezza, un altro conto è l’udire la voce di Cristo per percorrere con Lui e il Suo Spirito la via della fede, del servizio e della testimonianza. E’ in questo terreno, che si scorgono le differenze dovute proprio al modo di sentire e intendere il messaggio della Bibbia. Dunque è auspicabile che il credente, dopo aver accettato il Signore Gesù come proprio personale Salvatore, avendo capito l’opera redentrice di Gesù sulla croce, affini la sua fede nella meditazione della Parola e nella conoscenza, non fine a se stessa o per sfoggio personale, ma per portare altre anime alla conversione. Un servizio umile e timoroso perché la carne o l’intelligenza orgogliosa umana non prenda il sopravvento in una materia spirituale, dove è facile assoggettare altri individui fragili e manipolabili per scopi non consoni al messaggio della Verità. Infatti vediamo ai giorni nostri come attraverso la religione, milioni di individui impegnati nella ricerca della Verità siano assoggettati nella menzogna, in pratiche degradanti sui loro corpi, e vittime di nefandezze nonostante la tenera età, proprio da quelli che si arrogano il diritto di maestri integerrimi nell’Evangelo ed esempi da seguire.

Predicare la Verità

Se una parte della realtà è questa, dall’altra vi sono testimoni che predicano la Verità senza secondi fini, se non quella di glorificare Dio con la genuinità del messaggio, sapendo di essere servi comunque disutili, insufficienti e mancanti di molte cose, ma con corretta moralità per predicare l’Evangelo. Chi invece continua nell’errore, comunque utilizzando la Bibbia, ha bisogno di modificare il testo, i termini specie i verbi, per legare sempre più nello sbaglio e nell’inganno le persone  in cerca di sicurezza, che si affidano non allo Spirito Santo come guida, ma a imbonitori perché pigri nello studio e nella meditazione, alieni anche alla richiesta di luce ricercata direttamente presso Dio. Oggi constatiamo come sono maturati i tempi della sfrenata indipendenza da Dio, gli uomini come ai tempi di Sodoma e Gomorra assumono atteggiamenti di sfida, di rivolta verso l’Eterno e di prevaricazione su altri uomini, imponendo degrado morale e vita peccaminosa contraria alle leggi divine, scritte nei cuori di tutti gli individui, talchè il male è chiamato bene e il bene  è denominato male. Diffidiamo perciò da chi propaganda: che cosa dice la Bibbia? Sovente sono solo manipolatori e propagandisti di alcune sette spirituali, lontani anni luce dal vero messaggio evangelico.

Cambiare il testo della Bibbia non è più improponibile

La Verità di (Apocalisse 22:18-19) IO lo dichiaro a chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli decritti in questo libro; se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dall’albero della vita e della santa città che sono descritti in questo libro;  questo testo biblico ormai non influenza più i traduttori odierni della Parola, che lungi dalle eccelse conoscenze delle lingue originali come gli antichi saggi, oggi si sentono liberi di variare significati acquisiti e accettati da tutti i migliori traslatori, con distorsioni e sensi contrari, togliendo e aggiungendo parole con la scusa della forma moderna, e somministrando una traduzione monca ma adattabile ai loro pensieri. Non si riscontrano più come nelle Bibbie Diodatine le parole in corsivo, aggiunte per migliorare il testo, ma distinguendole dalle parole originali certe.

Dunque, una vera e propria ribellione a ciò che è pervenuto a noi nel tempo,  un’arroganza deleteria che ha intaccato anche chi era stato garante nel tempo trascorso, perché credente, e impegnato virtuoso nella gioia di diffondere la Parola eterna tra le nazioni, contrastata nel tempo dall’avversario e dalle forze distruttive  del mondo. Il rispetto del testo si va affievolendo ed eludendo il suo prestigio di Parola di Dio, dando vita a traduzioni non corrispondenti nei giusti termini dell’opera. Che il Signore chiami comunque a ravvedimento le anime, anche con traduzioni incomplete della sua Parola non vuol dire nulla, essendo Lui l’Onnipotente; restano però agli uomini le incomprensioni tra loro, il dolore di separazioni, la perdita di comunione sulla base di manipolazioni di termini che generano dottrine diaboliche o comportamenti umani e non spirituali. Il testo della Bibbia è ispirato divinamente, guai in vista se non c’è rispetto del dettato. Domanda: visti i limiti di certe traduzioni, criticando o avendo dubbi sul significato di certe parole adoperate; si compie forse un discredito sul testo che leggiamo  o sulla Bibbia stessa?

Zitti e supini o consapevoli delle manipolazioni?

Se i traduttori delle Bibbie moderne non sono più eccellenti e preparati linguisticamente per rendere evidente il pensiero divino, è giusto dirlo oppure tacere? E’ certo che non occorre essere degli esperti delle lingue antiche per conoscere la Verità e per capire la Scrittura, basta una lunga esperienza di vita con il Signore, anche da autodidatta, per sapere discernere il valore dei termini. Si, perché sovente alla base di certe parole tradotte in un certo modo, utilizzando alcuni verbi al posto di altri, si nota come le dottrine degli uomini, la teologia ecc., vogliono influenzare la Parola, per questo faremo in seguito alcuni esempi per essere espliciti. Però per noi cresciuti con la Diodatina, fino alla soglia degli anni duemila, ci rimane presente chi era stato Giovanni Diodati, la sua storia di traduttore dai testi antichi, che compiva in pochi anni due traduzioni una nel 1607 e l’altra nel 1640 (la prima) e la seconda la più conosciuta del 1641; ancora, come si sia dedicato ai Salmi in rima o come abbia tradotto anche in francese la Bibbia; oppure come nel 1608 aveva voluto una edizione semi-tascabile del Nuovo Testamento perché desiderava la diffusione dell’opera in Italia, contro la prepotenza e il divieto dei papi. Infine bisogna vedere e sfogliare la sua chiave Biblica, per capire la sua conoscenza della Parola e come si appuntava a mano, i termini con i versetti referenti, per farne un tomo di facile consultazione per i lettori. Per favore mi potete citare  uno simile a Lui, che non abbia copiato i suoi studi e le sue traduzioni della Bibbia, ma abbia eccelso come il Diodati? Oppure un altro che ha dato fondo alle sue risorse familiari, fino a ridursi in povertà per stampare Bibbie?

Accenni alla storia delle modifiche alle Diodatine

Come ben sappiamo, le Diodatine stampate in Germania nel settecento avevano già avuto lievi modifiche, per poi arrivare all’ottocento dove alcune revisioni a cominciare da Giambattista Rolandi negli anni venti, per proseguire con quella di Salvatore Ferretti, di Luigi Francesco De Sanctis, di Piero Guicciardini, di Teodorico Pietrocola Rossetti a metà secolo, per giungere alle variazioni del 1881 e 1894 con quattrocento correzioni. Perché la Bibbia Diodati per alcuni specialisti necessitava di queste rettifiche? Perché ormai l’influenza degli studiosi delle Scuole Bibliche, professori insuperbiti dagli studi e increduli per orgoglio umano nell’autenticità della Parola, incominciavano lievemente a mutare certi concetti. Evidentemente la malattia di protagonismo nel novecento si aggravava ed esplodeva alla soglia del duemila con traduzioni che lasciano ancor oggi perplessi. Purtroppo non sappiamo se per indisponibilità economiche o per strategie commerciali, la Bibbia sia stampata ora con traduzioni, che inglobano in ampie parti la traduzione CEI, con i loro voluti errori o le loro storture. Sta di fatto che coloro i quali per due secoli e mezzo erano contrari alla diffusione della Bibbia in lingua italiana, ora diventano grazie al consenso dei protestanti italiani, ormai succubi e tramite il Movimento Ecumenico, i paladini della Bibbia. Fantastico! Siccome accordi con l’errore si fanno sempre al ribasso e a discapito della Verità, gli Evangelici italiani sono costretti loro malgrado a utilizzare Bibbie con traduzioni alquanto discutibili e frutto di studi di manipolatori per eccellenza. E’ triste constatare come le sofferenze di tanti Colportori, otto-novecentisti, veri combattenti per l’affermazione della Verità, diffusori contrastati e perseguitati da certo clero, siano stati dimenticati per affermare una illusoria unità tra Verità ed errore, voluta da discutibili pensatori ed esaltanti battimani.

Incoraggiare i giovani nella fede al confronto della Bibbia odierna con le versioni Diodati

Questo approccio da adito a nuove esternazioni di nuovi predicatori, che a voce si permettono correzioni al testo, fatte dal pulpito, ostentando una formazione culturale e non semplice ricerca, per elargire una comprensione migliore della Parola di Dio. Durante certi sermoni, sempre più spesso, si scialacqua di un termine che nel greco biblico significa altra cosa. Non c’è dubbio che alcune parole tradotte rasentano il contrario, ma sovente è solo esibizione di cultura, che poco concorda all’edificazione dei credenti. Quindi occorre avvisare e incoraggiare i giovani credenti a procurarsi una Diodatina e verificare i verbi  se corrispondono al vero messaggio evangelico. Restiamo comunque sicuri che chi ricerca la Verità per essere salvato, non avrà sorprese, Lo Spirito Santo illumina chi è sincero e vuole luce biblica per ubbidire. Le dispute saranno sulle dottrine, sulle interpretazioni, sul servizio e sull’autorevolezza degli insegnanti o dei responsabili di chiese, che si sentono investiti erroneamente di autorità su gli altri e indispensabili per le loro comunità. Perciò restiamo tranquilli la Bibbia che ho tra le mani, pur con qualche lacuna, è affidabile perché c’è un Maestro che mi guida con il suo Spirito, e mi accerta con consolazione nella Verità Vera. Il Signore non delude chi Lo ricerca con fede.

Alcuni esempi di parole tradotte male che generano confusione

Primo esempio

(Ev. Matteo 28:19) Andate adunque ed ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. (Versione G. Diodati)

(Ev Matteo “8:19) Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. (Versione Nuova Riveduta)

La discrepanza è notevole: ammaestrare, non vuol dire fare discepoli; credo che a far discepoli ci pensi ancor oggi il Signore Gesù e il Suo Spirito; non tutti quelli che sono stati ammaestrati da Gesù in Palestina son divenuti suoi discepoli o suoi seguaci. Ma nel testo della riveduta si inculca l’idea di fare dei discepoli o dei dipendenti dai predicatori, che magari propagano dottrine errate imparate in certe scuole o in certi corsi, e se i divulgatori sono inconvertiti, come  a volte succede, si ottiene un bel risultato tuttotondo contrario alla Bibbia. Quindi occorre vigilare sui verbi utilizzati per non sbagliare. Ammaestrare è l’azione di chi è stato ai piedi del Signore, lo ha contemplato e ricercato nella autorità della Parola, imparato nell’ascolto della sua voce. Fare discepoli ripeto, è un’azione frettolosa pur di raggiungere risultati improvvisati e veloci. Nel campo della fede è presupposto di fallimento, nonostante certi gruppi certificano un’espansione rilevante ma fittizia, perché senza spessore dottrinale e spirituale. Il dettato invece dovrebbe essere: (II Ep. Timoteo 1:10) Cristo Gesù il quale ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l’immortalità mediante il Vangelo.

Secondo esempio

(Ev. Luca 22:26) Ma non già così voi; anzi il maggiore fra voi sia il minore, e quel che regge come quel che ministra. (Versione G. Diodati)

(Ev. Luca 22:26) Ma per voi non dev’essere così; anzi il più grande tra di voi sia come il più piccolo, e chi governa come colui che serve.(Versione Nuova Riveduta

La differenza è ragguardevole: reggere s’intende sopportare un peso, fatto nel caso specifico, di utilizzare pazienza, amore, umiltà e consacrazione nel servizio doti da dimostrare nel favore e dedizione in una assemblea. Governare s’intende realizzare un comando umano sopra altri inferiori di grado, dei sottoposti disponibili a chiamare benefattori chi governa (V. 25). E’ evidente un concetto completamente opposto a quello insegnato da Gesù, Colui che serve per eccellenza; eppure accettato da molti che con il termine governare, si sono impegnati a diffondere la dottrina, che la chiesa si governa, magari da anziani eletti con dubbie elezioni o incompetenti indicazioni. L’errore qui è eclatante ma una volta diffuso resta difficile da estirpare, perché chi ha conseguito una laurea in teologia o frequentato prestigiosi corsi, non rinuncerà a governare, specie se trova l’appoggio o la traccia nella Bibbia. Acquisire questo concetto e predicarlo vuol dire fomentare una gerarchia religiosa contraria all’insegnamento biblico, dove tutti sono membri del corpo, e i doni dello Spirito non sono ad appannaggio personale, ma a disposizione e a conforto dell’assemblea locale. Con questo sovvertimento del verbo, la chiesa diviene terreno di primaria importanza, più dell’opera di Gesù, perché occorre sapere chi governa, chi dirige, quali sono le disposizioni da seguire e da obbedire. L’idea di essere riscattati tutti in egual misura, viene disattesa per il formarsi, questo è il pericolo, di divisioni tra chi governa e chi vuole emergere, come nei partiti. D’altronde basta scorrere Internet nei siti evangelici, per vedere quanta parte ha la Chiesa locale nelle predicazioni o nelle riflessioni dei credenti. Si è inondati sull’argomento, come fosse indispensabile e decisivo; purtroppo su questo tema risultano le divisioni più evidenti e dolorose tra i membri di comunità.

Terzo esempio

(II Ep. Tessalonicesi 3:1) Nel rimanente, fratelli, pregate per noi, acciocché la Parola del Signore corra, e sia glorificata, come fra voi. (Versione Diodati).

(II Ep. Tessalonicesi 3:1) Per il resto fratelli, pregate per noi perché la Parola del Signore si spanda e sia glorificata come lo è tra di voi.(Versione Nuova Riveduta).

La diversità è sottile ma nasconde una visione della Parola molto difforme. Se l’importanza è la struttura della chiesa, i suoi riti celebrativi, la sua gerarchia, se si protende come insegnante e discepolatrice, è evidente che la Parola perde di valore, e occorre ridimensionarla. L’insegnamento di Paolo ai Tessalonicesi sottolinea invece come la Parola di Dio corra non senza una meta precisa o con un risultato a pioggia, ma corra per riportare il primo posto sull’ipotetico podio, non una anonima partecipazione da secondo o terzo posto. Paolo aveva in mente la corsa olimpica e auspicava la vittoria e la glorificazione della Parola, come i Tessalonicesi avevano ben capito ed erano impegnati. Nella traduzione moderna questa idea è annullata da un semplice spargimento, fatto  senza  sussulto, perché intanto vige la visione rassicurante della chiesa e non quella preminente della Parola di Dio, la Bibbia. Correre vuol dire faticare, essere in forma, nutriti dal latte puro della Parola e avere esperienza della Scrittura come cibo sodo, cioè un rapporto sincero con il Pane di Vita cioè Gesù.

Conclusione

Molti altri esempi potrebbero essere fatti per far apparire come ogni volta che l’uomo mette mano alla Parola di Dio, si rischi di perdere concetti fondamentali per la fede. Il Signore ci preservi da altre manipolazioni o da perifrasi, così care a certi studiosi. (II Ep. Tessalonicesi 3:5) Il Signore diriga i vostri cuori all’amore di Dio e alla paziente attesa di Cristo.

Ferruccio IEBOLE

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