LA SUA FAMA SI SPARSE IN TUTTA LA REGIONE
Dopo la tentazione nel deserto, Gesù si appresta a rivelare la sua missione in terra e attraverso i miracoli ad avvalorarla, ancora a ribadire un nuovo modo di intendere le Sacre Scritture dispensando la Grazia per comprenderla.
A tutti gli uomini è transitata la Grazia divina, ma per abbracciarla, occorre avvicinarsi alla fonte e questa è senza dubbio la persona amata di Cristo Gesù. Molte persone sono attratte dal personaggio con i più disparati intenti, ma solamente la via della fede fa approdare alla vera conoscenza di Gesù, a una comunione vivente con Lui, senza incertezze o perplessità sulla sua origine e sull’opera di redenzione compiuta. Bisogna per prima cosa fidarsi delle sue Parole, perciò della Bibbia, intesa come parola di Dio rivelata per ammaestrare l’uomo. A questo riguardo nota è la frase ( II Ep. Timoteo 3:15) E che fin da bambino hai avuto conoscenza delle Sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù. L’espressione citata ci introduce in una dimensione di Grazia impercettibile ai sensi umani ma distinguibile nel contesto spirituale, ossia quello di sapere che ogni uomo, sebbene peccatore, riceve un particolare sguardo amoroso dal Salvatore. La sua forza pietosa e il suo amore invitano chiunque a stabilire un contatto spirituale con Lui mediante la Sua Parola, intesa come voce celeste. Si, perché la sua presenza si trova nelle Parole dell’Evangelo e il suo scopo è quello di farci progredire nella sapienza spirituale fino al traguardo della salvezza mediante una fede biblica, fatta non di formule dottrinali, ma di tramutamento e rinnovo di vita. Detta in altre parole, una resurrezione spirituale confacente a vivere per l’eternità con Lui. Molte religioni umane che adoperano la Bibbia si arenano proprio in queste secche. I loro motti si riassumono “ in cosa insegna o cosa dice la Bibbia “ spacciando interpretazioni prive dello Spirito Santo per dogmi divini. Non ci confondiamo: la Parola di Dio non ha bisogno di mediazioni umane, di maestri protettori dell’umanità, che si accreditano con vesti lunghe, fasce colorate o copricapi particolari, per vantare un’accoglienza privilegiata in cielo. La Parola è viva di per se e sufficiente a redimere i credenti in essa, che per mezzo della fede e guida dello Spirito Santo comprendono lo scritto.
La via della Verità
Una nuova nascita d’acqua e di Spirito, come ben annunziato nell’Evangelo è propedeutica alla fede che salva. Perciò se la mia personale salvezza dipendesse da ciò che penso, o ciò che sento, non avrei bisogno di Grazia; ma se essa discende dalla rivelazione della Parola. Allora mi disporrò nell’unico modo richiesto cioè con riverenza al suo progetto e all’ascolto della sua guida. Il progetto come esplicato nel verso sopra citato è molto semplice: le Scritture rivestono in se stesse quelle virtù necessarie per rivelare e apprendere il cammino della fede e della salvezza. Bisogna solo essere concentrati sull’ascolto, e iniziare a intendere il significato del messaggio. Siccome chi si appresta ad ascoltare e meditare la Bibbia oltre a ricevere parole di vita, subisce pressioni esterne, tentazioni, confusioni, condizionamenti, occorre discernere la Verità in modo chiaro; per questo è necessaria l’esperienza della Parola. In qualsiasi disciplina serve un allenamento, nel campo della fede la guida dello Spirito Santo è sufficiente a distogliere dagli errori e dalle incomprensioni, adatta per afferrare la proclamazione della pura Verità.
Perché occorre incontrare e soffermarsi ai piedi del Maestro
La sapienza comunicata dall’incontro con Gesù cresce nell’ubbidienza, nel recepire la sua volontà di vita e di abbandono del peccato. La rigenerazione silenziosa operata dalla Parola di Dio nella vita degli uditori attenti e avveduti, si protrae fino alla certezza della nuova nascita, speranza sicura di appartenere a Gesù Cristo. La verità di queste affermazioni trovano rispondenza negli esempi dei primi miracoli svolti da Gesù nella sua primordiale apparizione come Maestro e Messia nella Galilea. Nel racconto evangelico troviamo (Ev. Luca 4:22) Non è costui il figlio di Giuseppe? Questa dichiarazione dispregiativa sulla persona del Salvatore, insinuante una discendenza umana conosciuta, quindi negazionista dell’origine divina, viene proposta per screditare la Grazia contenuta nelle sue parole. Il versetto citato dice che: la folla si meravigliava delle parole di Grazia che uscivano dalla sua bocca. Purtroppo pur riconoscendole contenenti la Grazia, queste parole non risultavano utili per il ravvedimento proposto, anzi l’effetto era contrario perché prive dell’accettazione di fede. La missione del Cristo perciò si avvale dei miracoli per rivelare la sua origine divina uno con il Padre, la sua autorità sui demoni, la sua prerogativa per insegnare la Parola in modo nuovo e la guarigione dei bisogni delle persone. In altre parole, in questi primi episodi Gesù vuole presentarsi con gli attributi celesti e, per accettarli occorre lasciarsi guidare dalla Verità spirituale, che Lui conferma nei cuori raggiunti dalla Grazia e dalla rivelazione.
I primi miracoli
Gesù nel capitolo 4:18 di Luca si proclama Profeta ripieno di Spirito Santo e proclamatore (V.19) di un tempo accettevole del Signore, cioè propizio (v. 32) per intendere le Scritture e per incontrare il Maestro annunziante la Buona Notizia. Poi il Salvatore si rivela in grado di sottomettere gli spiriti immondi e di allontanarli, non permettendo loro di parlare (v. 41). Nell’allontanare la febbre alla suocera di Pietro e guarire altri malati, ribalta il detto (Ev. Luca 4:23) Medico cura te stesso, dimostrando di essere adatto a risanare il corpo dei bisognosi. Nell’episodio seguente delle barche, Gesù si rivela come Provveditore del cibo, ma altresì come il Puro in mezzo ai peccatori. Nei successivi miracoli, quelli del lebbroso e del paralitico Gesù assume le vesti del Purificatore e di Colui che come Figlio di Dio, nella nuova dispensazione dei re e dei sacerdoti celesti, dispensa ai suoi un nuovo modo di esercizio per glorificare Dio, perché detentore del potere di perdonare i peccati degli uomini. In questa azione di perdono assegnato al paralitico, Gesù rivela di essere il Dio che perdona, umanato per un tempo e glorificato per l’eternità (I Ep. Giovanni 5:20) Egli è il Vero Dio e la vita eterna. In secondo luogo viene evidenziata la via per glorificare Dio senza il supporto del tempio e dei riti antichi, divenuti obsoleti difronte al libero accesso, effettuato e adempiuto dalla Grazia di Cristo sommo sacerdote secondo l’ordine di Melchisedec. Diviene evidente così la sua fama in Galilea, non solo per i suoi interventi pratici per la vita di tutti i giorni, come provveditore di salute e di alimenti per il popolo, ma soprattutto come Detentore di tutto il giudizio sugli uomini (Atti 17:31) Perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell’Uomo che Egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti. Certamente comprendere tutti quegli aspetti del Salvatore allora non era semplice raccoglierli, ora con la guida dello Spirito Santo tutto concorre a vedere più nitidamente e in profondità le sue perfezioni e i suoi attributi celesti. La sua Grazia ci permette ancora oggi di essere attratti da un così grande Salvatore, di Origine divina e Sposo (Ev. Luca 5:34) in attesa del suo ritorno.
Conclusione
Alla fine del capitolo quinto di Luca viene ricordato come il vino nuovo va depositato in otri nuovi. Accade lo stesso nel cuore dei raggiunti della Parola. In un cuore rinnovato prospera la fede e la vita di Cristo, comunicata dalla manna celeste l’Evangelo, fonte appunto di vita e di Grazia.
Perché Gesù mi amo? Perché Gesù mi amò?
Non so rispondere, non so,
Eppur Gesù mi amò!
Ferruccio IEBOLE
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