IN MODO DEGNO DEL VANGELO

L’apostolo Paolo scrivendo ai Filippesi aveva a cuore il progresso dell’Evangelo, questa buona notizia di Dio che salva il peccatore perduto, immeritevole della Grazia divina, il quale viene comunque raggiunto dalla pietà e dalla misericordia di Gesù, che soccombe alla giustizia divina, per liberare e aprire le porte del Suo regno celeste e della Sua Gloria ai peccatori sulla base della sola fede.

Una visione celeste

Paolo parlando del Signore Gesù, possedendo una lucida visione dell’opera redentrice del Signore Gesù, avendola ricavata da una meditazione ardente e approfondita nei termini più veri e spirituali, può rendere un quadro attendibile e preciso della scena celeste, dove Cristo si manifesta come trionfatore. La visione del cielo è descritta con dovizia di particolari, cercando di riportare l’osservazione celeste in maniera congrua e motivata, per produrre nel lettore uno stato di estasi spirituale a contatto con una realtà così diversa dal nostro intendimento. (Ep. Filippesi 2:9) Dio lo ha sovranamente innalzato. Bisogna dire che leggendo queste parole della Bibbia, siamo avvinti da questa affermazione, quasi a essere partecipi di questa scena spettacolare e invitati nostro malgrado, ad assistere a un episodio stratosferico superiore alla nostra intelligenza. Cosa ci comunica questo versetto?

 Dio innalza Gesù Cristo in maniera regale con gli onori di un re celeste, non terreno, per far conoscere la sua approvazione divina intorno alla persona del Salvatore e intorno all’opera redentrice del Figlio di Dio. L’innalzamento del Signore Gesù ha radici lontane e motivazioni specifiche. Ora, in un imprecisato periodo di tempo che noi speriamo vicino, siamo chiamati per la descrizione della Parola ad assistere anticipatamente a ciò che sarà rivelato nel giorno di Cristo. Quel giorno renderà evidente e manifesto questo intervento del Padre nei confronti del Figlio, che sarà investito da un’esaltazione trionfale e gloriosa. La scena spirituale, cui ci viene descritta la solennità, è un avvenimento che coinvolge tutta la creazione e tutte le anime, sia dei viventi che dei trapassati. La proclamazione del nome misterioso attribuito unicamente al Signore Gesù Cristo, è un evento talmente glorioso da implicare ogni essere spirituale o umano, ed essere invitati a questa situazione sarà un grande e immenso privilegio, riservato a quelli che hanno depositato la fede in Cristo e sono stati rivestiti di giustizia, adatta alla partecipazione consistente in un manto.

Una spiegazione a portata di mano

Nel giorno di Cristo, (Ep. Filippesi 2:10) Nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, avviene una cosa straordinaria delle ginocchia si piegano nel cielo! E’ mai possibile? Esistono delle ginocchia di carne nel cielo? I cieli non sono abitati solo da spiriti? Ebbene si, in potenza ogni ginocchio inteso spiritualmente, si piegherà in segno di rispetto, di devozione e di tributo di gloria verso Colui che sta venendo realmente innalzato. Il giorno di Cristo è quello dove il Signore Gesù eredita un nome supremo e riconosciuto, perché Lui deve primeggiare su tutto e su tutte le cose (Ep. Colossesi 1:17 a 19) Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in Lui…è Lui il principio… affinché in ogni cosa abbia il primato. Effettivamente a coronamento del nome ereditato, bisogna altresì che tutto concorra a questa immensa esaltazione di Gesù, affinché l’apoteosi sia magnifica e trionfale. In quel nome si piega ogni ginocchio, non importa a quale categoria appartenga, tutti devono lode e ammirazione al Figlio di Dio, il giusto Giudice. La Scrittura ci adegua ancora sulla solennità del giorno di Cristo (Ep. Filippesi 1:6) E ho questa fiducia che Colui che ha cominciata in voi un’opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo. Dunque, avverranno quattro eventi a confortare  il giorno di Cristo;

 il primo: in quelli che piegano le ginocchia sarà visibile il compimento dell’opera di Gesù nei loro cuori, l’opera buona svolta attraverso l’amore per abbondare nella conoscenza e nel discernimento dell’Evangelo, per apprezzare le cose migliori (Ep. Filippesi 1:9-10), sarà appunto riscontrabile e acclamata da tutti gli attori presenti all’innalzamento del Cristo, l’attuazione del disegno divino per glorificare Gesù il Risorto.

Il secondo: nel giorno di Cristo una visione sfolgorante dichiarerà l’irreprensibilità e la limpidezza (Ep. Filippesi 1:10-11) dei credenti in Cristo, e dove si renderanno visibili dei frutti di giustizia, in maniera colma, utili per glorificare e lodare Dio per mezzo del Figlio. Quindi un culto perfetto, che attingerà dalle perfezioni del Salvatore.

Il terzo: La giornata celestiale confermerà (Ep. Filippesi 2:16) il vanto di coloro che hanno tenuto alto il vessillo della Parola di Dio, sarà tempo di vanto, di sfoggio, dove il servizio evangelico sarà riconosciuto nella dedizione e nella fatica sopportata. Il giorno di luce di Cristo, non impedirà di ammirare degli irreprensibili graziati  risplendere come astri, degli integri perdonati che hanno tenuto alta la Parola di vita, persone che non hanno corso invano ma hanno considerato la Parola di Dio come pane di vita, o manna celeste.

Il quarto: (I Ep. Tessalonicesi 5:2) Il giorno del Signore verrà come viene un ladro di notte. L’improvvisazione del giorno non coglierà alla sprovvista chi veglia, non dorme ed è sobrio. (v. 5) i figli di luce non sono sorpresi dalle tenebre, ne dal pericolo di scambiare la notte per giorno; ma hanno: (v. 8) avendo rivestito la corazza della fede e dell’amore, e preso per elmo la speranza della salvezza, risultano attrezzati per non subire l’attacco e l’inganno dell’avversario. Quel giorno dimostrerà anche questo: chi ha preso l’armatura proveniente dalla Bibbia (Ep. Efesini 6:13 a 17).

Una domanda pertinente

(Ep. Filippesi 2:11) E ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre. Si, perché non solo le ginocchia si piegano, ma anche le lingue devono imperiosamente confessare la Signoria di Gesù e dare gloria a Dio, pronunciando questa confessione magnifica. La risposta è evidente: Cristo è, e Cristo ha. Gesù, dice alcune cose in questa meravigliosa lettera,  (Filippesi 2: 6-7) lettera agli abitanti di Filippi, dove la sofferenza per Paolo era stata resa con persecuzioni tremende; Cristo è:

1) essendo in forma di Dio,

2) è uguale a Dio,

3) è stato nella forma di servo,

4) è simile ed esteriormente agli uomini,

5) è umiliato e ubbidiente fino alla morte,

 6) e a quella di croce.

Difronte a questa rappresentazione del nostro Salvatore, sale spontaneo un inno di riconoscenza e gratitudine, per quello che Lui è e ci ha rivelato nella Sua Parola. Un simile Redentore deve ricevere tutta la nostra adorazione, essendo l’unico che ci ha riscattati dalla morte. Per questo motivo è acclamato Signore e Salvatore.

Cristo ha:

  • Ha un nome al di sopra di ogni nome,
  • Cristo ha Grazia e pace che supera ogni intelligenza,
  • Cristo ha un Evangelo,
  • Cristo ha degli interessi e delle ricchezze,
  • Cristo ha un’opera e una vocazione,
  • Cristo ha una giustizia,
  • Cristo ha un corpo glorioso.

Quante preziose sono le qualità, le peculiarità, gli attributi del nostro Giustificatore ed Avvocato Gesù presso il Padre. Lui permetterà tramite la fede a tutti i credenti di ogni era, di assistere nel tripudio del suo giorno, al trionfale innalzamento celeste, dove ogni spirito renderà gloria e onore a Colui che siede con il Padre sul trono eccelso. In questa epistola così pregnante in insegnamenti per noi, vogliamo sottolineare come Gesù è stato possessore di un corpo di umiliazione, sottoposto alle sofferenze fisiche e morali, quale la tentazione, la sete, la fatica, e la più grande di tutte l’abbandono del Padre. Risultato vincitore sopra ogni avversità, sulle innumerevoli sofferenze contro il suo corpo, Lui proclama di possedere  (Ep. Filippesi 3:21 ) un corpo della sua gloria, adatto a trasformare altri corpi per renderli simili al Suo, sovranamente innalzato. Che grande Grazia è quella riservata ai credenti, definiti (Ep. Filippesi 3:20) cittadini del cieli, giustificati e (Ep. Filippesi 3:9) (credenti) mediante la fede in Cristo, nella giustizia che viene da Dio.

Conoscenza e discernimento

Certamente la posizione di cittadini del cielo è riscontrabile perché è abbondato, come detto: (Ep. Filippesi 1:9) il vostro amore abbondi sempre più in conoscenza e in ogni discernimento perché possiate apprezzare le cose migliori). Infatti è l’amore per la Verità che sviluppa il vero sapere e la fede in noi; a questo riguardo Paolo afferma:

  1. (Ep. Filippesi 1:5) A motivo della vostra partecipazione al Vangelo,
  2. (Ep. Filippesi 1:7) Nella conferma del Vangelo,
  3. (Ep. Filippesi 1:12) Al progresso del Vangelo,
  4. (Ep. Filippesi 1:16) Della difesa del Vangelo,
  5. (Ep. Filippesi 1:27) Comportatevi in modo degno del Vangelo,
  6. (Ep. Filippesi 1:27) Combattendo per la fede del Vangelo
  7. (Ep. Filippesi 1:25) per il vostro progresso e perla vostra gioia nella fede.

Riflettere sul Vangelo, iniziare il progresso nella conoscenza e nella fede del Signore Gesù e dell’ Evangelo, vedendolo confermare nella nostra vita con (Ep. Filippesi 1:19) mediante le vostre suppliche e l’assistenza dello Spirito di Cristo Gesù, certamente ci porterà al traguardo, cioè la salvezza donandoci una prova evidente (Ep. Filippesi 1:28 ) una prova evidente per voi di salvezza e (Ep Filippesi 2:12) adoperatevi al compimento della vostra salvezza con timore e tremore.

Dunque conoscere Cristo come proprio Signore e Giustificatore è una eccellenza (Ep. Filippesi 3:8), che la Bibbia ci rivela; occorre guadagnarla come risultato della fede depositata in Lui; non vi è nessuna perdita quando investiamo nel suo amore, se non l’annullamento della nostra natura peccaminosa, perchè acquisiamo una giustizia eterna, adatta a ereditare un corpo con le stimmate della resurrezione, con ginocchia e lingua adatte per glorificare Gesù il Signore nel suo giorno. Rendiamoci conto che siamo stati afferrati da Cristo, se ci arrendiamo alla sua Grazia e alla sua pace saremo felici per l’eternità. (Ep. Filippesi 3:3) Perché i veri circoncisi siamo noi, che offriamo il nostro culto per mezzo dello Spirito di Dio e ci vantiamo in Cristo Gesù. Per questo motivo Paolo inviterà i lettori della sua epistola a guardare a Cristo e scoprire (Ep. Filippesi 2:1 a 4) l’incoraggiamento, il conforto d’amore, la comunione di Spirito, la tenerezza d’affetto, la compassione, un medesimo pensare, un medesimo amore, un animo e un sentimento, per scorgere le perfezioni di Gesù quale esempio di umiltà e dedizione, per poter rendere un culto a Dio, conoscendo in profondità il progetto divino rivelato nella Bibbia e insegnato dal Suo Spirito (Ep. Filippesi 3 :8-9) la giustizia che viene da Dio.

Conclusione

Il corpo innalzato sulla croce di Gesù Cristo, sia un vero ed efficace appiglio e appoggio alla nostra fede; il suo sacrificio cruento è stato propizio, per ottenere gratuitamente il perdono dei nostri peccati mediante l’offerta del suo corpo e del suo sangue. Se comprendiamo questo, siamo vicini a Lui che è il Salvatore. La Parola ci ricorda: (Ev. Giovanni 3:14) Bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato affinchè chiunque crede in Lui, abbia vita eterna. Ecco svelato il motivo dell’innalzamento sulla croce di Gesù. Poi il Salvatore aggiungerà: (Ev. Giovanni 12:32) E Io quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me. Un programma veramente attivo. Dopo queste parole Il Redentore doveva dimostrare come i suoi propositi e disegni fossero veri: (Ev. Luca 24:51) Mentre li benediceva si staccò da loro e fu portato in cielo, e (Atti 1:2-11) Fino al giorno che fu elevato,…questo Gesù, che vi è stato tolto ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo. Perciò rimaniamo fermi nella fede e assicurati nella Parola, che ogni cosa avrà compimento nel giorno di Cristo, come scritto e rappresentato con dovizia di particolari, i quali rallegrano il nostro cuore e la nostra mente. Vorremmo che quello il quale sentiamo noi, fosse patrimonio condiviso con i nostri cari lettori. Cerchiamo con assiduità la benedizione di Dio in Cristo Gesù.

Dolce sarà pel mio spirto redento

Pace trovare e riposo nel ciel,

Ma sarà ancora più dolce contento,

Il mio Signore veder senza vel!

Là, nella patria-Vivere ognor,

Alla presenza-Del mio Signor,

Compier la santa-Sua volontà,

Gloria in eterno-Per me sarà.

Ferruccio IEBOLE

 

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