IL PRINCIPE D’ISRAELE (1a parte)

prima del testo dell’articolo una comunicazione:
 
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ecco l’articolo:

Recentemente abbiamo appreso come Israele attenda con impazienza e sollecitudine  l’arrivo del Principe, del Messia, del nuovo Elia, e che, come nazione stia pensando di costruire un palazzo degno del personaggio e dell’evento mondiale. Non v’è dubbio che la fatica di una vita sempre in tensione e con un tenore  pauroso di subire degli attentati o degli agguati, non sia invidiabile e la voglia di pace e sicurezza cresca ogni ora. Sale pure la discriminazione nei confronti degli Ebrei della diaspora, con atti di vilipendio e disprezzo in un tempo alquanto precario e violento. Il tempo e lo spirito facinoroso di Agar contrapposto a quello di Sion, andrà sempre accentuandosi, fino alla risoluzione divina. Resta però granitica l’affermazione di Dio verso il suo popolo eletto: (Romani 11:29) Perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili; perciò senza tempo e senza pentimenti. Dunque Il Signore sarà la garanzia per Israele, quando si volgerà a Lui per invocarlo con fede e vedere la liberazione promessa realizzarsi trionfalmente. Ora è il tempo di Sansone, della forza smisurata nei capelli del consacrato, malgrado le insidie che saranno sempre più insistenti, accompagnate da pressioni e da lusinghe molto coinvolgenti da parte di nazioni ambigue e ingannatrici, fino al tempo in cui si dirà(I Ep. Tessalonicesi 5:3) Quando diranno Pace e sicurezza, allora una rovina improvvisa verrà loro addosso. Vorremmo proporre ai nostri lettori una riflessione sui passi dell’Antico Testamento citati da Pietro, Stefano, Paolo, ecc. nel libro degli Atti utilizzati per spiegare la Grazia e la salvezza, operata da Gesù e sul futuro di Israele.

Le dichiarazioni di Dio negli Atti degli Apostoli

  1. (Atti 3.25)Voi siete i figli dei profeti e del Patto che Dio fece con i vostri padri, dicendo ad Abramo nella tua discendenza tutte la nazioni della terra saranno benedette.

 

  1. (Atti 7:3) Esci dal tuo paese e dal parentado e va’ nel paese che Io ti mostrerò

 

  1. (Atti 7:5-7) In esso però non gli diede in proprietà neppure un palmo di terra, ma gli permise di darla in possesso a Lui e alla sua discendenza dopo di Lui quando Egli non aveva ancora nessun figlio. Dio parlò così: la discendenza soggiornerà in terra straniera e sarà ridotta in schiavitù e maltrattata…Ma IO giudicherò la nazione che avranno servita…e dopo questo essi partiranno e MI renderanno il loro culto in questo luogo.

 

  1. (Atti 7:42) Ma Dio si ritrasse da loro e li abbandonò al culto dell’esercito del cielo…MI avete offerto vittime e sacrifici per quarant’anni nel deserto o casa d’Israele? Anzi vi portaste appresso la tenda di Moloc e la stella del dio Refan; immagini che voi faceste per adorarle.

 

  1. (Atti 7:48-50)L’Altissimo però non abita in edifici fatti da mano d’uomo, ..Il cielo è il mio trono e la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi costruirete, dice il Signore, o quale sarà il luogo del mio riposo? Non ha la mia mano creato tutte queste cose?

 

  1. (Atti 8:32) Or il passo della Scrittura che egli leggeva era questo: Egli è stato condotto al macello come una pecora, e come agnello che è muto davanti a colui che lo tosa, così Egli non ha aperto la bocca. Nella Sua umiliazione Egli fu sottratto al giudizio. Chi potrà descrivere la sua generazione? Poiché la Sua vita è stata tolta dalla terra.

 

  1. (Atti 4:11) Egli è la Pietra che è stata da voi costruttori rifiutata, ed è divenuta la Pietra Angolare.

Abbiamo voluto elencare i versetti dove Dio parla direttamente per dare un quadro alle sue parole come punti inalienabili del Suo pensiero e dei progetti divini, tali da non confondersi o sbagliarsi nelle analisi proposte. Come avete capito cari amici, non vogliamo condizionare nessuno, ma offrire alcuni spunti per riflettere sulla Bibbia o parti di essa, e non dare interpretazioni avventate o errate con grossolane e confuse carenze. Dunque riassumendo, il Signore indirizzandosi verso il suo popolo prediletto, ricordava il Patto fatto con Abramo e la sua discendenza, che comprendeva un paese da possedere, dove Dio voleva che Israele gli rendesse un culto come Lui desiderava  e nel luogo da Lui indicato, per ribadire che la terra era Sua ed era anche Lui a stabilire i confini terrestri  dei territori e quelli spirituali.

 Il popolo invece si abbandonava a pratiche di idolatria feroce, infischiandosene degli avvertimenti e dei voleri divini, essendo ancora succube delle consuetudini e prassi superstiziose imparate dagli altri popoli circostanti. E quando per Grazia vi sarà un vero pentimento, il progetto popolare di ravvedimento sfocerà nel desiderio di costruire di un edificio nuovo e scintillante, massima aspirazione per quelli che vivono in tende. Solamente c’è un problema, un Agnello veniva immolato, un sacrificio si era consumato ed aveva riempito tutto il mondo di una nuova conoscenza e rivelazione di Dio. Quella ipotetica e ambita costruzione per reggersi o essere approvata, doveva poggiare sulla Pietra Angolare, che possedeva un nome (Atti 2:36) Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso. Orbene, un progetto difficile e impossibile  se non vi è il passo della fede e la comprensione della Grazia in Cristo. Invece, ancora una volta, cattivi consiglieri lontani dal Signore, molto amanti dell’intrallazzo religioso, dell’attività politica orgogliosa pronta ad ogni compromesso fino alla morte del presunto avversario, ostacolavano il progetto divino intorno all’Agnello e alla sua proposta di redenzione. Una parentesi che dura da duemila anni, dove il popolo prediletto vaga ancora in cerca di una ricomposizione nella comunione dispersa in quei giorni, dove si era attirata una terribile condanna proclamando: (Ev. Matteo27:25) E tutto il popolo rispose: il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli. Ancora,( Ev. Giovanni 19:15) Non abbiamo altro re che Cesare.

 Purtroppo gli orgogliosi simboli di un antico rapporto con il Signore divenivano vetusti e inservibili proprio con Cesare e l’impero, cioè l’alleato osannato, avendo rifiutato ciò che il Principe della vita aveva affermato: (Ev. Giovanni 18 37) Gesù rispose: tu lo dici, sono re; IO sono nato per testimoniare della Verità.  Orbene, il rifiuto di ascoltare la Verità e il disconoscere Gesù: (Ev. Giovanni 19:7) Egli deve morire perché si è fatto Figlio di Dio, hanno fatto si che il popolo si introducesse in un cono d’ombra e di foschia tale da perdere l’orientamento spirituale, rimanendo attaccato solo alla superficialità e ad antichi riti, (lo diciamo con rammarico e rispetto) come  il serpente di rame del deserto ricorda una reale figura e uno stato di disagio da eliminare. Nel vagare sotto il regno di Cesare, dopo aver rifiutato l’altro RE della Verità, emblematico si legge in certi prologhi delle Bibbie latine< Contra perfidia iudeorum>, Si, le persecuzioni sono state violente e orribili sulla pelle dei poveri Ebrei in tutto il mondo allora conosciuto. Il Medio Evo insegna in maniera significativa come Cesare e sistema religioso imperante in perfetto accordo si siano scagliati contro il popolo prediletto per annientarlo, utilizzando lo spirito nefasto di Aman, sempre vigile e pronto per l’uso.

Ciclicamente nei secoli lo spirito dell’orrore si era impadronito dei tempi e le conseguenze erano tragiche. Siccome Dio attuerà comunque un ricongiungimento con il suo popolo a tempo opportuno, il contrasto con Colui che dispone e suddivide regni e governi, cioè l’Avversario, veniva evidenziato nel corso dei secoli nell’ ostacolare il ritorno alla terra promessa del popolo errante. Il rinunciare alla Verità e all’indispensabile regno di Dio ha portato, (e lo possiamo affermare con tanto dispiacere e con tanta solidarietà), che forse il culmine del sangue sparso sia momentaneamente terminato con la shoah; più giusto dire con l’orrore del nazismo  e dei fascismi, strumenti di depravazione dell’umanità.

Il piano di Dio per il popolo d’Israele

(Ezechiele37:5-6) Così dice Dio il Signore a queste ossa. Ecco, IO faccio entrare in voi lo spirito e voi vivrete, metterò su di voi dei muscoli, farò nascere su di voi della carne, vi coprirò di pelle, metterò in voi lo spirito e rivivrete; e conoscerete che io sono il Signore. E’ vero questo è il piano divino riguardo Israele dopo lo sfiorato sterminio programmato dai nazisti, ma neutralizzato con un inconsueto sbocco finale voluto dal Signore, per salvaguardare un rimanente che sempre Dio si riserva di proteggere e far prosperare. Mi è caro proporre ciò che scriveva un caro fratello  nella sua analisi dei Testi Sacri effettuata circa cento anni fa: Teodorico Pietrocola Rossetti che chiaramente non contemplava la Shoah, ma era sicuro e certo del ritorno di Israele nella terra di Sion e considerava ciò come imminente per i segni distinguibili del tempo.

(Ezechiele 37:8-10) Io guardai, ed ecco venire su di esse dei muscoli, crescervi la carne e la pelle ricoprirle, ma non c’era in esse nessuno spirito. Allora Egli mi disse: profetizza allo Spirito, profetizza figlio d’uomo e di’ allo Spirito: Così parla Dio il Signore, Vieni dai quattro venti, o Spirito soffia su questi uccisi e fa che rivivano….Io profetizzai, come Egli mi aveva comandato e lo Spirito entrò in essi, tornarono alla vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grandissimo. Egli mi disse: Figlio d’uomo queste ossa sono tutta la casa d’Israele. Indubbiamente è una storia suggestiva, ma non dobbiamo dimenticare è Parola di Dio che annunzia il dopo Shoah con precisione millimetrica i fatti futuri. Sono ossa di uccisi, non solo morti,che si rivestono di un corpo, e lo Spirito dei quattro venti o dei quattro continenti da dove arrivano, li fa rivivere come un grandissimo esercito, come ben si può verificare oggigiorno in Israele. (Ezechiele 37:12) Perciò profetizza e di’ loro: Così parla Dio, il Signore Ecco IO aprirò le vostre tombe, o popolo mio e vi ricondurrò nel paese d’Israele…e metterò in voi il mio Spirito e voi tornerete in vita, vi porrò sul vostro suolo e conoscerete che IO, il Signore ho parlato e ho messo la cosa in atto dice il Signore.

Dunque traspare chiaro il motivo del ritorno in massa degli scampati dagli orrori della seconda guerra mondiale, cioè ricondotti dal Signore e dal suo Spirito per preparare il popolo a ulteriori prove, in vista di una riabilitazione spirituale che Israele avrà nel regno milleniale di Gesù e della chiesa. Occorre precisare che il (v. 12) sopracitato è di facile lettura e di  semplice comprensione ma bisogna crederlo. Esso fotografa Israele oggi.

Non  vogliamo dilungarci troppo per la complessità dell’argomento che speriamo abbia interessato, vogliamo avvisarvi  di ulteriori quattro analisi e commenti sulle profezie citate nei capitoli degli Atti degli Apostoli, riprese come detto dall’Antico Testamento, che commenteremo di seguito nella prossima settimana e oltre, a Dio piacendo, per offrire una considerazione puntuale, chiara e continuativa. Perciò nel salutarvi affettuosamente alla prossima lettura, vi raccomandiamo in preghiera a Colui che da Grazia e salva, cioè Gesù.

Ferruccio Iebole

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