IL NAUFRAGIO DELLA FEDE

Non vi è verità più lampante per descrivere lo stato di asfissia fisica e spirituale che quella prospettata dal naufragio, con la perdita per sempre dei bagagli e della vita stessa. Il viaggiatore nautico porta con se beni primari a cui è più affezionato, indumenti di scorta perché si propone un seguito, una volta terminato il viaggio; ancora, nutre la speranza nella mente  di affrontare il progetto per nuove avventure. Però se arriva il naufragio, nonostante le molte precauzioni e speranze, tutto finisce tragicamente.

Nella prima lettera di Paolo a Timoteo (1:19) viene parlato di persone che realizzano un triste primato cioè un naufragio nella fede. La costatazione è deleteria, spiace veramente che uomini e donne avvicinati dalla Parola di Dio, finiscano in quella situazione; il naufragio è un’immagine che rende bene l’idea proposta. Invece di essere sommersi dalla Grazia di Cristo con onde fluenti piene di benedizioni, si strapiomba in un vortice perverso e asfissiante. Le motivazioni per essere travolti dai flutti dell’incredulità sono molto variegate; la casistica potrebbe annoverare infinite circostanze colme di vicende intriganti. L’apostolo Paolo a proposito afferma una specifica causa: la rinunzia, una consapevole valutazione e una susseguente scelta. Per il nostro modo di pensare, teso a scusare tutto, saremmo più propensi a sorvolare e a discolpare i nostri simili per fragilità e incompetenza, specie parlando di fede. Già cosa è la fede?

Purtroppo l’argomento riveste una severità cui è difficile sottrarsi, perché nel campo spirituale, non vi è spazio per l’approssimazione o per ” il tanto al mucchio”, come si suol dire. La Grazia e la pazienza di Cristo non vanno confuse con un irreale e finto modo di credere; non si tratta di religione, di riti da accettare, o di comportamenti da esercitare. La fede di cui parla la Bibbia è un convincimento da parte dello Spirito Santo, che interviene nella vita di ogni individuo, per rivelargli quello che Gesù Cristo ha compiuto in suo favore. La spiegazione dello Spirito Santo consiste nel chiarire in modo lampante e delucidare il potente valore del sacrificio di Gesù sulla croce. Sono opportuni a questo riguardo i versetti (I Ep. Timoteo 2:5-6) Infatti c’è un solo Dio e anche un solo mediatore tra Dio e gli uomini, Gesù Cristo uomo, che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti.

Un prezzo immenso

Il prezzo del riscatto pagato da Cristo Gesù per tutti i peccatori, prezzo del suo corpo e del suo sangue offerto a Dio sulla croce, specifica l’unico sacrificio accettevole, congruo, per redimere i peccatori, e rimarca l’impossibilità del genere umano a riscattarsi con le proprie forze. Accettare questo convincimento, cioè il nostro fallimento consistente nell’inattuabilità di poterci salvare da soli, è quello che lo Spirito Santo attraverso la predicazione dell’Evangelo cerca di attuare, con una progressiva persuasione e allontanare l’orgoglio umano che ritiene di poter soddisfare la giustizia divina con mezzi propri. Gesù riguardo l’opera dello Spirito Santo dirà ( Ev. Giovanni 16: 8-11) Quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto al peccato perché non credono in Me, quanto alla giustizia perché vado al Padre e non mi vedrete più, quanto al giudizio perché il principe di questo mondo è stato giudicato. L’assunto esposto dichiara ciò che lo Spirito Santo compie; convince il mondo di peccato, ovvero noi tutti che siamo peccatori e privi della gloria divina perciò inconsistenti e inidonei nello stare di fronte a Dio. L’unico che può sussistere nella presenza di Dio perché giusto come Lui, sono Gesù e quelli che credono in Lui,  cioè i nati di nuovo, come confermato nel verso citato. Poi lo Spirito conferma che il Principe di questo mondo, Satana, l’Avversario o il Diavolo è già stato giudicato per sempre e reso innocuo, nonostante la morte fisica colpisca ancora gli uomini.

L’Opera dello Spirito Santo e del Vangelo

L’opera convincente dello Spirito Santo come visto, si svolge silenziosamente nella coscienza umana, iniettando ragionamenti e pensieri di vita eterna, alfine di purificarla per farla divenire una buona e pura coscienza, che sappia distinguere la Verità dalle menzogne. ( I Ep. Timoteo 3:9 ) Uomini che custodiscano il mistero della fede in una coscienza pura. Infatti citando l’incarico ricevuto Paolo diceva: (I Ep. Timoteo 1:4-5) Promuovere l’opera di Dio, che è fondata sulla  fede. Lo scopo di questo incarico è l’amore che viene da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera. Ancora (I Ep. Timoteo 1: 19) conservando la fede e una buona coscienza.

Perciò è necessario conservare nella nostra coscienza il messaggio dell’Evangelo, per permettere di avere il buon deposito della Parola, che purifica la nostra vita e la conserva perennemente. Come accennato tre cose concorrono al buon andamento per conservare la rotta e non incorrere nel naufragio: cuore puro, buona coscienza e fede sincera;  per questo risultato (I Ep. Timoteo 1:2) Grazia, misericordia e pace, ci sono riversate abbondantemente, da Dio Padre e da Gesù Cristo nostro Signore. Questa assistenza promulgata da parte dello Spirito Santo, ci permette di ragionare non più secondo i metri di giudizio del mondo, ma secondo la logica sconosciuta della Parola di Dio, che coltivata nella coscienza si appropria delle verità bibliche. Il messaggio affidato alla coscienza è (I Ep. Timoteo 1:11)  il Vangelo della gloria del beato Dio. Straordinario! Un dettato glorioso, di proprietà di Dio, viene condiviso con degli uomini perché una fede gloriosa nasca in essi, cresca e porti frutto in salvezza e redenzione, questo è il grandioso progetto divino.

Un secondo soccorso

  L’Evangelo ci annunzia un secondo grande purificatore della coscienza; corrisponde al sangue di Gesù Cristo, il nostro sommo sacerdote: (Ep. Ebrei 9:14) Quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito Eterno offrì se stesso, puro, di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente. Questo elemento purificativo ci introduce nel fulcro della fede, cioè capire l’opera di Gesù. (Ep. Romani 4:25 ) il quale (Gesù) è stato dato a causa delle nostre offese, ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione, e (Ep. Romani 5:1) Giustificati dunque per fede, abbiamo  pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.

Se confidiamo e apriamo la coscienza alla Verità quelle tre cose viste sopra, cioè Grazia, Misericordia e Pace saranno i tre antidoti per eliminare gli attacchi del Nemico. La Grazia ci riceve da peccatori perdonati, cioè individui che credono in Gesù Cristo, il Mediatore. La misericordia applica la giustizia di Gesù Cristo, giustizia salita al cielo e riconosciuta nei luoghi celesti, perciò applicata ai pentiti, nati di nuovo. La pace abbraccia quelli caratterizzati dalla fede nel Salvatore, perché il giudizio è caduto sul corpo di Gesù Cristo sulla croce; quindi risulta pagato, non più attivo e perciò privo di forza giudicante in quanto tutto è condonato. La pace è dunque l’espressione risolutiva in una coscienza purificata. Paolo dirà ( Ep. Romani 8:1) Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù.

Un solo modo per accedere alla fede

Avendo inquadrato il valore del sacrificio di Gesù si comprende perché è scritto: (I Ep. Timoteo 2:4) Il Quale (Dio) vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della Verità. Un verso analogo è (I Ep. Timoteo 1:15) Certa è questa affermazione e degna di essere accettata: che Gesù Cristo è venuto nel mondo per salvare i peccatori. Una simile veduta proveniente dall’autorevolezza della Scrittura  ci ammonisce che la fede in questo chiaro dettato, fatto di atti di Gesù Cristo e avvalorati dal convincimento attestato dallo Spirito Eterno, siano l’unica via concessa al peccatore per ravvedersi e accettare la pace di Dio nella propria coscienza. Poi vi sarà il servizio eseguito secondo: (I Ep. Timoteo 4:6) Sarai un buon servitore di Cristo Gesù nutrito delle Parole della fede e della buona dottrina, che hai imparata. Necessaria appare altresì  l’esortazione di: ( I Ep. Timoteo 6:3) Se qualcuno insegna una dottrina diversa e non si attiene alle sane parole del Signore Gesù Cristo e alla dottrina che è conforme alla pietà, è un orgoglioso e non sa nulla. Si, una salvezza senza l’esclusiva pietà divina che salva interamente il peccatore, ma si attende integrazioni umane per raggiungerla, non è la Verità, ma un surrogato religioso, non la vera fede biblica. La salvezza di Cristo è gratuita perché è per Grazia. e per fede perché gli uomini sono privi della gloria divina, ma fidenti nel suo grande amore rinnovatore.

Un marchio nella coscienza

La rilevanza della coscienza, che deve essere coltivata nella Parola di Dio, e sottoposta all’insegnamento dello Spirito, appare in un tragico confronto con ciò che Paolo scrive quando essa viene trascurata fino appunto al naufragio.(I Ep. Timoteo 4:1-2) Ma lo Spirito dice esplicitamente che nei tempi futuri, alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demoni, sviati dall’ipocrisia di uomini bugiardi, segnati da un marchio nella propria coscienza. Lo scenario non è edificante: alcuni come ben spiega la Parola non hanno fatto buon uso della Grazia divina, pur essendo raggiunti dalla misericordia e dalla pace, hanno reputato questo un impaccio per lo svolgimento della propria vita. Perciò il naufragio contemplato precedentemente, è sommessamente visibile, con una nostra commozione e un  rimpianto per l’occasione sprecata. Come accennato il buon deposito non è stato conservato, la rinunzia attuata, e la pietà di Cristo non si è sviluppata fino alla redenzione; tutto è stato soffocato nella mancanza di vento dello Spirito. L’insegnamento evangelico ascoltato si è vaporizzato, resta solo un marchio che impedirà un ulteriore ravvedimento, magari supportato da lacrime lamentose ma inutilmente.

Conclusione

Restano delle preziose affermazioni scritte da Paolo con la lungimiranza che possedeva: (I Ep. Timoteo 6:20-21)   O Timoteo custodisci il deposito, evita i discorsi vuoti e profani e le obiezioni di quella che falsamente si chiama scienza; alcuni di quelli che la professano si sono allontanati dalla fede. La grazia sia con voi. Come detto, il naufragio della fede è la conseguenza di non aver salvaguardato il deposito, quel patrimonio unico di conoscenza della Verità, rivelato dalla Parola di Dio. Poi è avvenuto il progressivo allontanamento dalla acerba fede, divenuta stentata e immatura dal taglio della linfa vitale proveniente dalla Bibbia e dalla voce misericordiosa di Cristo. l più variegati motivi o scuse hanno fatto si, che le parole evangeliche sfiorissero in una totale mancanza di luce, e una indecifrata penombra tramutata ben presto in buio pesto, avvolgesse il naufrago ormai privo di forze e dissuaso da un cumulo di spiriti tentatori o seduttori. Molti naufraghi si ritrovano a riscoprire la loro condizione alla fine della vita, purtroppo quando l’amarezza del tempo trascorso viene sopraffatto dalla mancanza di visione per il perdono di Gesù. In fin dei conti sperare nella pietà di Gesù Cristo, se non hai fede in Lui è molto difficoltoso. L’episodio di Giuda Iscariota è molto educativo, se disperi ti suicidi, perché lo sguardo di Gesù Cristo ti appare lontano e senza perdono. E’ comunque solo una impressione sbagliata e deformata. Lui resta pietoso per sempre, Lui non rinnega se stesso (II Ep. Timoteo 2:13) se siamo infedeli Egli rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso. Termino dicendo che la scialuppa per naufraghi con approdo al cielo, in questo tempo di Grazia è ancora usufruibile e pronta a Salpare.

Quale un faro risplendente

Della notte rompe il vel

Tal di Dio l’amore ardente

Cerca l’uomo e il guida al ciel.

O Signore la tua luce

Splende viva in mezzo al mar

Essa sola a Te conduce

Il perduto marinar.

Ferruccio IEBOLE

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