I SACERDOTI NON POTERONO RIMANERVI

Nel primo libro dei Re è scritto così: (I Re 8:11) E i sacerdoti non poterono rimanervi per farvi il loro servizio, a causa della nuvola; perché la gloria del Signore riempiva la casa del Signore. La nuvola è sinonimo della gloria del Signore, ne determina la sua maestosa presenza, e la sua visione non può essere contenuta perché avvolgente e riempitiva di ogni cosa nel senso più glorioso.

Nell’episodio citato, cioè la consacrazione del tempio dove il Signore stabiliva una sua presenza attraverso la Nuvola e l’Arca nell’edificio, costruito al Nome del Signore, il re Salomone, i sacerdoti e il popolo potevano così glorificare Dio l’Eterno non più con il tabernacolo mobile, ma nel tempio. Ma proprio quella nuvola rendeva inutile la presenza di chi doveva svolgere il compito assegnato e celebrativo per l’inadeguatezza della presenza umana, a contatto con la nuvola. Quando Dio si manifesta l’uomo scompare, non può sussistere vivo in questa possente e santa presenza.  

Una esperienza meravigliosa

(Ev. Luca 9:34-35) Mentre parlava così, venne una nuvola che li avvolse; e i discepoli temettero quando quelli entrarono nella nuvola. E una voce venne dalla nuvola dicendo: questi è il Mio Figlio. Colui che Io ho scelto: Ascoltatelo. Esperienza meravigliosa quella della trasfigurazione di Gesù, una sperimentazione notevole e una emozionante prova udire la voce dalla nuvola, che confermava il Figlio ed aggiungeva l’esortazione ad ascoltarlo con interesse e profitto per una nuova comunione. Pietro a questo riguardo e a questa vicenda racconta e conferma: (II Ep. Pietro 1:16-18) Ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà. Egli infatti ricevette da Dio Padre onore e gloria quando la voce giunta a Lui dalla magnifica gloria gli disse: Questi è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto. E noi l’abbiamo udita questa voce che veniva dal cielo, quando eravamo con Lui sul monte  santo. Dunque Pietro fa riferimento chiaro al monte della trasfigurazione, all’episodio della gloria e della voce con gli intensi e precisi particolari dell’accaduto e della sua portata per la fede personale.

Questa continuità di manifestazione della gloria nella nuvola, ci trasporta a vedere in Gesù la realizzazione dell’invocazione di Salomone nella preghiera quando dice: ( I Re 8:24-25) Tu hai mantenuto la promessa che facesti al tuo servo Davide, mio padre e ciò che dichiarasti  con la tua bocca e la tua mano oggi si adempie. Ora Signore, Dio d’Israele, mantieni al tuo sevo Davide, mio padre la promessa che gli facesti dicendo: non mancherà mai qualcuno che sieda davanti a Me sul trono d’Israele, purché i tuoi figli veglino sulla loro condotta e camminino in Mia presenza come tu hai camminato.

 È vero questa promessa non è mai venuta meno, nella visione della gloria concessa ad alcuni testimoni essi hanno confermato Gesù come Re glorificato alla destra di Dio: (Atti 7:55)  Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra. L’osservazione celeste è ragguardevole Stefano riconosce per concessione dello Spirito Santo, la persona di Gesù nella maestà e lo distingue in modo rilevante nella gloria e alla destra di Dio. Nessun uomo avrebbe potuto vedere una simile e notevole visione, se non per un intervento miracoloso voluto da Dio.

 Occorre ricordare che Gesù quando entra nella sua gloria, cioè quando ascende al cielo non può essere visto dai discepoli in quanto esseri terreni: (Atti 1:9) Dette queste cose, mentre essi guardavano, fu elevato; e una nuvola accogliendolo, lo sottrasse ai loro sguardi. È evidente che all’atto dell’ascensione quella famosa nuvola non poteva essere assente, ma quella presenza significava un compiacimento totale dell’opera di Gesù Cristo da parte di Dio. I due angeli apparsi subito dopo, confermavano lo straordinario evento con la promessa del ritorno di Gesù come Re d’Israele e come Salvatore della Chiesa.

Un altro aspetto della nuvola

(I Ep. Corinzi 10:1-2) Non voglio infatti che ignorate fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, passarono tutti attraverso il mare furono tutti battezzati nella nuvola e nel mare per essere di Mosè. Il passaggio del Mar Rosso evento glorioso dove Dio dava prova di grande potenza e gloria, manifestava la sua presenza ancora con la nuvola che proteggeva il popolo e in senso figurativo lo battezzava, lo immergeva per appartenere alla discendenza di Mosè, cioè da schiavi in Egitto a liberi per la terra promessa.  

Soprattutto (v. 3-4) Mangiarono tutti lo stesso cibo spirituale, bevvero tutti la stessa bevanda spirituale perché bevevano alla roccia spirituale che li seguiva e questa roccia era Cristo. Considerevole questa interpretazione della Scrittura stessa, la quale afferma che Cristo, la roccia, dissetava il popolo  e lo seguiva. Succede ancor oggi per tutti quelli che sono assetati della giustizia celeste, i quali si affidano al Salvatore e ottengono la gratificazione per la fede della vita eterna.

( II Ep. Corinzi 3:17) Ora, il Signore è lo Spirito, e dove c’è lo Spirito del Signore lì c’è libertà.  Non possiamo confonderci, la presenza della nuvola o dello Spirito di Verità indirizza i cuori degli uomini alla libertà in Cristo, materia che dispiace agli avversari di Gesù, i quali  preferiscono la schiavitù delle anime e dei cuori per indurre alla idolatria. Nell’episodio sopracitato: (I Ep. Corinzi 10:6-7) Or queste cose avvennero per servire da esempio a noi, affinché non siamo bramosi di cose cattive, come lo furono costoro e perché non diventiate idolatri come alcuni di loro; orbene necessita la vigilanza nella libertà di Cristo per non cadere in trappole religiose, che limitano la vita cristiana con regole assurde e contrarie alla Parola appena citata, cioè con fini di idolatria e di schiavitù. È vero, non occorrono grandi sforzi per ritrovarsi senza l’orientamento biblico nella nostra vita, quando si smette di bere l’acqua della vita, cioè la Parola di Dio e si ascolta il pifferaio diabolico.

Occhi aperti e perdono

Tornando alla consacrazione del Tempio e alla preghiera di Salomone è detto: (I Re 8:29 -30) Siano i tuoi occhi aperti notte e giorno su questa casa, sul luogo di cui dicesti: qui sarà il mio Nome! Ascolta la supplica  del tuo servo  e del tuo popolo Israele quando pregheranno rivolti a questo luogo, ascoltali dal luogo della tua dimora nei cieli: ascolta e perdona. Ancora: (I Re 8:33) Quando il tuo popolo Israele sarà sconfitto dal nemico per aver peccato contro di Te, se torna a Te, se da gloria al tuo Nome e Ti rivolge preghiere, suppliche in questa casa, Tu esaudiscilo dal cielo, perdona il tuo popolo Israele, il suo peccato e riconducilo nel paese che desti ai suoi padri. È necessario sempre un esame e una confidanza nel Dio misericordioso.

Una preghiera attuale

(I Re 8: 37-39) Quando il paese sarà invaso dalla carestia o dalla peste, dalla ruggine o dal carbone, dalle locuste o dai bruchi, quando il nemico assedierà i tuo popolo nel tuo paese, nelle sue città quando scoppierà qualsiasi flagello o epidemia; ogni preghiera, ogni supplica che Ti sarà rivolta da qualsiasi individuo o da tutto il tuo popolo d’Israele, che riconoscerà la piaga del proprio cuore e stenderà le mani verso questa casa, Tu esaudiscila dal cielo, dal luogo della Tua dimora  e perdona; agisci e rendi a ciascuno secondo le sue vie, Tu che conosci il cuore di ognuno, perché Tu solo conosci il cuore di tutti i figli degli uomini.

 Fatte le debite considerazioni questi passi riflettono le situazioni odierne del mondo, sarebbe bene una spinta a un esame perché il mondo è lontano da Dio e si insuperbisce sempre più,  invece avrebbe bisogno di ascoltare i suoi preziosi consigli. È quello che noi speriamo per i nostri cari amici che seguono queste brevi note, cioè  di ascoltare l’annuncio del Vangelo, che vuole tutti riconoscersi nella libertà di Gesù Cristo. Un saluto e un a risentirci presto.

Ferruccio Iebole  

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