I FRUTTI CHE L’ANIMA TUA DESIDERAVA SONO ANDATI LONTANO DA TE

In mezzo a questi tempi difficili dove le malattie letali e le sicurezze acquisite da diverso tempo, certe da ritenerle come durevoli e conseguite per sempre, paiono invece eclissarsi e scomparire con la massima velocità, tanto da essere sorpresi, sbigottiti, disorientati se non disperati. Non è di catastrofismo a buon mercato, (cui molti per sensazionalismo si infilano), che vogliamo riflettere con la consueta dipendenza dalla Parola di Dio, senza trarre conclusioni affrettate e con basi approssimative, ma piuttosto imparare dagli esempi che la Parola di Dio anche con severità ci sottopone, per ragionare sulla nostra vita e sui desideri dell’anima nostra.

Questi sconvolgimenti epocali ci portano a leggere nel libro dell’Apocalisse, dove una parte consistente dei fatti sono giudizi ferrei del Signore Gesù, impegnato in un’epica battaglia con l’Avversario nel cielo, dove risulterà vincitore e lo scaccerà in terra. Il libro però è anche fonte di Grazia, di speranza, d’ amore e di gloria per chi crede nell’Evangelo, cioè la comunicazione in grazia e perdono per i credenti.

 

Un elenco  straordinario di beni inventariati

(Apocalisse 18:11-14) “I mercanti della terra piangeranno e faranno cordoglio per lei, perché nessuno compra più le loro merci: oro, argento, pietre preziose, perle, lino pregiato, porpora, seta, scarlatto,  ogni varietà di legno odoroso, ogni varietà di oggetti d’avorio e di legno preziosissimo, rame, ferro, marmo, cannella, spezie, profumi, unguenti, incenso, vino, olio, fior di farina, grano, buoi, pecore, cavalli, carri e persino i corpi e le anime di uomini. I frutti che l’anima tua desiderava sono andati lontano da te; tutte le cose delicate e sontuose sono perdute per te e non si troveranno mai più”. Dunque  la rappresentazione di quell’evento che la Bibbia ci comunica è eloquente e attinente ai nostri tempi, dove vediamo svanire sogni e realtà in modo amaro e non sappiamo cosa attendersi dal futuro. L’elenco merceologico citato è di una completezza straordinaria, tocca i beni di lusso, di sopravvivenza, d’arte e di lavoro, ma riguarda ancora in maniera subdola i corpi e le anime.

Quando l’apostolo Giovanni scriveva l’Apocalisse vigeva la schiavitù,  cui non era il possesso delle persone a preoccupare certi mercanti, ma dato che il passo si riferisce a secoli dopo, cioè ai nostri tempi, il fatto che la Scrittura ci riferisca di una particolare attenzione ai corpi e alle anime, vuol dire di un respiro culturale e religioso diffuso che non valeva allora. Orbene, basta vedere certi programmi televisivi odierni dove l’offerta dei corpi è esibita senza  timidezza, dividendoli dall’anima e dal pensiero senza problemi. Più sottile è il condizionamento delle anime che dimensiona un incitamento a non pensare alla fede, alla rivelazione biblica e alla proclamazione  evangelica, cioè il coinvolgimento nella dimensione spirituale della persona, distolta e bombardata da notizie  o da riti che escludono il rapporto con Dio. In quel futuro, visti gli eventi descritti, sarà veramente difficile trovare il bandolo della matassa per ubbidire al Signore, viste le oppressioni messe in atto dall’Avversario che scientemente impedirà ogni attività che riguardi lo spirito con controlli oppressivi.

 

Giudizi che arrivano in un momento

Anche oggi una marea di disagi provocati da questa  improvvisa malattia [Covid 19], ci rivela come la libertà di muoversi, di gestire il nostro tempo non ci appartenga più, sembrano tornati i tempi dell’occupazione straniera quando per intraprendere qualsiasi movimento o viaggio occorrevano permessi polizieschi. (Apocalisse 18:10, 19) “Ahi! Ahi! Babilonia, la gran città, la potente città! Il tuo giudizio è venuto in un momentoIn un attimo è stata ridotta a un deserto”. È vero in un momento tutto si sconvolge quando arriva il giudizio divino, anche se avvisati per tempo dalla Grazia  perché lungamente sopportati dalla pazienza  del Signore; inutili sono poi le lacrime o i pentimenti coercitivi che sanno di poco.

Occorre pensare anche alla confusione che regna in chi parla di Vangelo, ma che stordisce le persone con falsità, sovvertendo la  pura predicazione della Parola di Dio, inducendo le anime all’idolatria,  alla superstizione perciò alla corruzione. Perciò è bene per noi esaminarci alla luce della Bibbia e cercare di operare nel campo della fede e dell’ubbidienza a Dio, apprendendo dalla Parola del Signore tutti quegli elementi che servono per realizzare la vita eterna proposta dal suo immenso amore.

Bene, dovremmo usare al contrario, cioè in sincerità, le parole che furono pronunciate da alcuni farisei che volevano tentare Gesù e sono riportate in (Luca 20:21) “Maestro, noi sappiamo che Tu parli e insegni rettamente, e non hai riguardi personali, ma insegni la via di Dio secondo Verità”. Ecco un suggerimento congruo per approcciarsi al Vangelo con fame di Verità  e che il Divino Maestro con il Suo Spirito ci guidi a comprendere in questi tempi procellosi e insicuri, l’approdo certo alla salvezza delle nostre anime per vivere sempre con Lui. Il Signore Gesù è (Luca 20:17-18) “La pietra che i costruttori hanno rifiutata è quella che è diventata Pietra angolare, chiunque cadrà su quella pietra si sfracellerà ed essa stritolerà colui sul quale cadrà”.

 

Una pietra angolare per riporre la fede

Bisogna perciò essere consapevoli che se il Signore parla e insegna rettamente, si cerca la sua comunione per imparare nella Verità perché Lui è la sola Verità. Noi peccatori non abbiamo dimestichezza con la Verità, ma se raggiunti dalla Grazia delle parole di vita, allora siamo in grado di percorrere con Cristo la Pietra, il cammino  di redenzione proposto dal Signore. Capire che Lui solo è la Pietra vera, il fondamento su cui si erge la sua Chiesa, cioè il numero dei redenti salvati per fede è già una grazia incalcolabile.

Non inciamparsi nel messaggio evangelico ma crederlo con tutto il cuore, salva in un momento lungo come quello del giudizio. Sfracellarsi o essere stritolati è poco piacevole, dunque ascoltiamo i ragionamenti del Salvatore che vuole condurci alla fede e alla vita eterna. (Giovanni 5:24-25) “In verità,  in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità vi dico: l’ora viene, anzi è già venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio;  e quelli che l’avranno udita,  vivranno”.

 L’analisi di questo passo è altamente positivo e pregnante, Gesù afferma che vi è da ascoltare la voce e la parola del Figlio per evitare il giudizio. Fin che vi è tempo bisogna impiegarlo per ascoltare quella voce, voce che reca sollievo alle anime con il balsamo dell’Evangelo che annunzia salvezza in Cristo. Il passo fondamentale dopo udire la voce del Figlio è credere, cioè accettare che Gesù è il mio Salvatore personale, il quale su questa base mi passa dalla morte alla vita in virtù della sua offerta al Padre sul Calvario, dove Lui si è fatto peccato per noi, per subire il giudizio di Dio, e applicare ed estendere questa assoluzione e perdono ottenuto ai credenti. Comprendere che la fede è sufficiente a redimere le anime dei credenti, mentre si è immersi in contesti dove le opere sono più importanti della fede e della Grazia, credere diventa un esercizio difficoltoso per la mentalità acquisita,  sovente non creduta per il modo di pensare corrente

(Giovanni 5:44) “Come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri e non cercate la gloria che viene da Dio solo?” Si, credere vuol dire cercare gloria o di Dio o del proprio io. Il mio io, orgoglioso e sordo al richiamo della Gloria divina, vorrebbe turarsi le orecchie e proseguire verso il giudizio, ignorando la voce di Cristo, rassicurato dalla maggioranza che si comporta così. Poi vi è chi rinsavito dai richiami di Cristo, si abbandona nelle mani del Salvatore, pronto a cercare la gloria del Padre e a rinunciare a fare opere meritorie, perché ha considerato fondamentale (Giovanni 6:29) “Gesù rispose loro: questa è l’opera di Dio: che crediate in Colui che Egli ha mandato”.

 

 La dottrina di Gesù

 (Giovanni 7:16-18, 24) “Gesù rispose loro: la mia dottrina non è mia, ma di Colui che mi ha mandato. Se uno vuol fare la volontà di Lui, conoscerà se questa dottrina è da Dio o se Io parlo di mio. Chi parla di suo cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di Colui che l’ha mandato, è veritiero e non vi è ingiustizia in lui…Non giudicate secondo l’apparenza, ma  giudicate secondo giustizia”. Dunque se dobbiamo dare un giudizio sull’insegnamento di Gesù, se è in Verità, se cerca la gloria di Dio, se è retto e se insegna la via a Dio dobbiamo concludere che si  (Giovanni 8:36) “Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi”. Certamente liberi e fuori dagli schemi della morte che attira  come una potente calamita  a rimanere fermi nell’errore,  a non occuparsi della Verità e tantomeno della salvezza.

Invece la dottrina di Gesù ci invita a essere liberi, una libertà diversa da quella praticata normalmente nel mondo perché  deriva da un’azione spirituale che Lui Stesso  e lo Spirito Santo portano a termine, perché il passare dalla morte alla vita sia un fatto riscontrabile,  concreto e accertato. È la pace di Cristo nel cuore di chi crede che conferma l’avvenuto passaggio dalla morte alla vita e il desiderio dell’anima di servire il Signore, rendendogli testimonianza, gloria e adorazione sincera.

Un salto di qualità si direbbe per utilizzare un linguaggio conosciuto e moderno, in realtà si tratta di una vita rinnovata dalla potenza dello Spirito Santo e dalla Parola di Dio che come dice in: (Giovanni 3:3, 5) “Gesù rispose: In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo… non può entrare nel regno di Dio”. Orbene, la potenza dinamica adoperata per comunicare il rinnovamento di vita ottenuto credendo nel nome di Gesù, consola e da forza nella speranza dell’incontro futuro nel regno del Salvatore.  

C’è un assunto certo (Giovanni  8:47) “Chi è da Dio ascolta le parole di Dio”. Come faccio a sapere se sono da Dio? Ascoltando le parole di Dio, pregandolo di illuminarmi nel profondo dell’anima, di modo che il mio desiderio di Lui si compia  in pace, libertà, servizio e che la rivelazione della sua dottrina si chiarisca nella lettura della Bibbia sempre più esplicitamente per ubbidire alla volontà divina. Come abbiamo titolato, i desideri dell’anima non siano lontani dal Signore, ma vicini per irrobustirli sempre più nella comunione con Lui.

È quello  che auspichiamo anche per i nostri cari amici lettori che seguono le nostre meditazioni.

Ferruccio Iebole

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