EGLI MERITA CHE TU GLI CONCEDA QUESTO

(Ev. Luca 7:4) Egli merita che Tu gli conceda questo, il giudizio dei discepoli è difforme da quello che il centurione stesso da  di se, dicendo: (Ev. Luca 7:6) Perché Io non son degno che tu entri sotto il mio tetto. Sono due concetti diversi e contrastanti; poi v’è un terzo giudizio sulla questione, cioè quello di Gesù che afferma: (Ev. Luca 7:9) Io vi dico che neppure in Israele ho trovato una così gran fede. Dunque un medesimo fatto visto da tre diverse angolazioni per trarre una meditazione confortante e rassicurante sull’opera in Grazia svolta da Gesù, che non si ferma all’apparenza delle cose, ma scava nei meandri del cuore e porta un verdetto vero e  preciso.

Meritare una guarigione

Il servo del centurione era un personaggio stimato ma infermo e vicino alla morte; è una pertinente figura dell’uomo difronte a Dio, immagine che ben descrive lo stato che il peccato ha e mantiene sull’uomo. Anzi la Scrittura afferma che l’uomo è morto nei falli e nei peccati: (Ep. Colossesi 2:13) voi che eravate morti nei peccati; ha ereditato in Adamo una natura corrotta che lo porta alla morte fisica e non solo per l’età avvolta dalla vecchiaia ma in conseguenza dell’essere un peccatore. La morte testimonia la nostra separazione da Dio, e dimostra che siamo stati concepiti nel peccato, nel nemico dichiarato da Dio; oltretutto siamo anche in situazione di: (Ep. Romani 3:23) Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio.

 Quindi la diagnosi è che abbiamo peccato abbondantemente nella nostra vita,  siamo privi di quella gloria che ci permetterebbe una volta conclusa la nostra vita in terra, di comparire difronte a Dio, visto che Lui abita e manifesta Gloria e Luce quando appare. La nostra sparizione di esseri davanti a tanta magnificenza è assicurata e garantita. Perciò occorre trovare un rimedio efficace e duraturo, per non incorrere nella totale scomparsa o allontanamento, e se siamo morti o vicini alla morte dove recuperare la vita? Occorre perciò ottenere una vita per conseguire anche la gloria e resistere il giudizio imparziale di Dio. Come nel caso del servo menzionato bisognava riesumare la salute fisica, cioè la vita e in secondo luogo l’accoglienza dichiarata da parte del centurione, che acconsentiva la continuazione nel servizio, cioè la dichiarazione dell’integrità in ogni aspetto. Senza un intervento fuori della portata del servo, della sua immaginazione o delle sue risorse, nulla avrebbe potuto cambiare un destino già segnato.

Un rimedio provveduto da Dio

Il rimedio provveduto da Dio consiste in alcune rivelazioni dell’identità di Dio stesso e la conoscenza dei suoi piani in favore dei peccatori vicini alla morte. Dunque, chi è Dio e quali sono le sue prerogative? (Ep. Romani 4:5) (DIO) E’ Colui che giustifica l’empio(Ep. Romani 2:4) Oppure disprezzi le ricchezze della sua bontà della sua pazienza e della sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento? Ancora: (Atti 17:30) Dio dunque passando sopra i tempi dell’ignoranza, ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo si ravvedano, Orbene la proposta divina essendo il Padre magnanimo e buono è il ravvedimento, perchè: (Ep. Romani 17:31) Perché (DIO) ha fissato un giorno nel quale giudicherà il mondo con giustizia. Ravvedersi, perciò è seguire il volere, il consiglio rivelato da Dio, far nostro il progetto di redenzione e salvezza immaginato da Dio, per giungere a una salvaguardia dell’anima nostra e del nostro spirito. Ravvedersi vuol dire prendere atto con rincrescimento di non essere adeguati ai parametri divini, quindi oltre al ravvedimento, occorre pentirsi, chiedere perdono dei peccati e convertirsi a Dio. Sulla base di che cosa sono possibili queste azioni? Chi motiva tali azioni intime nell’anima? Quali sono gli effetti raccolti dal ravvedimento e dalla conversione, e questa è duratura o è a tempo? Chi da garanzie per un risultato eterno di vita?

Una definizione dell’Evangelo

Dio oltre alla sua manifesta bontà, pazienza e costanza, ci rivela l’Evangelo, una buona notizia, dicendoci: (Ep. Romani 1: 16-17) Infatti non mi vergogno del Vangelo, perché esso è la potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede…. poiché in esso la giustizia di Dio è rivelata da fede a fede, com’è scritto <il giusto vivrà per fede>.L’evangelo è la buona comunicazione di Dio che ci ragguaglia sul suo progetto di salvezza offerto gratuitamente a tutti (Ep. Romani 3:14) Ma sono giustificati  gratuitamente  per la sua Grazia. Allora sappiamo mediante il Vangelo che Dio opera in nostro favore e verso tutti gli uomini di ogni tempo con la Grazia; la Grazia è una parola che spiega lo stato d’animo di chi la concede, esclude il merito, si basa esclusivamente sulla bontà di chi dona e questa di Dio è gratuita. I discepoli di Gesù nella loro analisi dichiaravano che il servo vicino alla morte, era meritevole di una guarigione, qui la possibilità di guarire è invece concessa a tutti, anche senza meriti, perché Dio è un Dio Giusto e Giustificante.  Gesù nella sua predicazione aveva detto: (Ev. Giovanni 14:26) Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. Dunque non solo usufruiamo dell’Evangelo che ci comunica la bontà di Dio, ma pure ci avvaliamo del suo Spirito, che ci insegna nel ravvedimento, nel pentimento, e nella conversione, affinché tutto sia ottemperato nella luce evangelica, nella sua potenza e forza, onde otteniamo il risultato della riconciliazione con Dio, quindi il perdono dei peccati e la vita eterna.

Le tenebre spariscono

Tutti i dubbi e le tenebre nello spirito umano spariscono quando la Verità dell’Evangelo raggiunge prepotentemente il cuore morto del peccatore, come un balsamo di vita, come un massaggio cardiaco rimette in funzione l’organo, così il messaggio vivo della Parola offre la possibilità di ascoltare la voce di Gesù, che è la Via, la Verità e la Vita. Gesù reca la Grazia giustificante di Dio, offerta gratuitamente senza altri fini, che riabilita la comunione con il morto, e fa conoscere il profondo amore di Cristo Gesù che ha operato il riscatto dell’uomo sulla croce, riscatto e riconciliazione ora possibile con Dio, sulla base della fede in Cristo e di  poter ricevere la Grazia, che ci porta a salvezza eterna mediante il sangue e il corpo offerti da Gesù. Ecco perché ci assiste lo Spirito Santo nella conversione, perché il peccatore sia fondato nelle Verità evangeliche e la nuova nascita sia effettiva, non un’emozione passeggera o un convincimento mentale di sola intelligenza.

Gli atti di consapevolezza di essere morti davanti a Dio, il rincrescimento di aver peccato in continuazione, la coscienza di meritare la conferma del giudizio senza appello, cioè di essere privi della Gloria di Dio, sono sorvegliate dallo Spirito Santo che opera il convincimento effettivo. (Ev. Giovanni 16:8) Quando sarà venuto convincerà il mondo (noi) quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. Perciò una persuasione effettiva per aggrapparci all’unico salvagente offertoci, cioè la fede in Cristo e la fiducia nelle sue mani salvatrici. Sono mani forate dai chiodi del giudizio divino, di Colui che non ha conosciuto il peccato, ma ha indossato i panni del peccato per ottenere perdono e Grazia per noi, riscatto dalla morte, destino eterno nel cielo per vivere nell’eternità gloriosa di figli di Dio (I Ep. Corinzi 6:20) Poiché siete stati comperati a caro prezzo, e (I Ep. Corinzi 15:49) E come abbiamo portato l’immagine del terrestre, così porteremo anche l’immagine del celeste. Ci chiedevamo quali  garanzie esistono; bene la Scrittura risponde: ( Ev. Giovanni 10:27-28) Io le conosco ed esse mi seguono, e Io do loro vita eterna e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia mano.

La maturazione della fede

Abbiamo visto come l’Evangelo ci induca a confessare Gesù come nostro personale Salvatore, a rifugiarci sotto le sue ali protettive, confidando nel suo perdono per i peccati commessi e come con la confessione a Lui solo, e non un uomo, si ottenga con la conversione, il perdono, la giustificazione difronte a Dio per la fede nell’Agnello (Ep. Romani 3:28) Poiché riteniamo che l’uomo è giustificato mediante la fede senza le opere e (Ep. Romani 3:26) Affinché Egli sia giusto e giustificante colui che ha fede in Gesù. Orbene la fede è lo strumento che si appropria dell’opera di Gesù sulla croce, ne riceve i benefici che consistono nella vita eterna conquistata dal Risorto, ed è elargita sulla base della Grazia, attribuita a tutti coloro che si ravvedono, si pentono della vita passata, e anelano a quella nuova, comunicata e voluta dallo Spirito Santo. Sono cuori che hanno compreso come: (Ep. Romani 6:23) Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore oppure ( Ep. Romani 5: 6) Infatti mentre noi eravamo ancora  senza forza, Cristo è morto per gli empi. Dunque ottenuto il perdono dei peccati da Cristo il credente è visto: (Ep. Romani 6:14-19) Infatti il peccato non avrà più potere su di voi, perché non siete sotto la legge ma sotto la grazia…Così prestate ora le vostre membra a servizio della giustizia per la santificazione. La Bibbia ci conforta ancora con le Parole: (Ep. Romani 8:1) Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù.

 Dov’è il merito?

Seguendo la Parola abbiamo visto come nessun merito si possa vantare nel cospetto di Dio, quindi sebbene i discepoli davano una motivazione diversa il servo morente, non meritava nulla ne tanto meno il centurione, che la fine terrena avendo trascorso il suo  tempo. Invece la pietà e la misericordia di Gesù tengono conto del bene, di qualunque bene, non per ottenere la vita eterna ma per intervenire favorevolmente a beneficio di chi ha bisogno; così Lui agisce sottolineando la fede posta nelle immense sue facoltà, che risolve prolungando la vita terrena e guarendo il malato. L’esempio è di grande ammaestramento nostro, che dobbiamo imparare a confidare in Gesù Cristo, nella sua grande Pietà e  Compassione. In questo fatto Gesù pone in evidenza la fede del centurione; molte religioni non sono d’accordo con l’efficacia del credere in Cristo e della sola fede in Lui.

Pensano che occorrano anche delle opere di bene per integrare e per meritarsi l’intervento di Gesù. Nel racconto invece ci viene esplicitato che Gesù, indipendentemente dai discepoli, o dal centurione che si schermiva, agirà per pura pietà e in virtù del suo amore verso i peccatori. Occorre pensare che questo amore sia rivolto a tutti, Lui nella nostra vita ci incontra, magari da lontano ma sapendo della nostra malattia, forse da vicino e più volte, conoscendo che non meritiamo niente ma intervenendo con bontà anche a nostra insaputa, come nella malattia del servo. Non fidiamoci dunque di quelli che vogliono raggiungere la salvezza eterna per mezzo di opere di bene, perché sovente con questo espediente attirano e sottomettono alle loro voglie intere nazioni, negando infine il raggiungimento del traguardo celeste cioè la vita eterna.

Un passo chiaro

(Ep. Tito 3:5)  Egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo. Dunque siamo salvati per misericordia cioè per Grazia e per fede, mediante la rigenerazione della Parola e il rinnovamento operato dallo Spirito Santo. Sono escluse chiaramente opere meritorie, che non compiono o ricevono nessun plauso in vista della vita eterna. Valgono nei rapporti fra le persone e i credenti sono invitati a compierle per rendere testimonianza verso i non credenti: (Ep. Efesini 2:10) Essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate, affinché le pratichiamo. In questo tempo di comunicazioni facilitate teniamo a mente il messaggio d’amore di Gesù, le sue Parole di Grazia e di perdono rivolte a noi, con tanta pietà e compassione per le nostre difficoltà nel capire l’Evangelo, impariamo a confidare in Lui il nostro Salvatore.

Conclusione

Guardando in giro, vediamo una notevole produzione di articoli sulla chiesa, sul comportamento dei credenti nell’ambito delle comunità, sugli anziani, sulla disciplina  ecc. che sembrano decisivi e indispensabili. Pochi invece sull’opera di Cristo. Occorre invertire la rotta; precisare l’opera della croce e chiamare al ravvedimento le persone che non conoscono Cristo. Forse conoscono una religione, non il rapporto di comunione con Gesù. Ciò che noi auspichiamo è quello di incontrarci tutti nella fede nel Salvatore e Redentore, di elevare un culto in Spirito e Verità al nostro Dio e Padre e al Signore Gesù. Perseguiamo quindi  questo obiettivo della fede e dell’annunzio dell’Evangelo per tutti i nostri cari lettori di queste note.

Ferruccio IEBOLE

 

      

Lascia una risposta

Your email address will not be published / Required fields are marked *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>