EGLI E’ LO SPLENDORE DELLA SUA GLORIA E L’IMPRONTA DELLA SUA ESSENZA

Una definizione così chiara del Signore Gesù, non ammette contrarietà o dubbi, né sulla sua persona, né sulla sua opera di redenzione e né sulla sua gloria. Infatti l’inizio dell’Epistola agli Ebrei è molto efficace nel spiegare come la Parola di Dio, cioè Gesù, sia la persona che reca il Vangelo ovvero la Buona Novella divina al mondo, facendolo partecipe del pensiero divino intorno alla salvezza e redenzione voluta dal Padre, e immaginata avanti la fondazione del mondo, perché prevista nei dettagli e realizzata a suo tempo dal Redentore Gesù.

(Ep. Ebrei 1:3) Egli che è lo splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la Parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi. Orbene questi primi passi di questa epistola decifrano chiaramente come Dio agisca nei confronti dei peccatori, utilizzando la Grazia prodotta dall’ubbidienza e dal sacrificio di Gesù sulla croce e spandendo su chi crede il suo potente Spirito. Dunque è bene scandire questi titoli che ritraggono Gesù Cristo.

L’identità di Gesù

  1. Costituito erede di tutte le cose
  2. Egli ha creato l’universo
  3. Egli è lo splendore della Sua gloria
  4. L’impronta della sua essenza
  5. Sostiene tutte le cose con la Parola della sua potenza
  6. Ha fatto la purificazione dei peccati.
  7. Si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi.

Affermando queste qualità di Gesù, la Bibbia vuole istruirci e documentare come sia l’identità del nostro Salvatore, quali prerogative siano attribuite e affidate per prenderle su di Sé, per poter svolgere il compito gravoso e difficile da sostenere del Figlio di Dio. Dunque il Padre accenna al primo verso dell’Epistola, come Lui abbia sempre parlato con gli uomini, per mezzo di profeti, in molte maniere e per mezzo dei suoi inviati, ma ora nel giusto compimento dei tempi, Lui parla in maniera nuova mediante il Suo Figlio, che riveste quelle qualità elencate sopra e che si esprime per opere finalizzate a riconoscerlo quale erede di tutte le cose, ancora che mantenga in ogni cosa un primato riconosciuto da tutti, amici e nemici.

L’eredità che gli spetta è quella di Creatore, il quale ha manifestato la sua somma sapienza creando dal nulla i mondi conosciuti e sconosciuti, data la vastità della creazione. Una potenza perciò smisurata, che esprime uno splendore meraviglioso, una gloria eccezionale la quale riferisce un’impronta divina leggibile per la fede e accettata da chi ascolta la voce di chi testimonia e racconta in modo incommensurabile della sapienza del Figlio. (Ep. Ebrei 1:9) Parlando del Figlio dice: Il tuo trono, o Dio, dura di secolo in secolo, e lo scettro del tuo regno è uno scettro di giustizia.

Non solo la creazione è opera del Figlio (Ep. Ebrei 1:10) E ancora: Tu, Signore nel principio hai fondato la terra e i cieli sono opera delle tue mani. E’ vero, una potenza sprigionata da una mente superiore e immensa che ha immaginato il mondo, cioè la terra, la quale viene sostenuta dalla sua misericordia e Grazia in favore del genere umano, nonostante questi cerchino disperatamente di distruggerlo e farlo precipitare nel baratro del disfacimento. L’essenza divina combatte per il mantenimento temporaneo del mondo perché dovrà manifestarsi il regno milleniale di Cristo, che farà risorgere ad antico splendore cioè ai fasti della creazione; infatti, la speranza operata dal Figlio sarà ancora quella della riparazione dei guasti prodotti dagli uomini inquinatori e sperperatori delle risorse mondiali dei nostri giorni, i quali continuano a infettare con progetti folli la terra creata da Dio, il Figlio.

L’essenza del Figlio

E’ impossibile guardando le galassie, i mondi lontani, le stelle dell’universo e non cogliere la gloria di Gesù il Signore, non vedere l’impronta divina della creazione, a meno che essendo empi, si neghino le evidenze di una mano potente e gloriosa come quella del Signore. Dunque la Bibbia ci illustra perfettamente come funziona il moto perpetuo dei mondi, affermando che è la potenza della Parola di Dio che mantiene in vita e sostiene l’andamento del creato.

Quella Parola che oltre a questo, è ancora indirizzata al genere umano caduto nel peccato perciò ribelle a ogni forma di giustizia e contrario alla Parola creatrice di Dio. Nonostante tutto ciò, Dio utilizza la Sua potente Parola per indirizzare i suoi nemici ad andare al Figlio, per ricevere ristoro nella comunione, grazia al fine di non perire eternamente, lontani dallo splendore del regno celeste dove il Figlio manifesterà la Sua gloria sedendo accanto al Padre. La sua Parola è il Vangelo, che proclama perdono dei nostri peccati affidandoci a Gesù, alla sua morte vicaria sulla croce, per appropriarci per la fede del prodotto di quel sacrificio, cioè della Grazia da noi immeritata, ma concessa in virtù dell’amore di Dio.

Ecco perciò, come il Figlio compie la purificazione negli uomini, offre vita nuova, integra, fornendo intelligenza e mente rinnovata per comprendere il piano di salvezza per tutti quelli che si ravvedono dalla vita senza Cristo, a quella in stretta comunione con il Salvatore. Lui deve divenire il centro della nostra vita per farci godere delle sue meraviglie e delle sue benedizioni. Al ravvedimento prodotto dalla Parola segue la sua opera ristoratrice della nuova nascita spirituale; ovvero la predicazione del verbo divino del perdono unito all’azione dello Spirito Santo, che portano alla fede cioè a confidare per la salvezza esclusivamente in Cristo Gesù. E vero, la sua essenza divina si attua nei nostri confronti con l’amore, la Grazia, il perdono e la gloria futura, facendoci intravvedere con la speranza viva una eternità con Lui.

Gesù seduto accanto alla Maestà in attesa degli eventi futuri.

Si, ogni promessa sarà mantenuta e realizzata dal Signore; già fin da ora Egli è presente sul trono e intercede per noi in maniera splendida, ribattendo all’Accusatore l’integrità dei figli, quindi eredi, lavati e perdonati nel suo sangue puro e innocente. (I Ep. Giovanni 1:7-9) Ma se camminiamo nella luce, com’Egli è nella luce, abbiamo comunione l’uno con l’altro e il sangue di Gesù Suo Figlio ci purifica da ogni peccato. Se confessiamo i nostri peccati Egli è Fedele e Giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.

Orbene è in questa dimensione che ancor oggi il Signore vuole perdonare gli uomini, additando nel suo sangue il rimedio e la purificazione. Il fatto che sia seduto, indica un tempo di riposo in attesa di una ripresa della Sua azione, che vedrà il suo ritorno per rapire la sua chiesa, cioè i credenti che l’attendono con trepidazione vigilante; per poi, dopo aver giudicato l’Anticristo, il falso Profeta e Babilonia la grande, instaurerà il suo regno milleniale come promesso.

Questo è il ritratto che la parola di Dio ci fornisce di suo Figlio, il Redentore dell’umanità credente. Queste nostre note vogliono indurre i nostri cari lettori a considerare di far parte di quel popolo redento, che attende il Redentore in gloria per essere con Lui per l’eternità per sciogliersi in continua lode e adorazione. Un caro saluto a tutti.

Ferruccio Iebole

 

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