ECCO QUANTO HA FATTO PER ME IL SIGNORE

Una frase così precisa esprime una carica di fede non indifferente, sono parole che promettono un’analisi equa e retta, dove la verità dei fatti si fonda nella certezza e gli episodi passati o le promesse future siano grondanti di autenticità e di realtà vere. (Ev. Luca 1:25) Ecco quanto ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui mi ha rivolto il suo sguardo per cancellare la mia vergogna in mezzo agli uomini. Che magnifica frase è questa! Si, è vero, è una frase che riflette un cammino effettivo con il Signore, reale e non emotivo come molte volte udiamo, non perché siamo scettici, ma perché ci avventuriamo con precauzione nel terreno della fede e dei segni. Fare simili affermazioni a cuor leggero o emozionale è facile, più difficile quando si riconosce  uno sguardo divino nella propria vita. 

L’esaudimento per un figlio

Dunque per Elisabetta questa constatazione era una sincera realtà, era storia vissuta, cammino percorso con il Signore, talmente forte da precisare che il suo sguardo si era soffermato su di lei. Era pura esaltazione oppure la verità? Per Elisabetta il problema era avere un figlio e l’esaudimento di tale richiesta doveva essere stata lunga, faticosa e a volte sconfortante in assenza di esiti. Ma il Signore è buono e giunto il tempo opportuno, ecco avverarsi il progetto sperato. E’ notevole  che Elisabetta possa affermare <Ecco quanto ha fatto il Signore> con una certezza che può rischiare tutto, dicendo e assicurando che ogni merito è frutto di un amore eccelso e smisurato cioè divino. L’obbrobrio di essere sterile era stato tolto via da Dio stesso con un suo diretto intervento.

 Quando pensiamo a come Dio interviene nella vita delle persone si potrebbero narrare storie complicate e articolate; eppure una miriade di piccoli eventi portano gli uomini a prendere decisioni importanti, a riconoscere la guida del Signore, a negarla o respingere la sua presenza nel momento favorevole. Così è per Elisabetta che raggiunta per grazia dalla mano invisibile di Dio, può vantare la liberazione e smettere di tormentarsi. Molte persone oggi sono avvicinate dal Signore mediante l’Evangelo, predicato, esposto, proclamato con sapienza che scende dall’alto. Il risultato è che non sempre le persone comprendono <Ecco quanto ha fatto il Signore> e rifugiandosi in scuse o negando interesse per la vita eterna, di fatto disconoscono la croce di Cristo. Il punto è proprio questo, conosciamo il valore del sacrificio di Gesù? Per Elisabetta era un caso personale, con risvolti intimi tra lei e Dio; ma per noi, sappiamo forse definire la grande opera di riconciliazione condotta in porto e indicata con solennità nel cielo, operata dal Redentore? Questa opera sappiamo che coinvolge tutta l’umanità in grazia e misericordia?

Affermazione vera e obiettiva

Ogni credente in Cristo Gesù può affermare di essere stato spettatore di ciò che Cristo ha compiuto in suo favore come peccatore incallito. Può esprimere scientemente che lo sguardo di Dio ha riposato su di lui. Può affermare che la sua vergogna, credendo alla Parola del Vangelo è stata allontanata. Quale gioia, quale allegrezza rappresenta la conversione a Gesù, sapere che non siamo più sotto il peso dei nostri peccati, ma che deposti ai piedi della croce, siamo perdonati e liberi di  vivere nella libertà dei figli di Dio. Purtroppo molti non conoscono questa liberazione o rifiutano di assecondare la proposta di vita compresa nell’annunzio evangelico. Lo spirito dell’Areopago ateniese non si è ancora esaurito; (Atti 17:32) Quando sentirono parlare di resurrezione dei morti, alcuni se ne beffavano e altri dicevano: su questo ti ascolteremo un’altra volta. E’ vero molti pensano di poter gestire autonomamente l’altra volta, non tenendo conto dell’odierna e soprattutto non sapendo se vi sarà un’altra occasione per udire il messaggio vivente della Parola? Vi sarà ancora l’intervento favorevole dello Spirito Santo e lo sguardo amorevole di Dio, gestore del tempo in cui può essere trovato?

Di rimando può perdurare anche lo spirito bereano: (Atti 17:11) perché ricevettero la Parola con ogni premura esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così. L’analisi per assicurarsi sulla fede e sulla verità deve approfittare finchè vi è luce, tempo giusto per aprire il cuore e udire la traccia per conseguire il ravvedimento. L’esempio bereano ci parla di serietà, di premura, di esamina scrupolosa e costante, di aver ricevuto la Parola di Dio tutt’altro che in maniera superficiale, perché sapevano il messaggio colmo e prospero di vita. E’ interessante il verbo vedere espresso nel versetto, in sostanza i bereani volevano scrutare nel verbo i riflessi della verità e discernere come essa li poteva portare alla fede in Cristo Gesù. Questa pratica è valida anche oggi; molte persone attraverso la lettura della sola Parola di Dio, accedono alla fede e sono gioiosi di incontrare altri personaggi che sentano gli stessi stimoli e l’attrazione verso Dio e il Salvatore Gesù per adorarli. Tutti questi credenti che confidano esclusivamente nell’Evangelo sono dei genuini testimoni, che suffragano la loro fede affermando < Ecco quanto ha fatto il mio Signore> Si, sono persone le quali hanno un rapporto di fiducia con il Signore, si cibano ogni giorno di quelle parole divine e pregano per la conversione di amici, parenti e conoscenti, sapendo della Grazia di Gesù fatta confluire verso tutti i peccatori.

Pregare per una cosa e non credere che possa avvenire

 (Ev. Luca 1:13) Non temere Zaccaria perché la tua preghiera è stata esaudita; tua moglie Elisabetta ti partorirà un figlio e gli porrai nome Giovanni. A volte succede proprio così, preghiamo con scetticismo e poca convinzione sulle cose, senza sapere che invece a tempo opportuno Dio esaudirà le nostre suppliche e le nostre orazioni. L’Evangelo non dice da quanto pregavano i coniugi, ma essendo in età avanzata appare evidente da lungo tempo; i presupposti erano divenuti obsoleti a causa del deperimento organico dei corpi dei coniugi e tutto pareva evaporato; resisteva la forma della preghiera non la sostanza. Eppure capita l’inesplicabile, appare Gabriele l’angelo che sta davanti a Dio ed è mandato a annunziare liete notizie, assieme anche un giudizio per l’incredulità praticata da Zaccaria; la conseguenza è un temporaneo mutismo. E’ vero quante volte assomigliamo a Zaccaria!

Le notizie positive erano il ritratto del figlio nascituro: (Ev Luca 1:15) Sarà pieno di Spirito Santo fin dal grembo di sua madre. Una posizione eccezionale quella di possedere lo Spirito Santo non ancora disceso, ma dispensato a pochissimi nell’umanità; quindi un privilegio ben riposto nel testimone coraggioso e fedele fino alla morte orrenda, subita appunto dal Battista per l’avversione di re Erode alla Verità e alla condotta morale. Dunque Zaccaria si ritroverà muto e gesticolante, cioè una figura emblematica.

Tanti Zaccaria

Le caratteristiche di Zaccaria quale muto e improvvisatore di gesti, assomigliano a qualche credente che ogni tanto per esperienze negative rimane muto; la Parola perde la verve vitale, il distacco dalla preghiera resta ferma perchè evidentemente sprofondato nel silenzio,  la volontà di Dio adombrata da soli gesti ripetuti senza fede. Occorre perciò ritornare a considerare il sacrificio della croce, l’altissimo valore del sangue di Gesù è l’unico antidoto all’indifferenza e all’allontanamento dalla comunione, sangue che redime e procura il vero perdono. Tornare indietro, vuol dire confrontarsi con quel sangue che l’epistola dichiara: (Ep. Ebrei 10:29) il sangue del patto con il quale è stato santificato; non disprezzando ne lo Spirito ne tantomeno calpestando il Figlio di Dio. (Ep. Ebrei 10:14-15) Infatti con un’unica offerta Egli ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati. Anche lo Spirito Santo ce ne rende testimonianza. Il binomio sangue di Gesù Cristo e Spirito Santo sono concordi e operano assieme (Ep. Ebrei 9:14) Quanto più il sangue di Cristo che mediante lo Spirito Eterno offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio Vivente.

Molti credenti terrorizzati per non aver compreso appieno il valore del sangue di Cristo, pensano di perdere la salvezza se non compiono la santificazione, cioè sono soggetti e in balia degli sbalzi di umore umani, che giudicano in assoluzione o in difetto il proprio comportamento. Una brutta situazione da vivere nella completa incertezza. Il passo citato precedentemente spiega che i credenti in Cristo sono già resi perfetti per il cielo, non hanno bisogno di aggiungere nessuna santificazione al sacrificio del Signore, perchè il risultato ottenuto dal  sangue del Redentore è più che sufficiente. La santificazione del credente confermerà la fede e l’ubbidienza alla volontà divina, non certo l’incompletezza della salvezza operata da Gesù. Alcuni come Zaccaria restano gesticolanti e muti, non potendo cambiare con le proprie forze gli eventi in cui sono coinvolti: Non possono gridare come Elisabetta < ecco quanto ha fatto il mio Signore> perché insicuri sullo sguardo che ha tolto e cancellato la vergogna. Triste storia rimanere succubi dell’incertezza, un terreno fertile per sottoporsi a religiosi che vantano autorità e interpretazioni bibliche contrarie; eppure (Ev. Luca 1:37) Poiché nessuna parola di Dio rimarrà inefficace. E’ con questa fiducia che si prosegue nel cammino con il Signore, la Parola di Dio deve costantemente essere guida e riferimento per la fede.

Talvolta la Scrittura sembra di difficile interpretazione; bene dobbiamo confidare che ci sarà rivelata senza fretta e non per soddisfare curiosità o pruriti. Lo stesso nei percorsi,: a volte ci vengono proposti percorsi che rasentano la bassa magia o di credere a miracoli vissuti da altre persone con fatti straordinari. Sono terreni o tragitti di segni pericolosi da addentrarvi. I mondi degli spiriti non ci appartengono e non ci permettiamo di dare consigli su cose che non conosciamo; diffidiamo però dei faciloni e dei suggestionabili pronti a credere ad ogni manifestazione di nuovi santoni e di nuove proposte elaborate su pochi versetti estrapolati da contesti, per far dire alla Bibbia ciò che non è il fulcro dell’insegnamento. Perciò occorre cautela per non cadere in facili esaltazioni e in susseguenti depressioni. (Deuteronomio 13:2-3) E il segno o il prodigio di cui ti dirò si compie, ed Egli ti dice < Andiamo dietro a dei stranieri, che tu non hai mai conosciuto e serviamoli, tu non darai retta alle parole di quel profeta o di quel sognatore  perché il Signore, il vostro Dio vi mette alla prova per sapere se amate il Signore, il vostro Dio con tutta l’anima vostra. Un giusto avvertimento

Il gesticolante Zaccaria

 E’ vero, produce poco costrutto il dimenarsi di Zaccaria senza la  risolutiva tavoletta, occorre scrivere il nome del figlio su essa. Il Signore Gesù una volta scritto il suo possesso nel cuore di un credente riconciliato con Lui, diviene sua proprietà. Lui sarà il fedele custode, non sarà certo la santificazione umana a garantirgli l’appartenenza a Dio (II Ep. Timoteo 2:13) Se siamo infedeli Egli rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso. Qualcuno penserà che incitiamo all’errore, alla superficialità a deviare dalla rettitudine e da una condotta morale e spirituale sana, per condurci in maniera sconcia o scorretta, tanto che importa, siamo salvati? Chi ragiona in questi termini non ha capito il valore della Parola, gesticola e crede di parlare ma in realtà è muto e i suoni emessi sono incomprensibili. La riprova è che a Zaccaria (Ev. Luca 1:64) In quell’istante la sua bocca fu aperta e la sua lingua sciolta ed egli parlava benedicendo Dio; dunque è il Signore che apre la bocca e occorre aver la consapevolezza di essere mandati da lui per parlare e dire cose sensate del Vangelo.

Fare solo dei segni

(Ev. Marco 16:20)  E quelli se ne andarono a predicare dappertutto e il Signore operava con loro confermando la Parola, con i segni che l’accompagnavano.

Zaccaria aveva avuto una grande visione e quando uscì dal tempio, faceva dei segni ed era riconosciuto da altri, che leggevano nel suo volto questo evento straordinario. Succedesse oggigiorno un tale evento vi sarebbero processioni perpetue di migliaia di curiosi religiosi in cerca di emozioni o di magia verso quel luogo. I credenti non hanno bisogno di queste manifestazioni per corroborare la loro fede, fondata sulla Parola di Dio e non sui segni. Se il Signore permetterà dei segni perché è Lui che li compie, come al tempo delle prime predicazioni, ci adegueremo. Ora dall’analisi del testo, la Bibbia ci chiarisce che era Lui a compiere i miracoli, non i discepoli, per accompagnare la diffusione dell’Evangelo dando potenza perché lo Spirito non era ancora disceso, e il suo ministerio non ancora iniziato.

Oggigiorno con lo Spirito Santo che aleggia sul mondo e sui cuori, certi segni come il parlare in lingue intelligibili, sono stati sospesi; (I Ep. Corinzi 13:8-9) Le lingue cesseranno e la conoscenza abolita, perché noi in parte conosciamo e in parte profetizziamo. E’ vero, alcuni negano che le lingue siano cessate, ed emettono suoni strani quando sono in stato di trance, affermando che parlano linguaggi angelici. Siccome non è nostra intenzione fare polemiche con nessuno, se ciò che affermano fa loro piacere,  non abbiamo motivo di dissentire o dissuadere; ognuno parla in base alla luce che ha ricevuto.  Crediamo però, che voler ripetere a tutti i costi esperienze precedenti, fatte dai primi credenti o discepoli, che indubbiamente avevano altra autorevolezza e altri carismi dei nostri,  con scopi differenti e altri risultati, sia perlomeno azzardato. Perciò ci affidiamo a invocare il Signore il quale ci guidi e ci istruisca a integrare quella parte di conoscenza, che può aumentare quando sulla tavoletta del nostro cuore splendono le parole < Ecco quanto ha fatto il mio Signore>.

Conclusione

Dunque, sapendo i limiti del nostro pensiero ci affidiamo a: (I Ep. Corinzi 13:12) Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro, ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte, ma allora conoscerò pienamente come anche sono stato conosciuto. Si, siamo in attesa del giorno della piena conoscenza e di vedere a faccia a faccia il Salvatore. 

Ferruccio IEBOLE

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