E’ VENUTO E CI HA DATO INTELLIGENZA PER CONOSCERE

Ecco temere il Signore, questa è la saggezza, fuggire il male è l’intelligenza. (Giobbe 28:28)

Giobbe definisce e illustra l’intelligenza umana come un fuggire dal male, cioè raggiungere un riposo come quello insegnato dal riposo divino della creazione: (Genesi 2:2) e si riposò il settimo giorno da tutta l’opera che aveva fatta, ovvero accedere a uno stato spirituale di ricerca di comunione nella pace con Dio, attraverso la meditazione e la preghiera. Questo atteggiamento pacifico e quieto, non esclude la contemplazione della saggezza di Dio, quindi l’esercizio dell’intelligenza rivolta all’Infinito deve essere accompagnata dal timore reverenziale per il Signore, timore non paura, ma constatazione di trovarsi di fronte al Creatore d’ogni cosa, anche della nostra limitata intelligenza, che però può gustare i pacifici momenti di godimento e l’uso della mente nel riposo proposto. C’è un riposo da raggiungere, fatto di meandri di pace celeste e di ristoro spirituale, proveniente da una presenza divina abbondante, avvolgente, e assolutamente da non scansare. Se siamo introdotti in questa sfera di serenità, cioè un silenzio dove Dio ci può comunicare o toccare con la sua poderosa mano, possiamo altresì affermare di essere in uno stato congruo per accettare il Suo struggente consiglio. E’ vero, il Suo consiglio o l’essere attirati dalla condizione pacifica verso una successiva e più riflessiva azione, coinvolgente i sentimenti del cuore, la luce nella mente, la felicità dello spirito, può avvenire per un concreto atto dello Spirito di Dio, cioè l’introduzione di noi stessi nell’ambito della Verità. Nulla è più riposante di trovare la Verità.

Occorre adoperare l’intelligenza nel terreno pacifico della Verità, per capirne il grande valore. Nella fuga dal male, nel timore verso Dio, lo Spirito Santo ci propone la Verità. Domanda: saremo all’altezza di comprenderla? Dobbiamo fondamentalmente sapere una cosa precisa: (I Ep. Giovanni 5:20) Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere Colui che è il Vero, e noi siamo in Colui che è il Vero, cioè nel suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il Vero Dio e la Vita eterna; perciò possiamo concludere che per capire “il Figlio” occorre un’altra intelligenza, non solo capire la parola etimologica “figlio”. Purtroppo nel mondo molti religiosi pensano di capire il Figlio di Dio con la loro intelligenza, andando incontro a clamorosi fallimenti sull’identità di Gesù Cristo. Quindi la prima cosa da sapere è che Gesù è venuto e ci ha dato intelligenza (celeste o rivelazione) per riconoscere il Vero cioè la Verità. Quindi conoscere la prassi che Lui è venuto, ha rivestito un corpo simile al nostro, eccetto  nel peccato, e che questa Sua venuta è in relazione con il vero riposo, cioè l’assenza del male e il timore di Dio. Gesù disse una volta di andare a Lui, che avrebbe dato un sicuro e avvincente riposo agli stanchi e agli oppressi.

Dunque Gesù viene a noi per recarci cosa? (Ep. Efesini 1:7) le ricchezze della sua Grazia. Perciò necessitiamo di conoscere, di sentirci partecipi per queste ricchezze di Grazia, e se sono ricchezze (plurale) vuol dire che sono molte, abbondanti, doviziose e variegate. Una di queste ricchezze di Grazia è quella impiegata per la nostra intelligenza, al fine di affrettare e farci innamorare nella comprensione della Parola di Vita, che ci è amorevolmente rivolta. La nostra intelligenza umana e  naturale non era sufficiente, occorreva un intervento divino, perciò ci ha donato intelligenza, e come accennato Lui è venuto per darci l’intendimento o la comprensione per distinguere lo spirito della Verità dallo spirito dell’errore, come detto in I Ep. Giovanni (4:6) da questo conosciamo lo spirito della Verità e lo spirito dell’errore. Dunque un compito e un risultato che necessita della pura Grazia di Cristo.

Ascoltare e conoscere

(Ep. Colossesi 1:6) Dal giorno che ascoltaste e conosceste la Grazia di Dio in Verità. Veramente un buon programma questo di ascoltare e conoscere con l’aiuto delle ricchezze della Grazia (proprietà di Gesù), per giungere a recepire la Verità, a essere avvolti e investiti dalla Verità, quindi non essere in balia di errori fascinosi e seducenti, ma di poter attingere e ottenere un convincimento sicuro e confortante. Poter contare sull’essere preservati dall’errore è una Grazia di Gesù e dello Spirito Santo, che allontanano con la Parola, la forza dell’errore e della tentazione cioè gli strumenti adoperati dall’Avversario. Bisogna perciò concludere che la Verità è un messaggio e nello stesso tempo è una persona: Gesù Cristo. Ascoltare e conoscere possiamo assomigliarle a due rotaie progettate per raggiungere la stazione della Verità. E’ importante conoscere l’ambientazione dove avviene l’ascolto e cresce la conoscenza, cioè dove si esprime: (II Ep. Giovanni v.3) Grazia, misericordia e pace saranno con noi da parte di Dio Padre e di Gesù Cristo, il Figlio del Padre, nella Verità e nell’amore.

Dunque queste tre virtù: Grazia, misericordia e pace saranno con noi, umili ascoltatori e prospereranno nella Verità e nell’Amore del Padre e del Salvatore. Che bella assicurazione essere nell’appendice amorosa e misericordiosa del Padre Celeste e del Figlio, che accompagnano la crescita in noi della Verità, cioè del Figlio che viene conosciuto come Verità, Salvezza e Vita eterna. Cristo circonda del Suo inesplicabile amore il peccatore, reca un humus adatto perché cresca la Verità e il Suo Spirito Santo possa manifestare di essere l’agente preposto a questa cura, affinché cresca la Verità e splenda in una intelligenza o in una mente adatta alla comprensione. Ecco perché non c’è differenza nell’usare i termini Verità o Vero; vi è una perfetta identificazione della Verità con il Vero cioè Gesù Cristo, che dice Io sono la Via, la Verità e la Vita.

Altri due punti fermi

(Ep. Efesini 1:8) Dandoci ogni sorta di sapienza e d’intelligenza. Come precedentemente visto, Il Signore ci fa partecipi della sapienza da Alto e dell’influenza benefica con la sua potente Parola di Verità, affinché apprezziamo la Grazia di Dio, la quale non ci lascia indifferenti ma innesca in noi il meccanismo della comprensione e della vera  fede biblica. La Verità recepita e capita, produce uno stato di abbandono alla Verità stessa, una confidanza viva nell’autorità della Bibbia. Le parole degli uomini, i consigli dei perbenisti, i riti religiosi non sono più indispensabili di fronte alla manifestazione della Verità, che cresce nel cuore e nell’intelligenza dell’individuo nutrito dalle parole dell’Evangelo. Il messaggio compreso con l’aiuto della Grazia, diventa predominante su tutto ciò che può essere definito o inteso come il percorso precedente religioso. La fede biblica cioè quella fondata sulla rivelazione e sulla Grazia divina, allontana dal cuore le opere morte, fa evaporare i comportamenti alieni dalla vita proposta dalla Parola di Dio e motiva l’abbandono spirituale alla potenza della Verità.

La Bibbia e il suo inconfondibile messaggio sono la Verità, essa favorisce l’incontro con Cristo e l’ascolto di parole di vita, altresì ci introducono nel cammino nuovo e spirituale dove il punto cardinale è il Salvatore. Cristo appare quale potente Redentore che dispensa la Verità, essa deve essere ascoltata, conosciuta, creduta e con l’aiuto dello Spirito Santo cresce nel cammino di comunione e illustra ancora il mistero di Cristo. Perciò ora l’intelligenza è indirizzata nella verità e nell’amore di Gesù e la sua conoscenza si fa sempre più impellente, per sondare la bellezza del suo immane sacrificio ristoratore. Dunque, cosa vuol dire <è venuto e ci ha dato intelligenza?> Si, Cristo ci ha dato misericordiosamente la Sua comprensione e la fede per capire il termine <venuto> cioè:

  1. Venuto per fare la volontà di Dio,
  2. Venuto per amore nostro,
  3. Venuto per compiere l’opera di salvezza dell’uomo e della sua redenzione eterna.
  4. Venuto per farci capire la dottrina di Cristo,
  5. Venuto per risiedere e dimorare in noi con il Padre e lo Spirito,
  6. Venuto per far dimorare la Verità in noi e per farla riconoscere pubblicamente.

Tutte queste grazie ci sono illustrate sapientemente nella seconda epistola di Giovanni (v. 3) la verità dimora in voi; (v. 4) camminino nella Verità; (v. 7) (i credenti) riconoscono pubblicamente che Gesù Cristo è venuto in carne; (v. 9) Chi rimane nella dottrina di Cristo, ha il Padre e il Figlio. E’ vero, la Verità si conosce e vuole per lo Spirito Santo dimorare, abitare, radicarsi in noi ascoltatori e approssimarci al traguardo delle ricchezze di Gesù, elargite per la salute del credente, che è passato credendo dalla morte alla vita. (Ev. Giovanni 5:24) Chi ascolta la Mia Parola e crede a Colui che mi ha mandato ha vita eterna.

(Ep. Colossesi 2:2) affinchè siano consolati i loro cuori e uniti mediante l’amore, siano dotati di tutta la ricchezza della piena intelligenza per conoscere a fondo il mistero di Dio cioè Cristo. Non c’è dubbio che i tesori nascosti divengono patrimonio, dote e fruizione gratuita dei credenti per glorificare un così grande e potente Salvatore. A questo proposito: (I Ep. Giovanni 5:6) Ed è lo Spirito che ne rende testimonianza perché lo Spirito è la Verità. La Sacre Scritture ci confermano una volta di più che lo Spirito essendo Verità, una identica sostanza con la testimonianza che rende, ci assicura di una perfetta identità tra la Parola di Dio, Gesù Cristo la Verità,  lo Spirito di Dio e allo stesso tempo di Gesù, una efficace unione trina nella Verità per spandere amore e sapienza presso i peccatori.

Per capire bene la Verità dell’Evangelo, come una parola vivente, occorre andare a vederla e distinguerla con la rappresentazione simbolica o di figura allegorica, come vengono rappresentati nell’Apocalisse i quattro Evangeli, che esprimono nel cielo una vena vivente, identificati nelle quattro bestie. In  Apocalisse (4:6-8) In mezzo al trono e intorno al trono quattro creature viventi, piene di occhi davanti e di dietro…e le quattro creature viventi avevano ognuna sei ali, ed erano coperte di occhi tutt’intorno e di dentro, e non cessavano mai di ripetere giorno e notte <Santo, Santo, Santo è il Signore, il Dio Onnipotente, che era, che è, e che viene> Questo semplice passo ci comunica chiaramente che l’Evangelo è simile a una bestia, cioè a una creatura celeste e vivente, che letteralmente in virtù delle ali, aleggia nel tempo di grazia sul mondo, nel tempo in cui Dio può essere trovato e accolto per la fede: ORA! Inoltre l’Evangelo ha uno sguardo efficace perché pieno d’occhi e attento ai bisogni dei peccatori, cioè bisogni di Grazia, e propone un riflesso per indirizzare la visuale verso il cielo per trovare adeguato soccorso, e verso il peccatore affinché non disperi, ma avanzi in grazia e in fiduciosa conoscenza verso Gesù.

Infatti l’Evangelo indirizza gli uomini verso il Santo tre volte, con una confessione permanente, che non si logora e che conferma come Dio, può essere trovato nel tempo accettevole. Dio non è un mito del passato, ma riveste caratteristiche di eterno presente; era, è, verrà, conferma un’attività eternamente efficace. L’Evangelo porta alla confessione dei peccati, a ricevere il perdono divino, al culto di riconoscenza e adorazione verso il glorioso Dio e Padre, e dell’esaltazione del Figlio come amoroso Salvatore. (Apocalisse 7:10-12) ce lo confermano: <E gridavano a gran voce, dicendo: la salvezza appartiene al nostro Dio che siede sul trono e all’Agnello, e tutti gli angeli erano in piedi intorno al trono, agli anziani e alle quattro creature viventi; essi si prostrarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio, dicendo: Amen! Al nostro Dio la lode, la gloria, la sapienza, il ringraziamento, l’onore, la potenza e la forza nei secoli dei secoli! Amen.

Ancora, Gesù è il congruo messaggio dell’Evangelo che propone (Apocalisse 3:20) Ecco Io sto alla porta e busso; se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, Io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con Me. Gesù è alla porta del cuore di ogni peccatore, attento alla nostra predisposizione ad ascoltare la sua voce, voce di Verità e di pace. Se sappiamo ascoltare la voce di Cristo Gesù nella sua Parola, nella Bibbia, il risultato certo è la vita eterna. C’è un bell’esempio nell’Evangelo di Giovanni: (4:14ma chi beve dell’acqua che Io gli darò, non avrà più sete, anzi l’acqua che Io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna. L’analisi è questa:

  1. Chi beve dell’acqua,
  2. Che Io gli darò,
  3. Data da Gesù (l’Evangelo, acqua di proprietà del Redentore),
  4. Non avrò più sete,
  5. L’acqua diventerà in lui,
  6. Una fonte che scaturisce in vita eterna.

Non servono molti commenti per capire che chi ascolta con le orecchie del cuore e della mente la Verità dell’Evangelo (l’Acqua) e gusta la freschezza bevendo, cioè si appropria della Verità, non avrà più sete; ovvero abbandonerà le ricerche di un’altra  soddisfacente religione, perché già dissetato dalla Verità. Anzi troverà tutto il suo piacere nel far conoscere ad altri la Verità. Gli stimoli ricevuti dalla Verità devono alimentarsi dalla sorgente di vita cioè Cristo Gesù. Il nostro rapporto con Lui deve essere costante, vissuto nella pace e nel riposo, sotto la guida dello Spirito Santo.  Queste sono le promesse evangeliche certe da sperimentare con Gesù.

Conclusione

Con queste brevi e semplici note e riflessioni abbiamo voluto attirare l’attenzione dei nostri cari lettori sulla Verità e sul Vero, cioè Gesù che afferma (Ev. Giovanni 6:37-38) Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a Me e Io non li caccerà fuori. Si, Lui è venuto perché noi avessimo vita eterna. La sua accoglienza nella fede possano consolarci e stimolare la nostra testimonianza, per veder fruttificare la Verità e l’Evangelo nella nostra terra e nel mondo intero.

Ferruccio IEBOLE

 

 

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