E SONO ANGOSCIATO

(Ev. Luca 12:50) Vi è un battesimo del quale devo essere battezzato e sono angosciato finché non sia compiuto! In questo verso possiamo cogliere i sentimenti del Signore che comunica  il suo stato d’animo riguardo la grande prova che si avvicina inesorabilmente alla sua persona e che gli genera comunque angoscia e turbamento. La prova sarà difficile da sopportare perché tutte le forze delle tenebre si scateneranno contro la sua persona, siccome l’affronterà con forze umane spera confidando nell’aiuto del Padre di portare a termine questo battesimo. Il termine battesimo è appropriato, la parola esprime il concetto di essere ricoperto, sommerso dall’acqua, come Lui sarà inabissato nel dolore dell’abbandono del Padre e nel rivestire il peccato che non aveva mai commesso o conosciuto. Ecco perché con lucidità indica la difficoltà  di cui ne vede i segni imminenti e cerca nel conforto dei suoi, che mancheranno l’appuntamento per scarsa comprensione e debolezza della carne.

Il valore di quel battesimo

Descrivere il valore di quel battesimo e delle implicazioni  connesse sarebbe difficile se non ci venisse in soccorso l’Apostolo Paolo con la sua lettera ai Romani, che spiega bene le conseguenze di quell’atto misericordioso. Dunque (Ep. Romani 6:3-4-5) O ignorate forse che tutti noi, che siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Siamo dunque stati sepolti con Lui mediante il battesimo della sua morte, affinché come Cristo è stato risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre così anche noi camminassimo in novità di vita perché se siamo stati totalmente uniti a Lui in una morte simile alla sua, lo saremo anche in una resurrezione simile alla sua. Per facilitare la comprensione del testo lo scomponiamo:

  1. Noi che siamo stati battezzati in Cristo Gesù
  2. Siamo stati battezzati nella sua morte
  3. Siamo stati dunque sepolti nel battesimo di Gesù
  4. Affinché come Cristo è risuscitato per la gloria del Padre
  5. Anche noi camminassimo in novità di vita
  6. Se siamo totalmente uniti a Lui nella morte
  7. Lo saremo anche nella resurrezione

Il programma salvifico di Gesù è questo, chiaro, preciso e lineare, alla base però vi è la fede. Quando si parla di battesimo bisogna intendere la morte della croce, dove Gesù Cristo ha offerto a Dio il suo corpo e il suo sangue, l’unico mezzo per liberare le anime dei peccatori. Quelli che credono in quel sacrificio, la Parola afferma che sono anche loro racchiusi in quella sepoltura, morti con Cristo, nel senso che la giustizia acquisita gloriosamente da Gesù viene applicata gratuitamente ai credenti. Siccome Cristo è risuscitato anche i credenti già uniti nella morte con il Salvatore, sono anche unificati nella sua resurrezione  per camminare non più nel disordine e nel peccato, ma per rendere testimonianza dell’opera della croce, e in attesa, alla fine di assaporare la resurrezione dei corpi o la trasformazione dei corpi al ritorno in gloria di Gesù. Paolo concludeva il ragionamento con (Ep. Romani 6:8) Ora se siamo morti con Cristo, crediamo pure che vivremo con Lui.

Un secondo aspetto del battesimo di Cristo cioè della sua morte

Il Signore Gesù dopo la resurrezione si ritrovava con i discepoli e li avvisava in questi termini: (Atti 1:4-5) Trovandosi con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme ma di attendere l’attuazione della promessa del Padre, la quale Egli disse avete udita da Me, perché Giovanni battezzò si con acqua, ma voi sarete battezzati in Spirito Santo  fra non molti giorni. Orbene un’altra conseguenza del battesimo di Gesù Cristo (da non confondere con quello avvenuto al Giordano) è che Lui ha avuto l’accesso di inviare lo Spirito Santo dal cielo, cioè di mantenere la promessa che aveva fatto perché i credenti non fossero orfani e senza guida, dopo la sua ascesa definitiva al cielo.

E’ importante sapere che chi crede in Cristo, è battezzato dallo Spirito Santo, come pegno, come proprietà di Cristo con il suggello dello Spirito. Il termine battezzato vuol dire ancora, lo si vedrà quando scenderà sugli Apostoli, avvolti tutti da un vento impetuoso e da un suono che riempiva tutta la casa. Anche qui, l’idea di essere avvolti e sommersi nel vento, nel fiato vitale di Cristo è una bella immagine da conservare nel cuore anche per noi che crediamo per fede in Gesù. Questo avvolgimento di fiato vitale cioè dello Spirito è per confermare che la nostra fede pur individuale, concorre a formare un corpo, quello di Cristo.

Un terzo aspetto del battesimo di Gesù

Il battesimo dello Spirito Santo che viene dato direttamente da Lui, quando  uno crede nel sacrificio del Signore è un atto importante perché stabilisce che i credenti sono stati abbeverati, cioè hanno bevuto l’acqua della vita alla fonte dell’Evangelo e non da una religione o una confessione religiosa. L’acqua viva ha dissetato abbondantemente la sete di Cristo, delle sue perfezioni e delle sue promesse  e ristagna nel cuore del credente. (I Ep. Corinzi 12:12-13) Poiché come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo benché siano molte formano un solo corpo, così è anche di Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati in un unico Spirito per formare un unico corpo, Giudei e Greci, Schiavi e liberi, e tutti siamo stati abbeverati di un solo Spirito. Il versetto è preciso, i battezzati lo sono non nel corpo, ma nello Spirito perché è Lui il garante della fede, se uno ha davvero fatto professione di fede genuina nel battesimo di Cristo. A questo riguardo occorre citare ancora due versetti che ci spiegano come l’intervento anche del Padre, sia indispensabile per assenso delle membra al corpo di Cristo. (I Ep. Corinzi 12:18)  Ma ora Dio ha collocato ciascun membro nel corpo, come ha voluto e (I Ep. Corinzi 12.27) Ora voi siete il corpo di Cristo  e membra di esso, ciascuno per parte sua. E’ vero, è bene conoscere il limite a noi concesso di essere inseriti nel corpo di Cristo per non prendere arbitrarie posizioni che non ci competono o sono sollecitate da irregolari permessi di uomini che interpretano in modo non corretto la Parola. Perciò verifichiamo con umiltà la nostra adesione al corpo di Cristo.    

Dunque, la volontà suprema di Dio si attua nell’indirizzo che ogni credente dotato da doni dello Spirito, concorre a testimoniare della Grazia del Salvatore, e per l’avanzamento della Buona Novella. Alla fine del capitolo di Luca preso in esame in precedenza, Gesù si soffermava sui segni che gli uomini vedendo interpretano; sarebbe bene per noi in questi giorni di difficoltà e di turbamento, rivolgersi al Signore che illumini la nostra scelta di abbeverarci con insistenza alla fonte dell’Evangelo.

Un cordiale saluto a chi ci legge.

Ferruccio Iebole  

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