CRISTO VI HA ACCOLTI PER LA GLORIA DI DIO

prima del testo dell’articolo una comunicazione:
 
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ecco l’articolo:

In questo passo della Bibbia viene esaltato un modo, un fine e un invito. Il modo attuato  è quello di Gesù, il fine proposto è la gloria di Dio e l’invito a prendere in considerazione è per noi, per scoprire nel vivo la verità ed emulare il nostro Salvatore nei suoi atti. I Suoi atti ci rivelano la nostra incapacità e fragilità se contiamo solo sulle nostre forze, ma se confidiamo nell’aiuto della Parola e dello Spirito Santo, la redenzione sarà acquisita e la rassomiglianza a Cristo sarà più evidente. Potremo mostrare ad altri di essere stati accolti per Grazia mediante la fede.

Il messaggio biblico è un messaggio di potere?

Lo scopo di queste parole come più volte accennato, riguardano il pensiero che abbiamo sulla fede, su Cristo, sul  nostro comportamento e sull’incontro con la Bibbia, Parola di Dio. L’obiettivo è avere una relazione viva con il Signore. Perciò occorre sapere e conoscere quello che in verità il Signore ha compiuto in nostro favore, fuori dai segnali convenzionali, che ci sono arrivati nel corso della nostra vita, o lontano dai condizionamenti religiosi ricevuti. La situazione che si vive quando si incontra la Parola di Dio, è simile a essere introdotti in uno stato immacolato, affascinante e accattivante, che ci attira irresistibilmente a considerare la potenza con la quale siamo richiamati, e a compiere delle verifiche nella nostra vita, che appare distante dalla pace interiore proposta e dal riposo spirituale consigliato dalla Bibbia. Bisogna dire che fin da bambini siamo abituati ad ascoltare delle favole, poi con la scuola ai racconti storici o alle allegorie; tutte queste nozioni ci introducono a pensare al potere delle cose, che si materializzano e condizionano lo scorrere della vita umana. Il potere per il mondo è la cosa principale; tutti pensano ad averne in cessione, di ricercarlo per trarre migliori condizioni e per dominare sui consimili. Tutte le civiltà umane sono basate sul potere e in suo nome si compie qualsiasi cosa, sovente a danno di quelli che a parole si vuol difendere o far loro del bene.

Quantunque nel corso della storia del mondo, più poteri si sono alternati, tutti sono identificati dalla rivelazione e dall’analisi che il Signore Gesù Cristo elargisce e spiega, quando è tentato dall’Avversario nel deserto, sul tempio, sul monte e che usa a sproposito le parole della Legge. Essendo perverso e acerrimo nemico di Gesù, usa il suo potere contro il Salvatore per cercare di farlo desistere e indurlo a cadere dal compito che Gesù voleva compiere: cioè la salvezza dell’umanità. Ma solo sul monte <altissimo>sferra l’ultimo attacco, mostrando: (Ev. Matteo 4:8-9) Di nuovo il Diavolo lo portò con se sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendogli: Tutte queste cose io ti darò, se Tu mi adori. Bisogna analizzare il contenuto della scena proposta; tenendo conto della evidente e totale debolezza fisica di Gesù, l’Avversario propone la meta del monte altissimo, come dire: ti porto al culmine della potenza intellettuale, in cima al traguardo più alto della considerazione, nei luoghi eccelsi della gloria umana e dell’adulazione. Perciò il Salvatore è invitato a volgere lo sguardo in basso. Che cosa vede Gesù? I regni, i governi del mondo e la loro gloria. Non dobbiamo pensare che la visione sia stata una cosa senza fascino, avvolta da oscurità o striminzita nella seduzione; se si trattava di una tentazione saranno state messe in atto tutte le attrattive per rendere incantevoli i regni proposti. L’avversario poteva proporre la somma dei regni e dei governi perché sono i suoi, nonostante gli uomini in autorità che governano il mondo, pensano di disporre  autonomamente di quella potenza e di quella gloria. In realtà il Diavolo propone a Gesù quello che è suo e che condivide con i suoi fedeli  sudditi; i quali nel mondo, nel corso dei millenni, amministrano in sua vece usufruendo del potere accordato, per compiere l’ingiustizia e la persecuzione di chi si oppone a quel potere. Ecco perché quelli che leggono e conoscono le parole della Bibbia sono perseguitati  e osteggiati, perché non sono allineati al volere del potere malefico.

Vedere le qualità del potere.

Noi abbiamo dunque visione e conosciamo storicamente questo potere mondiale, diviso dinamicamente tra le varie religioni che hanno amministrato con la superstizione, l’idolatria e la violenza, imponendola agli uomini sottoposti e supini, terrorizzati dalla sopraffazione. Conosciamo i regni e i reami, derivanti dall’investitura e dal lignaggio religioso, come emanazione del medesimo potere, cioè le famiglie regali che favorite, dispongono della riverenza, della soggezione, o addirittura della venerazione dei sudditi e intendono farle valere nel tempo come virtù inestinguibili. Ancora, la politica con governi e progetti di potere diffuso e spartito come la democrazia, o come l’odierna tecnica, che propone una potenza in libertà, come la rete informatica che andrebbe usata con raziocinio. Tutte queste dinamiche  ci portano a considerare l’espressione  < Se tu ti prostri e mi adori> sia una realtà nascosta ma insita nel potere stesso, perché essa avvolge chi si fa investire e corrompere nel proprio orgoglio. Le epoche con la loro memoria storica ci istruiscono sull’andamento del potere, punteggiato con le guerre tra i popoli e la rara libertà, usufruita in certi momenti di calma e di pace. Noi cittadini di questo secolo dobbiamo confessare di aver goduto di una libertà mai vista e usufruita prima, e di una pace abbastanza diffusa, seppure non si conosca in lucidità il futuro cosa ci riserverà, se non si intendono le Scritture.

Distinguere il potere con Cristo.

Siccome stiamo parlando di potere, di gloria, di vita e di adorazione, è interessante vedere cosa propone Gesù nei riguardi degli uomini e del potere. Indubbiamente quando ha guardato dal monte, Gesù ha visto non i regni e la loro gloria, ma sicuramente ha visto una massa enorme di peccatori, morti nei falli e nei peccati, e ha avuto pietà di loro. Poi ha visto scorrere nella sua mente il progetto salvifico per il quale era disceso dal cielo, lasciando la gloria celeste per rivestire un corpo di carne simile al nostro. Seppure fosse in condizioni fisiche precarie, la sua forza e la sua potenza  per restare indenne dalla tentazione, derivano dalla Parola di Dio e dalla Sua fermezza nell’obbedire. Il salvagente proposto è un grande esempio anche per noi, una strada da seguire attentamente, una sensazione da provare. In prima battuta, Lui comanda all’Avversario di andarsene; un modello da inseguire anche per noi, quando nell’intimità leggiamo la Parola, mentre siamo concentrati per scoprire le Verità bibliche, nel momento che abbiamo bisogno di pace e non di distrazioni. In seconda battuta, Gesù trae forza e ristoro citando la Bibbia, come dire, usufruisce del potere nascosto della Parola, per contrastare un’affermazione diabolica, che l’Avversario finemente usa e strumentalizza, utilizzando la Parola. Anche per noi deve essere la stessa cosa, sovente ci capita di incontrare un solo versetto, come nel caso del culmine della tentazione, che ribalti la situazione. Come sono solenni e potenti le parole del (V.10)Vattene Satana poiché sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi il culto. Qui sono espressi chiaramente quattro concetti:

  1. Vattene Satana
  2. Sta scritto
  3. Adora, il Signore
  4. Rendi il culto solo a Lui.

Per Gesù la forza e la potenza per resistere alla tentazione, come detto, deriva dalla Bibbia; resta sempre un buon metodo aiutarsi con l’Evangelo. In esso è riposta una potenza nascosta e misteriosa, ma sufficiente ad allontanare il dubbio, l’insicurezza di essere accettati e accolti da Gesù. Il primo assalto velenoso alle coscienze di chi sfoglia le prime volte la Bibbia, è quel sentimento di inadeguatezza a essere sufficienti a capire la profondità del messaggio. La vocina interiore ci distoglie, cercando di minare la bontà, la benevola comprensione di Gesù Cristo, oppure ponendo sul nostro cuore il ricordo di vecchi o odierni peccati, inducendo a diffidare del perdono e della misericordia del Salvatore. L’accentuazione della negatività dei peccati commessi, è la tecnica dell’avversario; cioè di indurre l’anima peccatrice a non sperare nella Grazia del Cristo e a diffidare delle affermazioni di Grazia e di perdono della Bibbia. La Parola invece impiega la sua potenza nel convincere il peccatore a confidare in Cristo il Salvatore e nella guida dello Spirito Santo per raggiungere la propria salvezza. Non disperiamo: a volte un solo versetto cambia la vita e c’introduce in comunione con il Signore, nelle sue braccia, sul suo cuore. (Ev. Giovanni 3:16) Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha mandato il Suo Unigenito Figlio, affinchè chiunque crede in Lui non perisca ma abbia vita eterna. La forza che risiede in questo passo è stata sufficiente a convertire milioni di peccatori, che hanno compreso di essere amati da Dio nel Figlio e che attraverso esso, sono accolti in compassione senza condizioni. (Ep. Romani 15:7) Anche Cristo vi ha accolti per la gloria di Dio. Il progetto di Gesù è quello di accogliere senza riserve il peccatore buono o cattivo che sia. La base dell’accoglienza è <Sta scritto > o per dirla in altre parole:(Ev. Matteo 11:28) Venite a Me voi tutti che siete affaticati e oppressi e Io vi darò riposo. Sulla base del potere della Scrittura, Gesù dona il riposo a chi si accosta a Lui con fiducia e spera nella sua Grazia, la quale conduce alla vita eterna. Perciò il potere di Cristo è quello di invitare a percorrere con Lui il cammino della salvezza, ancorandosi all’Evangelo e all’autorità della Scrittura, dopo aver pronunciato la parola: Vattene per respingere ogni negatività e allontanare la tentazione.

Rivestiti della giustizia di Gesù Cristo.

(Ep. Romani 13:14) Ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo; e (Ep. Romani 14:22) Tu la fede che hai serbala per te stesso davanti a Dio. L’invito proposto risiede nel possedere due cose: un vestito e serbare la fede, perché:(Ev. Matteo 4:17) Ravvedetevi perché il regno di Dio è vicino. Il vestito di Gesù presentato, ha delle peculiarità: mostra il ravvedimento e la conversione da compiere, è confezionato da Gesù stesso e sfoggia la Sua perfetta Giustizia, emana un emblema adatto per durare nell’eternità e per accedere alla presenza della Gloria di Dio. Una verità simile la troviamo nello scritto di: (Ev. Matteo 22.8-10) Le nozze sono pronte…Chiamate alle nozze quanti troverete.. radunarono tutti quelli che trovarono buoni e cattivi. La Grazia di Cristo è rivolta a tutti, tutti mediante l’Evangelo sono chiamati a salvezza, però in obbedienza a Dio che ci chiama alla sua presenza, dove abita la Gloria inaccessibile, dove ancora occorre ubbidire e indossare l’abito di Cristo per essere riconosciuti. (Ev. Matteo22:11) e notò là un uomo che non aveva l’abito di nozze. Non si può essere accolti dal Signore se non si ha l’abito adatto. Sono pie illusioni, quelle per le quali pensiamo di essere a posto difronte alla gloria di Dio, senza la fede e senza la giustizia di Gesù. Insistiamo su questi punti di immensa importanza. (Ep. Romani 14:10-11-12) Poiché tutti compariremo davanti al tribunale di Dio…ogni ginocchio si piegherà davanti a Me, e ogni lingua darà gloria a Dio…quindi ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio. Non ci illudiamo di essere senza scampo o abbandonati a noi stessi; Dio vuole la nostra salvezza, offre gratuitamente l’abito necessario per il cielo, ma bisogna dopo l’invito accogliente, indossarlo, farlo proprio, essere accertati sulla proprietà, dalla potenza della Parola e dallo Spirito Santo. Ecco la vera Fede.

Una fine infelice e vergognosa.

Nella parabola l’intruso era entrato alla chetichella: (Ev. Matteo 22.12-13) Amico come sei entrato qui senza avere l’abito di nozze?…legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre di fuori. Se l’allegoria è chiara, siamo altresì sicuri che nel cielo non entrerà nessuno senza i requisiti richiesti e accertati, solo la fede nel sacrifico della croce, che produce una nuova nascita d’acqua e di Spirito, è adatta per ereditare in Grazia la vita eterna. Perciò occorre essere dei riscontrabili credenti, i quali hanno posto a fondamento della propria fede, la parola <Sta Scritto> cioè una fede biblica ed evangelica, che derivi dalla potenza della Parola di Dio, la quale non ci stanchiamo di meditare perché  alimento vivo e nutriente delle nostre anime.

L’invito perenne ad adorare Dio.

Gesù nella risposta al Diavolo diceva: adora il Signore e rendi a Lui solo il culto. La potenza della Parola citata dal Redentore, provvedeva l’invito ad adorare Dio e a rendergli un culto. Molte persone religiose e sincere non sanno cosa vuol dire adorare Dio. Alcuni pensano che assistere a certe funzioni o a certi riti, sia adorare il Signore, altri ritengono che recitare o ripetere delle preghiere già pronte sia adorare; ancora, altre persone pensano di offrire denari per certe opere e questo sia un gesto di adorazione. Al tempo di Paolo (Ep. Romani 14) alcuni pensavano che l’influenza di osservare certi giorni, di mangiare o non mangiare certi cibi, avessero importanza nella devozione, producessero meriti e fossero atti di adorazione. Ora l’Apostolo Paolo dice nell’epistola ai (Romani 15:5-6-7) vi conceda di avere un sentimento secondo Gesù Cristo affinchè di un solo animo e d’una stessa bocca glorificate Dio, il Padre del nostro Signore Gesù Cristo…Cristo vi ha accolti per la gloria di Dio.

Questi passi spiegano eloquentemente come si adora o si glorifica Dio. Prima di tutto occorre avere un sentimento come il Salvatore; qual’ era questo sentimento? Con l’aiuto della Parola lo scopriamo! (Ep. Filippesi 2:5-7) Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù…ma spogliò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini, trovato esteriormente come uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. Allora il primo passo per adorare Dio è comprendere di avere un vero e riscontrabile sentimento di umiltà e unitario con altri credenti, simile a quello di Cristo che si spogliò della gloria divina. Noi per adorare Dio dobbiamo spogliarci ,come nella parabola delle nozze ,dei vecchi vestiti di peccato, e indossare con umiltà e sottomissione come Cristo, quelli dell’ubbidienza. Poi bisogna capire come solamente la morte di croce, sia sufficiente a dare dignità di adoratori di Dio ai peccatori, perdonati dall’amore di Cristo. Il gesto meraviglioso della morte sulla croce eseguito dal Signore Gesù, è il mezzo che qualifica la dignità o l’alto titolo di adoratore; mansione dignitaria da professare con umiltà perché ricevuto gratuitamente per la Grazia di Cristo. L’essere adoratori di Dio ripetiamo, lo si è in virtù del sacrificio della croce, dove Gesù ha espiato tutti i miei peccati e liberato dalla morte eterna. Perdonato, posso in sincerità rendere un culto gradito a Dio.

Ora avvalendoci del motto <Sta Scritto>, essendo il Signore Gesù Cristo sovranamente  innalzato e sollecitati dal medesimo sentimento, ci sentiamo uniti nell’adorare Dio per mezzo del Figlio. Se il vestito di nozze identificava gli invitati, un solo animo e una sola bocca identificano gli adoratori di Dio, che sono adeguati e pronti a proclamare l’assoluto primato del Figlio, risuscitato e alla destra di Dio. Gesù è pronto a raccogliere quei frutti di quelle bocche e di quei cuori, che confessano il suo nome di Salvatore per la gloria di Dio e incarnano i segni della redenzione. In altre parole dando gloria al Figlio, riconosciamo la volontà del Padre che invita a essere (Ep. Efesini1:6-14) a lode della gloria della sua Grazia.. di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria. Che grazia essere restituiti alla dignità di adoratori nella gloria celeste, noi ex peccatori incalliti, perdonati per Grazia di Cristo e ricevuti in gloria dal Padre. Ora abbiamo lo scopo di essere conseguenti alla volontà divina, quella rivelata nella Bibbia, che ci abilita ad essere così come siamo, cioè dei peccatori perdonati, adatti a glorificare Dio, senza l’aggiunta di altri vincoli, che non sia <Sta Scritto>. Molte persone sono spaventate dalla realtà che la Parola afferma in fatto di adorazione, pensano a chissà quali esercizi occorra ricorrere o compiere. A quali studi o corsi bisogna accedere per diventare degli adoratori e per rendere un culto accettevole al Signore. La Bibbia richiede come abbiamo visto, per diventare adoratori di Dio, di essere accolti in Cristo, questa è l’unica condizione posta alla fede, essa sarà gioiosa e festante nei confronti del Salvatore, che con il suo tramite, presenterà il culto dei perdonati con le sue perfezioni a Dio.(Ep. Romani 14:18) Poiché chi serve Cristo in questo è gradito a Dio e approvato dagli uomini.

Conclusione.

L’apostolo Paolo concludeva il suo pensiero: (Ep. Filippesi2:11) E ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore alla Gloria di Dio Padre. Si, un enorme nugolo di adoratori sono presenti ora nel mondo, i quali elevano lode e adorazione al Signore; in altrettanto maggior numero saranno attesi alla manifestazione del giorno di Cristo, per fare da corona acclamante e gloriosa al Redentore per l’eternità. (Ep. Romani 14:17) Perché il regno di Dio non consiste in vivanda né in bevanda, ma è giustizia, pace, e gioia nello Spirito Santo.

Il mio Signore

Fonte d’amore ,

Per grazia mi salvò,

I miei peccati,

Egli ha lavati,

Col sangue ch’Ei versò.

Ferruccio Iebole.

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