CONTRIBUISCONO ALLA PACE E ALLA RECIPROCA EDIFICAZIONE

(Ep. Romani 14:19) Cerchiamo dunque di conseguire le cose che contribuiscono alla pace e alla reciproca edificazione. È veramente un grande progetto quello proposto dall’Apostolo Paolo che scriveva ai Romani, indicando un cammino caratterizzato dall’amore per la pace e per l’edificazione del corpo di Cristo, cioè dei credenti nati di nuovo dalla potenza dello Spirito e dall’autorità della Parola di Dio. Contribuire alla pace occorre sapere cosa è, e da dove discende. Gesù diceva (Ev. Giovanni 14:27) Vi lascio pace vi do la mia pace, Io non vi do come il mondo da. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti.

 Dunque vi è una differenza sostanziale tra le due paci, quella del Signore e quella del mondo; sono incompatibili. Quella del mondo reca turbamento e sgomento perché non è la pace vera, assomiglia come risultato più a un armistizio tra due parti. È poi una pace fittizia perché non nasce da azioni di Grazia, ma da sopportazione e malcelata tolleranza, pronta a esplodere ad ogni contrarietà. La pace del mondo è poi a tempo, basta una qualsiasi incongruenza per farla finire in contese furenti. Orbene non fidarsi della pace del mondo è un modo per stare sulla difensiva, e sapere che è effimera e precaria, come i cuori e le menti non rigenerate dalla Parola di Dio, che toglie il velo perché il Vangelo risplenda potentemente e chiaramente nei cuori dei peccatori.

 La Pace di Dio e di Cristo

(Salmo 85:8) Io ascolterò quel che dirà Dio, il Signore: Egli parlerà di pace al suo popolo e ai suoi fedeli perché non ritornino ad agire da stolti! Bene, il salmista in questo passo analizzava la presenza del Signore, concludendo che solo Lui poteva parlare di pace, e che questa avrebbe fatto da detonatore per non tornare indietro nella stoltezza dell’agire, senza consultare il Dio della pace. Il suo popolo e i suoi fedeli conoscevano il percorso della pace proveniente dal Signore per esperienza vitale e per comunione attiva.  Paolo conoscendo come i fedeli del Signore la loro attitudine alla pace, scriveva: (Ep. Romani 15:13 Or il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e di ogni pace nella fede, affinché abbondiate nella speranza per la potenza dello Spirito Santo.

Domanda: sarà mai possibile essere resi abbondanti nella gioia e nella pace indipendentemente da Gesù Cristo? Risposta: evidentemente no! Perché la soluzione al quesito è Gesù che esprime: (Ev. Giovanni 20:19-20) Gesù si presentò in mezzo a loro e disse: Pace a voi! E detto questo mostrò le mani e il costato. I discepoli dunque veduto il Signore si rallegrarono. È vero sebbene le porte erano chiuse, porte del cuore di ognuno, il Signore si presenta, non solo ai discepoli come in quel caso, ma anche ora e bussa al nostro cuore con la sua proposta di pace.

Lo fa mostrando l’universalità del suo sacrificio, cioè mostrando mani e costato forati, simboli della violenza dell’Avversario e della crocifissione, da accettare e credere per la fede. Ancora, Gesù si rivolge a tutti con le parole” Pace a Voi” o “Pace a te  perché quelle mani e quel costato annunciano con potenza, che un prezzo di riconciliazione è stato pagato, proprio da Lui con l’offerta del suo corpo innocente. Quindi non possiamo separarci o non considerare questo amore immenso di Gesù, senza essere consapevoli che le sofferenze patite dal Salvatore sono state il prezzo pagato per il nostro riscatto. Il Salmo primo, al verso 1, dice” Beato l’uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori, né si siede in compagnia degli schernitori.” Come accennavamo prima anche questo Salmo ci introduce a non percorrere vie stolte, consigli inutili o compagnie di schernitori, che denigrano quelle mani forate e quel costato martoriato.

 Gesù poteva dire “Pace a voi  perché autore di una salvezza compiuta in modo cruento ma definitivo, (Ev. Giovanni 19:30) Quando Gesù ebbe preso l’aceto, disse È compiuto! E chinato il capo rese lo spirito. In quella atmosfera di pace e di gioia per aver rivisto il Risorto, i discepoli erano ancora oggetto di benedizioni connesse a quella meravigliosa presenza, per una seconda volta Gesù pronunciava “Pace a voi”, questa volta però accompagnata da un mandato per annunziare il perdono in Cristo dei peccati, e la promessa, consistente in un soffio vitale, di ricevere  la persona dello Spirito Santo in loro. Che situazione meravigliosa sapere di essere testimoni con la guida dello Spirito Santo; è quello che succede ancora oggi per chi crede!

Azioni inseparabili collegate alla pace del Signore

Eventi indivisibili e inscindibili sono quelli della pace dal mandato evangelico, e dalla ricezione dello Spirito Santo. Sembra incredibile eppure tutto si collega perché chi usufruirà della pace, possa come detto, rallegrarsi nella gioia della fede. È vero nella fede come espresso da Paolo, lo Spirito Santo rinnova la sua potenza per rendere viva la speranza, che viene acquisita con la predicazione evangelica e creduta per fede. Dunque il rallegrarsi nel Signore non è una pratica di buon umore o di gioia effimera, dettata da una fase religiosa particolare, ma è: (Ep. Filippesi 4:4) Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto rallegratevi. La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino. Non angustiatevi di nulla ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.  

Dunque la pace oltre a stimolare la gioia celeste, indirizza alla preghiera e alle suppliche. Preghiere per le esigenze di tutti i credenti nel mondo, per la diffusione del Vangelo, suppliche per bisogni personali o per necessità di altri fratelli, per ottenere secondo la sua volontà favori o benedizioni particolari. Ancora una parte consistente, cioè la pace di Dio che sopravanza ogni intelligenza umana, nel senso che tutto è sottoposto al volere del Signore, che sa guidare ogni cosa. Noi dobbiamo solamente avere fiducia nel suo amorevole agire, anche se a volte siamo interdetti e non comprendiamo le sue vie. È vero, ci saranno rivelate a suo tempo che solo Lui conosce.

La reciproca edificazione

Dobbiamo essere consapevoli che invano i costruttori si affaticano a edificare se non sono ispirati e mandati dal Signore. Gesù dirà: (Ev. Matteo 16:18) Edificherò la mia chiesa e le porte dell’Ades non la potranno vincere. Dunque  è chiaro, Gesù è il costruttore e l’edificatore della chiesa, il suo corpo che racchiude tutti i titolari di pace da Lui ricevuta, i quali possono innalzare le credenziali di pace accolte per fede. Questa edificazione ha una prerogativa: è indenne ai richiami o alla sorte dell’Ades; le porte aperte invitanti e capienti del soggiorno dei morti non attirano e non affascinano con inviti roboanti i detentori della pace, che sono avvinti piuttosto dall’amore e dalla salvezza imperdibile di Dio.

Ora dopo aver chiarito chi sono i possessori della pace di Dio e il loro destino, quando sono ancora  sulla terra sono invitati a essere edificati: (Ep. Efesini 2:20-21)  Siete edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare sulla quale l’edificio intero, ben collegato insieme si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore. Che preziosa realtà essere edificati nel Signore ed essere parte del tempio santo.  (Ep. Colossesi 2:7) Radicati, edificati in Lui e rafforzati dalla fede, come vi è stata insegnata, abbondante nel ringraziamento. Come sarebbe bello che anche i nostri lettori, i quali ci seguono settimanalmente, a cui modestamente indirizziamo queste note,  potessero affermare di essere anche loro edificati in Cristo, sapendo che Lui è vicino a noi in ogni evento della nostra vita. Lo speriamo vivamente per tutti. A risentirci presto e che il Signore ci benedica con la sua pace.

Ferruccio Iebole

 

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