CHI VA OLTRE E NON RIMANE NELLA DOTTRINA DI CRISTO.
( II Ep. Giovanni V.9) Chi va oltre e non rimane nella dottrina di Cristo, non ha Dio, chi rimane nella dottrina ha il Padre e il Figlio. Il perentorio verdetto della Parola di Dio tende a precisare che il binomio Dio Padre e Dio Figlio è inscindibile; rafforzato indistruttibilmente dall’unione nel sacrificio volontario di Gesù Cristo che ha adempiuto l’opera per redimere i peccatori con il suo sangue, in conformità alla benevola volontà di Dio Padre.
Questa è la dottrina in cui bisogna restare con la convinzione della fede, cioè rimanere nella Verità del Vangelo che assurge a dottrina non frazionabile a seconda degli umori degli uomini. Giovanni la prospetta nel (V.7) dicendo: Poiché molti seduttori sono usciti per il mondo, i quali non riconoscono pubblicamente che Gesù Cristo è venuto in carne. Quello è il Seduttore e l’Anticristo. Il diletto degli avversari di Gesù è quello di negare la persona del Salvatore e l’opera redentrice. Una infinità di sottigliezze e di distinguo attorniano la persona di Gesù, cercando di trovare cavilli inconsistenti ma tuttavia denigratori dell’opera della croce, che intenderebbero comunque diffamare in modo brutale il sacrificio del Salvatore.
L’ingiuria e gli oltraggi come al tempo del Calvario sono sempre presenti, magari con raffinate e graffianti analisi, apprezzate da studiosi increduli che non hanno (V.1) conosciuto la Verità. E’ certo, la Verità non è ciò che percepiamo e determiniamo con la nostra intelligenza, ma la Verità è la rivelazione che la sua autorevole e indiscutibile Parola ci riferisce. Per non errare, occorre che lo Spirito Santo sia presente nella nostra catalogazione di cosa è la Verità. Una forma per riconoscere la Verità è che essa (V.2) dimora in noi e sarà in noi in eterno.
La Verità ha in se delle conseguenze precise.
La Verità oltre a essere nel cuore di chi crede, produce degli effetti innegabili nella vita dei fedeli, cioè credere nel Padre e nel Figlio non corrisponde a una semplice lettura di una formula da sapere a memoria. Credere nel Dio della Bibbia vuol dire possedere la Verità senz’altro in vasi di terra, deboli e fragili, ma resi forti per la convinzione indistruttibile di essere alla presenza dell’Eterno. In secondo luogo la Verità comunica l’amore del Padre e del Figlio. Cosa vuol dire conoscere e possedere l’amore di Dio? Vuol dire: (V. 3) Grazia, misericordia e pace saranno in noi da parte di Dio.
Ecco cosa succede a quelli che credono in Cristo, la Verità : sono circondati non da sensazioni amabili, da estasi sensazionali o da fughe spirituali mistiche con meditazioni ascetiche, no, sono fruitori concreti tramite la preghiera di poter godere delle tre virtù, con cui il Signore vuole riempire e inondare il cuore degli eletti. E’ vero, quando si parla della spiritualità sembra di parlare del nulla, di cose non verificabili. Ma la fede che vede le cose invisibili, gioisce della pace, apprezza la misericordia e si vanta della Grazia, dono immeritato e gratuito che solo la bontà di Dio ha elargito agli uomini. Queste tre virtù sono come l’aria : non la vedi ma la senti nei polmoni.
In terzo luogo l’apostolo Giovanni in questa lettera affermava (V.1) che lui amava nella Verità, amava quelli che hanno conosciuto la Verità e che dimora in loro, e hanno sperimentano la comunione (V.3) con il Padre e il Figlio nella Verità e nell’amore. Giovanni diceva anche, in (I Ep. Giovanni 1:3) E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. E’ vero, è un rapporto intenso e appagante che dona gioia spirituale celeste. Su questa affermazione della Scrittura dobbiamo veramente misurarci con onestà per vedere se siamo nella fede biblica.
Nella sostanza questi atteggiamenti visibili nei credenti, assicuravano Giovanni che (V.4) si rallegrava per il comportamento e per il cammino nella Verità che conducevano quegli eletti di Dio. Il comandamento divino di testimoniare della Verità, di non andare oltre ciò che è scritto ed insegnato nella Bibbia, era quello che Giovanni scorgeva in quei credenti. Questi si guardavano bene da sfuggire dalla Parola per ottusità o per vantare qualche rivelazione inesistente, ma si assoggettavano alla Verità non discutendo la dottrina, semplicemente credendola con la fede e propagandola con sano zelo.
I seduttori usciti nel mondo.
L’angoscia di Giovanni, ma pure la sua fermezza erano rivolte a questi eletti di Dio per metterli in guardia dai seduttori, che spacciavano e spacciano anche oggi, dottrine che creano divisioni e scompiglio nella comunione fraterna. I tempi non sono cambiati, chi vuole emergere con spirito di preminenza o supremazia non comprende che il dono ricevuto non è di sua proprietà; persistendo, è destinato a compromettere la testimonianza.
Giovanni aveva poca tolleranza (V.10-11) verso i frazionisti che seducevano i semplici o gli spiriti instabili; consigliava di non aver nessun rapporti con loro. L’ evidenza era che costoro non proponevano la Verità biblica, ma indirizzavano le persone alla religione, alla tradizione, all’uomo esaltando le capacità dialettiche dei seduttori e la vanità delle menti. Ecco perché veniva espressa l’esortazione a non andare oltre la dottrina del Padre legato al Figlio, per non incorrere in discussioni che hanno tenuto banco per secoli ed ogni tanto rispuntano tramite i seduttori.
Una filippica contro questi avversari è menzionata nell’(Ep. Giuda: v. 10-11) Questi invece parlano in maniera oltraggiosa di quello che ignorano e si corrompono in tutto ciò che sanno, per istinto come bestie prive di ragione. Guai a loro! Perché si sono incamminati per la via di Caino e per amor di lucro si sono gettati nei traviamenti di Salaam e sono periti per la ribellione di Core. Tre accuse che distinguono questi seduttori, il loro cammino ripercorre la via di Caino il primo assassino impenitente e non ravveduto, peregrinano nell’avidità del denaro e della gloria umana e dimorano nella ribellione ostinata e incorreggibile di Core. Tre esempi presi dall’antico Testamento molto eloquenti nella loro conclusione: la lontananza da Dio e dal suo richiamo al ravvedimento.
Camminare nella Verità perché la Verità abita in noi.
(III Ep. Giovanni V.3-4) Mi sono rallegrato molto quando sono venuti alcuni fratelli che hanno reso testimonianza della Verità che è in te, del modo in cui tu cammini nella Verità. Non ho gioia più grande di questa: sapere che i miei figli camminano nella Verità. Giovanni era pronto a rallegrarsi con Gaio per il cammino intrapreso nella dottrina, che lo induceva a impegnarsi per la diffusione della Verità e a collaborare (V.8) in favore della Verità. Vita di testimonianza che dovrebbe interessare tutti quelli che amano Dio e la sua Parola.
Conclusione.
Anche noi vorremmo che i nostri lettori potessero, come Gaio, camminare nella Verità della Bibbia, ricevendola nel cuore con la gioia dello Spirito Santo, gustando come il Signore è buono e pieno di benignità. Essendo arrivati alla fine del nostro dire, vi salutiamo tutti affettuosamente, invocando il nome del Signore su ciascuno di noi. A risentirci Dio volendo la prossima settimana.
Ferruccio Iebole
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