CHI DI VOI MI CONVINCE DI PECCATO?

Una domanda così forte detta dal Signore Gesù nel culmine di una disputa (Ev. Giovanni 8:46), intesa non a far prevalere una opinione, ma ad accertare la verità per ottenere la salvezza, dimostrava tutta la carica vitale e l’autorità intrinseca del Redentore. Evidentemente la lotta per l’affermazione della verità non era solo indirizzata a coloro che lo stavano attorniando, ma la significativa conclusione riguardava la lotta invisibile tra Gesù e il Diavolo: (Ev. Giovanni 8:44) Voi siete figli del Diavolo, che è vostro padre e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non si è attenuto alla verità perché non c’è verità il lui. Quando dice il falso parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna. Queste erano le premesse perché quella frase dirompente di Gesù, ponesse la distanza tra verità e menzogna, e non lasciava indifferenti chi ascoltava le argomentazioni di Gesù.

Una fede a tempo messa alla prova

 Gesù si era appena manifestato come luce del mondo, un messaggio positivo che crederlo sembrava non costare nulla, anche alcuni miracoli lo confermavano, pur se qualche contestatore in contrario si era manifestato. Il messaggio di Gesù poi aveva raccolto una frase importantissima che non veniva recepita per la grandiosa portata: (Ev. Giovanni 8:28) Gesù dunque disse loro: quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io sono.

Equiparare  Gesù a Dio era impossibile per quelle menti, così per capire cosa volesse significare, “innalzare il Figlio”. Eppure tra quella folla dice la Scrittura: (v. 30-32) Mentre Egli parlava così molti credettero in Lui. Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in Lui; Se perseverate nella mia Parola siete veramente miei discepoli conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi. Dunque si trattava di perseverare nella Parola di Dio e di conoscere la Verità, cioè capire la divinità di Gesù e sottrarsi alla limitativa origine di figlio di Giuseppe vissuto a Nazareth.

Orbene, forse qualcuno potrebbe rallegrarsi per quelli definiti come credenti, ma sono credenti a tempo cioè credono con l’entusiasmo della mente e non con il cuore; per questo la proposta di Gesù era di perseverare nella Parola. Diverse persone udendo il Vangelo si esaltano e si fanno trasportare da emozioni, ma la fede nasce non da sentimenti pii, ma da un ascolto assorto della Verità che deve operare e comunicare in libertà, questo non può essere il risultato effimero di un ascolto superficiale. Capire Gesù innalzato in croce a motivo dei miei peccati e offerto come prezzo per il mio riscatto dalla morte, innesca una fede forte e riconoscente e non evaporante alla prima difficoltà o al primo attacco del nemico.

Chi è da Dio ascolta la Parola di Dio

(Ev. Giovanni 8:47) Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate; perché non siete da Dio. Che brutta sentenza! Avevano incominciato col credere e finivano col rinnegare le parole  ascoltate, con un rifiuto che rivelava la vera natura del loro essere: figli del Diavolo. È una esperienza simile a molte persone che si avvicinano al Vangelo, poi se ne vanno, tornando indietro con rammarico e disperazione.

La libertà promessa dalla Verità non si è verificata, la lotta da sostenere per non essere schiavi del peccato si è risolta in una sconfitta perché i desideri dell’Avversario erano più desiderabili e pressanti che quelli di Gesù. L’amore per diventare figli ed eredi di Dio non era appetibile per quei cuori riconquistati dall’errore e dal peccato. La cesura tra Verità e  schiavitù di Satana non era avvenuta. Tutto tornava come prima, la polemica sull’identità del Figlio prevaleva e non portava a nessun risultato utile per la fede se non una rivolta contro i ragionamenti del Maestro.

Uno scossone utile per smuovere le coscienze in stato di narcosi

 Gesù non si arrendeva nella spiegazione di rivelare l’azione mortifera dell’Avversario, che lo classificava come padre della menzogna e omicida fin dal principio. Allora l’interrogazione “ chi di voi mi convince di peccato? Potevano quegli interrogatori sulla sua origine definire che Gesù era un impostore?  La Parola da raccogliere era questa: (Ev. Giovanni 8:42-43) Se Dio fosse vostro Padre mi amereste, perché  Io sono proceduto e vengo da Dio. Infatti Io non son venuto da Me, ma è Lui che Mi ha mandato. Perché non comprendete il mio parlare? Perché non potete dare ascolto alla mia Parola?

Dunque gli interlocutori di Gesù, partiti con il piede giusto si arenavano nel non poter sostenere l’accusa che Gesù fosse un peccatore come gli altri. La sua vita in mezzo a loro li aveva convinti, ma negavano per spirito di disputa e di incredulità. Non comprendevano il suo parlare per l’arroganza che aveva riempito il loro cuore, non afferravano la sua Parola per l’ottusità della mente e di conseguenza del cuore. Che tristezza quando il Vangelo non penetra portando con se la pace di Cristo e dello Spirito Santo. Tutto all’apparenza rimane come prima, ma un accumulo di giudizio rimane sospeso come una spada di Damocle sul capo di chi ha ascoltato senza profitto. Invece occorre che la parola faccia il suo benefico corso e che riempia la vita dei peccatori, rinnovandola e conducendola a Cristo il Salvatore unico tra Dio e gli uomini.

 Una verità da ascoltare umilmente

(Ev. Giovanni 8:58) Gesù disse loro: In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse nato IO SONO. Una verità così sconvolgente per i Giudei sembrava una assurdità. L’intelligenza umana non accettava una simile affermazione, troppo distante dalla realtà di tutti i giorni. Accettarla voleva dire sottomettersi a una rivelazione superiore e non di questo mondo ma mediata dallo Spirito della Verità, cioè dallo Spirito Santo. Giudicarla coerente con il personaggio Gesù, voleva dire ammettere la visita di Dio nella propria vita; troppa luce per scoprire le tenebre dimoranti in quegli individui.

Meglio negare ogni coinvolgimento pregresso e rinnegare la pianticella della fede appena nata. Non dobbiamo scandalizzarci, ancor oggi alcune sette negano la divinità di Gesù non sottoponendosi alla rivelazione di Dio, negando e cercando di interpretare in modo avverso ciò che viene evidenziato dalla Parola con semplicità, pur di distogliere dalla fede le persone irretite e acciuffate. Per gli umili di cuore e i mansueti che hanno imparato da Gesù e dal Padre, queste verità sono motivo di lode e di adorazione per le certezze di fede ricevute con il conforto dello Spirito Santo.

 Una Verità da credere

(Ev. Giovanni 8:45)A Me, perché IO dico la Verità, voi non Mi credete. Ancora, questa dichiarazione e l’invito ad aderire  alla Verità trovava reticenti e avversi quegli oppositori che avevano gioito per breve tempo della Verità, ma la mutevolezza dello spirito, l’instabilità del carattere assieme alla tentazione diabolica avevano fatto naufragare la fede. La fine dell’episodio assumeva un risvolto inquietante; la sassaiola programmata dagli oppositori sfiorava la realizzazione perché nel frattempo Gesù si nascondeva.

Triste tempo quello di perdere dall’orizzonte della fede la figura del Salvatore, vuol dire la scomparsa della luce per vedere, e come l’oscurità senza la Verità sia una tenebra densa e opprimente. Noi desideriamo che i nostri lettori possano non perdere l’orientamento della Verità, che rifulge nel volto di Gesù. Perciò vogliamo pregare il Signore che conceda grazia a tutti.

A risentici tramite un altro scritto nella prossima settimana, Dio volendo. Un cordiale saluto.

Ferruccio Iebole

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