CHE IL VESCOVO SIA IRREPRENSIBILE, MARITO DI UNA SOLA MOGLIE.

Il tema di questa meditazione sembra quasi inverosimile, perchè nel circondario delle nostre conoscenze, una tale affermazione biblica pare lontana dal nostro modo di pensare e corrisponda più a una attestazione insicura e denigratrice della tradizione religiosa. Invece nella Bibbia è scritto proprio così, prova evidente che ripetiamo ciò che è vergato da Paolo a Timoteo senza manipolazioni, anche se sembra sorprendente e inaspettato.

( I Ep. Timoteo 3:1 a 7) Certa è questa affermazione : se uno aspira ad essere vescovo, desidera un’attività lodevole. Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino né violento, ma sia mite non litigioso, non attaccato al denaro, che governi bene la propria famiglia e tenga i figli sottomessi e pienamente rispettosi, perché se uno non sa governare la propria famiglia, come potrà aver cura della chiesa di Dio? Che non sia convertito di recente, affinchè non diventi presuntuoso e cada nella condanna inflitta al diavolo. Bisogna inoltre che abbia una buona testimonianza da quelli di fuori, perché non cada in discredito e nel laccio del diavolo.

Le caratteristiche di un vescovo cristiano.

Non vogliamo scandalizzare nessuno, ma la sconcertante affermazione che il vescovo cristiano sia marito di una sola moglie cioè sposato, è alquanto sorprendente per alcuni che non conoscono o non leggono la Bibbia. Tutto ciò, sovente passa sotto silenzio, per cui la sorpresa sembra inattesa. Eppure, se crediamo alla Parola di Dio, dobbiamo prendere atto di ciò che è scritto ed ubbidire, perché questo è il nostro compito e il nostro ammaestramento; non sezionare quello che ci interessa e mettere da parte quello che non ci aggrada della Bibbia. La Parola di Dio è questa e noi non possiamo divenire i selezionatori della Parola, ma dobbiamo esse ligi al dettato proposto.(II Ep. Timoteo 3:16-17) Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia perchè l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.

Indubbiamente il vescovo, come il semplice credente, è invitato a rivestire quelle qualità cristiane, prima fra tutte la fedeltà, a ciò che è scritto nella Bibbia, non defalcandosi da qualunque responsabilità nell’operare per la giusta testimonianza cristiana e non sottraendosi alla cura, che si deve avere per la chiesa. Ecco perché la lunga elencazione di virtù da ricoprire e da esporre agli altri, perché possano vedere e apprezzare la coerenza nel servizio. Per divenire vescovo, il servizio cristiano deve essere manifestato precedentemente, perché la chiesa sia responsabile, assieme al desiderio del futuro vescovo, di operare per la diffusione del Vangelo e per il bene comune dell’assemblea nella crescita spirituale  e nella conoscenza dottrinale.

Ecco perché nel primo verso è detto “certa è questa affermazione,” si, oltre non si può andare e nemmeno sottrarre per convenienza l’impegno previsto su consiglio della Parola. Dunque, se la Chiesa è: (I Timoteo 3:15) come bisogna comportarsi nella casa di Dio vivente, colonna e sostegno della Verità, è evidente che la Parola di Dio non può venire ignorata o  disubbidita, perché ciò mina la chiesa, cioè non l’edificio, ma il corpo di Cristo ovvero l’insieme dei credenti in Cristo.

La Chiesa, cioè gli usciti fuori dal mondo, abbracciano in Cristo una nuova mente che li indirizza a essere colonna e sostegno della Verità. Non è la base su cui poggia l’edificio della Verità, ma sono considerati elementi di sostegno per tenere in alto la Parola del Vangelo. Oltre a ciò il vescovo deve dare un vero servizio con virtù ben elencate perché la chiesa sia curata e non governata, perché la cura prevede l’amore e un’ opera di esempio lineare e irreprensibile, cioè senza scandali evidenti come sovente sentiamo accadere nel mondo in certe confessioni religiose.

Regole precise e confortanti.

Vi sono due ammonimenti precisi intorno al vescovo che non viene imposto da nessuno e da nessuna autorità se non divina, ma deriva da un desiderio di servizio, esaminato alla luce della Parola, e non di comando. Tra le virtù da possedere, bisogna che non sia presuntuoso (V.6) perché non cada nella condanna inflitta al Diavolo. Di quale condanna parla la Scrittura? (Isaia 14: 12) Come mai sei caduto dal cielo, astro mattutino, figlio dell’aurora? Come mai sei atterrato, tu che calpestavi le nazioni? Tu dicevi in cuor tuo: Io salirò in cielo, innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio, mi siederò sul monte dell’assemblea nella parte estrema del settentrione; salirò sulle sommità delle nubi, sarò simile all’Altissimo. Invece ti hanno fatto discendere nel soggiorno dei morti nelle profondità della fossa!

La caduta di Satana dal cielo, seppure scritta in maniera allegorica, esprime i sentimenti che erano vissuti da colui che diverrà l’Avversario di Dio. Questi sentimenti di presunzione e di potere indiscusso e orgoglioso, così  pensati dal Seduttore, potrebbero ripetersi nell’aspirante vescovo se non viene chiamato dal Signore a questo difficile servizio, e si ritenesse indispensabile all’ufficio. La condanna è questa: uno smisurato senso di superbia e di arroganza in se stessi portano al fallimento.  Perciò occorre essere vigilanti e vigilati nei percorsi familiari e  osservati con attenzione nelle relazioni con gli altri.  

Il secondo passo è il (V. 7)  è che non cada nel discredito e nel laccio del Diavolo. I lacci del Diavolo consistono nel voler arricchire; (I Ep. Timoteo 6:9) quelli che vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni di inganni e di molti desideri insensati e funesti; quindi il richiamo a non cedere a queste tentazioni che minano la testimonianza; non attaccato al denaro diceva il passo citato in precedenza. Un secondo laccio è: ( II Ep. Timoteo 2: 25-26) deve istruire con mansuetudine gli oppositori nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la Verità in modo che, rientrati in sé stessi, escano dal laccio del Diavolo, che li aveva presi prigionieri perché facessero la sua volontà. Ecco un impegno preciso per operare diligentemente e per liberare le anime dai lacci del Nemico.

Orbene, i vescovi bisogna che attendano alla Parola:  ( I Ep. Timoteo 3:9) Uomini che custodiscono il mistero della fede in una coscienza pura, cioè sappiano conservare la sana dottrina insegnata che consiste in: (I Ep. Timoteo 3: 10) Senza dubbio grande è il mistero della pietà; Colui che è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato fra le nazioni, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria. Questo sunto della persona di Gesù deve essere sempre presente e  patrimonio indistruttibile personale. Un altro compito del vescovo è quello di : (Atti 20:28) Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi per pascere la chiesa di Dio, che Egli ha acquistata con il proprio sangue.   

Conclusione.

Dunque, appare limpido alla luce della Parola, il quadro emergente di un vescovo cristiano che oltre a essere sposato, deve rivestire quelle prerogative descritte con chiarezza dalla Bibbia, per svolgere un compito equilibrato e attento, conforme allo spirito insegnato dalla Parola e allo Spirito Santo. Le testimonianze di tali credenti non possono essere confuse con quelle del mondo o delle tenebre: (I Ep. Tessalonicesi 5:5-6-23) Perché voi siete figli di luce e figli del giorno; noi non siamo della notte ne delle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri…Or il Dio della pace vi santifichi Egli stesso completamente; e l’intero essere vostro, lo spirito, l’anima e il corpo, sia conservato irreprensibilmente per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Dunque, questo è l’augurio sentito che facciamo ai nostri cari lettori, i quali si affidino sempre più alla Parola della Bibbia, per trovare ristoro, pace e gioia in Cristo Gesù. A risentirci presto Dio volendo.  

Ferruccio Iebole.  

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