CHE COSA SIGNIFICA QUESTO?

La perplessità delle persone riscontrata nell’episodio dell’ascoltare la predicazione delle grandi cose di Dio, nelle lingue parlate dai pellegrini a Gerusalemme, si concludeva con la citazione sottolineata di: (Atti 2:12) Tutti stupivano ed erano perplessi chiedendosi l’un l’altro: Che cosa significa questo? E’ una domanda ancora attuale per gli eventi che in breve avverranno guardando a ciò che ci circonda. Perciò facciamo bene a meditare sul valore della profezia in vista del nostro incontro con il Signore Gesù Cristo, che scenderà trionfante seguito dai credenti risuscitati per stabilire il suo regno terrestre.

Improvvisamente

La discesa dello Spirito Santo arriva improvvisamente (Atti 2:2) Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di vento, come quando si fa l’esperienza della nuova nascita, cioè quando si è raggiunti dalla Verità evangelica di Gesù, che viene ad abitare in noi, ci arrendiamo alla potenza dell’amore di Cristo e credendo in Lui, siamo suggellati dallo Spirito di Dio (II Ep. Corinzi 5:5) Dio il quale ci ha dato la caparra dello Spirito Santo. Tutto avviene improvvisamente e constatiamo come la potenza della Verità s’impossessa del nostro essere, sconvolgendolo con fremiti irresistibili o con sensi di gioia immensi. Gli apostoli erano stati ammaestrati e indirizzati ad attendere questa discesa divina, Gesù aveva già soffiato in viso a significare di un vento, di un alito vitale come successo alla creazione (Genesi 2:7) Gli soffiò nelle narici un alito vitale; che similmente doveva venire. Già ma come riconoscerlo senza errore?

Quando siamo difronte a certi versetti della Bibbia, magari complessi e molte interpretazioni ci assalgono nella mente,  ci domandiamo quale sarà la giusta? In quel caso realizziamo la nostra inadeguatezza a distinguere la Verità, quantunque il desiderio dell’anima nostra è solamente quello di adeguarci alla rivelazione della Verità. Dunque dobbiamo confessare che sarà solo il Signore a convincerci fermamente nel campo dottrinale, con una manifestazione della sua volontà che cancellerà titubanze o inesattezze, frullanti nel nostro cuore e nella nostra mente. E’ vero solo la guida dello Spirito Santo saprà distoglierci da cose errate nel campo spirituale, quando avremo riconosciuto per certo il Vento della Verità dal vento dell’errore. Quindi è nell’esperienza del cammino con Gesù, nella sua mano, nel confidare in Lui,  che acquisiremo quella certezza delle cose rivelate e necessarie per la nostra crescita spirituale.

Molti venti

Nella Scrittura vi sono molti esempi di venti, perché l’Avversario utilizza questi espedienti simili alla Verità per confondere le anime. Il Vento è indirizzato contro la casa fondata sulla roccia  (Ev. Matteo 7:25) I venti hanno soffiato e investito la casa, il vento è presente in modo ostile quando Pietro vuole andare a Gesù camminando sull’acqua: (Ev. Matteo 14:30) Ma vedendo il vento ebbe paura e cominciando ad affondare. Ancora l’idea del vento che trasporta negativamente: (Ep. Ebrei 13:9) Non vi lasciate trasportare qua e là da diversi e strani insegnamenti; e (II Ep. Pietro 3:17) State in guardia per non essere trascinati dall’errore degli scellerati. Dunque, come i discepoli allora, attendiamo la manifestazione dello Spirito, che interviene per abitare in noi donandoci un suggello nella conversione: (Ep. Efesini 1:13) In Lui voi pure, dopo aver ascoltato la Parola della Verità, il Vangelo della vostra salvezza e avendo creduto in Lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo; è con la potenza e la guida dello Spirito che ci indirizza nella crescita della fede e nel credere per giungere alla nuova nascita. I tre passaggi per  ricevere il sigillo o la caparra sono molto chiari.

 E’ interessante vedere come la discesa dello Spirito si sia abbassata sugli apostoli, perché la loro testimonianza fosse accompagnata da segni esterni e visibili di conferma della Verità predicata. La discesa è impetuosa, il soffio o il vento non confonde, si è certi sull’identità dello Spirito, riempie tutta la casa dove i discepoli erano seduti e le lingue di fuoco che corrispondono ai doni o carismi, sono distribuiti per il bene della chiesa cioè di tutti i credenti. L’analogia con la moltiplicazione dei pani è strabiliante; sono seduti come allora (Ev. Matteo 15:35) Comandò di accomodarsi per terra, nella pace e con gli occhi rivolti verso Gesù che sta per dispensare il pane della vita in maniera abbondante, cioè partecipi di un miracolo meraviglioso.

 Questa riunione in cui spiccano il pari consentimento e il luogo della pace, ci trasferisce con la mente in un’altra assemblea, dove Gesù si presentò in mezzo ai discepoli seduti e riuniti (Ev. Giovanni 20:19 a 22). L’atmosfera palpabile era di paura, ma la presenza di Gesù cambia con la pronuncia delle parole <Pace a voi> ripetute due volte, per dissolvere l’ansia e lo stupore. Poi sono visibili e rassicuranti i segni del sacrificio di Gesù, come le mani forate e il costato, a significare la completezza dell’opera gradita da Dio Padre e a simboleggiare la grazia salvifica per chi crede. L’essenza di un sacrificio liberatorio! La gioia e l’allegrezza hanno il sopravvento sulla tensione paurosa e il rinnovo del mandato conforta dei cuori titubanti dei discepoli. Infine il soffio e le parole <Ricevete lo Spirito Santo > sebbene quello fosse un simbolo e una prova che ribadiva l’imminente discesa, non la realtà della stessa in quel momento, riempiva di certezza e di fiducia i cuori dei discepoli. Poi nell’ambito di questa promessa che rendeva ferma la profezia del Signore sullo Spirito Santo, v’erano anche le parole < A chi perdonerete i peccati saranno perdonati e a chi li riterrete saranno ritenuti>

 Qualcuno su queste parole, non avendo ricevuto la luce e tantomeno lo Spirito Santo, ha inteso avvalersi per dimostrare e usare questa concessione, in modo errato e presuntuoso, cioè di poter perdonare i peccati degli uomini. Ora è evidente che un solo nome è dato agli uomini per essere perdonati e salvati, cioè il nome di Gesù. Si tratta di stabilire un rapporto di comunione con quel nome, che può avvenire solo sulla base di quei segni delle mani e del costato, perciò escluso dal vanto di uomini che pretendono di gestire quei simboli. La via del perdono e del ravvedimento riguarda solo il peccatore e il Salvatore, nessun altro, se non la testimonianza di chi è già stato salvato e può affermare la discesa dello Spirito Santo su chi crede in Gesù. Dunque è evidente che Gesù non ha stabilito una casta per gestire un potere cioè il perdono per i peccatori, ma ha dato forza alla predicazione dell’Evangelo per la conversione dei peccatori al Cristo risorto.

Perciò è un invito ai discepoli ad utilizzare la franchezza per sostenere la predicazione evangelica e la vera testimonianza. Affermare come fece Pietro: ( Atti 2:23-24) Per mano d’iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste, ma Dio lo risuscitò avendolo sciolto dai legami della morte; occorreva molta franchezza e forza, perché la condanna evidente del gesto iniquo, si tramutasse in perdono per il popolo, reo dell’omicidio del Salvatore. Non capire la Grazia è una prerogativa di chi rifiuta la lezione dello Spirito Santo, che indirizza i cuori dei peccatori a credere al messaggio salvifico che comprende il perdono di tutti i peccati commessi individualmente: (Ep. Colossesi 2:12) Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne voi dico, Dio vi ha vivificati con Lui, perdonandoci tutti i nostri peccati. Chiaro o vi sono ancora dubbi?

Seduti nei cieli   

Ancora: (Ep. Efesini 2:5-6) Anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete salvati) e ci ha risuscitati con Lui e con Lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù. L’espressione paolina è chiara ed evidente: gli uomini non hanno bisogno di perdono conferito da altri uomini, seppur religiosi che vantano poteri straordinari; è Dio stesso che ci pensa, avendo già vivificato con Cristo i peccatori, usando Grazia e perdono, salvandoli in potenza e attendendo solamente il loro ravvedimento. (Ep. Efesini 2:8) Infatti è per grazia che siete salvati, mediante la fede, e ciò non viene da voi è il dono di Dio. Orbene  in quel voi è compreso anche chi si arroga il presunto diritto, ma falso, di perdonare in confessionale i peccatori, mostrando un potere che non gli appartiene quindi fasullo e inefficace. Il Dio di Grazia in cui crediamo e adoriamo, ci dice espressamente che siamo già seduti in Cristo, nella sua presenza con le salvaguardie del suo amore, anche se siamo ancora in questo mondo. Così siamo visti dal Padre, e approvati ogni qualvolta in conformità al comando di Gesù, ci riuniamo per rammemorare la sua morte e ricordare le sofferenze del Redentore, rompendo il pane e bevendo il vino nel calice come ci ha insegnato e comandato. Si, perché quella promessa di pace si rinnovi ogni qual volta ci troviamo per adorare Dio in Cristo, condotti dal suo Spirito e possiamo gustare le benedizioni di essere di pari consentimento e  di glorificare il Signore assieme, in un consesso spirituale appagante perché Gesù è in mezzo ed è il centro.

Analogie con la moltiplicazione dei Pani

Indubbiamente vi sono molte analogie con l’evento della moltiplicazione dei pani, come gli sguardi sul Salvatore che distribuisce il pane, alimento vitale per i pellegrini di quel tempo, fosse una grande scena amorosa. Il suo pane odierno sono le sue parole di vita cui siamo invitati a cibarci per sostenere la nostra fede, che deve alimentarsi di cibo eterno, e la sua Parola è quel cibo. (Ep. Pietro 1:18) Sapendo  non con cose corruttibili, con argento o oro siete stati riscattati  dal vano modo di vivere tramandatovi dai padri, ma con il prezioso sangue di Cristo. Dunque se vi è un perdono usufruibile dai peccatori è in virtù di quel solo sangue, offerto da Gesù sulla croce, non da altra merce di scambio o da un potere senza forza e corrispondenza. Improvvisamente il pane fu moltiplicato, improvvisamente lo Spirito Santo scese, improvvisamente Gesù Cristo ritornerà. Come nella parabola delle dieci vergini, improvvisamente si ode una voce che annuncia certificando l’arrivo dello sposo, non si sa di chi è quella voce, ma la notizia è giusta e sicura. Chi si ciba del Signore è sazio della sua Grazia ed è riempito dello Spirito Santo come successe in quel giorno: (Atti 2:4) tutti furono riempiti di Spirito Santo.

Come segno della potenza divina per la predicazione e per la testimonianza cristiana, lo Spirito dava di parlare lingue straniere e intelligibili ai discepoli, per far udire la Parola: (Atti 2:11) udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue. Orbene, questi segni erano propedeutici alla diffusione dell’Evangelo, doni che lo Spirito Santo elargiva ai discepoli perché comunicassero la Grazia di Dio fra il popolo. Tra le cose grandi di Dio, oltre alla proclamazione della salvezza e della resurrezione di Gesù, vi era l’annunzio anche del ritorno del Signore Gesù per rapire la sua Chiesa. Occorre dire che tutte queste cose sembravano inverosimili: la domanda ricorrente era (Atti 2:12) che cosa significa questo?  E’ vero ancor oggi chi predica l’Evangelo è guardato con sorpresa e diffidenza, sembrano parole astruse e incomprensibili quelle propagate. Invece sono le parole  componenti il messaggio il quale Dio vuole che tutti gli uomini vengano alla conoscenza della Verità per essere salvati. Effettivamente i discepoli in obbedienza gioiosa ed efficace, testimoniavano della Verità e della nuova Vita in Cristo. Difronte  a questa poderosa affermazione della Verità, molti come succede ancor oggi, danno un giudizio senza appello: (Atti 2:13) Altri li deridevano e dicevano sono pieni di vino dolce. Dare dell’ubriaco o sorridere di compatimento è una pratica che si afferma oggigiorno con continuità  e senza la minima ricerca o ascolto. Questo vuol dire che l’Avversario ha col suo vento impetuoso e rumoroso, avvolto molte anime refrattarie al richiamo dello Spirito Santo. Preghiamo per loro e per il loro ravvedimento.

La risposta profetica e attuale

I discepoli davanti a quegli atteggiamenti di chiusura e di incredulità avevano un solo metodo da proporre, ancor valido oggi, cioè quello di rifarsi alla profezia di Gioele, in quel caso, per ripetere cose già dette e risapute; (Atti 2:21) E avverrà che chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato. Dunque il nome da invocare era certamente quello di Gesù, che evocava perdono e Grazia come il Vangelo ci ricorda. Nel suo nome si ottiene perdono dei peccati e il dono dello Spirito Santo, come in quel primo giorno della nuova settimana. E’ quello che aneliamo per i nostri cari amici che leggono queste nostre brevi note, e che apprezzano le citazioni bibliche le quali noi proponiamo a sostegno delle riflessioni esposte. Senza dubbio sono note incomplete e carenti, ma cerchiamo di precisarle il più chiaramente possibile per recare conforto e gioia in chi li legge. Se vi riusciamo non lo sappiamo, anche se ultimamente cari amici siete cresciuti enormemente. Lo scopo lo avete capito è quello di glorificare Dio e il suo Figliolo. Vorremmo che una nuova settimana fosse un tempo nuovo per tutti, da impiegare proficuamente per sviluppare una comunione salutare con il Signore Gesù, supportata da una costante lettura della Bibbia, Parola di Dio.

Conclusione

Gesù un giorno disse (Ev. Giovanni  8:32) Conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi: similmente (II Ep. Corinzi 3:17) ora il Signore è lo Spirito, e dove c’è lo Spirito del Signore lì c’è libertà. Dunque, possiamo usufruire di questa libertà per uscire dai condizionamenti religiosi, che minacciano e spaventano le anime candide subordinate da vecchie abitudini, quindi godere in tranquillità della libertà concessa di figli liberi di Dio!

Ferruccio IEBOLE

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