CAPISCI QUELLO CHE STAI LEGGENDO?

Questa interessante domanda è il centro di un colloquio avvenuto tra l’eunuco di Candace, regina di Etiopia, e l’evangelista Filippo, ed è ancora indice non di una curiosità, ma di un sincero interessamento della spiritualità di uno sconosciuto, e infine è un interrogativo che lo Spirito Santo pone ad ogni individuo, che vuole impegnarsi nella ricerca della Verità e desidera adorare il Signore in maniera schietta e autentica.

Negli Atti degli Apostoli (8:30)  vi è scritto questo interrogativo <capisci quello che stai leggendo? > questo testo è una fonte di riflessione per tutti noi e vorremmo ricevere nella meditazione di questo episodio biblico, forza e indirizzo per incontrare la freschezza della Parola e l’Autore di essa, il Signore Gesù Cristo, il Suo Spirito e il Padre Celeste, perché questo è il traguardo nascosto e lo scopo delle parole evangeliche. Siamo convinti che leggere la Parola di Dio ci edifichi, ci faccia gioire spiritualmente e sia sorgente di benessere fisico e spirituale, per affrontare i momenti difficili della nostra vita, momenti di scoramento, sopportati a malincuore, sovente senza prospettive benefiche o di un futuro poco lucente e appagante. Ma nel capitolo preso in esame possiamo trarre una consolazione, per guardare con fiducia al Dispensatore di ogni Grazia, che lenisce i dolori e i suoi consigli conducono nella vera speranza, in una prospettiva di pace e amore divino.

Un ambiente ostile

L’incontro tra i due protagonisti della storia si svolge nel deserto, figura nella Bibbia del Mondo, inteso come il luogo privo di rimedi per continuare a vivere, quindi un luogo che introduce nella morte, e qualsiasi pur minima risorsa che produce è avvelenata, quindi tutto, alla fine, resta effimero e illusionistico. (Ep. Giacomo 4:4) Non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Perciò bisogna prendere atto che sebbene si attraversa il deserto, su un comodo carro, attorniati da cibo e acqua sufficiente per la traversata del terreno ostile, basterebbe un evento atmosferico e contrario del mondo creato, per distruggere la vita dell’eunuco. Ma in questo caso risuonano solenni le parole di grazia dell’Evangelo: (Ev. Giovanni 3:16) Perché Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il Suo unigenito Figlio affinché chiunque crede in Lui, non perisca ma abbia vita eterna.  (Ev. Giovanni 12:47)Perché non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo. (Ev. Giovanni 9:5) Mentre sono nel mondo, Io sono la luce del mondo.( Ev. Giovanni 1:29) Ecco l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo.

Questi passi ci introducono nel pensiero divino in cui troviamo vere risorse di vita, come l’eunuco, che inaspettatamente, è raggiunto da Filippo portatore della buona notizia e di vita. Prima di proseguire bisogna analizzare le motivazioni che avevano spinto l’eunuco a compiere un viaggio tanto disagiato, lungo e insicuro, al limite della sopravvivenza. Lo scopo era nobile, (Atti 8:27) era venuto a Gerusalemme per adorare. E’ vero molte persone vogliono adorare Dio; si sentono attratte da luoghi mistici come Gerusalemme o da altre città, pensando che lì vi sia manifestata la presenza di Dio. Oppure vanno in certe costruzioni imponenti e lussuose, riccamente adornate con opere d’arte, come tutti i luoghi di culto immaginati dagli uomini e non da Dio, per cercare un contatto con l’Invisibile.

In realtà sono semplicemente emozioni che si vivono nella ricerca di qualcosa di superiore, che dia scopo o senso per comportarsi in maniera equilibrata. I luoghi di culto sono costruiti anche in siti particolari, ad esempio alla cima o sopra dei monti, in centro della città o del paese per essere considerati da tutti, in luoghi impervi o di difficile conseguimento, raggiungibili dopo un estenuante cammino affinché la meta appaia come luogo di riposo o più affascinante di quello che in realtà è. Potremmo enumerare un numeroso elenco di posti di devozione, dove si mescolano superstizione, condizionamenti psichici, sofferenze fisiche attuate per attirarsi favori o benevolenze della divinità, come frustate sul corpo, percosse sugli arti con corpi contundenti, o cose simili, che nulla hanno a che fare con l’adorazione di Dio, ma che attirano numerosi fedeli che vogliono esporsi al plauso di altri. L’eunuco nella sua presenza a Gerusalemme, sarà stato certamente impressionato dall’arte, dai paesaggi, dalle storie evocative di passati eventi, forse si sarà interessato alla milleniale cultura ebrea, sarà stato al Tempio, avrà visitato rovine o biblioteche, chissà? Cose utili, piacevoli, formative, ma senza poter rendere un culto di adorazione appagante perché vero, che affondasse radici nella Verità. Un indizio per capire il personaggio, certamente uomo non banale e non superficiale, era il fatto che l’eunuco si era procurato una pergamena e come afferma la Scrittura, leggeva il profeta Isaia. Questa circostanza ci delucida sul fatto che sapesse leggere l’ebraico e che sebbene avesse adorato Dio, con norma ancora imprecisa, forse non in maniera appagante, il Padre Celeste era attento al desiderio del suo cuore. Così, possiamo affermare che chi cerca il Signore per adorarlo, Dio in Cristo si fa trovare, per riempire con la sua presenza la vita del ricercatore.

Cercare Dio a tastoni

L’Apostolo Paolo a questo riguardo, nell’areopago ateniese diceva: (Atti 19:27) Affinchè cerchino Dio, se mai giungano a trovarlo come a tastoni, benché Egli non sia lontano da ciascuno di noi. Con questa premessa appare evidente come l’amore di Cristo, che cerca i peccatori per redimerli, sia presente e accompagni chi come l’eunuco legge la Parola di Dio. Quindi è di primaria importanza leggere la Bibbia anche se non la si capisce, perché se abbiamo fede nel divino Maestro, Lui ci istruirà nella Verità, ci darà rivelazione e la Guida dello Spirito Santo. Analizzando il racconto salta all’occhio, come la strada percorsa dall’eunuco, sia una strada deserta, come chiunque cerca Dio, per sottolineare che questa ricerca è un fatto personale tra Dio e me stesso. Il rapporto di fede con il Salvatore è sempre una relazione personale, la decisione di seguire la rivelazione dell’Evangelo sulla persona e sull’opera di Gesù in nostro favore, è sempre una cosa singola, non di gruppo, la salvezza da raggiungere mediante la fede è propria e individuale. La domanda < Capisci quello che stai leggendo?> è un’interrogazione personale, rivolta solo a chi legge, come personale era stata la domanda a Marta (Ev. Giovanni 11:26) e chiunque vive e crede in Me non morirà mai! Credi tu questo? Si, l’esperienza del credere e di aver fede è qualcosa di esclusivo e soggettivo.

L’assistenza e la guida dello Spirito Santo nel conoscere Dio

Bisogna notare come il consiglio nascosto e sconosciuto all’eunuco, dato dallo Spirito Santo a Filippo (Atti 8:29) avvicinati e raggiungi quel carro; sia la sintesi dell’azione amorosa del Signore nei confronti di chi legge la Parola di Dio. Forse non ce ne rendiamo conto, ma quando ci lasciamo trasportare  dall’intento di stabilire un rapporto con Gesù, sulla base della sua Parola, Lui non si tira indietro, anzi conoscendo il nostro cuore e la nostra mente, ci precede preparando la nostra intelligenza e la nostra comprensione, affinché una volta raggiunte possiamo interrogarci e dire: (Atti 8:31) E come potrei se nessuno mi guida? Credo cari amici che per ognuno di noi, semplici lettori della Bibbia sia successo così, è il medesimo episodio; per diversi percorsi arriviamo a interessarci di Dio, ma Lui ha già spianato la via per incontrarlo nell’autorità della Sua Parola. Indubbiamente, dobbiamo confessarlo, abbiamo difficoltà a capire anche minimamente l’essenza del Signore, possiamo conoscerlo se lo Spirito ci guida. L’eunuco compie il passo giusto, invita Filippo a sedersi accanto a lui sul carro. Invitare il Signore Gesù a sedersi accanto a te o a me è veramente il primo stadio, avere accanto Lui che ti consiglia attraverso e con l’ausilio della sua Parola, che ti istruisce e ti fa crescere nei pensieri dell’eternità è davvero entusiasmante. Forse il Signore si avvale anche di qualcuno che ti spiega o ti informa con semplicità: (Atti 20:27) dall’annunziare tutto il consiglio di Dio; oppure (Atti 18:26) Gli esposero con più esattezza la via di Dio. Bisogna soggiungere che l’eunuco etiope non entrava con Filippo in una discussione teologica, non partiva dall’esperienza di Gerusalemme o da altre cose che facevano parte della sua conoscenza recente o passata. No! Era il passo della Scrittura che interessava la sua mente e il suo cuore, e guarda caso i versi parlavano profeticamente di Gesù. Quante persone hanno incominciato con Gesù e poi si sono persi in dissertazioni sulla sua persona, sulla sua origine, sui suoi poteri o sulla sua autorità, e poi si sono arenate sul vitale messaggio di Cristo. Il passo letto è emblematico: la Scrittura trasporta i due viaggiatori in due direzioni differenti, per l’eunuco è la scoperta dell’Agnello, del Salvatore, di Colui che è stato condotto al macello per pagare il debito del peccatore; per inaugurare una via nuova per il cielo, per raggiungere ad adorare Dio in maniera completa: (Ev. Giovanni 4:23) i veri adoratori adoreranno il Padre in Spirito e Verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. In questo passo  viene evidenziato: è Dio che cerca gli adoratori, come nel caso preso in esame; e siccome sul carro vi è un cuore sincero e in cerca, Dio si rivela in Cristo esponendo attraverso la guida dello Spirito Santo e l’aiuto di Filippo, l’esaltazione dell’opera salvifica di Gesù. Ecco dimostrato l’amore per il mondo da parte di Dio, è la sua cura e il suo proposito salvifico che conducono chi crede alla vita eterna.

Arrivare a confessare Gesù come proprio Salvatore

 Solamente dopo aver ascoltato il messaggio evangelico di Gesù, l’eunuco  potrà in tutta franchezza arrivare alla precisa confessione di fede con l’affermazione: (Atti 8:37) Io credo che Gesù Cristo è il figlio di Dio. E’ notevole, come la testimonianza di Filippo sia iniziata dal desiderio dell’etiope di conoscere in Verità Dio, e abbia saputo portare il convincimento e la fede con la Parola, per farlo credere nel Signore Gesù. Sulle tecniche adoperate, che affascinano molte persone religiose, le quali sono sempre pronte a suggerire nuovi metodi per fare discepoli,  resta evidente che senza il fascino amoroso del Salvatore, ogni sforzo risulta vano. Filippo non aveva bisogno di discepolare nessuno,(parola molto in voga oggigiorno e utilizzata male), ma l’evangelista aveva dipanato la storia di Gesù all’etiope, come Agnello che da la vita al mondo, a chiunque vuole divenire un adoratore di Dio, per lo Spirito e la Verità, cioè Lui stesso ( Ep. Ebrei 12:24) A Gesù il mediatore del nuovo patto e al sangue dell’aspersione. Ecco la vera fede, l’apertura che la Bibbia opera nella mente del peccatore per capire ciò che si legge; (Ep. Efesi 1:7-8) Le ricchezze della sua Grazia che Egli ha riversata abbondantemente su di noi, dandoci ogni sorta di sapienza e di intelligenza. Che grande amore di Gesù! Sull’etiope ha fatto scendere la virtù della sua grazia in modo così abbondante, che la sua intelligenza per la fede potesse affermare in poco tempo, la bella confessione sull’identità di Gesù, che sottintendeva l’aver compreso il valore immenso e salvifico dell’opera della croce,  come il Re Celeste avesse riempito della Sua gloria il cielo e ancora come sommo Sacerdote, presentare ogni adorazione dei riscattati nella presenza del Padre. E’ vero, il viaggio a Gerusalemme per adorare stava concludendosi positivamente per l’eunuco, il suo scopo stava per realizzarsi per grazia ottenuta, tutta la sua persona era investita dall’aver scoperto la Verità di Cristo, ed è quello che auguriamo ai nostri fedeli lettori se ancora non l’hanno realizzata.

Un passo obbediente

 Ma occorreva ancora un passo per dimostrare che era divenuto un credente, una nuova creatura, un nato di nuovo dallo Spirito e dalla Verità della Parola, voleva fare in obbedienza a Dio il battesimo. Perché l’eunuco vuole  battezzarsi? Perché ha realizzato la pace nel cuore e nella mente, cioè la sua intelligenza per capire le Sacre Scritture si è illuminata, si è trasformata in chiarezza, le Parole evangeliche divengono la sua esclusiva guida, perché ha capito la fine della missione di Filippo; (Ep. Filippesi 4:7) E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù. Con convinzione l’etiope vuole scendere nell’acqua per essere sommerso, il corpo coperto, sepolto tutto dall’acqua, dimostrare che il vecchio uomo, l’adoratore disilluso e reduce da Gerusalemme; solo ora era arrivato allo scopo del suo viaggio, aveva trovato nel deserto la voce di Dio, che l’invitava ad assumere l’atteggiamento di adoratore, di vero adoratore come Lui desidera. Per dimostrare che: (Ep. Colossesi 2:12) Siete stati con Lui sepolti nel battesimo, nel quale siete anche stati risuscitati con Lui mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti. Si, l’eunuco voleva dimostrare di credere nella potenza di Dio, dopo aver ubbidito con un atto pubblico, che Gesù l’aveva salvato e riscattato dalla vecchia vita. ( Ep. Colossesi 2:13 Dio ha vivificati con Lui, perdonandoci tutti i nostri peccati.  Certamente l’etiope si sentiva perdonati tutti i suoi peccati, Dio l’aveva vivificato in Cristo, si battezzava per dire la sua sufficienza a capire la Scrittura, anche senza l’istruzione di Filippo. Aveva quella dello Spirito Santo, più che sufficiente a capire la Verità.

Il secondo obbiettivo della Scrittura

Se il primo approccio alla Sacra Pergamena recante lo scritto del profeta Isaia, aveva condotto alla redenzione l’eunuco, la Parola era ancora viva per fungere da consolazione per Filippo, che nella più grande felicità, come l’etiope che riprende il viaggio tutto allegro, anche per l’evangelista vi era una dimostrazione di comunione straordinaria per chi fa la volontà di Dio. (Atti 8:39-40) Lo Spirito del Signore rapì Filippo …e si ritrovò in Azot, e proseguendo, evangelizzò tutte le città. Forse Filippo all’inizio della storia avrà pensato, ma perché andare nel deserto quando qui possiamo evangelizzare molte più persone, raggiungere più pubblico, più occasioni di parlare di Gesù. Ancora una volta, è bene ribadirlo, i pensieri di Dio non sono i nostri pensieri; Lui è potente e ispiratore di salvezza, non solo, è pure fonte di pace e di consolazione. Anche per Filippo, che aveva visto maturare passo dopo passo la conversione nell’eunuco, aveva toccato con mano l’evolversi della fede nel cuore dell’africano, fino a raggiungere il felice traguardo, ora pieno di consolazione dello Spirito, poteva proseguire la sua evangelizzazione con un positivo ricordo del nuovo fratello e la consapevolezza di essere un prezioso strumento nelle mani di Dio. (Atti 9:31) e camminando nel timore del Signore e nella consolazione dello Spirito, cresceva costantemente di numero. Certamente maturavano occasioni per l’ascolto del Vangelo, per la crescita della chiesa, ma il racconto dell’etiope ci partecipa l’idea che anche il singolo, in qualsiasi stato si trovi è prezioso per il Signore e può essere raggiunto dalla Sua grazia  per la salvezza.

Conclusione

Il passo (V.37) del capitolo 8 degli Atti dice: <Se tu credi con tutto il tuo cuore è possibile> < Capire quello che stai leggendo>si, con il cuore illuminato dallo Spirito di Grazia, possiamo capire la Bibbia, con accanto Gesù che invochiamo, per avere il pensiero rischiarato e l’intelligenza pronta a ricevere il Pan di Vita. Vogliamo pregare il Signore Gesù che possa attraverso queste semplici riflessioni, aiutare chi vuole percorrere la via del timore e della consolazione per crescere.

Riguardate all’Agnello di Dio,

Della grazia ascoltate la voce;

Cristo parla d’amor sulla croce,

Ei v’annunzia salvezza e perdon!

Alleluia, alleluia all’Agnello,

Che morì sulla croce per me,

Alleluia, alleluia all’Agnello,

Che mi salva per grazia e per fè,

che mi salva per grazia e per fè.

Ferruccio IEBOLE

 

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