AVENDOLO SCIOLTO DAGLI ANGOSCIOSI LEGAMI DELLA MORTE

Questo meraviglioso proclama ci trasferisce con la mente a considerare il drammatico tempo trascorso dal Signore Gesù in balia della più infernale e spaventosa lotta contro il male e la morte. Altresì ci porta a gioire ancora per il finale raggiunto dal Salvatore, che nonostante il doloroso abbandono del Padre, risultava alla fine vittorioso nel progetto di redenzione a favore degli uomini e  glorificato nel cielo da Dio suo Padre; per la resurrezione dai morti, adatto a inviare il Suo Spirito nel mondo e a dimorare nel cuore dei credenti in Cristo, cioè i nati di nuovo.

L’evangelista Luca scrive in Atti: (2:24) Ma Dio lo risuscitò, avendolo sciolto dagli angosciosi legami della morte, perché non era possibile che Egli fosse da essa trattenuto. Il passo in questione è preciso, Luca afferma che non era possibile per il soggetto morte, trattenere il Signore Gesù. Qual’era la possibilità per la morte? Nessuna! La morte vanta il possesso su corpi peccatori, la cessazione della vita si attua per la tara del peccato nel corpo degli uomini. Il tempo è predisposto dal Signore che dispone i giorni di ognuno di noi in base al suo insindacabile progetto di vita per gli uomini. Mosè dice nel (Salmo 90:10) I giorni dei nostri anni arrivano a settant’anni; o per i più forti a ottanta, quel che ne fa l’orgoglio, non è che travaglio e vanità; perché passa presto e noi ce ne voliamo via. Orbene i nostri giorni sfumano irreversibili, e il consiglio biblico e prezioso, consiste nel (Salmo 90:12) Insegnaci dunque a contar bene i nostri giorni. Per quanto riguarda il Signore Gesù tutto è diverso. Lui non ha conosciuto il peccato e nel suo corpo non si è inserito il verdetto della morte; concepito nella purezza, Gesù è vissuto senza peccare, sostenendo un vivere e lo scorrere del tempo nel beneficare e aiutare gli uomini.

L’odio dell’Avversario, l’invidia degli uomini religiosi del suo tempo contro Dio e la rivelazione che accompagnava il Figlio di Dio, le opere che testimoniavano la sua origine e la sua missione, sono quegli effetti che lo portano alla croce. Gesù, dice la Scrittura, è avvolto da angosciosi legami; Perché una simile definizione? Angosciosi perché il tentativo della morte gestita dall’Avversario,  ha il progetto di ostacolare lo spargimento del sangue di Cristo e vorrebbe procurare una morte del Salvatore nel Getzemani quando suda grumi di sangue. Angosciosi legami sono quelli provati da Gesù: (Ev. Matteo 26:37-38) Cominciò a essere triste e angosciato. Allora disse loro: l’anima mia è oppressa da tristezza mortale. Il quadro che ci viene comunicato in queste parole sul tema dell’angoscia, ci istruiscono sulla relazione vigente tra essa e (Atti 2:31) Previde la resurrezione di Cristo e ne parlò dicendo che non sarebbe stato lasciato nel soggiorno dei morti e che la sua carne non avrebbe subito la decomposizione.  Dunque scopriamo che i legami angosciosi affondano radici nel soggiorno dei morti e con la decomposizione del corpo. Questo è vero per gli uomini; Gesù non si è sottratto all’esperienza umana dei legami angosciosi, ma Lui poteva dire: (Ev. Giovanni 10:17-18) Per questo mi ama il Padre, perché Io depongo la mia vita per riprenderla poi. Nessuno me la toglie, ma Io la depongo da Me. Ho il potere di deporla e ho il potere di riprenderla. Quest’ordine ho ricevuto dal Padre mio.

Orbene, visto che nessuno poteva intervenire con sistemi mortali nella vita di Gesù per procurargli separazione dal mondo, togliergli il respiro e fargli smettere le attività vitali nel corpo come intendiamo noi miseri umani, Gesù per adempiere le profezie e rendere evidente la Verità delle parole scritte nella Bibbia, accetta di essere immolato come Agnello di Dio per sconfiggere la morte, il peccato e il Diavolo cioè l’Avversario. Depone la sua  vita e la riprende poi con la resurrezione, in accordo con il Padre Suo, che accetta il suo sacrificio espiatorio e completo per tutti gli uomini peccatori. La resurrezione operata da Dio è lo stesso atto di Gesù che si riprende la sua vita, ma con una gloria in più, cioè di essere eternamente adorato in cielo con un nome sopra ogni nome, esaltato come Redentore degli uomini e Capo della chiesa, cioè dei credenti in Lui. Dunque la sua opera sulla croce, ovvero la sua morte con lo spargimento del suo sangue, diventava estremamente indispensabile  che fosse svolto secondo i dettami divini (Ep. Ebrei 9:22) Senza spargimento di sangue, non c’è perdono. L’offerta del corpo innocente e puro di Gesù senza la contaminazione del peccato, lo spargimento del sangue secondo il disegno di Dio, doveva essere effettuato nella volontà e con le regole divine. Noi concepiamo il perdono dei nostri peccati secondo i nostri gusti, dicendo che Dio perdona tutti, che Lui è buono, misericordioso ecc. In realtà lui gestisce il perdono nella maniera evocata con il sacrificio del Figlio sulla croce.

Lo spargimento del sangue, indipendentemente da ciò che pensiamo, è l’unico metodo per ottenere il perdono divino per i nostri peccati. Molti si sono inventati religioni, riti, opere di pietà per ottenere il perdono di Dio; l’unico proclamato dall’Evangelo è quello previsto e voluto da Dio, che ci introduce anche nella vita eterna, liberandoci dal soggiorno dei morti e dalla corruzione della carne. Si è vero, è un’opera di Grazia, che comprendiamo con limiti imposti dalla nostra mente e dalla nostra intelligenza, ma sufficienti a capire come Dio in Cristo ci abbia amato e ci ami, e nel Figlio ci abbia provveduto perdono, comunione e vita eterna per la fede.

La crocifissione secondo  i fatti storici

(Atti 2: 23) Quest’uomo quando vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e la prescienza di Dio, voi per mano d’iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste. Il racconto condensato in un unico versetto è eloquente; esso ci accerta sulla scena salvifica elencando gli attori e il fine dell’evento, che ha sconvolto il mondo con un finale positivo e glorioso. Sono sette le sequenze elencate e sottolineate in questa parte della Parola di Dio.

  1. Nelle mani, cioè nel potere concesso ai peccatori,
  2. Per la prescienza, un disegno divino preconosciuto, previsto e immaginato,
  3. Per il determinato consiglio, una superiore volontà con cui confrontarsi, ma sfuggente per dimensioni troppo eccelse,
  4. Per mani di iniqui, per la malvagità di uomini ottusi e indifferenti alle atroci sofferenze umane,
  5. Inchiodandolo sulla croce, insensibili al dolore crudele recato agli altri, con supplizi orribili,
  6. Lo uccideste, con un atto indisponibile nell’economia umana, ma pieno di odio per gli innocenti,
  7. Ma Dio lo risuscitò, dimostrando la parte della vita e della gloria dove stava e risiedeva, cioè nella Sua mano, via inutilizzabile e non perseguibile a essere raggiunta con sforzi umani ma solamente per Grazia.

Come ben comprensibile questo progetto divino di redenzione aveva bisogno di essere spiegato e ricordato, perché divenisse ancora oggigiorno il messaggio di vita per i credenti in Gesù, testimoniato dai salvati.

La crocifissione secondo la profezia

L’inno trionfale: Dio lo ha risuscitato, era preceduto dalla descrizione del corpo del Signore con le  parole del re Davide, che profeticamente le aveva pronunciate secoli prima, per avvisare della venuta del vero Re e Messia. (Atti 2:25 a 28) Infatti Davide dice di Lui: Io ho avuto il Signore continuamente davanti agli occhi, perché Egli è alla mia destra, affinché io non sia smosso. Per questo si è rallegrato il mio cuore, la mia lingua ha giubilato e anche la mia carne riposerà nella speranza; perché tu non lascerai l’anima mia nell’Ades, e non permetterai che il tuo Santo subisca la decomposizione. Tu mi hai fatto conoscere le vie della vita; Tu mi riempirai di gioia con la tua presenza. Questi brani profetici della Bibbia sono come detto un inno che irrompe prepotente, invade e libera l’intelligenza del lettore; infatti tocca diversi argomenti pratici e spirituali, li elenco:

  1. Gli occhi rappresentano lo sguardo, la visione continuativa, la proiezione ininterrotta della vita di Gesù Cristo, non viene toccata dalla parentesi della morte; è come se non esistesse e il filo vitale è come non si fosse mai spezzato; la deposizione della sua vita ha aspetti per noi nascosti e incomprensibili.
  2. Il cuore, la lingua e la mia carne, rivelano l’esperienza rallegrante, giubilante, e piena di speranza di chi si affida a Dio, come Gesù si confidò nel Padre, per questo sono usati questi verbi.
  3. L’anima di Cristo non ha rapporti con l’Ades o il soggiorno dei morti, il ricevimento dello spirito nelle mani del Padre è immediato e sicuro, prototipo di ciò che sarà peri figli adottati.
  4. La decomposizione del corpo, i principi della resurrezione nel corpo di Gesù sono immediati e istantanei conseguenti alla morte, la corruzione nel corpo di Cristo non ha inizio.
  5. Le vie delle vita sono prorompenti su quelle della morte, chi pensava alla precoce eliminazione di Gesù e al suo fallimento, deve ricredersi, la morte sulla croce è l’inizio di una nuova vita vittoriosa ed eterna per chiunque crede.
  6. La gioia caratterizza la vita in Cristo; le lacrime e il dolore lasciano il posto all’allegrezza, alla speranza e alla gloria da esibire e realizzare nel cielo, dove Gesù è elevato ai massimi onori e alla magnificenza.
  7. La tua presenza, è ancora completata dall’invio dello Spirito Santo quale Consolatore e Guida per i nati di nuovo, per gli abbeverati dallo Spirito, fruitori dei suoi sospiri ineffabili e gloriosi.

Occorre dire che i passi biblici dell’Antico Testamento acquisiscono una nuova luce nella ripetizione del capitolo due degli Atti, parole attualizzate nella comprensione per i lettori di ogni epoca.

La realtà della resurrezione

(Atti 2:32-33) Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato, di ciò noi tutti siamo testimoni, Egli dunque, essendo stato esaltato dalla destra di Dio e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete e udite. Anche in queste parole vi sono sette affermazioni che spiegano la complessità della resurrezione e alcune conseguenze di questo atto straordinario divino, eseguito dal Dio vero e trino.

  1. Cristo è risuscitato da Dio Padre, che se ne appropria il merito da rivelare al mondo per ribadire il suo immenso potere su tutto il creato.
  2. La Sua destra intesa come un braccio invisibile nell’operatività ma visibile e certo nel risultato, ha esaltato il Figlio coronandolo di Gloria e Onore che tutti dovranno riconoscere.
  3. Ha ricevuto dal Padre lo Spirito Santo, in base alle promesse e alle profezie fatte dal Signore Gesù, nel ministerio terreno e realizzate nell’ascesa celeste.
  4. Ha sparso Grazia e Comprensione fra gli uomini perché capissero il messaggio di salvezza, realizzata con il sacrificio della croce.
  5. Vedete è l’invito a scorgere la sua meravigliosa posizione nel cielo come unico e indispensabile Mediatore tra Dio e gli uomini.
  6. Udite è ascoltare il messaggio salvifico proveniente dal creato celeste che acclama il Salvatore e Redentore di chi ha fede in Lui, vuole comunione nuova con Lui e ubbidisce alla sua voce.
  7. Siamo testimoni della resurrezione, il mandato per i credenti è questo, umili osservatori della Grazia ed esempi nel ripercorrere le orme del Maestro con l’aiuto del suo Spirito, infine, divulgatori della Parola di Dio che non passa mai.

In questo capitolo due degli Atti degli Apostoli, si scorge l’invito  per coloro che hanno ascoltato la predicazione e la testimonianza dei seguaci di Gesù che consiste nel spargere certezze sulla persona del Salvatore. (Atti 2:36) Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso. Anche qui abbiamo sette concetti attorno a questa dichiarazione.

  1. Sappia Israele, è un messaggio importante rivolto a tutto il popolo che deve essere istruito nell’opera e nella missione  avvenuta recentemente.
  2. Con certezza, è una caratteristica che deve essere certificata con la verità del racconto.
  3. La Casa d’Israele, non solo come popolo ma altresì come regno
  4. Dio ha costituito, vuol dire che Dio ha legiferato un provvedimento eterno. 
  5. Gesù Signore viene dichiarato Adonai l’equivalente del nome del Signore per autorità verso tutto il creato.
  6. Gesù Cristo viene confermato come Messia, Unto degli oli odoriferi dell’investitura regale e profetica, per il regno futuro quando sconfiggerà l’Anticristo, la morte e l’avversario distruggendo l’inferno come potenza del male.
  7. Gesù crocifisso sarà il tema e messaggio per salvare gli uomini peccatori e Israele che dovrà riconoscere in mezzo alla distretta Gesù quale Redentore.

La risposta di quelli che accettano il messaggio dell’Evangelo

Quelli compunti nel cuore, cioè quelli raggiunti dall’Evangelo della Grazia, disposti a intraprendere la via della fede, si dispongono all’esperienza di vita.

(Atti 2:41) Quelli che accettarono la sua parola furono battezzati; in quel giorno furono aggiunte a loro circa tremila persone; (Atti 2:38-39) E Pietro a loro: Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. Perché per voi è la promessa,  per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, per quanti il Signore nostro Dio, ne chiamerà. Anche in questo testo vi sono sette punti che occorre precisare per capire bene la sequenza.

  1. Quelli che accettano, sono i nuovi cristiani, raggiunti dal messaggio salvifico, lo credono, hanno fede nell’opera della croce e confessano Gesù Cristo come loro personale Salvatore.
  2. Furono battezzati, dimostrano pubblicamente la fede nel Signore e credono di essere morti al peccato e risorti con Cristo nella sua resurrezione.
  3. Furono aggiunti, Il Signore è Colui che aggiunge alla Chiesa, non la Chiesa aggiunge al Signore, è bene precisare questa sequenza che ora appare stravolta e invertita.
  4. Ravveduti, non solo pentiti o rincresciuti, no convertiti a Cristo e ristorati nella comunione con Lui.
  5. Ricevono il perdono dei peccati, si, chi crede riceve il totale perdono dei propri peccati, la sconfitta del male è nelle mani trionfali di Gesù che nel cielo sbandiera la sua vittoria e la condivide con quelli che credono in Lui.
  6. Ricevono lo Spirito Santo, non solo il perdono dei peccati ma altresì il dono dello Spirito Santo come caparra e sigillo di una nuova natura acquisita per la fede.
  7. Chiamati dal Signore nostro Dio, questo appello ancor oggi non è terminato, la Grazia di Dio è a disposizione di chi crede per essere introdotto nel numero dei salvati gratuitamente dal sacrificio di Gesù Cristo.

Un ultimo insegnamento normativo intorno ai primi Credenti tutt’ora valido

I Primi Cristiani assumevano queste disposizioni ed erano veramente gioiosi di poterli eseguire come conferma della fede e nell’aver capito la professione della dottrina. (Atti 2:42) Ed erano perseveranti nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere. (Atti 2:47) Lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che venivano salvati.

  1. Perseveranti nell’ascoltare l’insegnamento degli Apostoli, la perseveranza era dettata dal soave insegnamento, sempre vitale e per crescere nella conoscenza e nella rivelazione che lo Spirito Santo dava a intendere a quei tremila nuovi testimoni.
  2. Nella comunione fraterna, i vincoli tra questi credenti erano legami viventi e fraterni, indirizzati a godere di una benevola e felice disposizione di animo.
  3. Rompevano il pane, la comunione con il Signore era dimostrata nel rompere il pane ogni qual volta si incontravano per ricordare l’opera di Gesù con i simboli da Lui istituiti.
  4. Nelle preghiere, le costanti invocazioni di lode, adorazione e ringraziamento caratterizzavano lo scorrere del tempo di quei primi cristiani.
  5. Lodando Dio, il culto al Signore era un’attività preminente indipendentemente dal giorno o dalle feste.
  6. Godendo il favore, lo stato favorevole si estendeva anche nella società sorpresa in modo eloquente e positivo dalla dimostrazione di affetto e di bene reciproco dei componenti la Chiesa di Gerusalemme.
  7. Il Signore aggiungeva, la mano del Signore non si era raccorciata, anzi era sempre molto attiva nel redimere dei peccatori.

Conclusione

Con queste riflessioni vogliamo ripercorrere come si è formata la Chiesa primitiva e come erano e continuano a essere le disposizioni bibliche intorno alla fede e alla salvezza, ancora come devono  comportarsi coerentemente chi si dice cristiano.

Ferruccio IEBOLE

 

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