ADOPERATEVI AL COMPIMENTO DELLA VOSTRA SALVEZZA

Il consiglio e l’invito di Paolo ai Filippesi di eseguire con timore e tremore il percorso della salvezza, parla espressamente anche a noi, piccoli indagatori della Bibbia, per scoprire sempre di più la bellezza di sapere che i credenti in Cristo sono salvati mediante la fede e per la Grazia, cioè una virtù e una disponibilità che appartengono a Gesù Cristo, devoluta a tutti quelli che hanno udito la vocazione di Dio e si sono abbandonati alla sua  premurosa cura, per avere pace nel cuore.

Un grande progetto

(Ep. Filippesi 2:12) Adoperatevi al compimento della vostra salvezza: il concetto espresso in questo verso conferma che  esiste una salvezza, la quale deve diventare nostra, e vi è un adoperarsi, un impegnarsi per raggiungere questo traguardo salvifico. Dove girarsi o dove trovare l’orientamento per arrivare al risultato certo della salvezza? Possiamo seguire Paolo nel suo escursus: (Ep. Filippesi 3:14) Corro verso la meta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù.

Bene, abbiamo un primo orientamento:

  1. Abbiamo una meta.
  2. Occorre correre.
  3. C’è un premio.
  4. L’orientamento è una celeste vocazione.
  5. La proprietà della vocazione è di Dio.
  6. E questa risiede in Cristo, cioè nell’opera sua passata, presente e futura.

Prima dell’attività fisica, o meglio dire della spirituale del correre significativamente verso una meta, bisogna dedicarsi ad ascoltare la vocazione, termine che spiega un impiego della voce, di una premurosa chiamata; questa è sicuramente personale e non di gruppo, rivolta proprio a me personalmente da Dio, perché la vocazione è Sua, è celeste, una dimensione a me sconosciuta e impensabile. Dove trovare questa voce, questo appello, questa vocazione e poi, posso essere sicuro di non prendere qualche abbaglio, io che non sono pratico di questa materia? Nella Parola di Dio, la Bibbia, vi sono ampiamente spiegate le direzioni per non perdersi, anche se si tratta di materie celesti. Il fulcro per non smarrirsi è Gesù Cristo; è in Lui come un grande faro, che troviamo l’orientamento, il giusto appoggio per proseguire verso la meta, l’indirizzo vero. Domanda: la mia intelligenza, la mia abilità, le mie qualità saranno sufficienti a seguire il percorso in Cristo, per giungere al traguardo della vocazione? E se per un motivo qualsiasi mi perdo, non sento più la voce, il sentiero di fede mi scade e non lo vedo più, come fare a superare tutte queste difficoltà e allontanare le perplessità di un sentiero sconosciuto? (Ep. Filippesi 4:6-7) Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio, in preghiere e suppliche accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.

Una ulteriore riflessione.

 Anche per questi versetti occorre fare una scomposizione per capirli bene:

  1. Non angustiatevi.
  2. Facciamo conoscere le nostre richieste a Dio.
  3. In preghiere.
  4. In suppliche.
  5. In ringraziamenti.
  6. La pace di Dio che supera ogni intelligenza.
  7. Custodirà i cuori.
  8. Custodirà i pensieri.
  9. In Cristo Gesù.

Dio, ci assicura Paolo, il padrone della vocazione celeste, supplisce a tutti i nostri problemi o paure, durante il tragitto o la corsa spirituale, per arrivare al traguardo della salvezza. Lo compie immettendo in noi e circondandoci con un alone di pace, cioè mentre noi leggiamo la Bibbia per trovare la via, ci protegge isolandoci in una cupola con espansione di pace affinchè sia nitida la Sua voce, e risulti chiara l’indicazione verso la salvezza, per non sbagliarsi o deviare da essa. Questa pace divina supera la nostra intelligenza, il nostro modo di pensare e di discernere, quindi essa è il vero punto di protezione e di superamento per eventuali nostre carenze nel capire la Parola. Non solo, l’intelligenza nostra è messa al riparo, pure il nostro cuore. Il cuore dell’uomo è ingannevole, per questo è scritto nei Salmi: (Salmo 51:10) O Dio crea in me un cuore puro e rinnova dentro di me uno spirito ben saldo; e  (Salmo 90:12) per acquistare un cuore saggio. Nell’ambito di un cuore puro o saggio raggiunto dalla pace di Dio o meglio avvicinato dal messaggio dell’Evangelo, vi sarà certamente una lotta; (Ev. Matteo 13.19) Viene il maligno e porta via quello che è stato seminato nel cuore di lui. Si, ecco evidenziato il pericolo, la dissuasione, la persuasione subdola satanica, ma in Cristo il cuore è custodito. La vittoria per ascoltare la vocazione celeste è garantita dal Signore Gesù: (Ep. Romani 10:10) Infatti col cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati. Quando un cuore è raggiunto dal beneficio dalla Parola di Dio, si scatena contro esso una battaglia fatta, per far intravedere come inadeguato il cuore a ricevere la Grazia di Dio, a sottolineare come quel cuore sia colmo di peccato, inguardabile, inadatto a Cristo il Salvatore. Falso! Cristo perdona i cuori peccatori e li accoglie amorosamente; tutti indistintamente purché desiderosi di ravvedimento e fare l’esperienza di fede con Lui.

Pensieri diversi

Perciò nessuna incertezza anche nei pensieri, quando sono sede della pace di Cristo. Il salmista dichiarava: (Salmo 139:17) Oh quanto mi sono preziosi i tuoi pensieri o Dio! Il Signore svolge un’azione preventiva di pace perché la fiducia nella sua Parola, nella sua voce, nella celeste vocazione si realizzi, per trarre da cuori rinnovati dall’amore di Cristo, preghiere, suppliche e ringraziamenti. E’ vero, forse non  sappiamo pregare; forse pensiamo che recitare preghiere già fatte e conosciute, voglia dire pregare. No; il Signore vuole che impariamo a pregare, facendogli le richieste che ci necessitano; se non siamo credenti abbiamo bisogno che ci aiuti a raggiungere la salvezza, che ci dispieghi il suo Spirito Santo per capire il piano di salvezza, che ci illumini sul sacrificio espiatorio del Signore Gesù Cristo, per crescere in conoscenza e in dottrina. Se abbiamo riflettuto sul modo di approssimarci alla vocazione celeste, Paolo ci ricorda di un premio della superna vocazione in Cristo; qual è questa ricompensa? Paolo la sintetizza: (Ep. Filippesi 3:8-9, 11) di guadagnare Cristo e di essere trovato in Lui, non con una giustizia mia, derivante dalla legge, ma quella che si ha mediante la fede in Cristo; che viene da Dio, basata sulla fede… Per giungere alla resurrezione dei morti.

Anche questi versi è bene scomporli per ottenere una migliore comprensione:

  1. Guadagnare Cristo.
  2. Trovato in Lui.
  3. Con una giustizia non mia ma di Cristo.
  4. Mediante la fede.
  5. Giustizia che viene da Dio.
  6. Giustizia basata sulla fede.
  7. Per giungere alla resurrezione.

L’analisi che riguarda il premio, cioè il traguardo della vocazione, è dunque possedere le credenziali per essere introdotti nel luogo del premio, per la manifestazione della salvezza, l’essere partecipi a (Ep. Filippesi 2:11) E ogni lingua confessi che Gesù è il Signore alla gloria di Dio Padre. Ecco il premio! L’ essere presenti in quel giorno, in quelle condizioni di risorti, persone che possono vantare in Cristo una giustizia, ottenuta per fede, giustizia celeste come la vocazione, cioè proprietà di Dio, essendo il risultato dell’ubbidienza per fede nell’opera dell’ Ubbidiente e del Sovranamente Innalzato, (Ep. Filippesi 2:8-9) il Signore Gesù Cristo.

L’opera buona in voi

 (Ep. Filippesi 1:6) Colui che ha cominciato l’opera buona in voi; il risultato della vocazione è questa, ridefinita da Paolo come opera buona di Dio in noi, per quelli che avvolti dalla pace hanno resistito alle dissuasioni delle religioni umane, ma hanno ubbidito all’Evangelo. A questi il Signore concede già ora un grande premio: (Ep. Filippesi 3:3) Offriamo il nostro culto per mezzo dello Spirito di Dio e ci vantiamo in Cristo. Quale preziosità solenne ci è concessa in queste parole; poter offrire un culto a Dio, con il concorso delle tre persone divine, avendo fiducia in quell’opera buona, iniziata con una vocazione celeste. La visione che abbiamo nell’offrire un culto a Dio, non deriva da investiture umane, da studi teologici meschini, ma è la Parola di Dio ad assicurarci ancora nella pace. (Ep. Ebrei 3:1) Perciò fratelli santi, che siete partecipi della celeste vocazione considerate Gesù, l’Apostolo e il Sommo Sacerdote della fede che professiamo. Si, nel culto possiamo considerare, riflettere, contemplare e credere a quali titoli gloriosi e celesti sia giunto Gesù, il Figlio di Dio, (Ep. Ebrei 2:17) Per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l’espiazione dei peccati del popolo, e (Ep. Filippesi 2:6) Il quale pur essendo in forma di Dio non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente. Quanto è appagante spiritualmente sapere di essere in comunione vivente con un Salvatore, un Sommo Sacerdote, un Figlio Divino, la cui presenza e attività celeste è a favore di coloro che credono ardentemente in Lui e vivono in terra della Sua vita.  

Un ultimo ammonimento

In questi concetti appena letti, ci sono rivelati gli interventi che Dio ha fatto in Cristo Gesù per la nostra salvezza; Paolo conclude la sua introspezione nel disegno benevolo di Dio con le parole: (Ep. Filippesi 2:16) Tenendo alta la Parola di vita in modo che nel giorno di Cristo, io possa vantarmi di non aver corso invano ne invano faticato. Abbiamo iniziato con la corsa, terminiamo ancora con la corsa: l’Apostolo domanda se il vessillo della Parola di Dio è ancora alto; se possiamo rispondere in maniera affermativa vuol dire che ha fatto una buona prova; il vessillo in alto vuol dire che la luce è ancora viva; è quello che speriamo per tutti i nostri cari lettori che debolmente cerchiamo di indirizzare al Signore della pace. Concludendo  vogliamo ricordare il versetto (Ep. Filippesi 4:13) Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica. Sia così per tutti noi.

Il Tuo celeste Spirito a meditar c’invita

La morte tua Signor Gesù che diede a noi la vita

E che per sempre cancellò la nostra iniquità

Signor dal nostro petto togli ogni mondano affetto

E sempre più c’illumini Tua santa Verità.

Ferruccio IEBOLE

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