ABBIAMO BISOGNO ANCORA DI TESTIMONIANZA?

Questo quesito fu posto dagli anziani del popolo, dai capi sacerdoti e dagli scribi nel Sinedrio, nel luogo solenne dove si giudicavano le questioni degli uomini. E’ vero; abbiamo ancora bisogno di testimonianza? Non basta la Bibbia? oppure abbiamo ancora bisogno di persone addette ai lavori che ci spieghino con la loro ragione la Parola? Non è sufficiente la nostra intelligenza e la nostra abilità per capire la Sacre Lettere? Penso che necessitiamo solo della guida dello Spirito Santo, questa si, per conoscere in Verità la testimonianza della Bibbia per ognuno di noi, elargita con la Grazia dal Signore stesso.

La notte nella casa del Sommo sacerdote

Nell’Evangelo di Luca (22:63) viene raccontato con suggestivi particolari la passione del Signore Gesù dopo il suo arresto. Luca osserva con acume gli eventi raccolti e li espone con un peculiare esame e una esplorazione, sottolineando tutti gli aspetti che potrebbero interessare la ricostruzione, la genuina e la vera successione dei fatti. L’evangelista Luca nota: (Ev.Luca 22:66) Appena fu giorno, vuol dire che si arrivava da una notte di cupe tenebre, e lo schiarire della luce annunziava un nuovo giorno. Nella notte, dei soldati e degli uomini detenevano Gesù prigioniero. Come tutti i reclusi in attesa di giudizio, anche se il luogo di detenzione era la casa del sommo sacerdote, la quale forse poteva essere un posto di consolazione, di sollievo,  o perlomeno neutrale, si rivelava invece come luogo di tormento e di violenza. La notte di Gesù era trascorsa con alcune ben individuate azioni di braccio, di bocca e di menti contorte, tutte concorrenti a fiaccare nel fisico il Principe della vita. Ecco le azioni:

  1. (Ev. Luca 22:63) Tenevano Gesù.
  2. (EV. Luca 22:63) Lo schernivano.
  3. (Ev. Luca 22:64 Lo percotevano.
  4. (Ev. Luca 22:64) lo bendarono.
  5. (Ev. Luca 22:64) gli domandavano: indovina profeta chi ti ha percosso.
  6. (Ev. Luca 22:65) Dicevano molte altre cose contro di Lui.
  7. (Ev.Luca 22:65) bestemmiando.

Un nuovo giorno

Poi ecco apparire la luce, il rischiarare del giorno, che illumina la conduzione nel Sinedrio e le tre categorie dei religiosi: anziani, capi sacerdoti e scribi. Dopo una riunione collegiale conducono Gesù in giudizio e aprono il dibattito. Da tre ordini che si rifanno e si rapportano alla Sacra Scrittura, ci si aspetterebbe equità, misericordia, ricerca di verità, per esprimere un giudizio conforme alla effettiva successione degli eventi, senza approssimazione e con giustizia. Se confidiamo nella bontà e onestà dei religiosi andremo incontro a grandi delusioni, ecco perché incoraggiamo il libero esame della Scrittura guidati dallo Spirito Santo e la meditazione personale con spirito di preghiera e richiesta di luce al Signore. La domanda urgente, di prima mattina come allora, poteva proprio rivelarsi decisiva ed esauriente per dei cuori vogliosi di conoscere la verità dei fatti e l’indole o la natura del prigioniero, che vantava qualche prerogativa importante. (Ev. Luca 22:67) Se Tu sei il Cristo, diccelo. Domanda pertinente! Da dove veniva una tale domanda? Da ansiose persone giudicanti alla ricerca della verità? oppure era una formalità da registrare per la storia, senza ascoltare la risposta di un prigioniero che aveva presentato se stesso come qualcuno con carismi, e che ora legato e pesto, di fronte alla giustizia degli uomini, era costretto a ridimensionare la sua professione di conquistatore di anime e di consenso popolare per certi miracoli? Quel <Diccelo> cosa conteneva, dove voleva arrivare, con quali motivazioni era stato pronunciato? La parola poteva, forse, essere formulata con altri verbi come < un dimostraci, confermaci, spiegaci, citaci le Scritture?>

 La risposta di Gesù che conosceva i cuori degli astanti avrebbe potuto difendere la sua vita, la sua innocenza e la sua giustizia ad esempio, elencando i peccati nascosti e non confessabili dei suoi giudici, accusandoli pubblicamente e generando una comprensibile confusione; ma non si verificava. La risposta del Salvatore si articola sulla semplicità della Sua dichiarazione (Ev. Luca 22:67) Anche se ve lo dicessi, non credereste. L’analisi sviluppata non interessava la vera identità del Salvatore; la principale premura o convenienza era di annientare la Sua testimonianza ed eliminarlo fisicamente; da quei maggiorenti venivano ricercati cavilli per arginare eventuali prepotenze dei Romani, sempre attenti all’ordine pubblico, e poter proseguire indifferenti attorno ai loro traffici senza sussulti o inconvenienti, cioè  pura normalità.

Una seconda risposta

Al versetto 67 cambia il tempo come detto: finita la notte, arrivata la luce,< ma da ora in avanti>. Prende corpo una nuova situazione che fa partecipi quelli del <Diccelo>, inequivocabilmente consapevoli di una profezia di portata stratosferica, che sta per essere rivelata. (Ev. Luca 22:67) ma da ora in avanti il Figlio dell’uomo sarà seduto alla destra della potenza di Dio. Come detto, una rivelazione straordinaria, oggetto di riflessione e ripresa da Paolo con enfasi nella lettera ai Colossesi, ma per quelli  del <Diccelo>, una testimonianza senza nessun sobbalzo, se non fonte per una semplice e ulteriore curiosità: (Ev. Luca 22:70) Sei tu dunque il Figlio di Dio? Bisogna precisare che la curiosità intorno a cose spirituali non viene mai appagata nella Scrittura, tutto rimane senza seguito. Solo la vera fede trova riscontro nella Parola, chi vuole sapere con il cuore trova sempre Gesù disposto a condurlo nella Verità. Indubbiamente trovarsi di fronte il Cristo cioè l’Unto,  il Figlio di Dio e cadere nell’indifferenza è sconcertante.

 Tornando all’affermazione < seduto alla destra della potenza o della pienezza> Paolo rivela:

  1. (Ep. Colossesi 2:9) Perché in Lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità.
  2. (Ep. Colossesi 2:10) Che è il Capo di ogni principato e di ogni potenza.
  3. (Ep. Colossesi 2:12) Mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti
  4. (Ep. Colossesi 2:15) Ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo trionfando su di loro per mezzo della croce.

Occorre dire che Paolo doveva essere stato affascinato dal racconto di Luca nel riferirgli quelle parole di Gesù, riprese e sviluppate con maestria evangelica dall’Apostolo delle Genti, preoccupato che i Colossesi sapessero essere coinvolti e conoscessero i vari tesori divini messi a disposizione dei credenti. Allora, ecco accennare alle molteplicità favorevoli, elargite dalla Grazia divina, per accedere a una profonda conoscenza della persona di Cristo Gesù. In Lui dimorava corporalmente la Deità, era il Capo della chiesa e del corpo dei credenti, a cui donava come caparra lo Spirito Santo (II Ep. Corinzi 5:5) è Dio il quale ci dato la caparra dello Spirito, e (I Ep. Corinzi 1:22) e ha messo la caparra dello Spirito nei nostri cuori.  

Un vincitore potente

Poi, dominava sulle potenze celesti e terrene, sui principati, cui alla croce erano stati fatti precipitare e assoggettati come un pubblico spettacolo di vittoria e di trionfo del Cristo, dimostrando l’asservimento al Signore e spogliandoli di ogni potere. Bisogna sottolineare ancora come l’intervento benigno del Padre a supporto dell’opera del Figlio, cioè quello attuato nella riconciliazione nel corpo della carne di Lui: (Ep. Colossesi 1:22) Ora Dio vi ha riconciliati nella carne di Lui per mezzo della sua morte, per farvi comparire davanti a Se santi, senza difetti e irreprensibili. Precedentemente l’azione paterna si era sviluppata con <liberati dalle tenebre> <trasportati nel regno de Figlio> <Gesù è l’immagine di Dio invisibile> <al Padre piacque far abitare in Lui tutta la pienezza> ecc. tutte iniziative volgenti a favorire il benefico approccio alla comprensione della Verità dell’Evangelo e a rivelare l’identità del Figlio nel mistero della Sua volontà.

Un necessario approfondimento

Per i Colossesi sebbene raggiunti dall’Evangelo necessitava ancora approfondirsi nella conoscenza:

  1. (Ep. Colossesi 1:6) Conosceste la Grazia di Dio in Verità.
  2. (Ep. Colossesi 1:9) Ricolmi della profonda conoscenza della volontà di Dio.
  3. (Ep. Colossesi 1:10) Crescendo nella conoscenza di Dio.
  4. (Ep. Colossesi 1:8) Conoscere il vostro amore nello Spirito.
  5. (Ep. Colossesi 1:27) Dio ha voluto far loro conoscere quale sia la ricchezza della gloria, cioè Cristo in voi speranza di gloria
  6. (Ep. Colossesi 2:2) Conoscere a fondo il mistero di Dio .
  7. (Ep. Colossesi 2:3) Cristo, nel quale tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti.

Sono molte le fasi della conoscenza, per acquisirle bisogna attingere dai tesori di Gesù, che liberamente li dispone per i credenti vogliosi di approfondire le dottrine e accedere a livelli superiori nella Grazia divina. Conoscere Cristo e il suo amore è una buona prospettiva. Arrivarci, è fonte di salvezza, comunione e gioia celeste sparsa nella vita quotidiana del credente. La consolazione proveniente dalle Scritture sono gioiose e appaganti spiritualmente.

Paolo dopo aver messo a fuoco, in questa epistola l’opera di Dio, l’opera del Figlio e l’azione dello Spirito Santo, riprendeva le parole di Luca e proponeva il concetto espresso da Gesù nel Sinedrio. (Ep. Colossesi 3:1) Se dunque siete stati risuscitati con  Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio, aspirate alle cose di lassù. Abbiamo ancora bisogno di testimonianza? Si; di questa testimonianza che ci indirizza a considerare Gesù il Risorto, il Glorioso, il Benedicente e il Dispensatore di Gloria futura. Interessante è l’affermazione di Colossesi 3:3: La vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. L’oggetto bramato da tutti, cioè il possesso della vita eterna, ci conferma la Scrittura, vegeta in una situazione di nascondimento. Nascosta perché difficile da impossessarsene? Nascosta perché non desiderabile o più che attraente e appetibile? Nascosta perché preziosa e gloriosa? Nascosta perché raggiungibile solo ed esclusivamente per la fede, nata dalla rivelazione dello Spirito Santo e della Parola di Dio!

Conclusione

Veramente abbiamo bisogno di testimonianza; quella evangelica e dottrinale, che non falsi la Bibbia e il suo messaggio a beneficio di religiosi, cui Paolo classificava come predatori: (Ep. Colossesi 2:8) Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia, e con vani raggiri, secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo. Il pericolo oltre la tradizione religiosa, è che le risorse del mondo impediscano alla Verità di espandersi, e il protrarsi stancamente verso l’ignoto, il giudizio, non considerando il richiamo misericordioso di Gesù a guardare alla destra del trono di Dio e a valutare come irraggiungibile per fede la vita eterna. Alcune età della nostra vita, quelle più amare, sottoposte a dolori lancinanti o tragedie, offuscano la benignità di Dio il Salvatore. Su certe cose, siamo sinceri non sappiamo rispondere, ma confidiamo sempre nell’esempio del Signore Gesù che si sottopose volontariamente alle sofferenze procurategli dagli uomini, per salvare l’umanità peccatrice e priva della gloria di Dio. Piuttosto vorremmo che ai nostri lettori fossero chiare le parole di I Tessalonicesi (3:13) Per rendere i vostri cuori saldi, irreprensibili in santità davanti a Dio nostro Padre, quando il nostro Signore Gesù verrà con tutti i suoi santi. Si attendiamo con trepidazione l’incontro con Gesù, il suo glorioso avvenimento, per ricevere da Lui l’assenso e la manifestazione della vita gloriosa.

Ferruccio IEBOLE

 

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