AVREBBE LIBERATO ISRAELE

L’incontro con i due discepoli di Emmaus, incrociati in incognito da Gesù e senza farsi riconoscere, da adito a pensieri e riflessioni che ci occorrono per ribadire come il nostro Liberatore ha operato in nostro favore, ottenendo un risultato che garantisce a chi crede in Lui e  lo riconosce come supremo Salvatore, di conseguire la vita eterna nel cielo. Una vita che si fonda non su storie o supposizioni, o desideri anche legittimi ma terreni, i quali poco hanno a che fare con la libertà in Cristo e la Sua salvezza donata in Grazia ai peccatori.

Tu solo.

Cleopa, uno dei due personaggi (Ev. Luca 24:18) Gli rispose <Tu solo, tra i forestieri, stando in Gerusalemme, non hai saputo le cose che vi sono accadute in questi giorni. E’ vero, Gesù era il forestiero. Con un viso simile e non sapendo nulla, a giudizio insindacabile di Cleopa, non poteva che essere un forestiero, uno disinteressato alle vicende di Gerusalemme. Bisogna dire che forse le apparenze traggono in inganno, e nessun giudizio è conforme alla Verità se non provato concretamente,  analizzato con serenità e serietà di esame, per giungere il più vicino possibile alla verità assoluta. Dunque, se Gesù è ritenuto uno sconosciuto dalle persone, è per certi versi vero; infatti nessuno sa con precisione quello che Lui ha compiuto in favore dell’uomo peccatore, se non lo apprende dall’Evangelo, se la rivelazione dell’identità  della sua persona e dell’opera sua, rimane nascosta e non traspare con potente luce a illuminare mente e cuore dei poveri peccatori. Il forestiero perciò resta una figura congrua, la quale vuole rivelarsi per portare salvezza, interesse per la Parola e speranza in una vita diversa.

Tu solo, è anche un titolo che esprime bene l’unicità del Salvatore, dell’esclusivo nome donato all’umanità per essere salvati dall’incomparabile Mediatore: (I Ep. Timoteo 2:5) Infatti c’è un solo Dio e anche un solo Mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato Se stesso come prezzo di riscatto per tutti. Orbene, questa esclusività ci conferma come l’iniziativa dello svelamento di Gesù, parta dall’affermazione dell’umanità di Gesù, in quanto Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. A qualcuno non va bene questo ritratto del Salvatore, che sebbene suffragato dai racconti evangelici e rivelati dallo Spirito Santo, contrasta  e contesta con veemenza persino l’esistenza terrena del Cristo o la Sua origine divina.

 Infatti, perché Gesù uomo sia prossimo alle persone, lo devono ricercare nella sua umanità di una vita dedita all’ubbidienza del Padre e nella vita di pietà e misericordia per ascoltare:(Ev. Luca 24: 19) Il fatto di Gesù Nazzareno, che era un profeta potente in opere e in parole davanti a Dio e a tutto il popolo. Questa analisi si avvicina alla realtà percepita dalla testimonianza ancora in fase  di  sperimentazione, ma che contiene germi di Verità, cioè il lavoro dello Spirito per accreditare per la fede la persona di Gesù. Cleopa e il compagno non sapevano molto di Gesù, ma affermano la sua potenza come profeta, cosa da non sottovalutare, che fosse anche un nazareno cioè un consacrato a Dio, un autorevole artefice di miracoli e un testimone influente di cose celesti. Il fatto era anche che liberamente i due, potevano sostenere che Gesù era davanti a Dio in quelle condizioni, forse in attesa di una approvazione che raggiungesse chiaramente una proclamazione di certezza celeste, intorno al personaggio e per rassicurare il popolo che guardava scettico agli eventi trascorsi recentemente a Gerusalemme.  

 Lo hanno fatto condannare a morte.

L’analisi coraggiosa di Cleopa e del compagno proseguiva senza sapere del lavorio prodotto dalla visione dello straniero, e arditamente formulavano un concetto basilare. (V. 20) Lo hanno fatto condannare; dunque il fatto aveva preso un corso tragico il quale aveva scosso le coscienze dei due, fino ad affermare con sufficiente certezza che vi erano dei responsabili in questa morte, cioè quelli ai quali assieme alla casta avevano invocato la pena del sangue su di loro e sulle loro generazioni future. La condanna a morte di Gesù non era passata sotto silenzio, forse sotto traccia o relativamente sottotono, ma se ne ragionava e se ne parlava come cose accadute in quei giorni. Già che giorni erano stati? Giorni di flagellazioni, di vituperi, di violenze e di sopraffazioni, in altre parole di sangue e di scherni; lo testimoniavano le tre crocifissioni che avevano lasciato attoniti alcuni passanti,  qualche discepolo occulto e parte del popolo.

Lo hanno crocifisso.

Si è vero, lo spettacolo tragico e cruento di tre corpi pendenti, la partecipazione di una creazione riluttante e respingente una simile rappresentazione sconfortante, lo scoramento di alcuni che sebbene lontani, partecipavano con dolore intenso al fatto, non impediva di risalire alla responsabilità dei capi sacerdoti e dei magistrati, dichiarati primi implicati e colpevoli della ingrata sentenza. In questo contesto venivano pronunciate le parole di rammarico ma pure di una speranza occulta e non compresa, ma con un certo sapore indescrivibile e sfuggente, ma reale per menti esercitate alla riflessione. (Ev. Luca 24:21) Noi speravamo che fosse Lui che avrebbe liberato Israele, invece, con tutto ciò, ecco il terzo giorno da quando sono accadute queste cose. La speranza di una liberazione alquanto fumosa o non definita nei minimi particolari si frantumava  nella percezione dei due personaggi; di quale liberazione si trattava quella sperata, di una forma miracolosa? Di una liberazione politica con la raccolta di popolo votato alla morte? Di una liberazione con i soliti compromessi politici a danno dei più deboli e a favore degli abbienti come si fa nel mondo?

Le idee forse erano confuse oppure questo Gesù era il Messia? Il Re dei Re, che però non rivelava ancora il suo ruolo per cui era apparso, ma che ora giaceva morto da tre giorni? Allora perché parlare di speranza, di liberazione e di Messia o di Nuovo Elia che viene? E vero, il dialogo con Pilato era circolato a pezzi e bocconi, alcune frasi di quella conversazione erano venute a conoscenza,  poi riportate avevano creato un certo clima. La casta aveva dichiarato in presenza di Pilato: (Ev. Giovanni 18:30 ) Se Costui non fosse un malfattore non te lo avremmo dato nelle mani; perfetta menzogna ispirata dal padre delle bugie che impedisce alla verità di trasparire forte e dirompente.

 (Ev. Giovanni 18:33) Sei tu Re dei Giudei? Gesù risponderà; chi te lo ha detto?  Cioè fatti un esame di coscienza e rispondi! ( Ev. Giovanni 18:36) Il mio regno non è di questo mondo.(Ev. Giovanni 18:37) Ma dunque Tu sei Re. (Ev. Giovanni 19: 5) Pilato disse loro:  Ecco l’uomo! (Ev. Giovanni 19:7) perché si è fatto Figlio di Dio. Ancora: (Ev. Giovanni 19:11) Tu non avresti alcuna autorità su di me, se ciò non ti fosse dato dall’alto; infine: (Ev. Giovanni 19: 12) Ma i Giudei gridavano dicendo: se liberi Costui  non sei amico di Cesare. Chiunque si fa Re si oppone a Cesare. (V. 15) Non abbiamo altro re che Cesare. Era l’ora del Lastrico!

L’uomo, il malfattore, il Figlio di Dio, il Re e l’ipotetico Liberatore.

In sintesi tutte le enunciazioni intorno a Gesù, i suoi aspetti rilevati da quel consesso di uomini a Lui contrari o a Lui indifferenti, se non in qualche misura favorevoli, finivano con il discorso  del Liberatore. E’ vero, sarà stato un possibile Liberatore? Oppure un impostore come la casta affermava? Per i due di Emmaus solo una speranza confusa e svanita per Israele?

Già ,ma per noi chi è Gesù il Liberatore? Cosa rispondiamo?  Lo facciamo ancora con la Parola di Dio; per Israele ricordiamo che il Messia cioè Gesù tornerà Liberatore e Trionfatore ( Ep. Romani 11:26 ) E tutto Israele sarà salvato così come è scritto: il Liberatore verrà da Sion, Egli allontanerà da Giacobbe l’empietà  e questo sarà il mio patto con loro quando toglierò i loro peccati. Per i credenti in Gesù il Liberatore: ( I Ep. Tessalonicesi 1:10) E per aspettare dai cieli il Figlio Suo, che  Egli ha risuscitato dai  morti, cioè Gesù che ci libera  dall’ira imminente.  Gesù  nel suo ministerio si era espresso così:(Ev. Giovanni 8:32-36)Se perseverate nella mie Parole siete veramente miei discepoli, conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi…Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi.  

I nostri cari lettori faranno parte della schiera dei liberati dall’ira imminente? La pazienza di Dio si è protratta da circa duemila anni, ora alcuni eloquenti fatti ci propongono il ritorno sicuro del Messia, il Principe che Israele sta inconsciamente aspettando, che vuole riservargli una residenza terrena regale in fase di progettazione. Purtroppo una volta realizzata sarà la sede dell’Anticristo che si rivelerà come falso Liberatore, irretendo ancora Israele in una opposizione a Colui che viene da Sion. Tutto sarà però inutile, la vittoria è di Gesù. Per i credenti è invece riservato un connubio luminoso con il vero Liberatore. Un saluto a tutti i lettori e a presto.

Ferruccio Iebole.     

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