E RESO PERFETTO

 
 
prima del testo dell’articolo una comunicazione:
 
Per chi lo desidera è disponibile il vol. 2 che raccoglie i nuovi articoli di Ferruccio Iebole. Il volume e la spedizione sono gratuiti e disponibile per tutti coloro che ne faranno richiesta qui su fb, su info@lamostradellabibbia.com o 3334371113 (Corrado)
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ecco l’articolo:
 
(Ep. Ebrei 5: 8-9-10) Benchè fosse Figlio imparò l’ubbidienza dalle cose  che soffrì e reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono autore di salvezza eterna, essendo da Dio proclamato sommo sacerdote secondo l’ordine di Melchisedec. A prima vista questi passi sembrano di difficile interpretazione per il contenuto delle affermazioni intorno alla persona di Gesù. Alcune persone poco attente o con pregiudizi ormai consolidati contro il Signore Gesù si attaccano a questi passi per screditare la missione del Signore e di conseguenza diffamare l’origine o la perfezione del Cristo. Il ragionamento è presto detto: se è stato reso perfetto vuol dire che non era perfetto e che la perfezione la doveva raggiungere per determinate prove. Un ragionamento plausibile per chi ragiona senza la luce dello Spirito Santo e senza il dovuto rispetto e cura per la Parola di Dio. E’ evidente che senza amore per il Vangelo è facile perdersi nella confusione e nelle distorsioni dell’Avversario, di Satana che deprime il messaggio evangelico cercando di introdurre dubbi e avversità all’autorevolezza delle Sacre Scritture.
 
Scomponiamo la Scrittura per una più facile comprensione:
  1. Era Figlio                                                                                                                                                                                               
  2. Imparò l’ubbidienza
  3. Soffrì delle cose
  4. Reso perfetto
  5. Divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono
  6. Autore di salvezza eterna
  7. Sommo sacerdote secondo l’ordine di Melchisedec.

Il primo concetto è che Gesù è il Figlio di Dio, affermare per fede che Egli riveste quella posizione, occorre dirlo per la rivelazione e per la potenza dello Spirito Santo, in: (I Ep. Corinzi 12:3) Perciò vi faccio sapere che nessuno parlando per lo Spirito di Dio dice: Gesù è anatema e nessuno può dire Gesù è il Signore se non per lo Spirito Santo. E’ accertato dunque che la confessione del peccatore intorno all’identità del Figlio, cioè la Parola di Verità, dipende dall’incontro personale con Gesù. Conoscerlo e riconoscerlo come Figlio o Signore fa parte della conversione e della rigenerazione. Se siamo nati di nuovo non abbiamo nessun dubbio o remora sull’origine divina di Gesù perché la Bibbia lo conferma ampiamente, anche se ora non è il caso di ulteriori approfondimenti.

Imparare l’ubbidienza

Seguendo i versetti, Gesù imparò l’ubbidienza; certo quell’ubbidienza da imparare era diversa dall’ubbidienza celeste concertata con il Padre nell’eternità, cosa per noi impossibile da analizzare e capire. L’ubbidienza in terra di Gesù si componeva anche di sofferenze che dovevano essere superate durante il ministerio, sofferenze morali, spirituali e fisiche che possiamo vedere nelle varie prove cui Gesù fu sottoposto, come la tentazione di Satana, le tentazioni e i contrasti con i farisei, o quelle fisiche composte da una varietà di violenze perpetrate sul corpo del Redentore. Reso perfetto; qui come accennato bisogna porsi delle domande: poteva il Signore essere imperfetto in terra? Doveva forse attraverso delle prove raggiungere la perfezione imparando dalle sofferenze? Oppure v’è una logica e una chiara spiegazione al versetto? Si, la delucidazione è semplice: domandiamoci chi doveva vedere e essere accertato sulla perfezione di Gesù? Dio? No, per Lui Gesù era già perfetto; erano  dunque gli uomini peccatori che avevano bisogno di vedere le perfezioni del Signore Gesù Cristo, cioè l’autore dell’eterna salvezza e poter confidare con fede nel Figlio di Dio.

 Ecco perché la perfezione dell’opera doveva non solo essere proclamata in terra, ma evidenziata con il cammino doloroso del Salvatore fino al Golgota. Eravamo noi i bisognosi di distinguere il sacrificio della croce, e occorre dire che ancor oggi gli uomini sanno poco della perfezione del Signore.( Ep. Ebrei 9:9) Questo è una figura per il tempo presente: i doni e i sacrifici offerti secondo quel sistema non possono quanto alla coscienza rendere perfetto colui che offre il culto. Il vecchio culto ebraico non rendeva perfetti i pii israeliti, che come noi dobbiamo disporre di una perfezione valevole e riconosciuta nel cielo, che sopporti indenne il giudizio divino.  Ecco il rimedio: (Ep. Ebrei 9:11-12) Ma venuto Cristo, sommo sacerdote dei futuri beni, Egli attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d’uomo, cioè non di questa creazione, è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo non con il sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato una redenzione eterna. Chiariamo che il tabernacolo più grande e più perfetto si riferisce al corpo di Gesù, che venuto in terra ha concluso con efficacia  e perfezione l’acquisto delle anime che credono in quella perfezione da Lui prodotta.

 Acquistare una salvezza eterna con un sacrificio perfetto valevole per sempre

A questo proposito (Ep. Ebrei10:5)Ecco perché Cristo entrando nel mondo disse: TU non hai voluto ne sacrificio ne offerta, ma mi hai preparato un corpo. Orbene è chiaro che il corpo di Gesù, fatto con crismi di una creazione celeste, come detto da Dio stesso, non poteva contenere l’imperfezione da tramutarsi in perfezione da conseguire in terra;  quindi era solo per i credenti che dovevamo essere accertati dell’opera perfetta della croce, prima che il Nuovo Testamento fosse ispirato e redatto. Perciò ecco l’enfasi del passo citato, con il suo corpo perfetto ha offerto una volta per sempre un sacrificio perfetto, irripetibile, perché tarato da sofferenze inaudite e indescrivibili, e  quel sangue offerto è entrato nel cielo per lo Spirito Santo. Oggi quel sangue proclama vita eterna per chi crede. La conclusione del verso è esplicito, ha acquistato una redenzione eterna. Si, acquistato vuol dire è stato pagato un prezzo, esorbitante e perfetto per poter concedere la Grazia a dei peccatori; (Ep. Ebrei 9: 26) E’ stato manifestato per annullare il peccato con il suo sacrificio.  Dunque è vero Gesù è stato manifestato, cioè ben distinguibile dal resto del genere umano proprio per l’offerta del suo sacrificio. Un olocausto spiegabile solo attraverso l’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

 Una comparizione che dona fiducia in chi crede

(Ep. Ebrei 9:24) Per comparire ora alla presenza di Dio per noi. Com’ è preziosa l’opera di Gesù, che purtroppo il mondo religioso copre e offusca, ma  per i credenti risplende e rincuora per le certezze, che ritroviamo vive nella Bibbia. Certo per arrivare alla persuasione della vita eterna bisogna affidarsi completamente a Gesù; l’opera dell’Avversario consiste nel dissuadere i peccatori nel ricevere la Verità, per cui necessita ancorarsi alla voce di Cristo, sapere che Lui  è entrato da trionfatore in cielo e intercede per noi in ogni nostro bisogno.

Inestimabile, è il pensiero scritto di (Ep. Romani 8:1-2) Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte. E’ dunque una felicità conoscere la grande liberazione che Gesù offre gratuitamente ai peccatori, che rinunciano ad annaspare in un mare procelloso di riti religiosi, di consigli di guide cieche, e si fidano solamente degli insegnamenti della Bibbia, Parola di Dio. La legge dello Spirito al contrario della legge, libera e permette ai peccatori ravveduti di seguirlo nella scoperta della Vita e della Verità.

 Il tema  della fiducia in Cristo richiede che la luce del Salvatore illumini gli occhi della fede di ognuno, appaia quindi con sufficiente lucidità il grande perdono promesso in virtù del suo ineguagliabile e unico sacrificio, che questa  Lettera agli Ebrei spiega con dovizia di particolari, cari al cuore di chi si ravvede e ascolta il Vangelo. Questo è ciò che auspichiamo per i nostri cari lettori di queste semplici note, che raccomandiamo alla Grazia del Signore perché comprendano il suo piano di salvezza. Nel salutarvi invochiamo il nome del Signore Gesù  con le sue sante benedizioni. A presto, Dio volendo e permettendo.

Ferruccio Iebole

 

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