SE TU SEI IL FIGLIO DI DIO?

L’evangelista Matteo si cimenta nel descrivere il suo Evangelo avendo alcune intuizioni, o meglio ispirazioni, che derivano certamente dalla sua comunione con lo Spirito Santo, in modo di presentare un sunto della vita del Salvatore, carico di valori spirituali, che solo l’ispirazione divina poteva rivelare e perché i futuri lettori credenti potessero cogliere nelle sfumature dei racconti e nelle azioni di Gesù, un cibo rallegrante e solido. Solo la mente e l’intelligenza allenata all’ascolto della voce di Dio, come quella da parte di Matteo, o d’altronde degli altri scrittori delle Sacre Lettere, potevano comporre una stesura di scritti così efficaci ed esaustivi in fatto di fede e di dottrina.

Un esempio pregnante

Matteo nei primi capitoli del suo Evangelo affronta tre argomenti collegati tra loro, dove il suo maggiore impegno consiste nel rivelare l’identità di Gesù, perciò a differenza di altri evangelisti inizia dalla genealogia del Redentore, essendo anche il Re della tribù di Giuda. Soprattutto, Matteo spende riflessioni intorno a Gesù come Figlio di Dio, come Emmanuele, cioè Dio con Noi, oltre che a Unto, Profeta e Principe. Quindi affianca al racconto del concepimento e della nascita del Salvatore, quello del suo battesimo e quello della tentazione, amalgamando termini e situazioni che si troveranno evidenti nei tre particolari episodi messi in fila all’inizio dell’Evangelo. In realtà molte altre figure o definizioni rappresentano Gesù nell’Evangelo, interrogandoci in profondità nel nostro spirito di lettori, a contatto con la Verità rivelata. Lo sforzo di comprensione che proponiamo, cioè noi con Lui, è ben rappresentato dalle parole: (Ev. Matteo 3:15) conviene che noi adempiamo ogni giustizia. Lo spunto recepito da questa frase è veramente bello e consistente, ritrovarsi con Gesù come allora, per assistere e partecipare alla manifestazione  e alla proclamazione della giustizia divina. Compito meraviglioso quello di contemplare la giustizia di Gesù Cristo, vedere la sua potenza operante e assaporare la sua Grazia rivolta verso noi umili lettori e  traballanti credenti.

Una luce sullo Spirito Santo

Matteo incomincia dal concepimento di Gesù, affermando che Maria prima di contrarre il matrimonio con il giovane Giuseppe, suo promesso sposo, si era ritrovata incinta. Matteo fa un’affermazione strabiliante, dice: (Ev. Matteo 1:18) si trovò incinta per opera dello Spirito Santo, e (v. 20) perché ciò in lei è generato viene dallo Spirito Santo. Dunque viene svelato che lo Spirito di Dio, è l’artefice creatore con Dio Padre, Gesù che si inumana volontariamente, quello che da inizio al processo formativo soprannaturale del corpo del bambino di Betlemme. Ed è proprio sull’identità e sull’opera dello Spirito di Dio e di Cristo, che Matteo traccia linee sconosciute fino ad allora, sottolineando come la potenza creativa dello Spirito Santo sarà sempre presente alle varie dimostrazioni gloriose di Gesù, sia quando nasca, quando si battezza, quando sarà tentato, o sia nella futura e gloriosa eternità. Quello comunque che sorprende è come Matteo, attento alla guida e all’ispirazione dello Spirito, dopo che Esso è disceso o mandato da Gesù come Consolatore e Guida (Ev. Giovanni 16:13) lo Spirito di Verità vi guiderà in tutta la Verità, sappia definire la presenza del Paracleto in mezzo agli eventi. Occorre precisare che lo Spirito manifesta sotto forma di luce potente,  gioia e timore, la gloria di Gesù, e che fin dalla nascita del Salvatore o già prima, come nel caso dei Magi, li illumina con la manifestazione di una cometa: (Ev. Matteo 2:2-10) Poiché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo…Quando videro la stella si rallegrarono di grandissima gioia. Oppure con i pastori: (Ev. Luca 2:9) E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendè intorno a loro. Ancora con Simeone, il quale pronuncerà condotto e mosso dallo Spirito Santo che dimora sopra lui: (Ev. Luca 2:32) per essere luce da illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele. Orbene la gloria di Cristo è lucente, splendente, reca altresì la presenza dello Spirito Santo.

 E’ bene sottolineare, chi è illuminato dallo Spirito Santo, desidera adorare il Salvatore indipendentemente dalla conoscenza cui dispone, perché il sacro fuoco o il vento della Verità cioè lo Spirito, scendendo indirizza i cuori e le menti alla vera adorazione del Figlio di Dio. L’intervento indispensabile dello Spirito Santo per la comprensione dell’Evangelo conduce con certezze l’intendimento della Verità, ovvero dispone un nutrimento progressivo per l’anima assetata di giustizia celeste, come dice: (I Ep. Pietro 2:9) Perchè proclamiate le virtù di Colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa. E’ vero, la luce della Verità si trova nell’Evangelo,  illumina e indirizza risplendendo nella conoscenza del Salvatore Gesù, il Figlio di Dio.  Alla natività, Matteo si preoccupa di far notare ancora che Giuseppe non conobbe in senso carnale, cioè non ebbe rapporti matrimoniali con Maria, fintanto che ella ebbe partorito il primogenito cioè Gesù. Una notazione importantissima per definire il valore del termine figlio, che la Parola di Dio dona a tutti per capire il vero significato. Il racconto di Matteo dunque precisa:

  1. Giuseppe come comandato dall’angelo accoglie Maria sua sposa promessa,
  2. Non ha rapporti coniugali con Maria prima della nascita di Gesù,
  3. Gesù è chiamato con quel nome da Maria, che significa Emmanuele- Dio con noi, secondo l’indicazione ricevuta dall’angelo,
  4. Maria lo fascia come figlio primogenito perché in seguito ne avrà altri da suo marito, (Ev. Matteo 12:47) Tua madre e i tuoi fratelli sono la fuori, (Ev. Matteo 13:55) Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte tra di noi? (Ep. Galati 1:19) E non vidi nessun altro degli apostoli, ma solo Giacomo fratello del Signore, ecc.
  5. Gesù non è chiamato dalla Scrittura figlio di Maria o di Giuseppe, ma (Ev. Luca 1: 31-32) e gli porrai nome Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, (Isaia 9:5) Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere Ammirabile, Dio Potente, Padre Eterno, Principe della pace. Notiamo come la Bibbia parla del bimbo che nasce e il figlio è dato, non nasce il figlio di… nasce Colui che viene addirittura nominato Padre Eterno, per confermare come il termine figlio nel senso umano, non è applicabile al Signore Gesù, se non nella gloriosa dicitura di Figlio di Dio. La profetessa Anna (Ev. Luca 2:38) Anche lei lodava Dio e parlava del bambino a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
  6. Ancora, (Luca 1:35) Lo Spirito Santo verrà su di te, e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra Sua; perciò Colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio. Non v’è dubbio alcuno che la nascita di Gesù, la sua incarnazione, veda sempre presente la manifestazione del Dio trino, e che il termine Figlio di Dio nasconda delle relazioni inesplicabili tra le tre persone un solo Dio, per noi incomprensibili, accettate per fede e confidanza nella Verità della Bibbia. Quello che abbiamo capito è che questo Figlio di Dio viene introdotto nel mondo come: (Ev. Luca 2:11) E’ nato per voi un Salvatore che è il Cristo il Signore. Diffidiamo di tutti quelli che vogliono sminuire la persona del Signore Gesù Cristo, affidandogli un ruolo secondario nella Sua natura, indefinito, incompleto e irrilevante nel ruolo di Salvatore del mondo, per trarre proseliti nel pantano della superbia teologica e delle facili interpretazioni secondo logiche di pensiero umano.
  7. Non ci confondiamo sulla creazione e sulla genetica, Dio può far nascere dei figli di Abramo anche da delle pietre, (Ev. Matteo 3: 9) perché vi dico che da queste pietre Dio può far sorgere dei figli di Abramo, quindi possiamo ammettere in sincerità tutta quanta la nostra ignoranza in fatto di questa ipotetica realizzazione. Ecco perché respingiamo le analisi del dio creato, del dio più piccolo attribuito a Gesù, ma confermiamo ciò che è scritto nella Bibbia: (Ev. Giovanni 1:1) E la Parola era Dio. Per noi resta l’immenso annuncio fatto da Dio stesso (Ev. Matteo 3:17) Ed ecco una voce dal cielo che disse: Questo è il mio diletto Figlio nel quale mi sono compiaciuto. Tutti dovrebbero confessare la loro inadeguatezza a capire in cosa consistano i termini < diletto e cosa sia il compiacimento divino>. Possiamo solo per Grazia sfiorare il significato di tale immensa dichiarazione; a noi rimane l’altra tassativa affermazione di (Ev. Matteo 17:5) Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto; ASCOLTATELO!

Un ascolto proficuo

Occorre mettere in evidenza la scena magnifica di contorno, di questa proclamazione così solenne e determinante; infatti, la Scrittura sottolinea l’evento inconsueto e raro, definendolo come < i cieli aperti>, avvenimento descritto in (Ev. Matteo 3:16) salì fuori dall’acqua ed ecco i cieli si aprirono, che ci informano positivamente e in maniera completa. Sopra la circostanza ritorneremo più avanti, ma quello cui preme dire è che solo un ascolto attento, ovvero più precisamente un <udire> fra le molte voci  che raggiungono l’anima nostra, il nostro cuore e la scelta irreversibile per lo Spirito Santo, ci farà comprendere la vera voce del Signore tramite la Sua Parola. Molte persone al mondo leggono la Bibbia con basi preconcette, condizionati dalle dottrine degli uomini, le quali tendono a far leggere la Scrittura in base a elaborazioni già prodotte e confezionate. Il lettore perciò, se non si affida alla libera azione dello Spirito Santo nel proprio cuore e nell’intelligenza, non arriverà mai alla comprensione della Verità, perché l’errore per la carnalità è più affascinante della Verità. Ho nozione di amici o di visitatori conosciuti durante le mostre della Bibbia, i quali leggono i Testi Sacri, ma non riescono a capire la divinità del Figlio di Dio; concludendo e dicendo che è solo il figlio o un dio creato. Orbene, il problema è che sono preda evidente della tentazione consistente nell’affermazione: (Ev. Matteo 4:3) Se Tu sei il Figlio di Dio? e non  prendono in considerazione il consiglio divino ASCOLTATELO, che implica la fede sincera e semplice nel Salvatore.

In questa scena si svolge la scelta: o vediamo i cieli aperti e la voce del Padre che invita all’ascolto della Parola, oppure ignorando questo comando, salirà l’orgoglio della mente carnale e inconvertita che ripeterà con l’Avversario <Se tu sei il figlio di Dio?>. In conseguenza di questa scelta vi sarà un risultato certo, o Gesù diverrà il centro dell’ascolto e della salvezza eterna, oppure si registreranno degli evidenti legami nell’errore e un costante impedimento a raggiungere la Verità biblica cioè la vera fede. Si, un profondo intralcio, cioè una altissima montagna di pietre,  come nella tentazione, impedirà lo splendore e la potenza della Bibbia, mentre prolificheranno i legami comportamentali in vincoli precostituiti, che annullano la libera lettura della Parola e scemata la sua forza attrattiva verso la Verità, lascerà posto e spazio a una falsa sicurezza di aver compreso il messaggio biblico. L’azione del Cristo risorto (Ev. Luca 23:32-45) che spiega la Parola ai due di Emmaus, il calore conferito nel loro cuore, l’aprire la loro  mente, non avrà luogo e si spalancherà la separazione eterna da Dio, consumata da persone con la Bibbia in mano, che però rifiutano di sperimentare la potenza nella loro vita. A riprova di ciò, basta vedere le situazioni di controllo feroce sulle persone e sulle menti, esercitato da schiere di religiosi che sbandierano impunemente l’unica e vera interpretazione delle Scritture. Infatti, alla base di ogni ragionamento dicono: <Cosa dice, cosa insegna la Bibbia?> come fossero i soli depositari della Verità! Non dimentichiamo (Isaia 29: 10-11) Il Signore ha sparso su di voi uno spirito di torpore, ha chiuso i vostri occhi…tutte le visioni profetiche sono divenute per voi come le parole di uno scritto sigillato. Noi esortiamo i nostri lettori a verificare sempre la citazione esatta delle parole proposte, affinchè non vi siano manipolazioni di sorta e un vero abbandono all’autorità intrinseca della Bibbia. Questo è il nostro compito di chiarezza.

Il battesimo del Signore Gesù

Come accennato precedentemente lo Spirito Santo è presente al battesimo di Gesù, perché: (Ev. Matteo 3:11) Egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco. Notiamo come a Giovanni Battista accorressero (Ev. Matteo 3:5-6) Al Giordano accorrevano a lui ed erano battezzati da lui nel fiume Giordano,  confessando i  loro peccati. I peccatori dunque seguivano il percorso di recarsi dal Battista nel fiume Giordano, per essere sommersi nell’acqua, avendo confessato i peccati al Signore. Il battesimo ha queste stesse fattezze per noi, si va ai piedi della croce, si domanda perdono a Gesù e a Dio, si viene battezzati a conferma del perdono ricevuto da Dio stesso. Battezzarsi non significa un po’ di acqua sul capo, ma essere sommersi completamente dopo aver fatto pubblica confessione di peccato, per questo i neonati sono esclusi dal battesimo, essi sono già nella mano di Cristo; sono i grandi, gli adulti, che se ravveduti confessano la fede nel Salvatore e il perdono dei peccati ricevuto. Il Battista essendo pieno di Spirito Santo poteva leggere nel cuore di chi accorreva, e distingueva chi andava al Giordano con spirito di emulazione, con inganno, o perché era di moda, confidando nell’anonimato. Non era così! Gli intrusi erano svelati e rimproverati. Per questo il Battista poteva pronunciare parole di fuoco contro i simulatori, chiamandoli eloquentemente razza di vipere, cioè continuatori della progenie del Serpente. In sostanza i cuori di pietra dei peccatori, dovevano a contatto del messaggio di Giovanni Battista, credere che il Regno dei cieli stava per raggiungerli nella persona amata del Figlio di Dio.

L’orgoglio di essere figli spirituali di Abramo, o perlomeno crederlo, veniva minato da questa interpretazione del Battista, che metteva in dubbio la figliolanza ebraica. Questa analisi interrogava le anime e poneva una seria riflessione su cosa volesse dire stirpe, discendenza, figliolanza, a contatto con il vero Figlio di Dio. Il punto era lì: avrebbero capito i giudei che stava per arrivare un inesplicabile Figlio, il quale occorreva accettarlo per quello che la Parola e lo Spirito Santo avrebbero rivelato di Lui? Gesù non aveva bisogno di essere battezzato, non aveva peccati da confessare, era già consacrato. Lo ha fatto per dimostrare la purezza di cuore e di essere vero figlio di Abramo nell’indole e vero Figlio rivelato di Dio, portatore di Grazia e misericordia divina per tutti gli uomini. Gesù è la Pietra angolare, (Ep. Efesini 2:20) essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare, il fondamento della Chiesa, capo del cantone; ma Gesù è altresì la pietra d’inciampo per gli increduli.

 Notiamo come la pietra sia simbolo e materia di idolatria (Atti 17:29) Essendo dunque discendenza di Dio non dobbiamo credere che la divinità sia simile a oro, ad argento, o a pietra scolpita dall’arte e dall’ immaginazione umana.  Ancora, Gesù è l’inciampo per gli increduli: (Ep. Romani 9:31-32)  Essi hanno urtato nella pietra d’inciampo, come è scritto: Ecco Io metto in Sion un sasso d’inciampo e una pietra di scandalo; ma chi crede in Lui non sarà deluso. Evidenziamo altresì che la folla e i discepoli accomunati da un unico vocio dicono: (Ev. Luca 19:38-40) Benedetto il Re che viene nel nome del Signore, pace in terra e gloria nei luoghi altissimi …vi dico che se costoro tacciono, le pietre grideranno, significa gli increduli magari con la Bibbia in mano, non potranno offuscare la regalità del Re, Pietra vivente, negando la sua venuta, perché dei cuori di pietra divenuti cuori di carne, confesseranno sommergendo gli increduli, con l’acclamazione di gloria indirizzata al Salvatore. Come nella natività, anche in questo episodio si notano la pace, la gloria nei cieli e quella testimonianza di Re celeste, venuto in terra per salvare i peccatori con la Verità evangelica intrinseca nella sua persona.

Una visione celeste

Perciò la pietra trova posto nel racconto del battesimo di Giovanni Battista e troverà citazione nella tentazione di Gesù, come lo Spirito Santo, l’acqua, i cieli,  la voce, le parole, il pane e la bocca. Ma soprattutto al battesimo di Gesù, bisogna vedere e volgere lo sguardo ai cieli. Sono aperti. Ci introducono in uno sguardo nell’eternità, cosa assai rara. (Ev. Matteo 3:16) ecco i cieli si aprirono ed Egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di Lui.  In questa meravigliosa visione di cieli aperti notiamo come lo Spirito Santo scende su Gesù per porre il suo sigillo sull’opera, che Gesù stesso renderà al mondo in quanto Parola presso Dio, Parola con Dio, Parola Dio e umanata per dare la vita al mondo, a chi crede in Lui. Stefano, il diacono ed evangelista è partecipe di un simile episodio, (Atti 7:55-56) Ma Stefano pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra e disse: ecco io vedo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo in piedi alla destra di Dio. Dunque i cieli aperti denotano e rivelano la gloria di Dio, il Figlio di Dio glorificato nella luce e palesano la potenza dello Spirito Santo, come nel battesimo del Giordano. Gesù è invocato come Dio Salvatore e Signore, adatto a ricevere gli spiriti dei defunti o dei morituri. Per non fare confusione su Gesù, in (Apocalisse 4:1 a 11) Giovanni l’evangelista, percorre le medesime fasi di Stefano e del battesimo; sente una voce, è rapito dallo Spirito davanti al trono, vede  seduto nel trono con il Padre, Gesù il Vincitore, che era, che è e che viene. Perciò le bestie viventi, simbolo dei quattro Evangeli e i ventiquattro vecchi, avanguardia dei Profeti e degli Apostoli, non si stancano di ripetere giorno e notte (v. 8) Santo, Santo, Santo è il Signore. Non v’è dubbio alcuno che questa visione sia descritta da Pietro come meravigliosa luce, nel verso già citato precedentemente. Luce già vista alla natività, da Simeone, e riflessa nel ministerio quando Gesù dirà: (Ev. Giovanni 8:12) Io sono la luce del mondo, chi mi segue non camminerà nelle tenebre. Se qualcuno non ha ancora visto scendere in forma spirituale, la persona dello Spirito Santo nel suo cuore, vuol dire che non appartiene ancora a Gesù (Ep. Romani 8:16) Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito, che siamo figli di Dio.

La tentazione di Gesù

Gesù è condotto dallo Spirito Santo nel deserto, l’ardua prova della tentazione oltre a questo luogo privo di risorse, che corrisponde al mondo e parla di una vita precaria, si svolge anche sul pinnacolo del tempio e su un altissimo monte. Il volto di Gesù dopo quaranta giorni appare provato dal digiuno, dal silenzio, dalla solitudine  e dalla fame. Il sostegno dello Spirito creatore e mantenitore della vita, è vitale per arrivare alla partenza della tentazione. La prima prova coinvolge ancora le pietre che secondo il Tentatore dovrebbero divenire pani. La seconda prova vede il piede del Salvatore che non dovrebbe inciampare nella pietra, e l’ultima addirittura su una montagna di pietra. Prima delle tentazioni avviene un fatto eclatante: non si è ancora spenta la dichiarazione del Padre, presente lo Spirito Santo, intorno al Figlio di Dio, che l’affermazione è messa in discussione dall’Avversario. Il Diavolo non ignora che il Figlio è il diletto, che è possessore del compiacimento del Padre, trascura e finge di non sapere l’identità del Figlio, per essere il capostipite di quelli che negano la divinità di Gesù il Redentore e sono molti.

La tentazione inizia con le parole < Se tu sei il Figlio di Dio> che nulla c’entrava con la proposta di tramutare delle pietre con dei pani. Ma la negazione del Figlio è propedeutica a ciò che dirà (I Ep. Giovanni 2:22-23) Egli è l’anticristo che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il Figlio non ha neppure il Padre. La frase sarà ripetuta nuovamente anche nella seconda tornata come tentazione, adatta a negare l’autorità del Padre, redatta e fatta conoscere tramite la Sacra Scrittura, disconoscendo gli ordini di Dio sugli angeli e contorcendo la Parola. Altri percorreranno questa via: (Ev. Matteo 26:63) E il sommo sacerdote gli disse: Ti scongiuro per il Dio vivente di dirci se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio. Ancora (Ev. Matteo 27:40-43) Salva te stesso se Tu sei il Figlio di Dio e scendi giù dalla croce. Si è confidato in Dio; Lo liberi se Lo gradisce, poiché ha detto: Sono Figlio di Dio. Senza dubbio una bella rappresentazione continuativa. La terza tentazione dopo la negazione del Figlio, e del Padre, riguarda l’Ispiratore della Parola cioè lo Spirito Santo e la sua funzione, quale ispiratore dell’adorazione da rendere a Dio tramite il Figlio. Alla crocifissione alcuni erano presi da morbosa curiosità sull’identità di Gesù, altri mettevano in discussione il suo ruolo di Salvatore, altri il fatto che fosse Re; solo una è la risposta della fede, quella del centurione illuminato dalle sofferenze di Gesù, (Ev. Matteo 27:54)  Veramente Costui era il Figlio di Dio.

I verbi della tentazione

Il Tentatore adopera alcuni verbi che sintetizzano le sue azioni e i suoi propositi: Ordina, Gettati, Prostrati e Adorami. I tre obiettivi sono di tentare Gesù nel corpo, nell’anima e nello spirito. I pani, la salvezza dall’intoppo, i regni e la loro  gloria sono quelli che miseramente Satana può offrire, che corrispondono alla gioia degli uomini, non a quella di Gesù. La risposta di Gesù consiste nell’adoperare la Parola come contrasto efficace alla volontà perversa del Diavolo, e per liberarsi dal potere maligno e corrotto del Tentatore: (Ev. Matteo 28:18) Ogni potere mi è stato dato in cielo e in terra. I tentativi deleteri attuati dall’Avversario, durante lo sfinimento della persona e del fisico di Gesù, non sono  effettuati per l’obbedienza costante e sicura al Padre,  per la comunione con lo Spirito, esempio per i credenti di contrasto e di resistenza alle subdole proposte di Satana. Sta Scritto è l’arma vincente di Gesù, questo è il diletto Figlio è la voce sintetizzante e comunicativa del Padre. Vattene Satana è la potenza dello Spirito in bocca del Salvatore. Come accennato, il deserto cioè l’ambientazione naturale, il tempio costruzione dell’arte, dell’ingegno e della bellezza imponente degli uomini per la religiosità, il monte altissimo simbolo dell’orgoglio esasperato umano, tramutato in potere non attirano Gesù che risulta indenne dalla prova. Da ora e in seguito Gesù poteva predicare (Ev. Matteo 4:17 e 19) Ravvedetevi perché il regno dei cieli è vicino, e Venite dietro a Me e vi farò pescatori di uomini.

 E’ sorprendente come Gesù non risponda difendendo la sua origine divina, non ponendo argomentazioni tutelatrici della sua indole, vantando le sue prerogative di Dio umanato e seppure sollecitato per due volte con la medesima frase <Sei tu il Figlio di Dio?> non affronti l’argomento dando esaurienti spiegazioni, ma ignorando la domanda. L’evidente risposta silenziosa di Gesù risiede nel non dare credito a dubbi espressi dall’Avversario, circa la sua unità con il Padre. Infatti il dubbio è l’arma satanica utilizzata contro chi si avvicina all’Evangelo, < Sei sicuro di quello che la Bibbia dice? Non vi è forse anche un’altra interpretazione? La Scrittura non vorrà forse proporre altre cose, qual’è la giusta direzione? La Bibbia non è piena di contraddizioni?> Questo armamentario di esempi sono le subdole ragioni per distogliere i peccatori dalla fede. Il Figlio di Dio è una definizione troppo gloriosa, è la confessione riservata e proclamata dai credenti e sostenuta dalla Scrittura, da Dio e il Suo Spirito. Il Padre l’ avvalora come visto in (Ev. Matteo 3:17) e (Ev. Giovanni 3:18) il Battista in (Ev. Giovanni 1: 34) l’evangelista Marco (Ev. Marco 1:1) Natanaele in (Ev. Giovanni 1:49) i peccatori morti in (Ev. Giovanni 5:25) Marta in (Ev. Giovanni 11:27 ) il centurione in (Ev. Matteo 27:54) i Discepoli in (Ev. Matteo 14:33) l’apostolo Paolo (Atti 9:20) le Sacre Scritture (Ep. Romani 1:3) lo Spirito Santo (Ep. Romani 1:4) Gesù stesso (Apocalisse 2:18), in conclusione (I Ep. Giovanni 4:15) Chi riconosce pubblicamente che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio.

Spiegato assieme a questo nugolo di testimoni il termine  Figlio di Dio, resta ancora da descrivere il volto del Signore, (Apocalisse 1:14) Il suo capo e i suoi capelli erano bianchi come lana candida come neve; i suoi occhi erano come fiamma di fuoco  (Apocalisse 2:18) Queste cose dice il Figlio di Dio, che ha occhi come fiamma di fuoco, (II Ep. Corinzi 4: 6) Per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio, che rifulge nel volto di Gesù Cristo. (Apocalisse 1:16) Dalla sua bocca usciva una spada a due tagli, e il suo volto era come il sole quando risplende in tutta la sua forza. Che differenza dal volto sofferente dopo i quaranta giorni di digiuno.

I verbi del Signore Gesù

Sta scritto, vivrà, proviene, non tentare, vattene, adora e rendi. Gli argomenti  di Gesù resi evidenti da questi verbi consistono nel dare risalto alla Parola di Dio scritta, cioè alla Bibbia, nel certificare la vita come  dono proveniente da Dio, nel non tentare deliberatamente Dio sperando nell’impunità,  ma allontanando il Diavolo, lo spirito del male e della tentazione; piuttosto adoperandosi nell’adorazione e a rendere un culto in Spirito e Verità a Dio per mezzo di Gesù stesso. E’ vero, dopo queste prove il Signore Gesù è pronto a predicare, a ricevere i discepoli, quelli che si accostano per pendere dalle sue labbra insegnanti. (Ev. Matteo 5:1-2) Ed Egli aperta la bocca insegnava loro. Siamo certi che quell’insegnamento non si è esaurito, tutti quelli che si fidano del Figlio di Dio riceveranno tramite l’Evangelo, vita e gloria eterna da tributargli nell’eternità.

Ferruccio IEBOLE

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